lunedì 20 marzo 2017

Una lezione su stereotipi e uguaglianza

21 Marzo ore 8 -10 Elsa Morante, docente in aula Claudia Vitale
  “Uguaglianza di genere tra emancipazione e stereotipi”
     a cura di Emanuela  Periccioli e Veronica Vargiu

                                                                                                                           Disegno di Silvano Campeggi
Obiettivi
Demolire alcuni stereotipi comuni per contrastare forme discriminanti
Approfondire la consapevolezza sul significato dei diritti delle donne;
Stimolare l’ascolto, la discussione e la partecipazione democratica nei processi
decisionali rispetto al tema dei diritti delle donne
Premessa
ESEMPI  e cambiaMenti vicini e lontani: Così si insegna l’uguaglianza di genere a scuola
Gli insegnanti hanno poche risorse digitali per parlare di parità tra ragazze e ragazzi in classe. Da questa constatazione  sono nati tanti progetti e percorsi proposti alle classi, alcuni veramente innovativi.
-Progetto europeo sul  linguaggio scientifico Scientifico (Scarperia) L’iniziativa non a caso si conclude nel mese di marzo, il “mese delle STEM” in cui il Ministero dell’Istruzione ed il Dipartimento delle Pari opportunità supportano l’iniziativa “Le studentesse contano!”, tesa alla diffusione delle buone pratiche scolastiche per realizzare la diffusione scientifica e la parità di genere.
-In Francia, è nata Matilda. La prima piattaforma digitale collaborativa che mette a disposizione online materiali educativi espressamente dedicati all’uguaglianza di genere. Libri, slide, video sono, infatti, a disposizione gratuita di maestri e professori che hanno intenzione di portare tra i banchi questo delicato soggetto. Una curiosità. Il nome deriva da Matilda Joslyn Gage, la femminista americana che, alla fine del XIX secolo, ha messo in evidenza, la negazione sistematica del contributo delle donne alla ricerca i cui risultati venivano spesso attribuiti ai loro colleghi maschi.

Scaletta con riferimenti
-Stereotipi e pregiudizi-  2 video e dibattito
·        “Stereotipi Modi di Dire”
·        “Se l’è cercata”
·        * Riflessione sul sessismo nella lingua italiana
·        ** Fa’afafine
A Rifredi lo spettacolo per promuovere la partecipazione dei più giovani, sarà offerto un omaggio agli under 18 che assistono allo spettacolo
Lo spettacolo che tanto scandalo ha suscitato negli animi di alcuni bigotti, “Mi chiamo Alex e sono un dinosauro", di Giuliano Scarpinato andrà  in scena il 18 e il 19 febbraio
Emancipazione ed uguaglianza
·         ***Tappe significative: breve storia dei diritti e dell’emancipazione femminile a  71 anni dal voto
·         8 marzo 2017
Dalle violenze invisibili al Femminicidio
·         “25 novembre 2016 PPT- Tu da che parte stai?
·         ****Cosa si intende per violenza ?
·         SPOT Gli uomini maltrattanti

*Il sessismo nella lingua di Cecilia Robustelli
Con l’espressione sessismo linguistico si fa riferimento alla nozione linguistic sexism elaborata negli anni ’60-’70 negli Stati Uniti nell’ambito degli studi sulla manifestazione della differenza sessuale nel linguaggio. Era emersa infatti una profonda discriminazione nel modo di rappresentare la donna rispetto all’uomo attraverso l’uso della lingua, e di ciò si discuteva anche in Italia soprattutto in ambito semiotico e filosofico. Nel 1987 l’uscita di un rivoluzionario volumetto, Il sessismo nella lingua italiana di Alma Sabatini, pubblicato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, allarga il dibattito all’ambito sociolinguistico e arriva a interessare attraverso la stampa anche il grande pubblico. Lo scopo del lavoro era politico e si riallacciava a quello di (ri)stabilire la “parità fra i sessi” – obiettivo all’epoca di primaria importanza – attraverso il riconoscimento delle differenze di genere (inteso come gender, concetto elaborato anch’esso in ambito statunitense, cioè l’insieme delle caratteristiche socioculturali che si legano all’appartenenza a uno dei due sessi). Al linguaggio viene riconosciuto un ruolo fondamentale nella costruzione sociale della realtà e, quindi, anche dell’identità di genere maschile e femminile: è perciò necessario che sia usato in modo non “sessista” e non privilegi più, come fa da secoli, il genere maschile né tantomeno continui a tramandare tutta una serie di pregiudizi negativi nei confronti delle donne, ma diventi rispettoso di entrambi i generi. ( trasmissione di modelli) Altro cruccio la Toponomastica

**Fa’afafine
A Rifredi lo spettacolo per promuovere la partecipazione dei più giovani, sarà offerto un omaggio agli under 18 che assistono allo spettacolo
Lo spettacolo che tanto scandalo ha suscitato negli animi di alcuni bigotti, “Mi chiamo Alex e sono un dinosauro", di Giuliano Scarpinato andrà  in scenail 18 e il 19 febbraio, avrei voluto vedere se la censura con forza medievale ne avesse proibito la presentazione demonizzandolo, roba da Inquisizione.
L’opera  con il patrocinio  di Amnesty International è stata segnalata non per l’orrore che presenta e rappresenta ma per i molti premi vinti: il Premio Scenario Infanzia 2014, il Premio Infogiovani 2015, l'Eolo Award 2016 come "miglior spettacolo di teatro ragazzi e giovani".
Discriminare una persona in quanto diversa
Lo spettacolo che è rivolto ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie di secondo grado, è tratto da "Il mio bellissimo arcobaleno" di Lori Douron.  Narra semplicemente la storia di Alex, bambino gender fluid che un giorno si sente maschio e uno femmina, realtà esistenti non certo da negare in un monopolio esclusivo del binario unico maschio e femmina. 
Di questi giorni in cronaca testimonianze di genitori e Associazioni per raccontare e parlare dell’aspetto ed informare, uno sportello presente al Meyer a cui poter rivolgersi. Non tabù dunque ma realtà da affrontare senza angoscianti proibizioni né tantomeno oscurantismo retrogrado
Troppe le  polemiche, molte insensate giunte in particolare dalla Curia fiorentina che in una lettera pubblica ha ammonito le scuole e le famiglie cattoliche sui rischi che la visione dello spettacolo potrebbe comportare per i ragazzi.
Non si affonda sul problema della pedofilia, dilagante nella chiesa ma si demonizza la diversità, inconcepibile.
Dove è andata a finire quella cultura inclusiva del dialogo tanto sbandierata nella valorizzazione della accoglienza e delle diversità, quante battaglie  per  arginare il fenomeno del bullismo, che oggi appare in aumento e che sulla diversità agisce in modo subdolo e devastante. Riflettiamo, l’occasione è ghiotta per sconfiggere il moralismo, il perbenismo ed il  negazionismo

***Storia in sintesi dell’emancipazione femminile in Italia – In Italia la lotta per l’uguaglianza tra i sessi comincia in ritardo rispetto al resto d’Europa. La presenza femminile nella società italiana stenta ad affermarsi.
1874, istruzione
 viene permessa formalmente l’iscrizione delle donne ai licei e alle università
1902, lavoro la prima legge a tutela delle lavoratrici, con cui si stabilisce il divieto dei lavori sotterranei per le donne, si fissa l’orario di lavoro giornaliero in dodici ore al massimo e si proibisce il lavoro notturno alle ragazze di età inferiore ai 15 anni.
1 Guerra mondiale (1914-1918) le donne cominciano a diventare protagoniste della propria vita, vengono chiamate a ricoprire i posti lasciati vuoti dagli uomini partiti per il fronte, le donne sperimentano l’indipendenza economica e l’autonomia personale.
Alla fine del conflitto vengono rimandate tra le mura domestiche per lasciare spazio ai reduci, ma l’esperienza acquisita consentirà loro di condurre la battaglia per l’emancipazione con più forza.
1919
 l’approvazione della legge che abolisce l’«autorizzazione maritale» necessaria fino ad allora per qualsiasi atto, come aprire un conto in banca. La stessa legge ammette le donne all’esercizio di tutte le professioni e di gran parte degli impieghi pubblici.
Italia fascista le donne tornano ad essere considerate unicamente nel ruolo di mogli e di madri. Lo Stato cerca di ostacolarle in tutte le attività che possano allontanarle dal progetto di sposarsi presto e di mettere al mondo tanti figli.
Viene loro vietato di insegnare lettere classiche, storia e filosofia nelle classi superiori; le bambine per frequentare le scuole medie devono pagare tasse molto più alte rispetto ai coetanei maschi; nel
 1927 i salari femminili vengono dimezzati per decreto.
2 guerra mondiale- (1940-1945),  il lavoro femminile viene di nuovo preso in considerazione. Le donne incominciano ad essere assunte come tranviere, postine, impiegate; poi assunte alla Fiat e in tutte la fabbriche belliche e civili. Ma l’Italia uscita dal secondo conflitto mondiale torna a essere bigotta. Man mano che gli uomini rientrano, le operaie e le impiegate vengono licenziate.
1946 le donne italiane votano per la prima volta, suffragio universale. E l’approvazione della costituzione italiana (22 dicembre 1947) segna, almeno sulla carta, un ulteriore passo verso la pari dignità tra maschi e femmine.
articolo 29 della Costituzione sancisce la «piena uguaglianza morale e giuridica dei coniugi» (sebbene per rendere concreta tale affermazione bisognerà aspettare la riforma del diritto di famiglia del 1975).
articolo 37
 stabilisce per la donna lavoratrice gli stessi diritti e la stessa retribuzione che, a parità di mansioni, spettano all’uomo. Anche questa norma è rimasta a lungo inattuata e le differenze nei trattamenti salariali hanno continuato a esistere sul presupposto che il lavoro femminile non può assicurare il medesimo rendimento di quello maschile.
La realizzazione pratica del principio di parità fra i due sessi è stata ottenuta dopo anni di dure lotte da parte delle donne.
1963 viene approvata la legge che ammette  le donne ai concorsi per entrare in magistratura e 1965 compaiono i primi giudici donna. Nel 1963 si vota la legge che vieta il licenziamento a causa di matrimonio.
Negli anni settanta del 1900 la storia dell’emancipazione femminile in Italia vive il periodo più felice.
 1970 viene approvata la legge che introduce il Divorzio nel nostro ordinamento. Sarà sottoposta a referendum abrogativo nel 1974, ma la maggioranza degli italiani si dichiarerà contraria alla sua soppressione.
1975 viene varata la riforma del diritto di famiglia con cui si cancellano tutte quelle disposizioni che attribuiscono una posizione dominante al marito sia nella gestione familiare sia nell’educazione dei figli, stabilendo che i coniugi debbano partecipare in posizione paritaria alla conduzione della vita familiare.
Cambiano anche le norme sui figli naturali, quelli cioè nati fuori dal matrimonio: la donna non sposata che ha un figlio può riconoscerlo e non è più costretta a farlo registrare come «figlio di padre ignoto».
1978 viene approvata la legge sull’aborto, che consente alla donna l’interruzione volontaria della gravidanza, mettendo fine alla pratica degli aborti clandestini. La legge è stata sottoposta a referendum popolare nel 1981, la maggioranza degli italiani ha scelto di non cancellarla.
1981  abolizione del cosiddetto delitto d’onore, in base al quale chi uccideva la moglie adultera beneficiava di una fortissima riduzione della pena.

1948 Articolo 1 della Dichiarazione Universale dei diritti umani
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Articolo 2
Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere o, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.
Articolo 7
Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad una eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione.
Articolo 25
Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà. La maternità e l'infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini, nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale.

****Cosa si intende per Violenza
Tra le prime violazioni dei diritti umani delle donne c'è la violenza, definita dalle Nazioni Unite in modo molto chiaro:“ogni atto di violenza fondata sul genere che abbia come risultato, o che possa probabilmente avere come risultato, un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse minacce, coercizione o privazione arbitraria della libertà che avvenga nella vita pubblica o privata”. 
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità siamo di fronte a “un problema di salute di proporzioni globali enormi”, che colpisce un terzo delle donne e delle ragazze nel mondo.

-1 Proposta di Attività COLLAGE IMMAGINE E STEREOTIPI: introdurre gli studenti al concetto di diritti delle donne, l’insegnante chiede agli alunni di fare una ricerca di immagini sulle donne. Gli studenti dovranno trovare diverse immagini sulle donne utilizzando materiali facilmente reperibili a casa (come riviste, giornali, pubblicità di qualsiasi tipo per esempio del supermercato, bar, negozi ecc). Si chiede agli alunni di mostrare al proprio gruppo le immagini delle donne che hanno trovato. Ogni gruppo avrà un foglio grande, le forbici e la colla e potrà tagliare ed incollare le immagini creando un poster/collage. Prima di incollare le immagini, gli studenti condividono le loro impressioni rispetto alle immagini che hanno trovato e le raggruppano per tema; si mettono d’accordo su come vogliono esporre le immagini e quindi le incollano cercando di raggrupparle per tema, avendo cura di lasciare intorno dello spazio per poter scrivere successivamente. Osservando il proprio collage il gruppo è chiamato ora a scrivere in alto, come titolo del collage, LA DONNA E’ … e, a modo di cornice, alcune parole (sia sostantivi che si riferiscono al suo ruolo – es. mamma, badante, autista, postino, moglie, ecc.  sia aggettivi che si riferiscono alle sue qualità- ad es. bella, forte, sincera, intelligente, sicura di sé, ecc.). Ogni gruppo presenta poi il proprio poster/collage agli altri gruppi. Essendo una riflessione tesa a smascherare l’idea stereotipata della donna per fare emergere la possibilità di una immagine di una donna naturale, umana, con la propria unicità, peculiarità, con le proprie risorse e debolezze, si chiederà in plenaria agli studenti: la Donna è anche
-2 Proposta di Attività IL CORPO DELLE DONNE:
L'insegnante introduce l'attività chiedendo agli studenti che cosa è meglio secondo loro: rimanere se stessi, e correre il rischio di non essere visti, oppure fare di tutto per essere visti, omologando se stessi alle regole dell'apparenza, vestite alla moda, senza un difetto esteriore, sempre sorridenti e disponibili a qualunque commento? Gli studenti guardano uno stralcio (o due) preso da IL CORPO DELLE DONNE, per poi dibattere in plenaria su ciò che è stato detto e visto. L’insegnante guida la discussione sviluppando ulteriormente una riflessione e ponendo delle domande sul perché le donne accettino questo trattamento senza ribellarsi.
 (da 2’17’’ a 7’10’’) dignità- (da 11’40’’ a 16’17’’) espressione della faccia (da 18’49’’ a 23’15’’) dignità

-3 Proposta di Attività COME NASCE UNO STEREOTIPO
L’insegnante può affrontare la parte teorica su come nasce, all’interno del processo comunicativo, lo stereotipo, inteso come una semplificazione esasperata delle informazioni esterne, dovuta alla necessità di sentirsi al sicuro, e di prevedere ciò che accadrà nella relazione con l’altro.  Tanti video disponibili in Rete es.“ Come una ragazza”;  “Le cose Cambiano”
Risultati immagini per ragazze e ragazzi a scuola in attività insieme

Conclusioni con una domanda: “In che Paese vorresti Abitare e Perché?”

Infine visto che oggi è la giornata  mondiale della poesia ecco un testo di Beatrice Niccolai

Le nostre donne (da) “Sans papier- Reato d’esistenza di una buona a nulla”


Le nostre donne siamo noi
e tutto quello che ci contiene
ha odore di biancheria lavata a mano
nello scrittoio dei segreti.

Le nostre donne sono girasoli in fiore
nella battaglia dei giorni
e odore di bucato fresco pulito
sempre steso fuori,
dopo il calar del sole.

Le nostre donne siamo sodalizio taciuto
sottoscritto con la vita
la tenacia, la dolcezza, gli errori.
Delle nostre donne, io sono l'errante.

Le nostre donne
parliamo lingue diverse
alla stessa tavola

ma nell'inguine mai interrotto di Dio
lavate dalle stesse acque del Giordano-dentro
bagnate ognuna d'un colore diverso,

insieme, 

le nostre donne formiamo una bandiera

Scuola di sfide e di passioni

http://www.repubblica.it/esteri/2017/03/19/news/dubai_maggie_macdonnell_premio_miglior_insegnante-160922025/



Dubai, la canadese Maggie MacDonnell è la miglior insegnante del mondo - Repubblica.it

Risultati immagini per maggie insegnante canadese

Tutto da leggere e da godere l'articolo, da raccogliere la sfida nel dettaglio della sottile banalità dell'impegno quotidiano.

Maggie, una di Noi ormai, con il suo viso sorridente e la sua caparbia determinazione la docente dell'anno, solo un esempio, un mito, o una svolta per il mondo della scuola spesso in letargo con qualche sussulto vitale, non virale, al cambio di guardia di poveri ministri, troppo spesso impreparati o incapaci. 
Il coraggio e la passione di questa grande e giovane insegnante  rappresentano una bella sfida mondiale. Da un piccolo villaggio tra i ghiacci una missione di calore umano e di caparbia determinazione per la riconquista della  dignità di molti  giovani che vivono in un claustrofobico  isolamento a seguito di sfruttamento
 " loro sono la SOLUZIONE, non il problema". 
Sarebbe una grande rivoluzione culturale poter pensare che i nostri docenti, con lo stillicidio continuo dell'abbandono scolastico, un rigagnolo che diventa torrente, smettessero di punire con i 2 e i 3, voti alla persona non alla prestazione, (nome già di per sé tremendo) e guardassero lontano attraverso le pagliuzze scintillanti negli  occhi sempre luminosi delle  loro allieve  e dei loro allievi
Un sogno  che può diventare realtà con impegno e coraggio, formazione ed emulazione oltre la retorica burocratica della  Buona Scuola.
L'impegno e l'ingegno contaminano, non ci resta che sperare in un contagio epidemico

Risultati immagini per le sfide della scuola oggi
scuola di passione e leggerezza 

domenica 19 marzo 2017

Dacia Maraini: la parola e l'esperienza

Incontro semplice e folgorante quello con la superba e solare Dacia Maraini, in tre giorni diversi, dalla premiazione in Regione allo Stensen con l'omaggio al padre Folco, ed ancora in mattiné al Niccolini per parlare di sfide e limite. Messaggi profondi rivolti ai giovani ed agli adulti con la pacata e sobria naturalezza delle Alte Persone. Tutto accade, tutto può accadere, dalla piccola alla grande storia in un susseguirsi di aneddoti e di considerazioni imperdibili, semplici ma frizzanti, apparentemente ovvi ma profondi quanto l'animo umano.
Dalle esperienze traumatiche una scelta di superamento del limite, stare dalla parte degli ultimi, accettare le sfide per costruire e diffondere diritti ancora negati.

giovedì 9 marzo 2017

Nonunadimeno

Se  le Nostre Vite non valgono Noi ci fermiamo


Se  le nostre Vite non valgono Noi ci fermiamo
Lo sciopero globale delle donne, a cui hanno aderito fino ad oggi oltre 50 paesi rilancia l'Otto Marzo, riappropriandosi del senso di lotta di questa data. Non solamente una giornata di festa, pizza e fiori ma una denuncia  sulla mancanza di diritti e di una parità di genere ancora lontana dall'essere raggiunta. Imponente la manifestazione a Firenze come in altre 70 città d’Italia e in ben  50 altri stati. Mobilitazione promossa in città dalla Rete nonunadimeno Firenze, piazza Santissima Annunziata ore 10, Lotto Marzo, poco giallo, con qualche traccia di timida ed effimera mimosa, il nero ed i fuxia si sono imposti all'attenzione con forza, in dettagli sfiziosi connotando la vasta area prima, il corteo successivamente.
Piazza MOLTO VARIOPINTA, dalla mattinata laboratori per bambini, interviste, qualche provocazione, musica, performance teatrali  e  forti accenti di rivendicazione si sono alternati in un carosello variopinto e festoso, moltissimi giovani, tanti gli stranieri. Dal microfono un interrotto fiume di letture: gli 8 punti della manifestazione, brani di prosa, poesie, articoli su discriminazioni di genere, sentenze su violenza, sentenza di Strasburgo sul tragico  caso fiorentino, molti messaggi giunti da altri paesi in lotta l’8 marzo.
Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo. #NonUnaDiMeno #LottoMarzo
Per l’intera giornata illuminata da un accattivante sole primaverile piazza  Santissima Annunziata si è animata con dibattiti, laboratori iniziative e presìdi fino alle 18,15,  momento culminante in cui si è avviato il corteo, NONUNADIMENO, in testa lo striscione e il furgone con diffusione di musica, belle canzoni di Mercedes Sosa, rivendicazioni, a seguire cartelli, bandiere e originali slogan su carta indossati con ironia e accattivante sorriso.  Centinaia di persone si sono mobilitate, qualche migliaio, uomini e donne, tantissimi giovani hanno percorso le vie del centro storico con soste e  performance esplicative di fronte a luoghi ritenuti maggiormente significativi, spesso applauditi dalle persone che incontravano, hanno sfilato mentre molte finestre si aprivano per condividere l’iniziativa.
Il Mugello, Borgo San Lorenzo,  presenti con una bella delegazione e 5 striscioni su aspetti  cruciali: questione Forteto, una spina nel fianco del territorio; immigrazione, spose bambine e mutilazioni genitali; le condizioni delle donne in Burkina;  retribuzione e corruzione il grido delle donne rumene; tu da che parte stai?, da parte dei giovani di Libera e di quelli che il 25 novembre in occasione della giornata contro la violenza sulle donne hanno partecipato ai  laboratori con Artemisia al Centro D’incontro. Per l'occasione abbiamo scelto di dar voce alla poesia donando, in presenza dell’autrice, 350 piccole pergamene con “Le mie donne” di Beatrice Niccolai, omaggio simbolico delle Donne del Mugello, come scritto sul retro. I testi sono stati letti al microfono da Daniela Morozzi in mattinata e da Giacomo Dominici, figlio della poetessa,  nel pomeriggio.

Un diritto conquistato non va celebrato, va vissuto, verità indiscussa ma quanti anni ancora le donne devono aspettare per vedere riconosciuti i loro diritti ancora negati?

Tra le prime violazioni dei diritti umani delle donne c'è la violenza, definita dalle Nazioni Unite in modo molto chiaro:“ogni atto di violenza fondata sul genere che abbia come risultato, o che possa probabilmente avere come risultato, un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse minacce, coercizione o privazione arbitraria della libertà che avvenga nella vita pubblica o privata”. 
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità siamo di fronte a “un problema di salute di proporzioni globali enormi”, che colpisce un terzo delle donne e delle ragazze nel mondo.

C’è molto ancora da fare, rimbocchiamoci tutte e tutti le maniche, ognuno nel suo piccolo come può,  per l’anno in corso e quello che verrà!








venerdì 3 marzo 2017

Quando il troppo stroppia

Miguel Millò

Un artista geniale e creativo che usa come tele corpi umani  ricoperti di argilla e dipinti per  poi  ornarli con materiali diversi, la Madre Terra domina il suo pensiero.

 Se ti senti stressato cosa fai?

Tra differenze sociali incolmabili, ricchezza e povertà sempre più diffusa, furti e donazioni, spigolature e pettegolezzi, incomprensioni e prese di posizione, forme di razzismo dilaganti, stereotipi e violenza, questione migranti, drammaticità degli orfani speciali, violenze continue e ripetute, ad oltranza di genere, patologie insostenibili, campagna gardenie e solidarietà, tra convegni e presentazioni, quotidianità, cure parentali ed attenzioni, la vita si riempie di tanta ricchezza, e  mille nodi di sgomento, quando  un lieve senso di rigurgito ci avverte che non tutto è digeribile facilmente, il maremoto interiore ci avverte che è giunto il momento di  sospendere, SOS casa.
 Testimonianze forti ci lasciano senza fiato, la sofferenza  entra nelle vene, lo sgomento attanaglia, certe letture aprono gli occhi ma uccidono l'anima. Allora, solo allora è il momento di dire stop, basta, è il momento di riprendersi il respiro di un attimo che potrà essere lungo 24 ore come una settimana o un mese, per lasciar decantare, depositare e miracolosamente veder riemergere solo ciò che può meglio attecchire, su cui vale la pena di spendersi, difficile scegliere ma il tutto stroppia.
L'ansia si insinua lentamente, un subdolo languore ti sorprende, la disillusione toglie l'incanto, lo sgomento ti assale e ti senti smarrita, persa, letteralmente paralizzata. La paura che non avevi si insedia in te, il dolore per le ingiustizie ti solletica la resistenza azzerandola goccia a goccia, il respiro da regolare diviene  affannato, sintomi e avvertimenti che segnalano l'arrivo del momento di sospendere, di contrastare il desiderio di conoscere e approfondire. Quanta disillusione nella scoperta e nell'esplorazione delle umane cose, quanto disincanto; per riprendersi dallo smarrimento serve il coraggio di guardarsi intorno e di scegliere obiettivi virtuosi. Se vogliamo colorare il mondo dobbiamo spegnere i toni cupi ed accendere le  luci della serenità, della speranza di conquiste, dell'impegno.
Dobbiamo trovare la forza di  abbandonare la disillusione, magari a seguito di adeguata meditazione, per ritrovarsi nell'incanto dell'ottimismo
Ma come si arriva allo Stress, senza abusare del termine all'usura del nostro sistema nervoso?

-Cos'è lo STRESS - Anche se il termine "stress" è ormai entrato a far parte del nostro linguaggio comune, questa parola viene spesso usata in modo vago e impreciso. Molte persone usano, infatti, questo vocabolo come sinonimo di malessere psicologico o di ansia. Lo stress è una reazione ad una situazione logorante in cui le richieste dell'ambiente e della vita moderna superano le capacità di adattamento e le risorse di una persona. 
Lo stress può essere inteso come un sovraccarico di stimoli: chi è stressato deve districarsi fra compiti diversi che gli richiedono competenze diverse e spesso in conflitto fra di loro, ma pur impegnandosi al massimo non riesce a far tutto, viene sopraffatto dallo stato ansioso.

Che fare?
Forse tornano utili i rimedi della nonna, vita sana, camminare apprezzando ciò che ti circonda, bere molta acqua, concedersi una sana alimentazione, assaporare con lentezza e gusto rinnovato le cose che hai, fare poche azioni positive al giorno, ignorare ciò che nella quotidianità ti appesantisce, vedere con occhi nuovi, apprezzare le piccole cose ed i quotidiani gesti ricorsivi metabolizzandoli, sorridere, sorridere, sorridere...
Se conoscete altri rimedi indicateli please!

Montale da Ossi di seppia
Spesso il male di vivere ho incontrato

Spesso il male di vivere ho incontrato
era il rivo strozzato che gorgoglia
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

giovedì 2 marzo 2017

8 marzo, sciopero, vento in poppa/e

Avanti tutta verso LOTTO MARZO, vento in poppa/e, una giornata di lotta e sciopero ma anche di festa per ritrovarsi, condividere, fare squadra e...avanti così!
Peccato per chi non c'era...
Borgo San Lorenzo 1 Marzo 2017
Lotto non solo a marzo
 Si avvicina l’8 Marzo Giornata internazionale della Donna e piovono offerte allettanti dai molti ristoratori del territorio, le mimose e i doni occhieggiano già invitanti dalle vetrine ma l’aria che tira quest’anno è molto, molto  diversa.
Dopo la massiccia manifestazione del 26 novembre a Roma (in diverse partite dal Mugello), ed il lavoro in Assemblea a Bologna,  sono stati fissati 8 punti per l’8 marzo.

La manifestazione era stata indetta dalla piattaforma Non una di meno, a cui hanno aderito molte  Associazioni come Di.Re, Udi, Io decido, i Centri antiviolenza tra cui  Artemisia, Nosotras.  200mila persone in corteo, un vero spettacolo.
 “Se le nostre vite non valgono non produciamo”: l’assemblea femminista riunita nel tavolo tecnico sulle disuguaglianze e discriminazioni sul lavoro e nel welfare ha deciso di appropriarsi dello slogan dei movimenti femministi argentini e proclamare una giornata di sciopero generale delle donne l’8 marzo 2017.

Ed ora Sciopero delle Donne l’8 marzo 2017 e Manifestazione
Manifestazioni in molte città del mondo  tra cui Firenze.
La voce di rappresentanze del Mugello sarà portata  con alcuni striscioni alla manifestazione che si presume  già da ora molto partecipata.
Ieri sera dopo l’incontro in Santa Verdiana a Firenze,  rituale di svariati mercoledì per condividere e prendere decisioni,  al Centro d’Incontro di Borgo San Lorenzo è stata organizzata dalla Banca del Tempo Mugello, Il giardino delle Ore,  una serata molto partecipata all’insegna di prelibatezze, parole e poesia.
La presenza di Beatrice Niccolai, che ha donato ai molti presenti le sue struggenti poesie interpretate dalla voce intensa di Anna Scalabrini, ha connotato la cena particolare e variegata che si è nutrita di versi e di tematiche diverse, oltre  che dell’ottimo cibo preparato comunque, come ogni primo mercoledì del mese, dai partecipanti.
Tavola insolita allestita con i materiali suggestivi di ReMida
Ingresso libero e gratuito per tutte e tutti, provare x credere
Sono state lette le motivazioni dello sciopero, consegnati volantini ed adesivi e predisposti 3 striscioni per il corteo su problematiche diverse: Questione Forteto, Integrazione e Sfruttamento, Matrimoni Precoci ( vista la presenza di alcuni studenti del Mali della scuola Penny Wirton, la scuola di lingua italiana per stranieri nata da un anno anche a Borgo San Lorenzo). 
Armati di pennarelli e strisce di lenzuola, rigorosamente della nonna,  ogni partecipante  ha prodotto un pensiero, condiviso da altri (il cooperative learning ha molto aiutato)  che in sintesi è stato riportato sulla stoffa.
Un incalzare frenetico  di Colori, Competenze e Diritti negati ha invaso la stanza in un appagante desiderio di esprimersi, ognuno a suo modo.
Pronti dunque per lotto marzo, ci ritroveremo in piazza SS Annunziata nella giornata di mercoledì prossimo.
 Doneremo a tutte ed a tutti le poesie di Beatrice Niccolai, manovale di parole, come presente simbolico di lotta delle donne del Mugello        
Emanuela Periccioli
                                  
      Per informazioni
https://nonunadimeno.wordpress.com/

Questa la poesia che porteremo in piazza SS Annunziata e che leggeremo e doneremo Beatrice Niccolai
Le nostre donne

Le nostre donne siamo noi
e tutto quello che ci contiene
ha odore di biancheria lavata a mano
nello scrittoio dei segreti.

Le nostre donne sono girasoli in fiore
nella battaglia dei giorni
e odore di bucato fresco pulito
sempre steso fuori,
dopo il calar del sole.

Le nostre donne siamo sodalizio taciuto
sottoscritto con la vita
la tenacia, la dolcezza, gli errori.
Delle nostre donne, io sono l'errante.

Le nostre donne
parliamo lingue diverse
alla stessa tavola

ma nell'inguine mai interrotto di Dio
lavate dalle stesse acque del Giordano-dentro
bagnate ognuna d'un colore diverso,

insieme, 
le nostre donne formiamo 
una bandiera.

Beatrice Niccolai
(da) “Sans papier- Reato d’esistenza di una buona a nulla”