venerdì 5 dicembre 2014

Intorno al Natale tra consumismo e religiosità

Una delle tante belle immagini ricorrenti
Buone Feste, anzi, BUON NATALE!
Si parla del  25 dicembre, a scuola simbolo di vacanze e di consumo, di doni richiesti e forse ricevuti di libertà conquistata  per ben 15 giorni, non pochi
Ma partiamo dall'inizio
Il Natale viene celebrato il 25 dicembre da molte delle chiese cristiane, comprese la chiesa cattolica, quella protestante e alcune chiese ortodosse.

 Le chiese ortodosse russa, serba e di Gerusalemme invece celebrano il 7 gennaio perché non accettano la riforma gregoriana del calendario, promulgata da papa Gregorio XIII nel 1582, e continuano a seguire il vecchio calendario giuliano, il cui 25 dicembre corrisponde al nostro 7 gennaio. 
La chiesa armena valorizza l'Epifania,  celebrando contemporaneamente il Natale il 6 gennaio con l'arrivo dei MAGI. 
La chiesa armena di Gerusalemme pero' utilizza il calendario giuliano, e la festività cade il 19 gennaio. 
I paesi che celebrano il Natale il 25 dicembre riconoscono il giorno precedente come giorno di Vigilia. 
In Olanda, in Germania, in Scandinavia ed in Polonia il giorno di Natale ed i giorni successivi sono chiamati Primo e Secondo giorno di Natale. In Gran Bretagna, Canada e Australia, il 26 dicembre viene chiamato Boxing day, mentre in Italia, Irlanda e Romania viene chiamato giorno di Santo Stefano.  Cosa rappresenta la festa del Natale? La celebrazione della nascita di Gesù che nacque secondo  i Vangeli da Maria a Betlemme, dove lei e  Giuseppe si erano recati per partecipare al censimento della popolazione organizzato dai romani.
Il 25 dicembre, nell'antica Roma, si festeggiava la festa del dio Mitra, Dio del Sole, che godeva di molta importanza anche nei territori colonizzati. La festa del sole era la più importante e sentita da tutte le popolazioni che risiedevano nei confini dell'impero romano le quali celebravano idealmente la nascita del sole in concomitanza con il solstizio d'inverno.
 Molte popolazioni usavano celebrare la nascita del sole con riti collettivi e feste familiari, quasi sempre nei giorni prossimi al solstizio  d'inverno. 
La festività era talmente diffusa ed "unificante" che l'imperatore Aureliano nell'anno 273  estese a  tutto l'impero decretandone la denominazione ufficiale di "Natalis Solis Invicti" e fissandone la data nell'ottavo giorno prima di capodanno 
Chi vuole approfondire trova interessanti notizie nella Rete come personalmente ho fatto, ma...per tornare ad oggi la festa appare pagana o religiosa? A VOI la risposta 
La festa commerciale, infarcita di un consumismo bieco che appare ineludibile per non essere fuori dal banchetto sicuramente prende il sopravvento, ci cattura prima attraverso subdoli messaggi e via via ci porta per mano, amorevole, fino alla disperazione del NON NE POSSO più, fino a che qualche illuminato non prende coscienza del drammatico irreversibile percorso ed allora?
Si insinua un dubbio atroce, si poteva essere diversi? Agire in modo difforme dalla massa? Attivare senso critico fino a mostrare spiccata contraria personalità?
ESSERE DIVERSI O ESSERE SIMILI SEPPUR NELLA diversità
ESSERE OPPURE APPARIRE? 
Prendendo atto che il crescente divario tra ricchi e poveri aggrava disuguaglianze secolari di genere casta e religione, che in società economicamente disuguali meno donne accedono all'istruzione ed ambiscono a ruoli di " potere", meno bambine/i ottengono risposte ai loro bisogni di ogni genere serve per i dati consultare il 5° Atlante dell'infanzia (a rischio) in Italia , non resta che riflettere su dati e tabelle, infatti:
SEMBRIAMO RICCHI ma le percentuali ci comunicano tristemente che siamo poveri   
SEMBRIAMO CIVILI ma le statistiche e le cronache ribadiscono gradi di inciviltà allarmanti
SEMBRIAMO FELICI e ancora i dati di suicidi, dipendenze ed altro ritraggono un paese, un mondo tristemente infelice
Chi vuol continuare...                                                                                                                                                                                                                                                                                                      Cibo e festività
Unica costante, non purtroppo per tutti, che ci unisce durante queste festività è l'aspetto conviviale legato al consumo di  cibi ed usanze locali e di famiglia; non esistono piatti tipici nazionali ma ogni regione propone pietanze ghiotte ed ogni famiglia le adatta nella tradizione intima e affettiva del rito della propria tavola.
Il binomio Cibo/Natale appare dunque sempre vincente, nei diversi culti si sottolinea l'importanza del consumo o del divieto di consumo di alcuni alimenti ribadendo così una certa sacralità del cibo infatti il rapporto con l'alimentazione appare come qualche cosa di  fortemente spirituale, si nutre il corpo per compiacere l'anima o non si nutre per mortificarla, per approfondire il concetto filosofico di anima, ragione, spirito rimandiamo saggiamente ad un altro momento.
Ma in questa società profondamente disuguale potremmo provare a dare un senso alle festività incalzanti attraverso la ricerca di felicità nelle piccole dimenticate cose, nei piaceri delicati e casalinghi di gusti buoni e ricorsivi riti tradizionali, nei gesti di prossimità, nel valore della sobrietà non intesa come mortificazione ma come sano stile di vita rispettoso di sé e degli altri.
Bella la scritta che campeggia sull'ingresso della sede della Misericordia
SIATE EGOISTI A NATALE GENEROSI TUTTO L?ANNO

Una ricetta 

 BENESSERE

Prendere pazienza in quantità uguale al sorriso, 
impastare sapientemente con il fluire non con l'incalzare del tempo,
ripescare quelle sopite parole di affabile dolcezza,
rintuzzare sprofondando quel flebile rancore misto a rabbia che socchiude il tuo sguardo,
spendersi per qualcuno, non importa chi e come,
incrociare l'altrui volto costruendo coriandoli acquarellati,
dimenticare che l'esistenza è dolore trovando nell'altro quel conforto
spesso non  cercato o trichiesto 
che ci rende umani in un'altalena di equilibri 
di dimensioni e sensazioni variabili
volte e sconvolte nella frenetica  ricerca della tanto sbandierata 
felicità

Nessun commento:

Posta un commento