mercoledì 29 giugno 2016

Tanta bellezza, Firenze sempre +

Concetto di Accoglienza e protezione



Inaugurato giovedì 24 il nuovo museo degli Innocenti 

Aperto  finalmente anche in tempi brevi alla città e al mondo intero, un altro gioiello ritornato a splendere per la gioia di tutti.
Certamente un lungo e complesso lavoro di restauro  che ha dato vita ad un vero splendore di grande qualità artistica e di innovazione, una visita è d'obbligo per cogliere quel filo conduttore di stupore e grandezza che nasce dalla storia dell'Istituzione stessa e giunge fino a noi. 

Il  primo brefotrofio specializzato d'Europa, inaugurato nel 1445 per ospitare i bambini abbandonati, il Museo, pensato per raccogliere le opere donate all'Istituto, racchiude sei secoli di arte, architettura e storia dell’infanzia 


Il museo ospita un percorso dedicato alla storia e all'evoluzione dell'Istituto degli Innocenti attraverso biografie e memorie personali dei “nocentini”Ancora oggi a Firenze il cognome Nocentini, come Innocenti o Degl'Innocenti, è molto diffuso, a testimonianza dell’antico retaggio dell’istituzione. Dal XIX secolo, per una maggiore tutela dei bambini, ai piccoli accolti venivano anche assegnati cognomi di fantasia, dati da parroci, ufficiali di stato civile o dallo scrivano degli Innocenti.
Al piano terra del Museo si può conoscere l'evoluzione architettonica dell’antico Spedale, dalle origini fino ai successivi interventi di ristrutturazione. 
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Un originale allestimento
Sopra il portico di facciata, al secondo piano dell’edificio, si trova invece la Galleria del Museo che ospita il Coretto di preghiera delle balie e ottanta opere di alto valore artistico di grandi nomi quali  Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Bartolomeo di Giovanni, Piero di Cosimo, Neri di Bicci, Luca e Andrea della Robbia e Giovanni del Biondo.
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Bellissimi

Si possono ammirare  restaurati i magnifici Putti di Andrea della Robbia che erano presenti sulla facciata dove forse  saranno collocati  nuovamente 

Un ricco bookshop specializzato per i più piccoli, con uno spazio dedicato anche all'allattamento accoglie i visitatori.
Un gustoso caffè nella nuova altana, terrazza quattrocentesca ex tenditoio, oggi caffè del Verone, aperta a tutti, farà scoprire il brivido di una vista incomparabile, da provare!


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La Facciata 

martedì 28 giugno 2016

Sessismo al giugno 2016

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quanta strada....


Stereotipi e sessismo anche nella politica sarebbero da evitare ma non pare sia possibile né necessario.

 Analizzare il linguaggio utilizzato per caratterizzare il profilo e la personalità  delle 2 nuove elette sindache nel dibattito pubblico fa inorridire, la condizione/donna penalizza assai, “ragazze, Ragazze del movimento, sensuali, acqua e sapone, donne giovani in carriera, giovani normali in cui riconoscersi.  Bocconiana mai.
Virginia Raggi e Chiara Appendino sono diventate improvvisamente Donne/Danno da sminuire agli occhi della gente, in gamba ma pur sempre femmine! Insomma, che dire!
A Roma e Torino vincere  i candidati del Partito democratico Roberto Giachetti e Piero Fassino appare solo una protesta ormai spendibile si  ma poco credibile…
Quante varianti nel descriverle, negate ai signori maschi sicuramente, nemmeno pensabile usare riferimenti di un certo tipo per lor SIGNORI
Certamente a 70 anni dal riconoscimento del voto alle donne l’idea di vedere sindache chiamate a guidare per i prossimi cinque anni due grandi città italiane, addirittura la Capitale, stupisce e crea un clima ansiogeno.
La grande scrittrice Michela Murgia scrive in un bell'articolo, sintetico e chiaro, su la Repubblica dal titolo " 
Né ragazze né mamme, usiamo le parole giuste"

"Chiamiamole sindache dunque... deve cambiare il modo di raccontare le donne al vertice. Basta chiamarle con il nome proprio. Basta col  chiamarle confidenzialmente con il nome proprio come fossero cresciute con noi. Anche definirle ‘ragazze' sui giornali è un modo subdolo per minimizzare l'autorevolezza del ruolo che si sono conquistate". Alla stessa stregua può essere considerato il titolare un articolo su Chiara Appendino chiamandola, ad esempio, "la neomamma che ha battuto Fassino". 
"Se vi sembra normale, provate a immaginare Sala descritto come ‘il figlio unico pluridivorziato che a Milano ha fermato la Lega'". 
Ragazze, il titolo, la carica? Dove sono finiti? Definizione non corretta, volutamente svilente.

·          Il Tempo, sulla vittoria di Virginia Raggi  "Roma in bambola", pubblicando una sua foto su un     corpo di Barbie.     


·          Libero,  "Prova del fuoco per le ragazze", "Ma saranno capaci?" "Lui passa il tempo a fare il tifo per lei, senza se e senza ma. Lei si racconta. Anche nella vita privata, e non cita mai lui. Narra del figlio, e sembra sia nato sotto un cavolo, perché il padre non viene citato mai. Sta nell'ombra, assediato dai paparazzi che cercano lei. Scherza, sopporta". 

·          Affari Italiani,  "Virginia Raggi primo sindaco donna 5 stelle di Roma sta cordialmente sulle scatole a molti perché parla chiaro, non si lascia intimidire, è solida ma anche molto poco sexy esattamente come Chiara Appendino, occhi intensi e look iper sobrio, altro che smalto semi permanente di Maria Elena Boschi, boccoli sempre inanellati manicure perfetta, presenzialista a tutto tondo fra politica e mondanità. 

·          FattoQuotidiano, "le ragazze hanno uno stile che i ragazzi, de-virilizzati, se lo sognano". "sta diventando un' abitudine vincere facile alle elezioni lanciando giovani donne in grado di sbaragliare gli avversari", "la battaglia politica futura" "solo un regolamento di conti tra ragazze".

·          Messaggero, "generazione Candy Candy", quella delle "trentenni cresciute – come i loro coetanei maschi – con i cartoni animati giapponesi": "Le nate alla fine degli anni ‘70 sono un interessante mix di sicurezza introiettata grazie all’esempio materno (Chelsea Clinton per dire ha una madre come Hillary) e rapida presa d’atto del fatto che, nei rapporti sentimentali, tocca a loro, alle ragazze Candy Candy, rappresentare il lato forte della coppia, a fronte di partner tormentati o almeno dolcemente complicati".
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ruoli e linguaggio
Forse paga oggi dopo il tragico e grottesco periodo berlusconiano la modernità di una immagine fresca, poco da velina, certamente una donna alla guida di una città è un forte segnale positivo che può fare la differenza.
Fuori dal commento sulle  scelte politiche deprime ancora oggi la retorica sull’essere di sesso femminile, si pretende infatti che siamo tutte belle e oche, docili e scoperte, facili preda ma decise, intelligenti ma non troppo, disponibili ma con grinta, naturalmente per non scoraggiare i maschi, forti e decisi, virili e onnipotenti, sicuri e determinati! Sic


Quanta strada da fare ancora care RAGAZZE GIOVANI E MENO


 GIOVANI, RUGOSE E LISCE; MAGRE E CICCIOTTELLE, 

BELLE E SCIALBE, FORTI E DEBOLI, forza e coraggio, passo 
dopo passo il mondo si tingerà di rosa con le sfumature dell’arcobaleno

AVANTI TUTTA, VENTO IN POPPA ( qualcuno potrebbe insinuare subito in poppe) non fateci caso...

"non ragioniam di lor ma guarda e passa"

giovedì 23 giugno 2016

Equo e solidale? Si grazie!

Quando i docenti sono illuminati ed illuminanti, quando i ragazzi sono speciali le occasioni non mancano per mostrare le competenze acquisite ed il valore che sottendono 

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I ragazzi della classe 3C
del liceo scientifico
indirizzo scienze applicate
VI ASPETTANO
al negozio del commercio
Equo e Solidale
LA ESCALERA
di Borgo San Lorenzo
dal 4 giugno
    al 2 settembre
2016



ORARIO  DEL  NEGOZIO
Martedì 9,30/13,00 - 16,30/20,00
Mercoledì 9,30/13,00 – CHIUSO
Giovedì 9,30/13,00 - 16,30/20,00
Venerdì 9,30/13,00 - 16,30/20,00
Sabato 9,30/13,00 - 16,30/20,00
Domenica e Lunedì  -  CHIUSO


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Il commercio equo
e solidale è uno strumento semplice ed efficace alla portata di tutti.
Una possibilità che ci viene data per diventare cittadini attivi e consapevoli, capaci di contribuire allo sviluppo di un'economia di mercato alternativa, socialmente e ambientalmente sostenibile.

LA ESCALERA
Bottega del mondo
Corso Matteotti 62 Borgo San Lorenzo (FI)
Nella Bottega potrai trovare tanti prodotti alimentari e d’artigianato del commercio equo e solidale provenienti da tutto il mondo. Abbiamo anche un progetto di importazione diretta dal Burkina Faso (ColorAfrica) di stoffe, borse, tovaglie, astucci e grembiuli da stoffe tradizionali fatte a mano da una cooperativa di donne.

Ti offriamo confezioni regalo, bomboniere, cesti personalizzati e ricette internazionali per cucinare con i nostri prodotti. Nella Bottega puoi trovare libri sui temi equi e solidali, oggetti artigianali dal tutto il mondo, alimenti particolari (come la quinoa o il tè bianco), detersivi ecologici sfusi e prodotti bio e naturali per la cura del corpo.

Grazie per diffondere, visitare il negozio e salutare i ragazzi in gamba che credono sia importante voltare pagina per dare con il loro impegno  concreta visibilità  al VALORE etico della sostenibilità

lunedì 13 giugno 2016

A due passi, un paradiso

Hai poco tempo, non ami vacanze lontane ed esotiche, apprezzi il bello e l'equilibrio di ciò che ti circonda, sei un'appassionata camminatrice o un esaltato fotografo? A due passi, in un'oretta e mezzo da Firenze puoi raggiungere un ambiente incontaminato, patrimonio dellUnesco dal 2014,

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Una strada frutto di lavoro sapiente
la Val d' Orcia, uno spettacolo di linee e colori, un acquarello naturale che sfida con una grafica precisa e dettagliata, con scorci mozzafiato le linee azzurre del cielo. La sorprendente bellezza dei luoghi frutto di naturale e antica fatica e di equilibri sottili appare in una magia luminosa e fragile, forte e delicata, di una bellezza assoluta, in un equilibrio d'incanto che pensi possa evaporare nella distrazione di un attimo, ma non è così. Infatti la fitta rete di  curvilinee ragnatele tessute dall'uomo sembra inesauribile invitando il visitatore a non cedere né ad accontentarsi, ad inerpicarsi curiosamente tra polvere, scoppi rubini di Sulla, esultanti dorate Ginestre e casolari regolarmente puntinati di cipressi.
La valle è una meravigliosa scoperta, una terra di rara bellezza e di suggestivo equilibrio in cui storia, natura e tradizioni si fondono nelle nicchie soavi dei borghi e dei castelli, delle numerose abbazie sparse su dolci colline, immersi in una unicità surreale, in un'alternanza di campi coltivati, vigneti e uliveti secolari sporcati da pennellate di rossi ed azzurri, gialli e bianchi assoluti.
La prepotente rocca di Ghino a Radicofani, dominando imponente il territorio ti promette faticosi scalini  permettendo una volta giunti in vetta una vista a 360 gradi, il borgo di Contignano ti riserva tra i vasi rossi dei gerani 4 robbiane di egregia fattura. Che dire del contagioso borgo di Monticchiello in cui tra luglio ed agosto il teatro assorbe le stoiche energie degli abitanti e della intensità di San Quirico con l'intreccio colorato  di strade dentro le mura che sinuosamente conducono alla splendida e maestosa cattedrale e lo stupore che sorprende fino al reticolato del giardino delle rose nel bellissimo spazio degli Horti leonini.
Se nella nostra mente pensiamo ad una immagine di chiesetta sperduta e sospesa non possiamo che incontrare la cappella della Madonna a Vitaleta, un quadretto suggestivo che riassume intensamente il concetto di equilibro.
Ogni angolo racchiude colori da celebrare, ogni celebrazione non soddisfa il desiderio di narrare.
Vedere per Credere
Soggiornare inoltre a Chianciano per tuffarsi in questo splendore e lanciare uno sguardo dall'alto nell'armonia del piccolo mondo antico, ma anche per godere degli impianti termali moderni rilassanti e rigeneranti come il percorso delle intriganti Terme Sensoriali.
Un consiglio? Provare per credere l'ospitalità della famiglia Gambacurta all'hotel Miralaghi, personale attento e gentilissimo, semplicemente squisiti i proprietari, la signora Giulia accogliente e sorridente in ogni momento della giornata, una gigantesca ortensia azzurra vi sorprende festosa nella veranda  che si apre su un ambiente familiare di raffinata eleganza, una cucina attenta e curatissima con leccornie a volontà per i più golosi.
Mare di Grano il film che stanno girando nella Valle ospiti  dell'hotel, un piccolo capolavoro senza dubbio, che ci auguriamo di poter gustare al più presto!
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una chicca che lascia con il fiato sospeso


LsSS

mercoledì 8 giugno 2016

Toponomastica al femminile?

 Dove andare ? La strada si trova!


Anche i nomi delle nostre strade e delle nostre piazze contribuiscono a creare la cultura di un popolo definendone le figure storiche degne di  ricordo e memorabilità.  
 Se tali figure illustri sono quasi sempre maschili, quali sono le conseguenze nella percezione delle persone e soprattutto dei giovani? Stereotipi di genere da abbattere per una visione più ampia di chi ha contribuito a scrivere in ogni modo la nostra storia.

La parità passa anche attraverso le strade/gli spazi intitolati alle donne

Nella società odierna appare sempre più  importante coltivare e tradurre in buone pratiche oltremodo significative la memoria del femminile per costruire nuove concrete identità di cittadinanza di genere. Infatti la parità anche nella toponomastica dovrebbe essere un aspetto ordinario mentre  non è così, troppe Donne che hanno fatto Grandi Cose per questo Paese sono diventate totalmente Invisibili , nelle nostre città non ne vediamo traccia, il mondo che ci rimandano vie e piazze è maschile, fatta eccezione di qualche rara santa qua e là.
 prima o poi...
  I risultati infatti sono disarmanti: a Roma su 14270 strade 336 sono dedicate a donne, il 2,3%.
 A Napoli 1165 strade sono dedicate a uomini, mentre  sono 55 invece strade, piazze e altro intitolati alle donne. Anche a Perugia sono 580 le strade dedicate a uomini contro le  31 dedicate alle donne
L’elenco potrebbe  tristemente continuare. A Trieste su 1475 strade, quelle intitolate alle donne sono 4, a Bari le strade intitolate a uomini sono 873 e alle donne 57, sante comprese,  a Cagliari su 1598 strade e piazze, 755 sono intitolate a uomini e 59 alle donne. A Sassari su 300 strade le donne ne hanno meritate 2. A Torino su 1241 strade 27 sono per le donne
Un fenomeno quindi trasversale: le cifre sono più o meno le stesse ovunque: al massimo si passa dal nulla al 5-6 in casi esemplari l’8%
A Firenze su 2284 strade e piazze 72 sono intestate alle donne.
A Borgo San Lorenzo su 239 strade/vie/piazze 104 sono intitolate a uomini, 2 intitolate a donne: Via Madonna dei 3 fiumi e Via Maria Dianora Buini (?)  le altre in genere a città, aspetti geografici o vittorie militari.

Nel 2012 nasceva su Facebook, su iniziativa di Maria Pia Ercolini, un gruppo dal titolo 'Toponomastica femminile', con l'idea di impostare ricerche, pubblicare dati e fare pressioni su ogni singolo territorio affinché strade, piazze, giardini e luoghi urbani in senso lato, siano dedicati alle donne per compensare l'evidente sessismo che caratterizza l'attuale toponomastica. Si è passati subito ad un censimento accurato e minuzioso di tutti i comuni d’Italia e di alcune realtà d’oltralpe, a cui si sono presto accompagnate tante iniziative come la campagna per la memoria femminile denominata “8 marzo 3 donne 3 strade”, con l’invito ai sindaci di intitolare tre strade ad altrettante donne, una di rilevanza locale, una di rilevanza nazionale, una straniera, “per restituire l’unione fra le tre anime del Paese”; i progetti “Largo alle Costituenti” e “Partigiane in città” che hanno riportato alla luce illuminanti biografie di donne coraggiose e tenaci. La recente scomparsa di autorevoli personaggi, veri fiori all’occhiello della cultura, della scienza e della politica italiana, non poteva lasciarci indifferenti. Sono così partite le campagne: “Una strada per Miriam”, “La lunga strada di Rita”, “Una Margherita sulle nostre strade” e “Una scena per Franca”, mentre numerose e varie continuavano ad essere le nuove adesioni al gruppo a dimostrazione di un interesse crescente sostenuto e registrato anche da stampa, radio e televisione, nazionali ed internazionali ed il I Convegno nazionale con le premiazioni il 16 aprile 2016 a Roma con il volume che ne raccoglie gli atti, Sulle vie della parità, sono stati il frutto delle attività, alle quali sono seguite tante iniziative anche locali. Si va così componendo una vasta e ricca galleria di esempi femminili di grandissimo spessore quasi del tutto invisibili nel nostro territorio, modelli imprescindibili per le nuove generazioni, coinvolte in prima persona attraverso i tanti progetti didattici promossi e coordinati dal gruppo.

In media il divario tra il numero delle vie e delle piazze dedicate agli uomini e quelle dedicate alle donne si aggira intorno nei casi migliori all’8%. Questo vuol dire che ogni 100 intitolazioni maschili se ne sono 8 femminili. L’asimmetria della celebrazione e della memoria è evidente.
 Per quanto riguarda le scuole il discorso andrebbe separato. Non è, infatti, l’amministrazione pubblica a scegliere i nomi degli istituti scolastici ma il collegio dei docenti. Anche in questo caso i nomi prevalentemente usati sono quelli degli uomini, nonostante il corpo docente sia in larga parte femminile. La risposta al problema è che la memoria maschile sembra avere un peso specifico maggiore, attribuiamo a quanto fatto dagli uomini nella storia, nella cultura, nel mondo scientifico un riconoscimento maggiore. I nomi che i/le docenti scelgono per il luogo del loro lavoro, della formazione e della crescita di migliaia e migliaia di studenti sono ancora prevalentemente orientati alla celebrazione della memoria maschile ( libri di testo/guerre).
 Un divario incolmabile dal Risorgimento alla seconda guerra mondiale- Dopo le battaglie risorgimentali si scelse di radicare gli ideali della nuova Italia unita attraverso numerosissime intitolazioni che esaltassero i protagonisti, uomini, di quelle vicende.
 dopo la seconda guerra mondiale sulle strade e sulle piazze nazionali sono state apposte targhe dedicate a coloro che avevano combattuto il regime e che avevano fondato la Repubblica.
 In entrambi i casi la storia appare scritta tenendo conto prevalentemente di un solo genere, quello maschile e  ciò che ne deriva è un immaginario collettivo di figure illustri esclusivamente maschili che impedisce l’emergere della rilevanza di donne famose e dell’importanza del ruolo femminile nei vari campi.
L’odonomastica cittadina non è neutra, anzi appare fortemente caratterizzata da sessismo. Riflette le scelte politiche e culturali, passate ma ancora presenti e persistenti.
Da sempre ai margini, se non del tutto escluse dalla storia, dal potere, dalla cultura, dalla scienza, dall’economia, le donne sono state allontanate anche dagli spazi della città, dai momenti della commemorazione e del ricordo.
Urge una svolta, oggi momento in cui molte donne occupano posizioni di prestigio, dopo un Presidente di colore alla Casa Bianca sembrerebbe arrivato anche il turno di una donna.





il logo di toponomastica femminile