Dono inatteso che pareva lontano ma i mesi passano in fretta ed è arrivato il momento di partire con mio figlio Francesco, ansia per i bagagli e le aspettative, il 10-11-2024 si vola mentre un sogno si sta per realizzare. Firenze Roma e poi Dehli, arrivo verso le 2 di notte. aereoporto moderno ed efficiente, pulitissimo e non affollato. Ci attende Sonu, con due corone di fiori augurali di benvenuto, il nostro fedele autista, discreto che ci accompagnerà per tutto il viaggio.Mattinata in giro tra le caotiche strade in visita ai vari monumenti, sorpresi dalle tante persone alla Porta dell'India, luogo iconico evidentemente per farsi fotografare da un turismo prevalentemente indiano. Stupiti dal brulicare di persone e di banchi nel Chandini Chowk Area, uno dei più affollati mercati dell'Antica Delhi ci rechiamo a visitare l'imponente complesso Mausoleo con la suggestiva tomba di Isa Khant circondata da una vasta aerea di giardini; a seguire tour con incursione rispettosa al memoriale di Gandhi affollato di scolaresche in divise perfette che stupite della nostra presenza ci chiedono curiosi e vogliono stringerci le mani. I viali intorno ai palazzi del potere e ambasciate molto ben tenuti e supersorvegliati.
Ammaliati dai meravigliosi banchi di frutta e verdura, dal rumore assordante, abbiamo cenato su una sorprendente terrazza affacciata sopra un grande bazar, al Bistrot 55 Roof Toop, dall'alto una visione incredibile e multicolor, cena deliziosa e acquisto di due shari ad ottimo prezzo. in una scelta complessa perché notevole.
Accecati da tante luci e colori, sopraffatti dal frastuono si riparte per Mandawa, città ottocentesca dei ricchi mercanti. Le Haveli che la caratterizzano sono tutte residenze introverse molto belle, alcune decadenti altre in restauro per diventare hotel come il nostro bellissimo albergo, cena su una centrale terrazza che tradisce le aspettative mentre sono in corso fuochi dopo un coreografico corteo nuziale.
Tanta strada connotata da fitti mercati e mucche girovaganti per giungere ad Ajmer, visita alla città ed alla moschea Lakhan Kothri a cui si accede da un'ampia scalinata affollatissima. Ajmer è una destinazione popolare tra gli indiani, centro di pellegrinaggio per induisti e musulmani, famosa anche per la fiera dei cammelli. Il Tempio musulmano molto grande, una spianata color ruggine di architettura indo-islamica sormontata da strane contorte colonne, tutti vogliono fotografarsi con noi, ne siamo lusingati ancora una volta e meravigliati. Dopo una lunga passeggiata lungo il lago Ana Sagar alla ricerca di una sosta rifocillante, l'acquisto di maschere scaccia malocchio ad un grande popolare banco di terracotte e una notte di rposo in una curiosa struttura che ospita una clinica dentale si riparte per Pushkar, cittadina sacra ricca di templi e bazar sulle rive del lago, i ghat che si affacciano con gradinate sulle acque sono le discese dove i fedeli sostano per bagnarsi, tantissime persone. Folla ovunque, sorprendenti i colori, gli abiti, la religiosità tra sacro e profano e l'affabilità dei pellegrini. Si pranza su una terrazza vista lago al primo piano di uno dei tanti edifici colorati e a malincuore ci si avvia tra un susseguirsi di bancarelle e negozietti che vendono di tutto e ci catturano senza sosta per raggiungere il nostro autista. e l'auto sul cui cruscotto troneggia Ganesh.
Si riparte per la visita di Forte Amber, una straordinaria fortezza circondata da mura dopo aver passato il Man Sagar lake, lago artificiale con al centro una sorprendente immane residenza.
La visita al Forte, nella città di Amer prevede una ripida salita per raggiungerlo, molto imponente in arenaria rossa e marmo con tante porte e innumerevoli viottoli domina il lago Maota, il palazzo che lo caratterizza è su 4 livelli con cortili, interessanti le sale delle udienze pubbliche e private.
Arriviamo a Jaipur, la capitale del Rajastan, dopo un breve viaggio e sosta per degustare il buon tè masala chai nei tipici bicchierini di cotto usa e getta ( un vero peccato gettarli così); la città ricca di monumenti tra cui un sorprendente antico osservatorio astronomico all'aria aperta, il Jantar Mantar e il City Palace, tuttora residenza del Maharaja della città, enorme complesso con molti cortili, due musei ed una armeria molto assortita con spade e sciabole lunghissime oltre a costumi sorprendenti.
L'hotel che ci ospita per due notti è una villetta coloniale con un giardino curatissimo e ricco di piante lussureggianti, subito fuori dal centro vicino alla stazione degli autobus, un luogo molto rilassante e gradevole con foto storiche di famiglia. Il cibo di strada attrae, lunghe file di venditori con i loro banchi prfumati dalle molteplici vivande, forme diverse, fritture formidabili, ci lasciamo tentare assaggiando qua e là nocciole tostate, fagottini di verdure, palline con brodo, acquistiamo qualche frutto, ottima l'annona, passione di Francesco, che degustiamo più volte.
Ripartiamo verso Agra, visitando il tempio delle scimmie, Galtaji Monkei che ci accoglie dopo un breve tragitto con le suggestioni del luogo di pellegrinaggio indù ricco di acque sorgive sacre in cui si bagnano i fedeli e giocano saltando e tuffandosi tante scimmiette deliziose e divertenti. Non smettiamo di ridere al vedere anche le più piccole tuffarsi con tanto slancio, rifocilliamo qualche vitello più magro per lasciare la grande struttura rocciosa a malincuore pensando di raggiungere Agra e visitare il Fatehpur Sikri esempio di città murata moghul, enorme e abbandonata, sorprendente tra solenni aquile che sorvolano il cielo azzurro, allegri pappagallini e curiosi scoiattoli che cerchiamo di avvicinare divertiti.
Gli ultimi giorni sono dedicati alla città
Si raggiunge Agra Fort anch'esso patrimonio dell'umanità dell'Unesco, una fortezza di arenaria rossa, mastodontica e magnifica, dopo la lunga visita giro per bazar e mercato locale di spezie che percorriamo curiosi tra l'allegria dei bimbi a cui compriamo dei giochi. Hotel laterale ad una arteria trafficatissima, via allagata da perdita d'acqua, si sale una rampa accolti da un pappagallo in una struttura con una graziosa terrazza arredata, tante uova in cesta di ferro ed una buona colazione preparata a vista, pane immerso nell'uovo e poi cotto in padella, french toast, gustoso con l'immacabile masala chai. Girovaghiamo nel denso traffico, incontriamo gruppi di donne con abiti fantastici che ci salutano e si fanno fotografare con me, cogliamo al volo l'uscita da un lussuoso Hotel di sposa e damigella regalmente vesite e ci fermiamo a mangiare da un furbastro con un unico braccio che soddisfatto di noi come clienti cattura il resto velocemente trattenendolo come mancia. Siamo in ansia per la visita della mattina successiva sveglia alle 5, invece dormiamo decidendo di prendersela comoda per il clima grigiastro e nuvoloso
Si comprende bene il valore dell'acqua nelle città come nei villaggi, tanti i recipienti di terracotta in grandi cumuli in vendita, cisterne troneggiano su tetti e terrazze, le bottiglie in plastica in vendita ovunque a poco, 100 rupie valgono poco più di 1 euro e ti permettono di comprare diverse cose anche alimentari.
Un inquinamento incredibile ed un caos esasperante di cui però si ha poi subito nostalgia; restano impressi negli occhi monumenti opulenti di dimensioni incredibili e case fatiscenti, tuguri e baraccopoli, bellezza e macerie, spazzatura soprattutto plastica, mucche e cammelli, pappagalli, scimmie e cani che vagano ovunque, ricchezza e povertà vicinissime, bambini fragili e scalzi ma sorridenti, stupende le donne nei loro abiti varipinti, regali nel portamento anche se spazzano le vie o trasportano carichi sulla testa. Marciapiedi sconnessi, e frutta /verdura disposta con un garbo impensabile, tripudio di sfumature colorate, forme svariate e profumi di agrumi. Bello e brutto si mescolano in una offerta sapiente ed esclusiva estremamente affascinante che nella spontaneità dell'insieme ti ammalia con estrema naturalezza e non ti lascia più.
Amore e Perfezione. Dulcis in fundo il Taj Mahal nel suo rigoroso simmetrico splendore candido marmoreo ti stupisce emergendo da una fitta nebbia verso le 9, volevamo essere presenti all'alba ma le condizioni meteo di foschia ce lo hanno impedito, la sensazione di essere di fronte ad un capolavoro colmo di amore e dedizione ci stordisce e ci incanta, non valgono parole per descrivere il Complesso, semplicemente sublime, perfetto, fiabesco, incantevole oltre le aspettative già alte.
Troppe cose da dire, troppi pensieri si sovrappongono tra considerazioni e stupore, ultima notte per poi ripartire annichiliti dalla speciale diversità, da una Dehli paralizzata da smog e traffico, tra gente che comunque sorride e sembra felice. Ceniamo sperimentando il tanto diffuso ristorante per famiglie, a fine pranzo o cena viene sempre portato un vassoio di semi e cristalli di sale il Moldwas che non apprezziamo troppo nonostante sia molto curato.
Tante cose da raccontare ancora, sensazioni, incontri inaspettati, sguardi, mani e vocìo ormai caro e quasi familiare, tutto questo ed altro ancora rimane dentro senza bisogno di aggiungere parole. Nel cuore ci portiamo una modesta e dignitosa famigliola con tre piccoli, una tenera scoperta in una fabbrica di mattoni.
Qui finisce l'avventura con un ronzio nelle orecchie, la meraviglia negli occhi e i profumi indelebili in un ritorno rocambolesco tra Roma e Firenze,.
Grazie Francesco, guida ineccepibile, pianificatore turistico di alto livello, figlio attento e prudente, un impagabile viaggiatore accompagnatore, un autentico guru indiano.