domenica 31 gennaio 2021

Oggi come Ieri

  


  Le vite che non valgono

Bosnia - Croazia

Leggiamo del gioco, eufemismo terribile, The Game, che obbliga i migranti ad aspettare la notte per provare con mille rischi ad attraversare la debole linea di confine  tra l'Unione europea e la Bosnia, a costo della vita, per quel che vale,  nella speranza di arrivare oltre la linea fatidica per richiedere lo Stato di Rifugiato. Respinti senza pietà, nella neve, picchiati e derubati di soldi e cellulare che troppo spesso risultano sequestrati dalla Polizia senza alcuna riserva... 

Pietro Bartolo insieme ad altri parlamentari europei ne fa un drammatico resoconto tutto da leggere.

Grecia

Oggi 31 gennaio abbiamo saputo da Maria Stella, che un furgone  con aiuti di vario genere partirà passando da Borgo alla volta di Lesbo. Si tratta di una iniziativa informale portata avanti da 2 volontari di Mani per resistere, una dei quali abbiamo conosciuto in altre occasioni informative sulla drammatica situazione; vogliono portare farmaci, viveri, coperte, abbigliamento e materiali di vario tipo che possano aiutare la sopravvivenza nel campo. 

All'ultimo tuffo dopo aver saputo solo da 12 ore ci siamo attivati e non solo Noi, abbiamo cercato di collaborare come Banca del Tempo Mugello cercando di acquistare qualche scatola di farmaci e poco altro. Sollecitato l'aiuto non sono mancate risposte.

Si resta inermi e sgomenti, increduli di fronte a questi disastri umanitari.

Quando la vita non vale nulla, come è possibile ancora ignorare che oltre 8 mila bambini con donne e uomini vivono reclusi in condizioni disumane nel nuovo campo temporaneo di Lesbo?

Una domanda retorica, la situazione ad oggi sappiamo essere ancora peggiore di quelle in cui disumanamente già vivevano nel campo di Moria distrutto l’8 settembre in un incendio.

Atroce e avvilente pensare che dai nostri simili arrivino i mali peggiori.

Poco se ne parla ma da alcune Associazioni Umanitarie il grido di allarme è agghiacciante.

Mentre nuovi poveri non intravedono un futuro e la pandemia rallenta ma non si ferma migliaia di persone abbandonate dall’Europa sopravvivono senza acqua in tende precarie in un gelo tremendo, prive di servizi igienici, usando spesso l’acqua ghiaccia e salata del mare per lavarsi e campando di stenti con quantità di cibo insufficienti, pasti modestissimi, insufficienti, distribuiti spesso una volta al giorno. 

Siamo in Europa? Certo che si...

https://www.savethechildren.it/blog-notizie/minori-migranti-bosnia-decine-senza-protezione


La malvagità umana come l’abbandono alimentano i rischi di violenza per donne e bambini, una situazione inaccettabile.

Il 27  Gennaio 2021 abbiamo celebrato come si celebra ogni anno dal 2000 Il Giorno della Memoria, un doveroso ricordo per chi subì ogni forma di atrocità.

 Il 27 Gennaio 1945 è il giorno in cui, al termine della seconda Guerra Mondiale, vennero abbattuti i cancelli di  Auschwitz  dalla sessantesima armata dell’esercito sovietico. Occhi attoniti di militari si stupirono di fronte all’orrore puro.

Questo giorno così necessario da ricordare con studio e approfondimenti deve ricondurci attraverso il passato ad una lettura del presente, soprattutto quello scomodo di cui si tace; le vicende odierne dei campi di profughi non vorremmo che diventassero in un recente futuro solamente nuovi tristi giorni di celebrazione.

Legge 20 luglio 2000, n. 211

"Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti"

pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 177 del 31 luglio 2000

Art. 1.

1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

Art. 2.

1. In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinchè simili eventi non possano mai più accadere.

sabato 23 gennaio 2021

Oggi più di Ieri



Oggi più di ieri la nostra inclinazione alla socialità e alla bellezza va coltivata e curata come un prezioso orticello che ci potrà regalare frutti sani e di grande nutrimento.
 Niente avviene per caso, ricordiamolo.
Usciamo con la dovuta prudenza, la tana protegge ma non aiuta, insidiosi stati d'animo si impossessano della mente senza scampo creando momenti di ansia e di panico, allora usciamo, respiriamo ammirando quello che ci siamo persi in passato, oppure che vogliamo riprendere, ripassare come studenti alla vigilia di un esame. Recuperiamo e potenziamo la nostra capacità di osservare e di cogliere dettagli e particolari superbi di quella realtà che circondandandoci sembra scontata.
 Esercitiamo con fermezza questa gratuita abilità:

 RICONOSCERE

 Se proviamo ad impegnarci nell'arte del ricordo seppur vicino ci accorgeremo che ci resta piuttosto difficile descrivere  nel dettaglio le vie che pecorriamo ogni giorno, la conoscenza è sommaria e globale, se scendiamo nei dettagli  ci perdiamo. Passato l'angolo della miastrada o nella stessa cosa incontro? 
Uno dietro l'altro provo ad indicare negozi, portoni, esercizi che con fatica riuscirò a mettere al loro posto. Eppure ogni giorno percorriamo la stessa strada.
 Restiamo increduli per la scarsa capacità di memorizzare il susseguirsi di piccole tante cose a noi così familiari ma poi sconosciute, da riconoscere con stupore.
Provare per credere, la precisione ed i particolari ci sfuggono, catturiamoli per sorprenderci. 
Costruiamo con la magia di un rito giornaliero il nostro percorso tra reale e virtuale, girelliamo curiosi come pellegrini senza meta, sostiamo per ammirare gli elementi particolari non sempre trascurabili, catturiamo tra la consuetudine e la novità piccole storie appassionanti, disegniamo con gli occhi e fotografiamo con le mani libere in un viaggio turistico magari di pochi chilometri ma emozionante nella commozione straordinaria della ordinaria scoperta.





La precarietà del momento non sostiene un'ottica positiva, purtroppo oggi la vita va avanti così.
Serrande abbassate, disoccupazione giovanile e nuova instabilità alle porte, salari bassi e dilagante demoralizzazione, lavoro comunque sempre più provvisorio e incerto e la povertà che aumenta cosi come una ristretta ma ingente ricchezza troppo spesso frutto di speculazioni e malaffare.
 I progetti di molti giovani divenuti proibitivi, noi vecchi pensionati ancora disponibili con le nostre solide entrate, poche ma certe, a sostenere come possiamo sogni e desideri che troppo spesso saranno costretti a restare nel cassetto, prospettive in sfumature di grigio londra verso il cupo nero.

Dobbiamo pero essere fiduciosi: l'inclinazione umana alla bellezza ed alla socialità saprà essere salvifica per molti se non per tutti.
 Basterebbe saper riconoscere chi e cosa in mezzo all'inferno non è inferno e farlo durare e dargli spazio.

«L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà:
se ce n’è uno è quello che è già qui,
l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiano stando insieme.

Due modi ci sono per non soffrirne.

Il primo riesce facile a molti:
accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.

Il secondo è rischioso ed esige attenzione e approfondimento continui:
cercare e saper riconoscere che e che cosa,
in mezzo all’inferno,
non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio».


Italo CalvinoLe città invisibili, Einaudi, 1972

Una lettura non sempre lineare ma sicuramente sorprendente



sabato 9 gennaio 2021

Sentirsi vecchi


Sentirsi vecchi nel tempo della pandemia crea disagi ulteriori.

La condizione di  vecchio è narrata in modo sublime nel testo "Spalle al muro" da quel gran paroliere, chansonnier istrionico e sublime che è Renato Zero, ascoltare i suoi versi ammutolisce per l'efficace trasmissione così concreta di sensazioni e stati d'animo tanto realistici. 

Oggi più che mai in tempo di Covid la situazione degli anziani tanto inutili quanto si diceva preziosi si colora di tinte grige, in un anno migliaia di teste canute sparite senza addii, ancora centinaia al giorno solo perché più vulnerabili, una devastante perdita che si soppesa spesso giustificandola con valori utilitaristici: vecchi equivale a peso familiare, fardello sociale, costi non motivati, scarsi consumi, inadeguatezza ai tempi attuali ed ai loro ritmi, vite improduttive, in una parola  superflui.

La nostra società non può essere così vecchia

Il periodo in cui la saggezza dei nostri amati anziani era basilare per intraprendere la vita in autonomia sembra lontano anni luce. I ritmi moderni e la tecnologia che non avanza ma travolge e polverizza,  condizionano il pensiero nella direzione dell'ottimizzazione che non concede nulla a chi ha speso una vita sudandosela ed oggi si sente fuoriluogo e fuori tempo affetto da nostagia e malinconia cronica nonostante i residui di vitalità che potrebbero e dovrebbero essere sostenuti e potenziati.

Inutili e soli, raggiunti da frettolose telefonate che spesso sovraccaricano emotivamente dando forma a fantasmi ansiogeni che si aggirano nelle notti di veglia.

Non ci si può aspettare altro da una società che non sostiene i giovani, che non garantisce studio e lavoro, da una politica improvvisata  che produce ogni giorno nuovi poveri e grandi ricchi in una forbice iniqua sempre più allargata.

 Il posto dei vecchi è marginale e non può essere che cosi.
 

mercoledì 6 gennaio 2021

La Befana

 

 


Oggi 6 gennaio 2021

C’è veramente qualche cosa da festeggiare?

 I Re Magi e la Befana. L’adorazione di Gesù, l’oro, l’incenso e la mirra. I dolci nelle ricche calze portati ai bambini dalla brutta vecchietta che vola su una scopa. 

 Meglio di no visto che la pandemia ci ha resi grassi pallati  bambini compresi e che dei Magi non se ne vede l'ombra.

L’Epifania è una ricorrenza cristiana che  arriva 12 giorni dopo il Natale e pone fine alle feste

Non ci siamo accorti delle Feste eccetto che per il troppo cibo compensativo e un'ansia da colore che ci attanaglia ancora 

l'Epifania è la festa della rivelazione di Gesù come Dio in terra. (Epifania in greco significa "apparizione") la Chiesa cattolica celebra l’adorazione dei Magi arrivati da Oriente con i loro doni a rendere omaggio alla nascita del bambino Gesù.

Oggi l’unico dono sacro atteso è il dio vaccino con tutte le narrazioni delle problematiche che lo circondano ma anche tanto carbone per chi non rispetta le regole

I presunti Re erano in verità Magi, uomini saggi e indovini che studiavano gli astri. Non  è dato sapere quanti fossero né se seguissero veramente la stella cometa, si narra che portassero doni preziosi al nuovo nato Gesù, l'oro, simbolo di regalità, l’incenso, per l’aspetto divino, e la mirra, resina utilizzata nell’antico Egitto per le imbalsamazioni, brutto presagio.

Oggi riteniamo che i nostri Magi siano il personale medico insieme ai preziosi infermieri con le loro Cure ed Attenzioni

Il nome befana, la vecchietta tanto cara in Toscana, deriva da Epifania, ma la figura della vecchina, che vien di notte con le scarpe tutte rotte. appartiene ad altra tradizione. Si pensa ad una figura popolare italiana che richiama a riti propiziatori pagani legati al solstizio d'inverno e al raccolto del nuovo anno

Questo anno la Befana così poco sentita per zone rosse e distanziamento obbligato diciamo che è andata in pensione, ma con la crisi in corso non si sa se potrà permettersi di tornare nel 2022, ce lo auguriamo? Non so...

lunedì 4 gennaio 2021

Uno sguardo altrove

 






Non vorremmo alzare lo sguardo sui mali del mondo, sulla fame e la sete, sulla malvagità, sulla miseria materiale e morale, sull'aggressività violenta e diffusa
no, non vorremmo

Alziamolo per ammirare un tramonto rosso, per apprezzare un sorriso garbato, una gentilezza inattesa, per guardare un passero volare solitario o un insetto irrigidito sul vetro, alziamolo oltre il male 
per non subire ancora un naufragio

Oggi un raggio di sole ci invita al sorriso oltre il ghigno sarcastico che ci attanaglia e ci immobilizza
raccogliamo le forze per guardare oltre il nostro naso 
per vedere Altro e gli Altri

venerdì 1 gennaio 2021

Anno nuovo 2021

 



GIANNI RODARI

 Filastrocche in cielo e in terra  Torino, Einaudi 1960

"Indovinami, Indovino,
tu che leggi nel destino:
l'anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà?"

"Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un Carnevale e un Ferragosto
e il giorno dopo del lunedì
sarà sempre un martedì.

Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell'anno nuovo:
per il resto anche quest'anno
sarà come gli uomini lo faranno!"

Una verità inconfutabile questa, gli uomini sono il motore di una terra malridotta, di eventi catastrofici come di stupende avventure, auguri a tutte/i per un anno migliore