giovedì 30 luglio 2015

30 luglio, una bella serata estiva all'insegna dell'amicizia


Mitica amicizia in una serata da sogno
Tra caldo e  stelle la luna incantevole di ieri sera ci ha regalato uno spettacolo nello spettacolo, tra i riflettori e le luci era visibile e magica, ma la scena era rubata da altro, finalmente un'iniziativa culturale piacevole e divertente

Tempo di vacanze e di svago per molti anche se non per tutti, mari e monti, colline e lago, riflessione e bagno di folla, si sa i gusti sono diversi e l'estate risponde ritmicamente ogni anno con offerte accattivanti, ma la città offre sempre tante opportunità e ottimo coinvolgimento e Firenze con le sue bellezze e le sue contraddizioni non è da meno di altre città d'arte e turismo sfrenato.
30 luglio, appunto, luna lucente, quasi al completo nella sua accattivante rotondità madreperlacea, una serata mitica con la superba proiezione di un film cult, "Amici miei" di Mario Monicelli, un omaggio al grande regista, al suo genio creativo  e allo spirito scanzonato di questa bella città.
40 anni senza dimostrarli, il film uscì infatti il 10 agosto del 1975, la storia di 4 amici, spesso 5 senza regole, con una voglia matta di stupirsi con arguzia spesso sadica, un'intesa perfetta per memorabili "birbonate" o improbabili zingarate all'insegna della più limpida libertà, della lieve malinconia dei tempi passati e dell'estrosa creatività narrativa
Un film che è stato definito un autentico Capolavoro, che ormai è entrato dalla porta principale nella storia della cinematografia internazionale


Un'amicizia sopra le righe
La scena imperdibile e suggestiva, la proiezione sulla superba facciata di Santo Spirito con una vera folla osannante e rispettosa che ha tributato infiniti applausi entusiasti a  questo film tanto scanzonato da essere diventato mitico.

Bella serata, un'occasione per brindare alla risata intelligente e ai "grandi" del cinema, puro divertimento galleggiante nella bellezza, 2 valori che raramente si incontrano.
Affogato nel  brindisi del mio bicchiere un sospirato lieve e liberatorio sorriso
Grazie!

domenica 5 luglio 2015

I Saharawi in tendopoli non in campeggio

I Saharawi
Vivere in tende da 40 anni, una vera RESISTENZA pacifica




Nel deserto del Sahara occidentale vive un popolo che, pur essendo da secoli una Nazione, non ha la sua terra ed è costretto quindi a vivere in esilio.  I Saharawi, un  popolo  di circa 160000 persone che resistono  nelle tendopoli all'estremo sud del deserto algerino ed in parte nel suo antico territorio oggi "occupato" dal Marocco
La sua terra è l'ex Sahara occidentale spagnolo, 280.000 km quadrati, 1200 km di costa che si stende sull'Atlantico, e confina con Marocco, Algeria, Mauritania.
 Fin dal 1975, quando la Spagna ha abbandonato l'ex Colonia ed il Marocco ne ha invaso il territorio, contrastato dalla resistenza armata del Fronte Polisario, l'organizzazione politica e militare dei Saharawi, una parte di questo popolo, per sfuggire al genocidio, si è rifugiata nel deserto algerino (Hammada di Tindouf) e ha dato vita alla straordinaria epopea delle tendopoli dell'esilio.
Il popolo Saharawi discende dall'incontro e dalla fusione, di gruppi nomadi berberi con genti arabo-yemenite spostatesi in Nord Africa intorno al XIII secolo.
Questo popolo sfiora il milione di persone (circa 500.000 vivono nel territorio "occupato" dal Marocco, altri 200.000 sono sparsi tra Mauritania, Spagna e altri paesi, ed infine 160.000 abitano le tendopoli dell'esilio.
La lingua parlata è l'hassanya, un dialetto arabo. La religione è islamico-sunnita, con una concezione aperta, priva di fanatismi e intolleranze.
 Nella loro durissima lotta contro gli invasori, guidata dal Fronte Polisario, i Saharawi, leggendari guerrieri del deserto, hanno sempre rifiutato la scelta del terrorismo combattendo per difendersi a viso aperto sulla loro terra, mostrando altissima moralità e coscienza civile.
Nel 1976 viene proclamata in esilio la RASD (Repubblica Araba Saharawi Democratica). Sarà riconosciuta da 74 Paesi. Nel 1982 la RASD viene ammessa come 51 Stato nell'OUA Organizzazione per l'Unità Africana di cui non fa parte il Marocco).
In Toscana molti Comuni ospitano in estate bambini rifugiati saharawi con patti di amicizia.
Tra questi Dicomano che ha presentato ieri sera alla festa PD di Borgo il percorso  dell'accoglienza insieme a 10 bambini saharawi, piccoli e ridenti di  6,7 anni


Diffondiamo questa pratica per chiedere all’Europa interventi immediati su una situazione incancrenita da 40 anni che potrebbe evolversi in positivo o avere sviluppi fortemente negativi 


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