Il movimento per la Pace della Soka Gakkai Internazionale
di Daisaku Ikeda
(articolo pubblicato sul volume antologico curato da David W. Chappell Buddhist Peacework.
Creating Cultures of Peace, Wisdom Publications, Boston 1999)
Era proprio un quarto di secolo fa, nel 1974, quando feci la mia prima visita in Cina. Una giovane
donna mi chiese: «Perché sei venuto qui?». «Sono venuto per incontrarti», le risposi.
Circa tre mesi dopo, durante la mia prima visita in Unione Sovietica, il Primo ministro Alexei N.
Kosygin mi chiese quale fosse la mia base ideologica. Risposi: «Ci stiamo impegnando per i valori
della Pace e della Cultura, le basi fondamentali dell’umanesimo».
Costruire una cultura di pace
ho visitato in tutto 54 paesi. Sono giunto alla conclusione che, nonostante le diverse concezioni e
ideologie, finché le persone condividono lo stesso scopo di lavorare per la felicità e per una pace
duratura di tutta l’umanità, noi possiamo invariabilmente arrivare a comprenderci l’uno con l’altro
come esseri umani e scoprire una solidarietà basata sull'amicizia e la fiducia. Quando proposi la
normalizzazione delle relazioni diplomatiche del Giappone con la Cina nel settembre del 1968, la
rivoluzione culturale infuriava e cresceva il conflitto Cino-sovietico. In Giappone, nel frattempo,
cresceva la paura della “minaccia cinese”. Non era certo un’atmosfera in cui si poteva cominciare a
parlare con tranquillità di amicizia con la Cina. Ciononostante, lanciai il mio appello per l’amicizia
con la Cina, guidato in questo dal rimorso per l’incontestabile fatto storico che, benché il Giappone
dovesse molto della sua cultura alla Cina, il militarismo giapponese aveva dato corso all'invasione
del continente cinese provocando un’indicibile sofferenza alla popolazione. Ero anche mosso dalla
convinzione che fosse impossibile costruire la pace in Asia ignorando i 700 milioni di cittadini cinesi.
Come mi aspettavo, divenni il bersaglio di forti critiche. La gente si chiedeva perché un leader
religioso stesse “flirtando con i comunisti”. Divenni oggetto di minacce personali. Tre mesi dopo la
mia visita in Cina, andai in Unione Sovietica per confermare le intenzioni della leadership russa
verso la Cina e tre mesi dopo tornai in Cina per illustrare quanto avevo appreso. Ancora una volta
venni deriso per i miei viaggi nei paesi comunisti. A dispetto delle critiche, il mio atteggiamento
come buddista consiste nel vedere sempre le cose dal punto di vista del rispetto e della fiducia negli
altri esseri umani. Sono convinto che sia sempre possibile una comprensione reciproca se basiamo il
dialogo sul terreno comune dell’umanità. Questo era lo spirito che animava la mia diplomazia di
cittadino comune, lo stesso spirito che ha motivato la mia visita a Cuba nel giugno del 1996.
La pratica del Buddismo è basata sulla compassione. La parola compassione in giapponese si
compone di due caratteri cinesi, ji e hi. Ji corrisponde a metta in Pali e a maitri in Sanscrito, ed
esprime il significato di “vera amicizia”, mentre hi corrisponde a karuna in entrambe le lingue, ed
esprime il significato di “empatia” o “condividere la sensibilità, i sentimenti”. Quindi, nel
Buddismo, la compassione significa il sublime sforzo di condividere le sofferenze degli altri partendo
dalla nostra comune umanità, e di creare ed espandere una rete di autentica amicizia e fiducia. Percepisco nella compassione di Shakyamuni – elaborata ed esaltata nella tradizione mahayana come la Via del bodhisattva – un profondo e solido umanitarismo. La SGI è un’organizzazione impegnata a sviluppare attività nell'ambito della pace, della cultura e dell’educazione basate sull'umanesimo buddista. La rivoluzione umana, il fondamento dell’umanesimo buddista sta nell'immenso rispetto per ogni forma di vita, che ci permette di percepire e riconoscere la “natura di Budda” – così incomparabilmente preziosa – inerente non solo negli esseri umani ma in ogni essere vivente. Nel Sutra del Loto, la scrittura buddista più conosciuta nel mondo, che gode di grande rispetto e autorevolezza fra i popoli dell’Asia, Shakyamuni chiarisce “l’unica grande ragione” dell’apparizione del Budda in questo mondo. Nel capitolo Hoben (Espedienti), spiega che la sua missione come Budda è aprire la porta della Saggezza-del-Budda a tutti gli esseri viventi e adempiere la sua promessa di innalzare tutti gli esseri viventi alla sua stessa condizione vitale di Illuminazione. Nichiren Daishonin, che apparve nel Giappone del XIII secolo e fondò un Buddismo accessibile alla gente comune, cercò di realizzare lo stesso obiettivo di mettere ogni persona in grado di aprire da sola le porte della saggezza-delBudda. Seguendo gli insegnamenti di Nichiren Daishonin, i membri della SGI recitano Nam-myoho-rengekyo derivato dal titolo (Daimoku) del Sutra del loto al Gohonzon (o mandala) iscritto da Nichiren. Attraverso questa pratica i membri della SGI si impegnano a manifestare la loro natura di Budda e a creare una condizione vitale di suprema felicità che durerà per l’eternità. Noi chiamiamo questo processo “rivoluzione umana”. Sebbene le attività della SGI assumano modalità diverse in ogni paese a seconda della cultura e delle caratteristiche locali, alcune attività possono essere considerate standard. La principale occasione per i membri della SGI di incoraggiarsi e imparare gli uni dagli altri è la riunione di discussione, dove si incontrano regolarmente assieme ai loro amici e vicini di casa. Non si tratta di una relazione a senso unico dove un prete fa la predica ai laici, e neanche di un’anonima riunione di massa; è invece un ambiente intimo dove ogni partecipante può essere al centro dell’attenzione. Lo scopo fondamentale della riunione di discussione è quello di fare in modo che i partecipanti si stimolino gli uni con gli altri verso la crescita e la trasformazione. La riunione di discussione è stata l’attività centrale della Soka Gakkai fin dalla sua fondazione nel 1930. Gli incontri sono tenuti dai gruppi locali, e il loro nucleo centrale sono le esperienze di fede dei membri, pur essendovi la presentazione dei princìpi fondamentali del Buddismo del Daishonin. Più formale, lo studio delle dottrine buddiste viene portato avanti in riunioni separate. L’essenza della riunione di discussione appare nel nome dato inizialmente alla riunione al tempo del fondatore della Soka Gakkai, il presidente Tsunesaburo Makiguchi: incontro per mostrare la prova concreta del valore di una vita dedicata al bene supremo. La prima caratteristica della riunione di discussione è che, basandosi sulle esperienze dei membri, stabilisce un legame tra le motivazioni interiori e ciò che è condiviso. Un membro che racconta la propria esperienza di fede non sta descrivendo una conoscenza impartita da altri, ma un’esperienza concretizzata che proviene dall’interno, il risultato di uno sforzo di autotrasformazione motivato interiormente. Attraverso una successione di testimonianze di questo tipo i membri si apprezzano e si incoraggiano reciprocamente sviluppando un senso condiviso di fiducia e di autorealizzazione. Attraverso questa esperienza, sia chi parla sia chi ascolta può approfondire la propria convinzione nella fede. La seconda caratteristica della riunione di discussione è il suo spirito egualitario. Concetti come lo status sociale, la posizione o il profitto personale sono irrilevanti: la riunione di discussione è l’incarnazione della cooperazione tra singoli esseri umani con una base comune. In questo senso è il trionfo della democrazia, un’oasi per il cuore dove i partecipanti possono ricaricare la loro forza vitale e soddisfare la loro sete spirituale. La potente natura di Budda che emerge dalla combinazione della recitazione del Daimoku e la mutua ispirazione ottenuta frequentando le riunioni di discussione permette a ogni individuo di creare valore nelle forme di bellezza, bene e guadagno. Effettivamente la parola “soka” di Soka Gakkai significa “creazione di valore”. Il Profondo Significato del Sutra Del Loto (Hokke Gengi) afferma: «Nessuna cosa che riguardi affare la vita o il lavoro è in qualche modo diversa dalla realtà fondamentale»1. Ogni aspetto della vita umana – le sfide nel lavoro, la famiglia, lo studio, la salute, l’aspetto finanziario, le relazioni, etc. – manifestando la natura di Budda, forniscono un’occasione per la creazione di valore e l’opportunità di sperimentare la prova concreta della pratica nella forma del miglioramento materiale e 3 spirituale, e della crescita. La riunione di discussione, fondata sul dialogo e sull’uguaglianza, è quindi un’eccellente opportunità per creare una cultura di pace. Responsabilità, compassione, saggezza In Abolire la guerra, Elise Boulding definisce la cultura di pace nei termini seguenti: «Un mosaico di identità, comportamenti, valori, credenze e schemi che portano le persone a vivere tra di loro e nel mondo in modo costruttivo senza l’aiuto di differenziazioni strutturate di potere, utilizzando creativamente le proprie differenze e condividendo le proprie risorse». Il capitolo del Sutra del Loto La parabola delle erbe medicinali (Yakusoyu), contiene una descrizione poetica della cultura di pace. La parabola descrive una varietà di piante bagnate da una nuvola che avvolge la Terra: «Sebbene tutte queste piante e questi alberi crescano sullo stesso terreno e siano bagnati dalla stessa pioggia, ognuno è differente dalle altre». In termini buddisti, questa immagine simboleggia il fatto che tutte le persone possono beneficiare dell’imparziale legge buddista e, come i tre tipi di erbe medicinali e i due tipi di alberi, possono ottenere lo stato di Illuminazione come espressione del loro specifico carattere e individualità. Questa immagine concorda con la visione di cultura di pace definita da Elise Boulding. Qui la benedizione del sole e della pioggia sottolinea l’uguaglianza sotto il cielo, mentre la terra che sostiene le piante simboleggia l’uguaglianza sulla Terra. Nel Buddismo tutto ciò rappresenta il vero percorso della cultura, del rispetto per le differenze reciproche e della celebrazione delle diversità, condividendo equamente i doni della Terra che sostengono la vita e il firmamento. La SGI mira ad applicare una filosofia umanista radicata nel rispetto per la santità della vita nell’ambito della pace, della cultura e dell’educazione. In questo modo cerchiamo di costruire una forte e universale cultura di pace. Senso di responsabilità, compassione e saggezza sono i tre princìpi che corrispondono al concetto buddista delle “tre virtù”, qualità inerenti all’essere umano identificate da Nichiren Daishonin come le più degne di rispetto. La prima si riferisce alla responsabilità di proteggere il diritto alla vita condiviso dall’umanità e da tutte le forme viventi. Lavorare per la creazione della pace è una tenace determinazione. Nichiren parlò della sua determinazione di «sbarrare la strada che conduce all’inferno di incessante sofferenza». Nel 1957 il mio maestro Josei Toda, secondo presidente della Soka Gakkai, pubblicò una trattato per l’abolizione delle armi nucleari e affidò ai membri più giovani il compito di portare a termine questo compito. «Le armi nucleari – affermò – sono il nemico dell’umanità; il loro uso, un atto che nega all’umanità il suo fondamentale diritto alla vita deve essere giudicato come male assoluto». Questa dichiarazione fu fatta al culmine della Guerra fredda e fu un grido di pace fondato sullo spirito buddista della venerazione della vita. Ciò diede il via ad un’ondata di reazioni nella società. La proposta di pace del mio maestro è la sorgente delle attività per la pace della SGI, che si sono sviluppate in una serie di movimenti per mettere in pratica l’ideale della pace nell’umanità e per proteggere l’ambiente (realizzando così una pacifica coesistenza con l’ambiente naturale). Con lo scopo di diffondere i princìpi del mio maestro in campo accademico ho fondato l’Istituto Toda per la pace mondiale e la ricerca politica. La SGI ha costantemente sostenuto le Nazioni Unite in quanto “Parlamento dell’Umanità” e ha collaborato con il Dipartimento della Pubblica Informazione dell’Onu organizzando ed esponendo in 18 città e 15 paesi del mondo la mostra “Armi Nucleari – minaccia per il nostro mondo”. Assieme al Dipartimento del Disarmo delle Nazioni unite abbiamo organizzato la mostra “Guerra e Pace”, esibita in tutto il mondo, che tratta anche di problemi relativi all’ambiente. La Soka Gakkai giapponese ha organizzato la “Mostra ambientalistica - Ecoaiuto”. Nel nostro impegno per sostenere l’educazione ai diritti umani, si includono anche la mostra “Verso un secolo di umanità: i diritti umani nel mondo contemporaneo” e la mostra “Il Coraggio di Ricordare - Anna Frank e l’Olocausto” in collaborazione con il Simon Wiesenthal Center. Inoltre, la SGI gestisce una raccolta di fondi per i rifugiati e guida un progetto sanitario in Nepal, dove i medici volontari della Soka Gakkai lavorano in un campo di profughi. La Soka Gakkai brasiliana sta collaborando con le organizzazioni non governative ambientaliste nella ricerca per il 4 rimboschimento della foresta pluviale amazonica, e promuove anche progetti per la prevenzione dell’abbattimento forestale e della desertificazione. Anche io ho scritto proposte di pace dal 1978, ogni 26 gennaio per celebrare il giorno della SGI, con lo scopo di promuovere l’ideale delle Nazioni Unite e far appello per riformare il sistema dell’ONU E per espandere il ruolo delle organizzazioni non governative. Un tema ricorrente di queste proposte, formulate da un punto di vista buddista, è l’appello per l’abolizione della guerra. Passando alla seconda virtù, la compassione, essa è la base spirituale per lo sviluppo della cultura. Coltivando i sentimenti degli esseri umani, possiamo alimentare qualità positive come l’empatia, la fiducia e l’amicizia, facendo sbocciare i fragranti boccioli di ogni cultura. È vitale per il futuro dell’umanità imparare a rispettare le differenze e le peculiarità, sentire empatia e imparare gli uni dagli altri. Sono sicuro che ciò aprirà la strada per una nuova cultura globale per tutta l’umanità. Per creare opportunità di imparare da ogni cultura, ho creato istituzioni come l’associazione concertistica Min-On, Il Fuji Art Museum, il Tokyo Fuji Art Museum e la Maison Litteraire Victor Hugo. La SGI sponsorizza anche delegazioni di scambi culturali tra i paesi nel mondo per dare la possibilità di imparare dalla cultura degli altri. I festival culturali che teniamo in varie parti del mondo creano l’opportunità ai vari popoli di esprimere le loro culture e condividere lo stesso palco. Inoltre ho fondato il Centro di Ricerca di Boston per il ventunesimo secolo e l’Istituto di Filosofia Orientale per promuovere il dialogo e lo scambio tra le civiltà e per condurre ricerche tra le religioni, le ideologie e le filosofie del mondo. Il terzo principio è l’educazione, che corrisponde alla terza virtù cioè la saggezza. Il presidente Makiguchi scrisse che lo scopo dell’educazione è la felicità delle persone, sostenendo l’idea dell’“educzione creatrice di valore”, che avrebbe permesso alle persone di sviluppare la loro infinita saggezza innata. Per diffondere in tutto il mondo le teorie di Makiguchi sulla pedagogia creatrice di valore, ho fondato il sistema educativo Soka: scuole elementari, medie, superiori, l’università Soka di Tokyo e la Soka University of America, gli asili infantili a Hong Kong, Singapore e in Malesia. Ora le teorie di Makiguchi stanno attirando l’attenzione di un gran numero di paesi, il Brasile, l’India e gli Stati Uniti, e stanno gradualmente portando i loro frutti. La divisione degli educatori della Soka Gakkai ha organizzato incontri di consulenza, dove educatori esperti volontari sono a disposizione di studenti e genitori, e riunioni di insegnanti dove poter condividere le esperienze didattiche e imparare gli uni dagli altri. In contemporanea la SGI collabora con le Nazioni Unite e ha organizzato la mostra “I Bambini del mondo e l’UNICEF” e la mostra “L’arte dei ragazzi e delle ragazze del mondo” che sono state portate in vari paesi. Le attività nel campo della pace, della cultura e dell’educazione sopra descritte sono l’esempio degli sforzi che la SGI ha attuato per dare una forma concreta alle virtù di responsabilità, compassione e saggezza che costituiscono il contenuto effettivo dell’umanesimo basato sul rispetto per la vita. La competizione umanitaria All’inizio del ventesimo secolo (1903), il Presidente Makiguchi pubblicò La Geografia della vita umana (Jinsei Chirigaku) che auspicava fortemente il cambiamento verso una competizione umanitaria in un’epoca in cui i modelli prevalenti delle relazioni internazionali erano ancora l’imperialismo e il colonialismo. Secondo la sua analisi, la competizione tra le nazioni constava delle seguenti fasi: competizione militare, competizione politica, competizione economica e competizione umanitaria. Lo scopo dell’umanità doveva essere la competizione umanitaria. Disse che l’umanità aveva bisogno di sostituire la competizione frontale in ambito militare, politico ed economico con una competizione umanitaria collaborativa. La competizione cooperativa, scrisse, era un processo attraverso il quale, lavorando per il bene degli altri, ognuno avrebbe potuto trarre vantaggio dal beneficio altrui. La collaborazione tra le persone, basata sul rispetto reciproco, è il percorso della compassione. Gareggiare gli uni con gli altri per sviluppare cittadini del mondo è una forma di competizione umanitaria. Quando parlo di cittadini del mondo, mi riferisco a coloro che, pur radicati nelle proprie 5 tradizioni culturali, dedicano i frutti della loro cultura alla creazione di una pace duratura per l’umanità. In termini buddisti queste persone sono considerate dei bodhisattva. Il mio sogno è di vedere le religioni e le tradizioni culturali di tutto il mondo sviluppare una corrente continua di persone, in competizione reciproca per contribuire alla pace mondiale. Il bodhisattva, come cittadino del mondo, è colui che costantemente sfida il suo ego e si impegna nella sfida di trasformare le illusioni (rappresentate dai tre veleni di avidità, collera e stupidità), in illuminazione. I bodhisattva rifiutano di essere fagocitati dal consumismo e dal materialismo della società contemporanea, abbracciano il nobile spirito di essere a servizio degli altri e fanno di ciò la missione della loro vita. Questo processo mette in moto un cambiamento fondamentale nella direzione della vita, dall’egoismo al desiderio di creare felicità per se stessi e per gli altri. Credo che ogni religione debba promuovere, ciascuna secondo le proprie modalità, questo tipo di cambiamento radicale nella vita, dal materialismo dei nostri giorni a una cultura altamente spirituale e umanitaria. Propongo che le riunioni di discussione della SGI, creando l’opportunità per l’Illuminazione reciproca, possano servire da esempio. Spero fortemente che tutte le religioni facciano uso del dialogo e dello scambio per risolvere i problemi che minacciano la sopravvivenza dell’umanità, e pongano l’accento sull’armonia e la collaborazione con lo scopo di creare una cultura di pace. Certamente ogni cultura e tradizione religiosa ha le sue caratteristiche e peculiarità. Per questo motivo dovrebbe essere naturale per ogni tradizione rispettare le differenze altrui, ma è anche di essenziale importanza cercare un terreno in quanto esseri umani, cercare un’universalità. È di vitale importanza per noi tutti chiarire il nucleo dell’etica umana, che include l’amore per l’umanità, il rispetto per tutte le forme di vita, la nonviolenza, e la compassione, così come modalità benefiche di coesistenza con la natura non umana. La mia più grande speranza è che ogni religione possa basare le sue azioni sulla nostra umanità comune, e che sopratutto esorti alla collaborazione creativa nella ricerca per la risoluzione dei gravi problemi che il mondo sta affrontando. In questo modo, rispettandoci reciprocamente e imparando gli uni dagli altri, possiamo lavorare per la sopravvivenza della razza umana. Il Buddismo è caratterizzato dall'accento sulla possibilità di una trasformazione interiore che fa emergere il massimo potenziale umano. È convinzione diffusa che la disciplina e la concentrazione necessarie per questo processo necessitino di una serie di circostanze ideali di cui quasi nessuno dispone. Il Buddismo di Nichiren insegna però che solo affrontando direttamente le difficoltà della realtà individuale e sociale possiamo realizzare l'impegno di cambiare la nostra vita e il mondo in meglio. "Rivoluzione umana" è la definizione utilizzata dal secondo presidente della Soka Gakkai, Josei Toda, per descrivere quel processo fondamentale di trasformazione interiore attraverso il quale ci liberiamo dalle catene del nostro "piccolo io", imprigionato dall'ego e dall'autoconsiderazione, e accresciamo l'altruismo del "grande io" capace di preoccuparsi e di agire per gli altri e, in ultima analisi, per l'umanità intera. Come spiega Daisaku Ikeda «esistono vari tipi di rivoluzione: politica, economica, industriale, scientifica, artistica... ma, indipendentemente da cosa viene cambiato, il mondo non sarà mai migliore finché le persone rimarranno egoiste e prive di compassione. In questo senso, la rivoluzione umana è la più importante di tutte le rivoluzioni e allo stesso tempo la più necessaria per l'umanità». La questione di come cambiare in meglio ha generato innumerevoli teorie, religioni e imperi editoriali. Senza dubbio l'autodisciplina e lo sforzo possono consentirci trasformazioni positive, come accade per esempio facendo una regolare attività fisica. Ma spesso la volontà è difficile da mantenere e il nostro autocontrollo può perdersi in un momento cruciale perché non abbiamo affrontato le cause interne che sono alla base del nostro comportamento. Una trasformazione profonda La rivoluzione umana è il lavoro di trasformazione della nostra vita a partire dalla sua essenza più profonda. Significa individuare e affrontare tutto ciò che inibisce la piena espressione del nostro potenziale positivo e della nostra umanità. Il Buddismo di Nichiren si basa sulla convinzione che ogni individuo possiede uno stato vitale puro, positivo e illuminato. Questo stato vitale di "Buddità" è caratterizzato da qualità come la compassione, la saggezza e il coraggio che ci consentono di creare valore a partire da qualunque situazione. Nichiren capì che il processo più profondo di cambiamento e purificazione avviene quando facciamo emergere questo stato vitale, e insegnò la pratica della recitazione di Nam-myoho-renge-kyo come strumento diretto e immediato per accedervi e sperimentarlo. La natura di Budda si esprime in modi concreti. Innanzitutto, acquisiamo un profondo senso della dignità umana e la convinzione che la nostra vita è dotata di potenzialità illimitate. In secondo luogo, sviluppiamo la saggezza per capire che ciò che prima ci sembrava impossibile, in realtà è possibile. Terzo, sviluppiamo una forte vitalità che ci consente di affrontare i problemi con una sensazione di liberazione interiore. Perciò siamo in grado di fare la nostra rivoluzione umana, cercando di migliorare il nostro "io" giorno per giorno e far sì che l'"io" di domani sia sempre migliore di quello di oggi. Guardare al di là delle nostre preoccupazioni personali e agire per il bene altrui rinvigorisce e accelera questo processo. Un'esperienza che prima era vissuta come un fardello ingiusto può trasformarsi nella chiave per capire lo scopo della nostra vita, mentre impariamo come aiutare gli altri a lottare in situazioni analoghe. Questo processo individuale di rivoluzione umana è la vera scintilla che può innescare il cambiamento su scala globale, perché assumersi la responsabilità di trasformare la propria vita è il primo passo verso la creazione di una società basata sulla compassione e sul rispetto per la dignità della vita di tutti gli esseri umani. |
Borgo San Lorenzo
Mercoledi 27 dicembre
DAISAKU E KANEKO IKEDA CITTADINI ONORARI DI BORGO SAN LORENZO
Il Consiglio Comunale ha approvato il conferimento all’unanimità
Il Consiglio Comunale ha approvato il conferimento all’unanimità
Da oggi Daisaku e Kaneko Ikeda sono
cittadini onorari di Borgo San Lorenzo.
Daisaku Ikeda, Presidente onorario della Soka Gakkai, è stato testimone degli orrori della devastazione atomica e ha speso la sua vita per debellare l’uso delle armi atomiche.
Daisaku Ikeda, Presidente onorario della Soka Gakkai, è stato testimone degli orrori della devastazione atomica e ha speso la sua vita per debellare l’uso delle armi atomiche.
E’ stato
promotore a livello internazionale del dialogo tra culture e religioni diverse,
per una politica di pace
attenta ai diritti umani. E sua moglie Kaneko è sempre stata al suo fianco.
Nell’annunciare la decisione, presa all’unanimità, il Sindaco di Borgo San
Lorenzo Paolo Omoboni ha citato le parole di Ikeda: “Non importa quanto
cambiano i tempi o quanto sia progredita una civiltà, in fin dei conti tutto
dipende dal carattere delle persone. Le decisioni degli esseri umani
determinano il loro destino e quello del resto del mondo”.
“Ringrazio il presidente del Consiglio Comunale Gabriele Timpanelli e
l’assessore alla Cultura Cristina Becchi – precisa Omoboni – per il percorso
che abbiamo costruito dall’adesione formale alla campagna Senzatomica
all’allestimento della mostra a Villa Pecori Giraldi, un percorso giunto oggi a
compimento con la cittadinanza onoraria”.
Il Sindaco, nel presentare la
proposta al Consiglio e ai membri della SGI che hanno assistito alla votazione,
ha ricordato l’impegno di Borgo San Lorenzo per la pace, per la reciproca
conoscenza e per le pari opportunità, ringraziando chi, anche tra i
consiglieri, si impegna su tutti questi fronti. “Quella che andiamo ad
approvare – ha affermato nella sua introduzione – non è solo una cittadinanza
onoraria, ma un messaggio forte e chiaro di pace che noi lanciamo a livello
internazionale e credo che di questo tutti si debba essere orgogliosi”.
Peccato che una bella occasione di Festa segnata dall'importante conferimento di Cittadinanza a due Persone veramente Speciali si sia risolta in un atto pubblico amministrativo senza quello slancio e quella partecipazione che avrebbero potuto rendere la giornata diversa, maggiormente condivisa tra la popolazione e le tante persone che seguono gli insegnamenti ed i principi del Maestro.
Parole e burocrazia, ufficialità, anche tanta retorica, non ci è dato sapere se e quanto sia stata diffusa la notizia, se siano stati invitati i membri buddisti della Soka Gakkai; il dubbio resta, credo che una cerimonia di tale importanza meritasse un maggior respiro, una più ampia platea.
Alta la proposta, significativo il risultato con qualche rammarico
A marzo unendomi a cari amici sarò a Tokio alla Soka Gakkai Internazionale, chissà se potrò portare un saluto speciale da Borgo, senza dubbio ci proverò
A marzo unendomi a cari amici sarò a Tokio alla Soka Gakkai Internazionale, chissà se potrò portare un saluto speciale da Borgo, senza dubbio ci proverò