mercoledì 29 dicembre 2021

Tristemente isolati

 


Un positivo tira l'altro, e due nella stessa abitazione potrebbero dover separarsi, isolamenti e quarantene rischiano di ossessionare noi poveri mortali e bloccare il paese.

Tamponi cercasi disperatamente per stare più tranquilli, per recarsi ad un incontro mentre

l'ansia sale, l'incertezza attanaglia, l'angoscia si impadronisce delle Festività.

Avanti tutta ma come?  Vedere nel volto altrui un nemico potenzia la diffidenza.

Suonare il campanello di conoscenti per un saluto  crea disagio e panico,  mentre il terrore corre sul filo 

si rallentano i rapporti e si affievoliscono i battiti del nostro cuore...

Quanto ancora durerà non ci è dato sapere ma ormai conosciamo bene l'ansia di uno starnuto e il brivido sordido di un raffreddore, la flessibilità delle indicazioni, uno due tre vaccini di speranza, l'immunità di gregge  raggiunta ma inutile,  avanti tutta tra letto e PC. poltrona e TV.


 Margherita Guidacci

Tra risa, grida e coppe di spumante
L’anno nuovo ha schiacciato
L’antico. Sparsi restano
Lungo le strade i cocci della festa.
E l’ombra è scesa d’un altro grado sul tuo quadrante.

Nacque a Firenze il 25 apr. 1921 da Antonio, avvocato, e da Leonella Cartacci. Figlia unica, trascorse un'infanzia e un'adolescenza solitarie, a contatto con un mondo di adulti e di anziani senza stabilire relazioni amichevoli con i coetanei, dedicandosi soprattutto allo studio e alla lettura. Erano per lei occasione di distrazione i soggiorni estivi a Scarperia, paese d'origine dei genitori, dove maturò quel rapporto con la natura che sarebbe diventato motivo ricorrente nella sua poesia. A Firenze frequentò la scuola, nel 1939 si iscrisse alla facoltà di lettere e scoprì la letteratura contemporanea attraverso l'insegnamento di G. De Robertis, con il quale si laureò, nel 1943, discutendo una tesi sulla poesia di Ungaretti, ritenuta audace e ottenuta dopo molte insistenze.  

Invito tutte/i a cercare nelle sue numerose raccolte i testi di una poesia del novecento genuina e intrisa di solitudine, frutto di introspezione e visione di sacra religiosità della Natura. ...

Il tuo ricordo, sul fondo

della mia solitudine,
ne rivela l’ampiezza
e tuttavia la limita.

Così un canto d’uccello
addolcisce l’immensità del cielo
e una singola vela
rende umano il mare.


Morì a Roma  il 19 giugno del 1992


domenica 12 dicembre 2021

Il dono più bello

 


Un dono

Il dono

Qual è il dono più bello?  Risposta difficile che sottende tanta facile retorica.

Avere certezze non è mai facile, in tempo di doni troppe volte superflui ancora più difficile.

Vorrei regalare amicizia dai tanti colori, calore che rinvigorisca, preziose strette di mano, sorrisi sinceri, abbracci sentiti e l'allegria che mi manca.

Vorrei donare la libertà, l'ascolto silente, la privazione della sofferenza e tanto altro ancora.

Guardo dai vetri appannati e fuori c'è il sole

Ecco un gran dono per tutti   

mercoledì 8 dicembre 2021

Vie di fuga

 



Quando il vuoto ti riempie l'anima non disperare, le nonne dicevano saggiamente "non c'è mai fine al peggio" proprio così, l'ottimismo del momento deve sempre prevalere per una sensata sopravvivenza.

Pensandoci senza sforzo alcuno vedo galleggiare nitidamente tre vie di fuga: 

apprezzare il Bello 

fare del Bene

addolcire il palato

Se ci guardiamo intorno certamente riusciamo a cogliere un dettaglio che desti la nostra curiosità ed ammirazione, grande o piccolo, non importa. Di scarso valore o di grande pregio assaporiamolo per allargare gli orizzonti e godere della bellezza di cui ogni cosa si ammanta, da una foglia che cade accartocciata ad una pigna arrossata dai semi come quella della magnolia, una luminaria accurata o un angolo buio da riscoprire della città.

Circondati da tante persone sconosciute, assillati da chi chiede per necessità e da bisogni indotti non realistici proviamo a guardare con occhi sinceri ed a distinguere nel vuoto o pieno di una demagogica democrazia chi possiamo con poco sforzo sostenere. Un caffè sospeso, una spesa solidale, scatole dono da confezionare e porgere alle tante Associazioni che promuovono solidarietà, ma anche un gesto, un sorriso, una sopresa che coinvolga chi ti sembra affranto o bisognoso. chi ti passa vicino senza essere visto. Il 10 dicembre è la Giornata dei Diritti Umani di tutti e per tutti. Nessuno escluso (su carta). Conoscerli. Rispettarli. Difenderli e metterli al centro delle nostre azioni è quanto mai urgente.

Sentirsi più buoni sostiene sempre.

I golosi, colpevoli di troppo amore per il cibo sono puniti da Dante. nella VI Cornice del Purgatorio, sono tormentati da fame e sete. Sappiamo però che la compensazione troppe volte è necessaria e un biscotto, un dolcino, un pezzetto di cioccolata per un breve attimo fuggente possono illuminare un istante e far sfiorare l'ambita felicità.

provare per credere...

tante altre le uscite di emergenza, si accettano suggerimenti


mercoledì 1 dicembre 2021

Domani è un altro giorno

 

... e piove


 Sentirsi chiusi in una scatola di vetro di apparente protezione mentre il mondo gira

Domani è un altro giorno

Oggi come ieri

niente da dire

niente da fare

pensieri in libertà

privi di  parole 

nulla da aggiungere

grigio il cielo, nuvole sparse piovigginose offuscano le luci di festività imminenti.

Rintanata ascolto il silenzio 

non sempre comunica coraggio

vigliaccamente nascondo le immagini 

che rimbalzano non gradite.

Domani è un altro giorno

Si vedrà

Domani è un altro giorno - Ornella Vanoni

È uno di quei giorni che
Ti prende la malinconia
Che fino a sera non ti lascia più
La mia fede è troppo scossa ormai
Ma prego e penso fra di me
Proviamo anche con dio, non si sa mai

E non c'è niente di più triste
In giornate come queste
Che ricordare la felicità
Sapendo già che è inutile
Ripetere "chissà?
Domani è un altro giorno, si vedrà"

È uno di quei giorni in cui
Rivedo tutta la mia vita
Bilancio che non ho quadrato mai
Posso dire d'ogni cosa
Che ho fatto a modo mio
Ma con che risultati non saprei

E non mi son servite a niente
Esperienze e delusioni
E se ho promesso, non lo faccio più
Ho sempre detto in ultimo
Ho perso ancora ma
Domani è un altro giorno, si vedrà

È uno di quei giorni che
Tu non hai conosciuto mai
Beato te, si beato te
Io di tutta un'esistenza
Spesa a dare, dare, dare
Non ho salvato niente, neanche te

Ma nonostante tutto
Io non rinuncio a credere
Che tu potresti ritornare qui
E come tanto tempo fa
Ripeto "chi lo sa?
Domani è un altro giorno, si vedrà"

E oggi non m'importa
Della stagione morta
Per cui rimpianti adesso non ho più
E come tanto tempo fa
Ripeto "chi lo sa?
Domani è un altro giorno, si vedrà"



sabato 27 novembre 2021

Come Susanna

 


Un quadro di forte attualità negli intenti, nudità CARPITE PER SUBDOLI RICATTI, oggi i mezzi utilizzati a questo scopo sono diversi ma il fine purtroppo molto simile.

Il quadro  attribuito ad "Artemisia Gentileschi " pare dipinto  nel 1610, quando la pittrice aveva 17 anni. Sono stati attribuiti ad Artemisia Gentileschi altri due dipinti che rappresentano lo stesso episodio tratto dalla Bibbia.

Chi era Susanna?.

L’ episodio è tratto dall’Antico Testamento, narrato nel libro di Daniele, molto rappresentato nei secoli scorsi.

Una giovane Donna, pudica e casta, Susanna appunto, viene sorpresa al bagno da due vecchi che frequentavano la casa del marito. Da qui parte il ricatto sessuale che consisteva o nel soddisfare le loro voglie o nel divulgare falsità intorno ad un ipotetico amante. Daniele smaschererà poi i due vecchi malvagi.

Oltre agli intenti moraleggianti il dipinto sembra un utile pretesto atto a  soddisfare la  richieste  di committenti che bramano nudi femminili per compiacersene.

 Il dipinto campeggia nella locandina  della mostra collettiva ospitata alla Casa Di Giotto, Vespignano, Vicchio  dal 25 novembre all’8 dicembre dal titolo La Femminilità nell’Arte

L’obiettivo della mostra, inaugurata il 25 novembre è dar voce, tramite la personale interpretazione artistica, a coloro che la voce non possono più usarla. Domenica 28 sarà dedicata ad una Estemporanea utilizzando solo il colore rosso e le sue sfumature come simbolo della giornata contro la violenza sulle donne.

Serve un cambio di passo

L’associazione Artemisia sarà ospite della iniziativa con interventi, fiori e materiali divulgativi e nel libretto che sarà donato agli artisti con questa comunicazione:

Artemisia è un Centro Antiviolenza  fiorentino che offre assistenza gratuita a Donne, Bambine e bambini vittime di violenza.

La Pittura è vita, gioia, speranza e libertà.

”non permettere che la violenza cambi la tua vita.”

Grazie di averci dato l’opportunità di veicolare questo messaggio.

Le sfumature colorano i nostri giorni come questa

stimolante iniziativa dimostra, noi tutte speriamo

che i colori possano aiutarci a cercare orizzonti di libertà dalla violenza di genere

 Luogo incantevole, mostra da vedere


"Susanna e i due Vecchioni" Daniele XIII, versi 1-64 

«Abitava in Babilonia un uomo chiamato Ioakìm, il quale aveva sposato

una donna chiamata Susanna, figlia di Chelkìa, di rara bellezza e timorata di Dio. I suoi genitori, che erano giusti, avevano educato la figlia secondo la legge di Mosè. Ioakìm era molto ricco e possedeva un giardino vicino a casa ed essendo stimato più di ogni altro i Giudei andavano da lui.

In quell’anno erano stati eletti giudici del popolo due anziani: erano di quelli di cui il Signore ha detto: “L’iniquità è uscita da Babilonia per opera di anziani e di giudici, che solo in apparenza sono guide del popolo”.

Questi frequentavano la casa di Ioakìm e tutti quelli che avevano qualche lite da risolvere si recavano da loro.

Quando il popolo, verso il mezzogiorno, se ne andava, Susanna era solita recarsi a passeggiare nel giardino del marito.

I due anziani che ogni giorno la vedevano andare a passeggiare, furono presi da un’ardente passione per lei: persero il lume della ragione, distolsero gli occhi per non vedere il Cielo e non ricordare i giusti giudizi.

Eran colpiti tutt’e due dalla passione per lei, ma l’uno nascondeva all’altro la sua pena, perché si vergognavano di rivelare la brama che avevano di unirsi a lei. Ogni giorno con maggior desiderio cercavano di vederla. Un giorno uno disse all’altro:

“Andiamo pure a casa: è l’ora di desinare” e usciti se ne andarono. Ma ritornati indietro, si ritrovarono di nuovo insieme e, domandandosi a vicenda il motivo, confessarono la propria passione. Allora studiarono il momento opportuno di poterla sorprendere sola.

Mentre aspettavano l’occasione favorevole, Susanna entrò, come al solito, con due sole ancelle, nel giardino per fare il bagno, poiché faceva caldo.

Non c’era nessun altro al di fuori dei due anziani nascosti a spiarla.

Susanna disse alle ancelle: “Portatemi l’unguento e i profumi, poi chiudete la porta, perché voglio fare il bagno”.

Esse fecero come aveva ordinato: chiusero le porte del giardino ed entrarono in casa dalla porta laterale per portare ciò che Susanna chiedeva, senza accorgersi degli anziani poiché si erano nascosti.

Appena partite le ancelle, i due anziani uscirono dal nascondiglio, corsero da lei e le dissero: “Ecco, le porte del giardino sono chiuse, nessuno ci vede e noi bruciamo di passione per te; acconsenti e datti a noi. In caso contrario ti accuseremo; diremo che un giovane era con te e perciò hai fatto uscire le ancelle”.

Susanna, piangendo, esclamò: “Sono alle strette da ogni parte. Se cedo, è la morte per me; se rifiuto, non potrò scampare dalle vostre mani. Meglio però per me cadere innocente nelle vostre mani che peccare davanti al Signore!”.

Susanna gridò a gran voce. Anche i due anziani gridarono contro di lei e uno di loro corse alle porte del giardino e le aprì.

I servi di casa, all’udire tale rumore in giardino, si precipitarono dalla porta laterale per vedere che cosa stava accadendo.

Quando gli anziani ebbero fatto il loro racconto, i servi si sentirono molto confusi, perché mai era stata detta una simile cosa di Susanna. Il giorno dopo, tutto il popolo si adunò nella casa di Ioakìm, suo marito e andarono là anche i due anziani pieni di perverse intenzioni per condannare a morte Susanna.

Rivolti al popolo dissero: “Si faccia venire Susanna figlia di Chelkìa, moglie di Ioakìm”.

Mandarono a chiamarla ed essa venne con i genitori, i figli e tutti i suoi parenti.

Susanna era assai delicata d’aspetto e molto bella di forme; aveva il velo e quei perversi ordinarono che le fosse tolto per godere almeno così della sua bellezza. Tutti i suoi familiari e amici piangevano. I due anziani si alzarono in mezzo al popolo e posero le mani sulla sua testa. Essa piangendo alzò gli occhi al cielo, con il cuore pieno di fiducia nel Signore.

Gli anziani dissero: “Mentre noi stavamo passeggiando soli nel giardino, è venuta con due ancelle, ha chiuse le porte del giardino e poi ha licenziato le ancelle. Quindi è entrato da lei un giovane che era nascosto, e si è unito a lei. Noi che eravamo in un angolo del giardino, vedendo una tale nefandezza, ci siamo precipitati su di loro e li abbiamo sorpresi insieme. Non abbiamo potuto prendere il giovane perché, più forte di noi, ha aperto la porta ed è fuggito. Abbiamo preso lei e le abbiamo domandato chi era quel giovane, ma lei non ce l’ha voluto dire. Di questo noi siamo testimoni”.

La moltitudine prestò loro fede poiché erano anziani e giudici del popolo e la condannò a morte.

Allora Susanna ad alta voce esclamò: “Dio eterno, che conosci i segreti, che conosci le cose prima che accadano, tu lo sai che hanno deposto il falso contro di me! Io muoio innocente di quanto essi iniquamente hanno tramato contro di me”.

E il Signore ascoltò la sua voce.
Mentre Susanna era condotta a morte, il Signore suscitò il santo spirito di un giovanetto, chiamato Daniele, il quale si mise a gridare: “Io sono innocente del sangue di lei!”.

Tutti si voltarono verso di lui dicendo: “Che vuoi dire con le tue parole?”.

Allora Daniele, stando in mezzo a loro, disse: “Siete così stolti, Israeliti? Avete condannato a morte una figlia d’Israele senza indagare la verità! Tornate al tribunale, perché costoro hanno deposto il falso contro di lei”. 

Il popolo tornò subito indietro e gli anziani dissero a Daniele: “Vieni, siedi in mezzo a noi e facci da maestro, poiché Dio ti ha dato il dono dell’anzianità”.

Daniele esclamò: “Separateli bene l’uno dall’altro e io li giudicherò”.

Separati che furono, Daniele disse al primo: “O invecchiato nel male! Ecco, i tuoi peccati commessi in passato vengono alla luce, quando davi sentenze ingiuste opprimendo gli innocenti e assolvendo i malvagi, mentre il Signore ha detto: Non ucciderai il giusto e l’innocente. Ora dunque, se tu hai visto costei, dì: sotto quale albero tu li hai visti stare insieme?”.

Rispose: “Sotto un lentisco”.

Disse Daniele: “In verità, la tua menzogna ricadrà sulla tua testa. già l’angelo di Dio ha ricevuto da Dio la sentenza e ti spaccherà in due”.

Allontanato questo, fece venire l’altro e gli disse: “Razza di Cànaan e non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il cuore! Così facevate con le donne d’Israele ed esse per paura si univano a voi. Ma una figlia di Giuda non ha potuto sopportare la vostra iniquità. Dimmi dunque, sotto quale albero li hai trovati insieme?”.

Rispose: “Sotto un leccio”.

Disse Daniele: “In verità anche la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Ecco l’angelo di Dio ti aspetta con la spada in mano per spaccarti in due e così farti morire”.

Allora tutta l’assemblea diede in grida di gioia e benedisse Dio che salva coloro che sperano in lui. Poi insorgendo contro i due anziani, ai quali Daniele aveva fatto confessare con la loro bocca di aver deposto il falso, fece loro subire la medesima pena alla quale volevano assoggettare il prossimo e applicando la legge di Mosè li fece morire.

In quel giorno fu salvato il sangue innocente. Chelkìa e sua moglie resero grazie a Dio per la figlia Susanna insieme con il marito Ioakìm e tutti i suoi parenti, per non aver trovato in lei nulla di men che onesto. Da quel giorno in poi Daniele divenne grande di fronte al popolo».




giovedì 25 novembre 2021

Stereotipi

 

Come eri vestita

Te le sei cercata

Si vede che ci sta

Non aspetta altro

Se provochi io rispondo

Stereotipi sessisti che resistono e si tramandano in una cultura maschilista che non demorde.

Occorre lavorare con i bambini e le bambine, con i ragazzi e le ragazze fin dall’infanzia  nella scuola con interventi costanti di persone preparate al fine di evidenziare ed abbattiere  stereotipi troppo diffusi  nel linguaggio comune e nei libri di testo. 

Serve una  costante Educazione al Rispetto e alla Affettività oltre alle tante iniziative per sensibilizzare, informare e contrastare la violenza di genere.




Oggi  25 novembre 2021
, alle ore 18.00, la Biblioteca delle Oblate di Firenze (via dell'Oriuolo, 24) ospita l'inaugurazione della mostra intitolata "Come eri vestita?", promossa nell'ambito del Festival dei Diritti e legata alla campagna di Amnesty international “#IoLoChiedo: il sesso senza consenso è stupro”.

L'iniziativa, in programma fino al 20 dicembre 2021, propone le storie di abusi con accanto agli abiti in esposizione che intendono rappresentare, in maniera fedele, l’abbigliamento che la vittima indossava al momento della violenza subìta. L’idea alla base del lavoro è quella di sensibilizzare il pubblico sul tema della violenza sulle donne e smantellare il pregiudizio che la vittima avrebbe potuto evitare lo stupro se solo avesse indossato abiti meno provocanti. Tutto nasce dall’iniziativa "#IoLoChiedo", un percorso strutturato con alcuni, selezionati, Istituti scolastici di tutto il territorio nazionale, per sensibilizzare le ragazze e i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado sul principio del consenso consapevole nei rapporti sessuali, combattere la cultura della violenza e gli stereotipi legati alla violenza e alle differenze di genere e riportare l’attenzione sul tema del rispetto nelle relazioni interpersonali.




sabato 20 novembre 2021

NOVEMBRE

 



Giovanni Pascoli, dalla raccolta Myricae, Novembre

 Pubblicata nel 1891, con il titolo San Martino traendo spunto dalla lirica Carducciana.

Sole e luce illudono senza trovare riscontro in altri aspetti più funerei ed accorati.

Novembre è così, si alternano bellissime giornate a bombe di pioggia e grigi invernali, è il mese dei morti e nel tempo d’oggi della ricorrenza del 25 che vorremmo non esistesse. Un mese di transizione, un mese di ricordi e rammarico; poi le luci del Natale imminente, commercializzato già da ottobre, spengono le scintille delle coscienze per attivare quelle del teatrino.

Il rosso da ricordo di violenza diventa simbolo di nascita e gli addobbi luminosi ci accecano invitandoci ad uno spreco senza uguali.


  Gemmea l’aria, il sole così chiaro

che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,

e del prunalbo l’odorino amaro
senti nel cuore

Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.

Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano, da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. È l’estate,
fredda, dei morti.

 Dalla gioia alla tristezza il passo è veramente breve, come dalla vita alla morte, dal nido sicuro all’abbandono funereo più totale.

Campi semantici che si alternano e da positivi si fanno sempre più cupi, foschi e drammatici.

La vita è così, un andirivieni di emozioni, alti e bassi che sconquassano il cuore e poi  il buio. 

Gemmea l’aria, il sole  albicocchi in fiore,
l’odorino 
nel cuore

 secco il pruno  stecchite piante
nere trame 
vuoto il cielo,  cavo 
 il terreno.

Silenzio ventate,

 cader 
fredda morti.


coltivate come arbusti o alberi dalla bella fioritura rosa


Myricae, riferimento a Virgilio

Le Tamerici vengono coltivate sulle coste del Mediterraneo perché sopportano venti e acqua salmastra.

Sono diffuse nelle zone di mare, utili per creare siepi frangivento sulle coste e per abbellire viali e giardini.


mercoledì 17 novembre 2021

Si avvicina il 25

molti simboli, poche azioni per un fenomeno ancora oggi dilagante
 


25 novembre Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le  Donne.

Già quel verbo Eliminazione suona sibillino se ancora oggi parliamo, senza riuscire a risolvere, di questioni come matrimoni precoci, mutilazioni genitali, tratta, riduzione in schiavitù, traffico di organi e tante altre questioni spinose e aimè millenarie. 

Affrontare mi sembrebbe più coraggioso perché vorrebbe dire metterci la faccia su più piani. 

Fioriscono le iniziative, talvolta interessanti e originali anche se molte rappresentano siparietti già visti intorno a panchine rosse che ormai si incontrano ovunque e flash mob improbabili con titoli roboanti ma scarsamente significativi.

Mobilitazione nelle piazze, nei Teatri, nei Comuni, alla Camera per aprire dibattiti che si spengono e si affievoliscono in breve tempo. 

Chi subisce, a vario titolo, sa bene cosa sarebbe indispensabile a partire dall'alfabetizzazione per tutte le ragazze per crescere nella consapevolezza dei diritti e nella comprensione di percorsi da intraprendere sempre troppo complessi per molte Donne. 

A partire dalla Applicazione delle leggi vigenti

A partire dalla accellerazione di cause infinite

A partire da attenzioni più accurate dopo segni di violenza  reiterati e segnalazioni conseguenti di medici e pediatri 

A partire da maggiori controlli su misure cautelari spesso non rispettate (le leggi ci sono, vedi Codice rosso)

A partire dal Patteggiamento  che fa decadere le stesse misure cautelari

A partire dalle forme di indennizzo, spesso bizzarre

A partire dai pochi giudici esperti in materia di violenza di genere

A partire da quel terribile " te le sei cercata" che ancora troppo frequentemente riecheggia nelle menti di uomini e donne in divisa o no.

Fiocchetti, Fiori e Scarpe rosse, somboli visibili di lotta e sensibilizzazione su delitti contro l'Umanità che si perpetuano nel silenzio assordante quotidiano.

Fuori l'ipocrisia, combattiamo su più fronti, modifichiamo i linguaggi, ascoltiamo e guardiamo con orecchie ed occhi attenti, sentiamoci attiviste/i nel quotidiano 365 giorni all'anno

domenica 14 novembre 2021

Un libro terapeutico



 L'ultimo libro che ho presentato ieri sera ad Ingorgo Letterario a villa Pecori mi ha letteralmente catturata. Stesura apparentemente semplice ma la strategia dei diversi piani  temporali riesce a costruire una tensione che non abbandona mai il lettore. 

Lucia Renati, La lista delle cose semplici Sperling & Kupfer

Una storia intensa ed intrigante che appassiona da subito coinvolgendo il lettore  in un ritmo di lettura rapida e singolare

 La lista delle dieci più importanti cose  da fare nella vita diventa un filo rosso che conduce la storia ed inquieta,Camilla e Sara sono gemelle e  quel decalogo stilato insieme a 9 anni è un punto di riferimento assillante e vitale.

Arrivare a cento salti, dire la verità, baciare solo per vero amore ...

Un lutto penoso, infatti Sara muore a 11 anni  e la scoperta della modalità del  fatto pagina dopo pagina mantiene alta la tensione, Camilla cresce sola e per i gemelli si sa non è facile. Camilla per anni rinnega se stessa chiudendo in un angolo scuro quel fatto e facendosi mille domande sull’ipocrisia dei grandi. Si difende come può legata al passato e gelata nel presente. Lavora come giornalista in una TV locale sostenuta nella vita da Andrea il fidanzato che con dolcezza la rinfranca nel quotidiano, insieme a Tea, amica d'infanzia e collega un po'  alternativa, e ai suoi genitori, tenuti a distanza Walter e Teresa, afflitti dall’immenso dolore di cui mai parlano.

 Dopo 20 anni da quel giorno maledetto, nella routine della Commemorazione sempre uguale che riporta alla giornata del  dramma, Camilla ritrova quella lista di cose semplici scritta da bambine che diventa la sua piccola Bibbia.

«Perché io sono viva e lei no?» domanda assillante nascosta in ogni riga del  libro  che è ispirato alle vicende autobiografiche dell'autrice

Una storia commovente di  crescita dopo una tragedia che aveva bloccato la vita della protagonista.

Molte le emozioni che incalzano e ti prendono tra l’inquietudine che sospende il lettore costringendolo a volare le pagine in cui l'autrice racconta  della storia di Camilla e Sara, due sorelle gemelle che riflettono un vissuto luttuoso dell’autrice.

-          La storia si svolge nel paese d'origine dell'autrice, Tavullia, Marche, dove si possono vedere con la mente le bimbe spensierate nei loro luoghi del cuore, tempi che immediatamente si alternano creando schizzofrenia distruttiva tra un ieri e l’oggi.

-           La felicità è una scelta non puoi nasconderti per sempre da te stessa le cose che cerchi e non trovi spesso sono in un posto in cui hai già guardato mille volte:devi solo guardare meglio

La storia narrata è coraggiosa, commovente e divertente, percorsa da un'ironia sincera che permette una introspezione continua ma discreta non tramautica.

 IL SUGGERIMENTO IMPLICITO :

Cosa ci rende felici, cosa ci fa star bene, quali sono le piccole cose di cui si pensa di non poter fare a meno per ritenersi fortunati? Tutto questo deve trovare spazio nella nostra vita.

Provare

“Alla fine erano dieci cose, dieci cose essenziali in tutta una vita. Solo dieci.” 

Finché siamo tutti insieme a casa non può succedere niente di brutto...”

  Ipocrisie degli adulti

C'è un tempo per essere bambini e poi c'è un tempo in cui non lo sei più ed in questo chi ti accompagna? Puoi trovarti sola e lancinata da un dolore che rimuovi costantemente ma che condiziona la tua vita

Quando si è chiusi nel proprio dolore è difficile vedere quello degli altri.

 La storia ha inizio una delle tante mattine in cui  Camilla si alza al fianco di Andrea e va a lavorare al giornale, un lavoro molto amato ma…

 Cosa è successo a Sara  quel fatidico giorno?

Perché Camilla non riesce a cambiare la sua vita?

Come la lista delle cose semplici potrà cambiare, finalmente, la sua vita?

“Nonostante siano passati vent’anni, la chiesa è ancora gremita. E’ una cosa che mi stupisce sempre. Sarà che quando muore un bambino la gente si ricorda che esiste il male. E quindi anche il bene. Perciò, ogni tanto, conviene farsi vedere in chiesa, ché non si sa mai. Questa è l’occasione per guardare il dolore da vicino.  E’ la cosa più affascinante: entrare nel dolore degli altri e guardarlo di traverso, come fanno i gatti quando si strusciano contro lo stipite di una porta fino alla fine della coda per poi entrare in un’altra stanza. Una volta lì, però, se ne infischiano di tutto”.

La lista delle cose semplici è il titolo e la lista che Camilla e Sara avevano fatto da bimbe e ritrovarla  ed avere il coraggio di leggerla con l’amica Tea avvia una svolta

Camilla è la protagonista di questa storia e la narratrice.

E’ una donna apparentemente forte ma tanto fragile. Si avvia a compiere trent’anni  ed avviare la svolta determinante che per troppo tempo non è riuscita ad affrontare

E’ solo un pezzo di carta, Camilla, non può ucciderti. Ho paura delle cose minuscole.

 

Le relazioni tra i personaggi i una narrazione introspettiva profonda si disvelano ed ogni aspetto ritrova il suo spazio naturale.

 

Lucia Renati, con il suo romanzo di esordio, confessando il suo dolore ci permette una catarsi, ognuno di Noi si sente pronto a rinascere cercando di risorgere dalle ceneri di qualche evento distruttivo tramite la ricerca della nostra vera identità.

 

Con La lista delle cose semplici si sposa l’idea che le perdite, profondamente dolorose, ci offrono sempre opportunità di crescita.


venerdì 12 novembre 2021

Una supenda apparizione

Una città

Il suo splendore
Il suo declino
Uno spiraglio di ripresa
La Speranza
Tutto questo narrato con un tocco leggero ed armonioso in una lettura che ti prende e ti porta via, ti rapisce in pagine sempre di maggior conforto dove una Sconosciuta si materializza agli occhi, non solo nella mentre, attraverso le descrizioni e le parole dello crittore Fabrizio Guarducci. 
Sarà il suo fascino discreto ma esuberante, la sua eleganza, la sua gigantesca presenza, la sua essenza, la sua attesa a cambire lo spirito degli avventori dello storico Bar e la visione dello stesso proprietario. 
Si aggira un'aria nuova che profuma di Bellezza intorno alla Dama e la speranza pennella nuovamente con sfumature di positivo ottimismo chiunque le si avvicini.

Vale la lettura
Presto sarà presentato a Firenze il film tratto dal libro, sicuramente imperdibile.

Un libercolo indispensabile

 



Franco Ciarleglio, Il nuovissimo Struscio fiorentino, Lorenzo de’ Medici Press

Struscio: sfregamento continuo e frequente con effetto deteriorante …

Sfiorare strusciare, fare lo struscio: passeggiata domenicale in su e giù per le vie centrali

Dopo 20 anni dal suo esordio Franco Ciarleglio ritorna con una edizione imperdibile del suo Lo struscio fiorentino, un caso editoriale per le  riedizioni e le vendite.

Tanti testi scritti successivamente all’esordio volti a rispondere a curiosità ed a far scoprire angoli preziosi sotto angolature insolite di Firenze o altre città, dove il susseguirsi dei modi di dire toscani diventa il vanto di una storia originale tra leggenda e aneddotica orale. Il nuovissimo struscio si presenta corredato di immagini e 4 carte di riferimento dei quartieri fiorentini, Santa Maria Novella, San Giovanni, Santa Croce, Santo Spirito, così il lettore ha modo di scoprire orientandosi le originalità dei racconti.

Un  tour esclusivo, giocoso e divertente in cui certi dettagli artistici e architettonici svelano storie celate ed originali che si lasciano leggere con un interesse goloso.

Beffe, Miracoli, Narrazioni tristi o Sottolineature velate di spiccata ilarità in un approccio veramente originale ed indispensabile nella tasca di chi si avventura con occhi aperti per interesse nelle strade fiorentine, un libro che permette ai viaggiatori turisti o no la scoperta di tanti segreti custoditi in angoli indimenticabili.

L’approccio inedito e curioso appare quindi invitante ed indispensabile tanto per i turisti quanto per gli stessi fiorentini. 

Buona lettura

Ho l'onore e l'onere di presentare 4 libri a Villa Pecori per la nuova edizione di Ingorgo letterario.

Uno di questi è Il nuovissimo struscio fiorentino

lunedì 8 novembre 2021

Oltre la violenza di genere

 




Ilaria Bonucelli, Per ammazzarti meglio, Lucia Pugliese editore, Il pozzo di Micene 

 Il Libro scaturisce da inchieste e da interviste alle vittime raccolte dalla nota giornalista, capo servizio Regione de Il Tirreno, in prima linea nelle lotte sociali

Le 12 storie di questo testo narrano con evidente contraddizione di come lo Stato contribuisca a suo modo alla violenza sulle donne. 

Trascuranza, burocrazia, negligenza, sottovalutazione, accomunano le istituzioni che non hanno saputo agire in modo adeguato nei confronti delle vittime. Di  taglio giornalistico si presenta come  un’inchiesta importante, che con  precisione, ricerca del dettaglio cronologico e  legislativo indaga in profondità  utilizzando però un linguaggio semplice, familiare e coinvolgente come se fosse una conversazione amicale.

Impegnati profili diversi: giuridici, criminologici, psicologici ed antropologici intorno alle dinamiche psicologiche legate alla nozione di violenza di genere, espressa in reati di diversa tipologia  per attirare l’attenzione del lettore volta ad una conoscenza più consapevole e per  attivare un impegno anche individuale su un fenomeno dilagante. 

Serve educazione al rispetto ed all’ascolto soprattutto nei giovani per contrastare il fenomeno in questa società complessa ( liquida la definisce Zygmund Bauman)

Un'appendice preziosa al libro realizzata in collaborazione con la giurista Valentina Bonini dell'università di Pisa, ci informa di tante incongruenze giuridiche e delle principali novità del Codice Rosso, normativa del 2019 di contrasto alla violenza di genere.

Parliamo di Violenza e, nello specifico, del coinvolgimento dello Stato sulla violenza maschile sulle donne. Il libro è un’analisi attenta del fenomeno contrastato  che non trascura  la negligenza delle Istituzioni, e la incapacità troppo frequente di proteggere le vittime.

 Le 12 (e più) protagoniste di questo libro sono donne che, in un momento di pericolo, si sono rivolte alle istituzioni in cerca di salvezza o di riconoscimento. In un modo o nell’altro, però, lo Stato le ha deluse e abbandonate.

Storie di Stalking, tentato omicidio, stupro, aggressione verbale e fisica. Ogni capitolo comincia con un quadro  che ci permette di visualizzare subito il fatto: Questa storia si può sintetizzare così: lui tenta di ammazzarla, il giudice per proteggerla impone al suo stalker una distanza di sicurezza di tre metri con divieto di lancio di oggetti. Storia di G. A tre metri dallo stalker. questo il Capitolo 1

L’inchiesta è lucida e puntuale, scava a fondo nelle norme e nelle sentenze per svelare quanto già sia stato fatto ma soprattutto quanto ancora serva fare per garantire alle vittime la sicurezza che meritano.

 Vorremmo rivolgere all'autrice queste domande:

A che punto siamo in materia di violenza maschile sulle donne in Italia? 

 Con il suo saggio attraverso le 12 storie, tutte reali e tutte riportate proteggendo la privacy delle donne protagoniste, Lei ci mostra la realtà legale ed esecutiva del nostro paese. Scoraggia il risultato, quanto ancora resta da fare, e in che direzione secondo lei?

Qualche passo avanti è stato fatto ma  quanto ancora dobbiamo lavorare prima di poter parlare di vera giustizia in materia di violenza maschile sulle donne,  quanto dietro le piccole conquiste si nascondano in realtà ancora troppe  ingiustizie?

Quello che emerge dal suo testo è che se il parlare di Violenza maschile sulle donne sta cominciando a smuovere le coscienze dei singoli, ancora non fa abbastanza per smuovere la pesante macchina della Burocrazia. Spesso  è la Burocrazia a condannare una vittima di violenza a diventare anche una vittima di femminicidio? Ci spiega  con quali modalità?

Spesso sono i giudici, che andando contro il parere degli avvocati e delle forze dell’ordine emettono sentenze inefficaci; altre è il Governo stesso, che si rifiuta di riconoscere il danno che il fatto ha comportato alla vittima, e di impegnarsi per ripagarla.

I giornali, la televisione, la politica stessa si riempiono spesso la bocca e le pagine di casi di femminicidio, eppure i termini che vengono usati sono spesso imprecisi (se non proprio sbagliati), fuorvianti e confusionari o addirittura colpevolizzanti

Il risultato è un saggio credibile e  scorrevole, capace di far riflettere senza appesantire. Allo spettacolare dell’orrido  continuo  con cui  ci assillano  i media, la Bonuccelli preferisce la semplicità dei fatti, presentati con precisione di particolari  per mettere in luce la realtà di quello che stiamo vivendo.

CODICE ROSSO, la Legge 19 luglio 2019, n. 69 ( Mattarella, Conte, Buonafede) (recante “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere”) in  vigenza dal 9 agosto. Il testo include incisive disposizioni di diritto penale sostanziale, così come ulteriori di indole processuale.

La procedura

Tra le novità in ambito procedurale, è previsto uno sprint per l’avvio del procedimento penale per alcuni reati: tra gli altri maltrattamenti in famiglia, stalking, violenza sessuale, con l’effetto che saranno adottati più celermente eventuali provvedimenti di protezione delle vittime. 

- la polizia giudiziaria, acquisita la notizia di reato, riferisce immediatamente al pubblico ministero, anche in forma orale; 

- il pubblico ministero, nelle ipotesi ove proceda per i delitti di violenza domestica o di genere, entro tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato, deve assumere informazioni dalla persona offesa o da chi ha denunciato i fatti di reato. Il termine di tre giorni può essere prorogato solamente in presenza di imprescindibili esigenze di tutela di minori o della riservatezza delle indagini, pure nell’interesse della persona offesa;

- gli atti d’indagine delegati dal pubblico ministero alla polizia giudiziaria devono avvenire senza ritardo. 

Misure cautelari e di prevenzione

E’ stata modificata la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, nella finalità di consentire al giudice di garantirne il rispetto anche per il tramite di procedure di controllo attraverso mezzi elettronici o ulteriori strumenti tecnici, come l’ormai più che collaudato braccialetto elettronico. Il delitto di maltrattamenti contro familiari e conviventi viene ricompreso tra quelli che permettono l’applicazione di misure di prevenzione.

Nuovi reati

Nel codice penale la legge in questione inserisce ben 4 nuovi reati  

- il delitto di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate (cd. revenge porn), punito con la reclusione da uno a sei anni e la multa da 5mila a 15mila euro: la pena si applica anche a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video, li diffonde a sua volta per provocare un danno agli interessati. La condotta può essere commessa da chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, diffonde, senza il consenso delle persone interessate, immagini o video sessualmente espliciti, destinati a rimanere privati. La fattispecie è aggravata se i fatti sono commessi nell’ambito di una relazione affettiva, anche cessata, ovvero mediante l’impiego di strumenti informatici.

- il reato di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, sanzionato con la reclusione da otto a 14 anni. Quando, per effetto del delitto in questione, si provoca la morte della vittima, la pena è l’ergastolo;

- il reato di costrizione o induzione al matrimonio, punito con la reclusione da uno a cinque anni. La fattispecie è aggravata quando il reato è commesso a danno di minori e si procede anche quando il fatto è commesso all’estero da o in danno di un cittadino italiano o di uno straniero residente in Italia;

- violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, sanzionato con la detenzione da sei mesi a tre anni. 

Sanzioni

Si accrescono le sanzioni già previste dal codice penale:

- il delitto di maltrattamenti contro familiari e conviventi, da un intervallo compreso tra un minimo di due e un massimo di sei anni, passa a un minimo di tre e un massimo di sette; 

- lo stalking passa da un minimo di sei mesi e un massimo di cinque anni a un minimo di un anno e un massimo di sei anni e sei mesi; 

- la violenza sessuale passa da sei a 12 anni, mentre prima andava dal minimo di cinque e il massimo di dieci;

- la violenza sessuale di gruppo passa a un minimo di otto e un massimo di 14, prima era punita col minimo di sei e il massimo di 12.

Termini e aggravanti

In relazione alla violenza sessuale viene esteso il termine concesso alla persona offesa per sporgere querela, dagli attuali 6 mesi a 12 mesi. Vengono inoltre ridisegnate ed inasprite le aggravanti per l’ipotesi ove la violenza sessuale sia commessa in danno di minore di età.

Inoltre, è stata inserita un’ulteriore circostanza aggravante per il delitto di atti sessuali con minorenne: la pena è aumentata fino a un terzo quando gli atti sono posti in essere con individui minori di 14 anni, in cambio di denaro o di qualsiasi altra utilità, pure solo promessa. Nell’omicidio viene estesa l’applicazione delle circostanze aggravanti, facendovi rientrare finanche le relazioni personali.

Importante 

...

Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, la Polizia di Stato, l'Arma dei carabinieri e il Corpo di Polizia penitenziaria attivano presso i rispettivi istituti di formazione specifici corsi obbligatori e omogenei perché definiti con decreto nazionale destinati al personale che esercita funzioni di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria in relazione a prevenzione e perseguimento reati...