lunedì 28 febbraio 2022

La precarietà di oggi

 


Cari ragazzi, oggi siamo più precari di ieri, non bastavano due anni di pandemia con  la conseguente incertezza a farci sentire inadeguati e sempre più poveri e soli, ci si mette anche un pazzo guerrafondaio a scatenare le nostere paure facendoci precipitare in un baratro di incredula incertezza restando con il fiato sospeso.

Una  lettura di grande devastante attualità: Diario di un senza fissa dimora,di Marc Augè, edito da Raffaello Cortina Editore.

C'è chi per scelta esistenziale o per gravi problemi economici si trova a dormire all’aperto in spazi impervi adattati a rifugi. Poi ci sono coloro che hanno un po’ di soldi ma non a sufficienza per vivere nella dignità che fino a quel particolare momento sono riusciti a mantenere.

Questo il caso del  protagonista del nostro breve ma intenso e spiazzante Diario che un bel giorno decide di abbandonare ciò che non può più permettersi e si trova incuriosito ad optare per scelte insolite affrontate con ironia e senso pratico indiscutibile.

Leggere questo testo ci invita a guardare con occhi diversi le persone che incontriamo ormai in molti angoli della città e che ci sembrano semplicemente barboni, la loro capacità di adattamento ci sorprende ma lo sguardo poi si posa su altro e la fretta ci porta altrove.

 Negli ultimi anni, è comparsa una nuova categoria di persone: hanno un lavoro, ma non guadagnano abbastanza per pagare un affitto sono così  spinte per strada. Questi nuovi poveri vivono dove possono, vagano spesso da un luogo all'altro o dormono in automobile se ancora la possiedono, magari una Mercedes, simbolo di un precedente agio, come il nostro protagonista.

Marc Augé, un etnologo famoso con evidente talento letterario,  ci permette di cogliere i diversi aspetti di questi novelli vagabondi narrandoci sotto forma di diario gli effetti conseguenti alla perdita delle nostre certezze quotidiane. Identità messa in discussione in una realtà sociale sempre più diffusa in questo consumismo sfrenato che evidenzia nel mondo ricchezze in crescita per molti e grandi povertà per la maggioranza delle persone risucchiate da una  incalzante miseria.

" Marc Augé, etnologo africanista di fama internazionale, ha applicato il metodo etnologico allo studio delle società complesse.A definire con chiarezza questa costante polarizzazione della ricchezza sono usciti saggi e articoli sui giornali che, con dovizia di particolari, ci informano sulla situazione che accelera drammaticamente nel suo perfido percorso.”

Quanti oggi  vivendo sempre al limite delle proprie risorse  perdono il lavoro trovandosi così catapultati senza prospettive in zone grigie di inesistenza ed invisibilità. I numeri parlano da soli senza bisogno di ulteriori indagini. Il nuovo genere letterario è definito etnofiction. Narrare il presente attraverso certi suoi simboli senza necessità di identificazione. È un modo per far luce su una singola umanità senza la globalità dei numeri che  non permette di comprendere a pieno il singolo individuo. Una storia non reale che racconta la realtà.

Il protagonista, è un funzionario dell’Erario in pensione, una buona pensione di 2000 euro ma il divorzio dalla prima moglie, e dalla seconda lo fanno rimbalzare in assurde situazioni economiche, decide così, essendo proprietario di una vecchia Mercedes, di scegliere la vita del senza fissa dimora per dormire nella sua auto nei viali di Parigi.

Demoni e paure incalzano tra colpi di scena e momenti di leggerezza e di vergogna, il presente da libero pare una opportunità ma la precarietà un macigno senza vie d’uscita.

Da leggere d'un fiato

mercoledì 23 febbraio 2022

Il punto di vista



Direzioni opposte: Guerra- Pace

Angoli opposti, visioni e poteri forti.

Russia e Ucraina. Mentre Putin avanza Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione europea varano le prime sanzioni contro la Russia. Tutti con il fiato sospeso, non sappiamo ora dopo ora come la situazione già drammatica si evolverà.

Leggo e giro lo sguardo, da giorni qui non si parla d'altro.

A Firenze settimana storica, Sindaci e Vescovi del Mediterraneo insieme per Dialoghi su una Visione di Pace, Mediterraneo frontiera di pace, incredibilmente presente anche Minniti ( sic). Si incontrano le più alte cariche dello Stato con il  Pontefice, dibattiti e preghiera per cercare una intesa su La Carta di Firenze, temi duri e visioni complesse ma forse nel dialogo ideato dal grande La Pira qualche miraggio è probabile.

Mi tengo informata per esprimere le mie impressioni ma il dilemma resta, un gigante e un topolino.

Invasa l'Ucraina. Attacco a Kiev. Lanciati 300 missili. Bombardamenti. La paura e i morti tra la gente in fuga.

 Mai tempi furono così azzardati, una guerra  già iniziata e un imponente dibattito sulla pace ...  Sarà una opportunità o una sconvenienza...

Dormo o son desta?

GIANNI RODARI- Promemoria

Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola a mezzogiorno.

Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.

Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio la guerra.

Gianni Rodari nasce a Omegna il 23 ottobre 1920, muore a Roma il 14 aprile 1980, è sepolto a Castiglione della Pescaia dove ha vissuto a lungo trovando nel luogo un'oasi di pace

L'assenza in presenza del Papa ha lasciato molti vuoti colmati in parte conferendo una laica sacralità al presidio contro la guerra in piazza della Signoria, molte presenze e parole interessanti a vario titolo. Diciamo un palco non troppo retorico con promesse di aiuti ed assistenza alla popolazione ucraina colpita duramente dal folle
 attacco putiniano, il gemellaggio di Firenze con Kiev siglato anni fa servirà come vincolo di significato in questo straziante momento.  

lunedì 21 febbraio 2022

Nessun Dorma

 

Nessun dorma con cui ci siamo lasciati mi suggerisce di raccontarvi una storia avvincente in una lontana Pechino. Una fiaba imperdibile.
Oggi più che mai abbiamo bisgno di fiabe, i drammi in corso, non ultima la guerra  non sono certo di intensità e drammaticità minore rispetto a quelli narrati nelle storie surreali, manca però quasi sempre quel lieto fine che solleva e riscatta.

Dalla Turandot di Puccini
Nessun dorma! Nessun dorma!

Tu pure, oh Principessa
Nella tua fredda stanza
Guardi le stelle che tremano d'amore
E di speranza

Ma il mio mistero è chiuso in me
Il nome mio nessun saprà
No, no, sulla tua bocca lo dirò
Quando la luce splenderà

Ed il mio bacio scioglierà il silenzio
Che ti fa mia

Dilegua, oh notte
Tramontate, stelle
Tramontate, stelle
All'alba vincerò
Vincerò
Vincerò

Nessun dorma,  celeberrima romanza  per tenore della Turandot di Giacomo Puccini, avvincente e struggente è considerata come una tra le più grandi romanze della storia della musica.

 A Pechino la notte è rotta dal grido di Calaf all'inizio del terzo atto. Il principe dal nome sconosciuto è in attesa del verdetto della  principessa dopo aver superato le tre prove previste per averla in sposa. Tante teste di pretendenti sono cadute, tutti crudelmente uccisi per non aver saputo rispondere.

 In un sospiro di  solitudine, il "Principe ignoto" attende il sorgere del giorno, quando potrà conquistare  il cuore di Turandot, la terribile principessa di ghiaccio.

Una fiaba tra amore e morte

A Pechino, al tempo delle favole, vive Turandot, bellissima principessa dal cuore di ghiaccio. Molti principi chiedono la sua mano, ma la principessa sottopone tutti ad una terribile prova e aimè chi non risolve tre enigmi difficilissimi avrà la testa mozzata. Il principe Calaf, figlio del re dei Tartari, a Pechino incontra casualmente suo padre Timur, arrivato lì dopo un lungo esilio; con lui c’è  Liù, fidata schiava. Il principe, per non correre rischi, raccomanda loro di tenere segreta la sua identità. Calaf rimane talmente affascinato dalla stessa ferocia di Turandot da voler tentare la prova degli enigmi; i dignitari imperiali PingPong e Pang lo sconsigliano  dalla rischiosa impresa, anche il padre e Liù lo supplicano di rinunciare, ma il principe non demorde. Il giorno seguente Calaf risolve  gli enigmi:  

Straniero, ascolta! “Nella cupa notte
vola un fantasma iridescente.
Sale e dispiega l’ale
sulla nera infinita umanità!…

Turandot propone  il primo indovinello; il principe lo indovina la speranza; ecco  il secondo; anche questo viene risolto il sangue. Turandot innervosita  recita il terzo, il principe appare  in difficoltà. Turandot si sente vincitrice; dopo qualche incertezza il principe risolve anche il terzo enigma: la soluzione è proprio ‘Turandot‘. La folla esulta.

 Calaf non vuole tuttavia sposare Turandot contro la sua volontà, perciò le offre una scappatoia: se lei riuscirà a indovinare il suo nome prima dell’alba, potrà condannarlo a morte. Turandot quella notte ordina che nessuna dorma a Pechino prima di aver scoperto il nome dello straniero: le sue guardie bussano di porta in porta per scoprire il nome del principe. Alla fine trovano Timur e Liù, e li conducono di fronte a Turandot; Liù canta il suo amore segreto:

Tanto amore, segreto,
inconfessato,
grande così che questi strazi son
dolcezze per me,
perché ne faccio dono
al mio Signore…

Per salvare Timur, Liù dichiara di essere l’unica a conoscere il nome dello straniero che segretamente ama ma che non lo rivelerà mai. 

La schiava torturata, per amore, temendo di svelare il  segreto, si uccide con una spada:

Tu che di gel sei cinta,
da tanta fiamma vinta,
l’amerai anche tu!…
Prima di questa aurora
io chiudo stanca gli occhi,
perché Egli vinca ancora…
Per non vederlo più!…

 Mentre tutti piangono la sua morte, dopo il corteo funebre Calaf, rimasto solo con Turandot, la affronta con fermezza:

Principessa di morte!…
Principessa di gelo!
Dal tuo tragico cielo
scendi giù sulla terra!…

finché con un bacio non riesce finalmente  a sciogliere il suo cuore di ghiaccio. Ormai è l’alba del nuovo giorno quando Calaf  le rivela il suo nome, mettendo la sua vita nelle sue mani. Davanti all’imperatore suo padre e alla folla esultante, Turandot dichiara che il nome dello straniero è ‘Amore’, e lo abbraccia …

Fine della Fiaba

Per i curiosi ecco i tre enigmi

Turandot
Straniero, ascolta! “Nella cupa notte
vola un fantasma iridescente.
Sale e dispiega l’ale
sulla nera infinita umanità!
Tutto il mondo l’invoca
e tutto il mondo l’implora!
Ma il fantasma sparisce coll’aurora
per rinascere nel cuore!
Ed ogni notte nasce
ed ogni giorno muore!” ( di grande attualità e intensità)

Il principe
Sì! Rinasce! Rinasce e in esultanza
mi porta via con sé, Turandot: la speranza!

I sapienti
(aprono ritmicamente il primo rotolo)
La speranza! La speranza! La speranza!

Turandot
(declamato, con ira)
Sì! La speranza che delude sempre!
(Turandot scende alla metà
della scala nervosamente.)

“Guizza al pari di fiamma, e non è fiamma!
È talvolta delirio! È febbre
d’impeto e ardore!
L’inerzia lo tramuta in un languore!
Se ti perdi o trapassi, si raffredda!
Se sogni la conquista, avvampa!…
Ha una voce che trepido tu ascolti,
e del tramonto il vivido baglior!”

L’imperatore
Non perderti, straniero!

La folla
È per la vita! Parla!

Liù
È per l’amore!

Il principe
Sì, principessa! Avvampa e insieme langue,
se tu mi guardi, nelle vene: il sangue!

I sapienti
(aprendo il secondo rotolo)
Il sangue! Il sangue! Il sangue!

La folla
Coraggio, scioglitore degli enigmi!

Turandot
(additando la folla alle guardie)
Percuotete quei vili!
(Scende dalla scala. Si china sul principe
che cade in ginocchio; con maggior forza)

“Gelo che ti dà foco e dal tuo foco
più gelo prende! Candida ed oscura!
Se libero ti vuol, ti fa più servo!
Se per servo t’accetta, ti fa Re!”
(Il principe non respira più. Turandot è su lui,
corre come sulla sua preda, e sogghigna.)

Su, straniero! Ti sbianca la paura!
E ti senti perduto! – Su, straniero,
il gelo che dà foco, che cos’è?

Il principe
(balza in piedi; con forza, esclama:)
La mia vittoria ormai t’ha data a me!
Il mio foco ti sgela: Turandot!

I sapienti
(aprendo il terzo rotolo)
Turandot! Turandot! Turandot!

 Amore e coraggio, passione e sofferenza, tragedia e lieto fine, nulla ci è risparmiato. 

mercoledì 16 febbraio 2022

Dormo o son desta

 

la bella e scaltra Arianna


Svegliarsi con una mancanza di voglia reattiva, guardare senza voler vedere e impigrirsi nel letto con vesti più modeste rispetto alla Dea.

Cosa fare? Custodirsi in primis, colazione energetica e vitaminica, qualche esercizio sfiorando pensieri positivi e dare vita a qualche cosa, una attività creativa, un aiuto sincero, un impegno rimandato da tempo.

Cogliere il giorno perché domani non si sa. 

Ricetta del buonumore:

immancabile un caffè caldo da sorseggiare con piacere in una fine tazzina di porcellana

Spremuta di arance e qualche biscotto integrale o cereali con frutta secca e semi tuffati in  un bianco yogurt in coppa di vetro

alzare le braccia e distendersi con forza in allungamento, come ad afferrare le nuvole

qualche piegamento e via, doccia, e abbigliamento confortevole ma curato,

 una bella lettura, lo sguardo fiero fuori, si parte, oggi è oggi 

 chi vuol esser lieto sia di doman non c'è certezza.

Visto che siamo senza più mascherine ma in periodo di maschere approfittiamone per rileggere con leggerezza questa Canzone scritta appunto per festeggiare il Carnevale che descrive sfilate e carri di argomento mitologico con personaggi come Bacco dio del vino e Arianna, principessa di Creta, sposa di Dionisio, donna scaltra e determinata. Proverbiale il filo di Arianna, stratagemma offerto a Teseo per uscire dal Labirinto. Il filo di Arianna può aiutarci a non perderci nei nostri labirinti interiori.

Il canto è composto da 60 versi ottonari ( accento principale sulla settima sillaba, conferisce un ritmo cantalenante  è usato infatti spesso nelle filastrocche) riuniti in 7 strofe di 8 versi con rime che conferiscono una facile musicalità corale.

Lorenzo di Piero de' Medici, detto il Magnifico, è stato signore di Firenze dal 1469 alla morte, il terzo della dinastia. È stato anche uno scrittore, mecenate, poeta e umanista, uno dei più significativi uomini politici del Rinascimento, sia per aver incarnato l'ideale del principe umanista, sia per l'oculata gestione del potere. 

Trionfo di Bacco e Arianna  (del 1490,Tratto da Canti Carnascialeschi) 

Quant’è bella giovinezza,

che si fugge tuttavia!

chi vuol esser lieto, sia:

di doman non c’è certezza.

 

Quest’è Bacco e Arïanna,

belli, e l’un dell’altro ardenti:

perché ’l tempo fugge e inganna,

sempre insieme stan contenti.

Queste ninfe ed altre genti

sono allegre tuttavia.

Chi vuol esser lieto, sia:

di doman non c’è certezza.

 

Questi lieti satiretti,

delle ninfe innamorati,

per caverne e per boschetti

han lor posto cento agguati;

or da Bacco riscaldati

ballon, salton tuttavia.

Chi vuol esser lieto, sia

di doman non c’è certezza.

 

Queste ninfe anche hanno caro

da lor essere ingannate:

non può fare a Amor riparo

se non gente rozze e ingrate:

ora, insieme mescolate,

suonon, canton tuttavia.

Chi vuol esser lieto, sia:

di doman non c’è certezza.

 

Questa soma, che vien drieto

sopra l’asino, è Sileno:

così vecchio, è ebbro e lieto,

già di carne e d’anni pieno;

se non può star ritto, almeno

ride e gode tuttavia.

Chi vuol esser lieto, sia:

di doman non c’è certezza.

 

Mida vien drieto a costoro:

ciò che tocca oro diventa.

E che giova aver tesoro,

s’altri poi non si contenta?

Che dolcezza vuoi che senta

chi ha sete tuttavia?

Chi vuol esser lieto, sia:

di doman non c’è certezza.

 

Ciascun apra ben gli orecchi,

di doman nessun si paschi;

oggi siam, giovani e vecchi,

lieti ognun, femmine e maschi;

ogni tristo pensier caschi:

facciam festa tuttavia.

Chi vuol esser lieto, sia:

di doman non c’è certezza.

 

Donne e giovinetti amanti,

viva Bacco e viva Amore!

Ciascun suoni, balli e canti!

Arda di dolcezza il core!

Non fatica, non dolore!

Ciò c’ha a esser, convien sia.

Chi vuol esser lieto, sia:

di doman non c’è certezza.

 La corruzione, la mafia, l'illegalità diffusa negli alti poteri dopo 30 anni dall'indagine di Mani Pulite definita Tangentopoli non permette di sperare in tempi migliori, la cosa pubblica troppo spesso in mano a trafficanti invece che illuminati, i due referendum, quello sull'eutanasia urgente dopo lungo dibattere,  bocciati, Putin che ritira le truppe dopo la guerra annunciata...e non si sa come andrà a finire...   voltiamo il mesto capo e pensiamo un po' a Noi.
Il concetto di Orazio Carpe diem, cogli l'attimo che é l'essenza del Canto, forse da  sfruttare anche se  con moderazione, facciamo tesoro per qualche breve periodo di  questo saggio detto che in certi momenti della vita può essere di aiuto.

Non un invito alla superficialità ma alla sopravvivenza 

lunedì 7 febbraio 2022

A Mamma RAI con gratitudine



Dopo l'indigestione del Festival di Sanremo seguitissimo ed apprezzato dai più e la strepitosa meritata vittoria di Mahmood&Blanco ecco la rivoluzionaria intervista di Fabio Fazio nella sua trasmissione di intrattenimento a Papa Bergoglio. 

Rai 1 e Rai 3 con diversi approcci hanno tenuto banco incollandoci di fronte allo schermo per curiosità o pura vanità, io c'ero anche se sul divano e non in poltrona di prima fila  e posso parlarne, forse questo il peccato veniale.

Serate televisive diverse, una Kermesse ammantata da brillantini, bonarietà e commozione con qualche perla e distinguo di evidenti diversità valoriali e una sobria intervista fino alla deludente ovvietà dei temi affrontati da Fabio Fazio nelle domande rivolte a Papa Francesco che si riscopre ancora una volta umano, semplice e vulnerabile.

 Tante canzoni, molti ospiti.

Ama sulle moderne orme di Pippo Baudo perfetto con uno stile di grande affabilità e le sue eleganti giacche da mago.

La prima e seconda serata scorrono lungamente stente con i colori sgargiati degli abiti in platea, con una ornella Muti spenta oltre gli occhiali un Fiorello come solito animatore, uno Zalone piuttosto deludente ed un improbabile quanto lento e non rispettoso dei tempi televisivi monologo tra le lacrime di Lorena Cesarini sul razzismo. Andando avanti nei giorni qualche cosa in più si muove, ci desta l'apprezzatissimo Gianluca Gori con l'unicità della sua creatura, Drusilla Foer, ironica, elegante, intelligentemente colta e snob, e che dire di Giovanotti, forte, simpatico, credibile, sempre al passo con i tempi e di  Marco Mengoni bravo da brividi con L'essenziale. Nella finale colpisce la genuinità spontanea e competente della bella Ferilli, il suo nonmonologo, " non sono qui per parlare di temi, perché la presenza mia deve per forza essere legata ad un problema grosso, cosmico... Io sto qua per il mio lavoro, le mie scelte, la cosa migliore che mi poteva accompagnare su questo palco è la mia storia". Nella semplicità geniale e come sempre nel suo dire romanesco e nella sua presenza e bellezzza ( la bellezza capita, è vero, ma ce se lavora pure parecchio) una presenza discreta senza necessità di spacchi e scollature vertiginose ma di significato sul palco. Classifica pienamente condivisa.

 Non ci eravamo ancora ripresi dalle lunghe e impegnative serate in diretta che nella prima domenica di febbraio ci è stato offerto un ripasso di testi e personaggi sempre sul palco del maestoso Ariston con la padrona indefessa del canale televisivo, Zia Mara, ormai la bionda, si fa per dire, zietta d'Italia, spontanea e populista nella sua accattivante e sorridente generosa genuinità ( poi che ci sarà tanto da ridere sempre?) Dopo lo Speciale siamo arrivati a sera stremati da parole d'amore, ovvietà, battibecchi e la noia dei soliti noti e inutili opinionisti, vedi la Parietti.

Una pizza veloce per cena perché ad attenderci c'è incredibilmente sua Santità il Papa.

 


Buonasera e grazie di questo incontro. Mi piace tanto. 

Ci spiazza da subito

 Fazio visibilmente arrossato e commosso incalza con domande semplici poste con lodevole sapiente umiltà e Sua Santità risponde come Uno di noi affrontando in modo serafico tematiche gigantesche con linguaggio piano e semplice e una maestria di apparente ingenuità come solo Lui sa fare.

Abbracciare la sofferenza, toccare con mano le difficoltà di molti, il male assoluto la guerra, un controsenso della Creazione, il costo delle armi che permetterebbe di risolvere tutti i problemi di fame,  sottosviluppo e mancata scolarizzazione, i bambini...

 In collegamento dalla Residenza di Casa Santa Marta in Vaticano risponde in modo rasserenante alle questioni poste,  i migranti che vanno sempre accolti e la cultura dell'indifferenza, i poveri e la necessità di toccare il dolore dell'altro, i problemi divisi in due categorie, la mondanità spirituale, l'ascolto dei giovani, la violenza, i danni causati dal chiacchericcio...

Una intervista al Pontefice vale da sola una carriera, ma le domande sono sembrate poco incisive, un'occasione grande di ascolto da record in parte persa rispetto alle aspettative di incalzare su tanti temi specifici primo fra tutti corruzione e pedofilia.

La Domenica faticosamente è andata ma abbiamo tutta la settimana per metabolizzare, argomentare, i temi non mancano, con un piede fuori dalla crisi pandemica possiamo ragionare su Iva Zanicchi, (grande in ogni senso, se fosse stata a riposarsi forse meglio) su Rettore (magra anoressica ma ancora Pop alla grande) sulla levità artificiale di Orietta Berti ( ci è o ci fa?) su abiti improbabili ma di alta moda, su cinguettii, gridi accorati e miagolii che impediscono di comprendere i testi canori, sulle diverse musicalità, sul valore magico dell'orchestra e sulle grandi questioni del mondo in un'etica tutta da rispolverare.

Soddisfatti ora che abbiamo di che dibattere per giorni e giorni ci accasciamo finalmente. E se domani e sottolineo se...(che  nostalgia di Mina) Di  Maio ci concederà nuove rivelazioni  andremo oltre.

 Diamo ragione comunque alla saggezza della verace Sabrina  che sul grandioso palco dell'Ariston lascia il segno citando Calvino: 

"In  tempi così pesanti bisogna saper planare sulle cose con il cuore senza macigni e perché la leggerezza non è superficialità."

 ITALO CALVINO, Lezioni americane, 1988

Prendete la vita con leggerezza. Che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall'alto, non avere macigni sul cuore. [...] La leggerezza per me si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l'abbandono al caso. Paul Valéry ha detto: Il faut etre léger comme l'oiseau, et non comme la plume [ndr  Si deve essere leggeri come l'uccello che vola, e non come la piuma].

Per chi invece vuol dilettarsi con lo sport a livello mondiale su RAI sport ci sono i XXIV Giochi olimpici invernali, Pechino 2022, che si stanno svolgendo a Pechino, capitale della Cina, fino al  al 20 febbraio 2022. 

L’Italia partecipa con 121 atleti, 73 uomini e 48 donne che si cimentano in 14 discipline. Carolina Kostner portabandiera alla chiusura si spera con molti meritati atleti premiati e intanto ancora  due magnifiche donne con oro e argento, evvai!