la bella e scaltra Arianna |
Svegliarsi con una mancanza di voglia reattiva, guardare senza voler vedere e impigrirsi nel letto con vesti più modeste rispetto alla Dea.
Cosa fare? Custodirsi in primis, colazione energetica e vitaminica, qualche esercizio sfiorando pensieri positivi e dare vita a qualche cosa, una attività creativa, un aiuto sincero, un impegno rimandato da tempo.
Cogliere il giorno perché domani non si sa.
Ricetta del buonumore:
immancabile un caffè caldo da sorseggiare con piacere in una fine tazzina di porcellana
Spremuta di arance e qualche biscotto integrale o cereali con frutta secca e semi tuffati in un bianco yogurt in coppa di vetro
alzare le braccia e distendersi con forza in allungamento, come ad afferrare le nuvole
qualche piegamento e via, doccia, e abbigliamento confortevole ma curato,
una bella lettura, lo sguardo fiero fuori, si parte, oggi è oggi
chi vuol esser lieto sia di doman non c'è certezza.
Visto che siamo senza più mascherine ma in periodo di maschere approfittiamone per rileggere con leggerezza questa Canzone scritta appunto per festeggiare il Carnevale che descrive sfilate e carri di argomento mitologico con personaggi come Bacco dio del vino e Arianna, principessa di Creta, sposa di Dionisio, donna scaltra e determinata. Proverbiale il filo di Arianna, stratagemma offerto a Teseo per uscire dal Labirinto. Il filo di Arianna può aiutarci a non perderci nei nostri labirinti interiori.
Il canto è composto da 60 versi ottonari ( accento principale sulla settima sillaba, conferisce un ritmo cantalenante è usato infatti spesso nelle filastrocche) riuniti in 7 strofe di 8 versi con rime che conferiscono una facile musicalità corale.
Lorenzo di
Piero de' Medici, detto il
Magnifico, è stato signore di Firenze dal 1469 alla morte, il terzo della
dinastia. È stato anche uno scrittore, mecenate, poeta e umanista, uno dei più
significativi uomini politici del Rinascimento, sia per aver incarnato l'ideale
del principe umanista, sia per l'oculata gestione del potere.
Trionfo di Bacco e Arianna (del 1490,Tratto da Canti Carnascialeschi)
Quant’è bella
giovinezza,
che si fugge
tuttavia!
chi vuol esser
lieto, sia:
di doman non c’è
certezza.
Quest’è Bacco e
Arïanna,
belli, e l’un
dell’altro ardenti:
perché ’l tempo
fugge e inganna,
sempre insieme stan
contenti.
Queste ninfe ed
altre genti
sono allegre
tuttavia.
Chi vuol esser
lieto, sia:
di doman non c’è
certezza.
Questi lieti
satiretti,
delle ninfe
innamorati,
per caverne e per
boschetti
han lor posto cento
agguati;
or da Bacco
riscaldati
ballon, salton
tuttavia.
Chi vuol esser
lieto, sia
di doman non c’è
certezza.
Queste ninfe anche
hanno caro
da lor essere
ingannate:
non può fare a Amor
riparo
se non gente rozze
e ingrate:
ora, insieme
mescolate,
suonon, canton
tuttavia.
Chi vuol esser
lieto, sia:
di doman non c’è
certezza.
Questa soma, che
vien drieto
sopra l’asino, è
Sileno:
così vecchio, è
ebbro e lieto,
già di carne e
d’anni pieno;
se non può star
ritto, almeno
ride e gode
tuttavia.
Chi vuol esser
lieto, sia:
di doman non c’è
certezza.
Mida vien drieto a
costoro:
ciò che tocca oro
diventa.
E che giova aver
tesoro,
s’altri poi non si
contenta?
Che dolcezza vuoi
che senta
chi ha sete
tuttavia?
Chi vuol esser
lieto, sia:
di doman non c’è
certezza.
Ciascun apra ben gli orecchi,
di doman nessun si paschi;
oggi siam, giovani e vecchi,
lieti ognun, femmine e maschi;
ogni tristo pensier caschi:
facciam festa tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Donne e giovinetti amanti,
viva Bacco e viva Amore!
Ciascun suoni, balli e canti!
Arda di dolcezza il core!
Non fatica, non dolore!
Ciò c’ha a esser, convien sia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Non un invito alla superficialità ma alla sopravvivenza
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