Ancora un Mercoledì 30
dicembre a Borgo S. Lorenzo per ricordare il drammatico bombardamento aereo del 1943, 73 anni fa, in
cui molte persone, oltre 100 persero la vita.
Un pomeriggio gelido ma intenso di
celebrazioni a partire dalle 17 di fronte al Municipio per la partenza
del corteo accompagnato dalla Banda Musicale dell’Associazione Filarmonica “G.
Verdi” e la deposizione di una corona di alloro al Monumento in piazza del
Poggio in onore alle Vittime civili di tutte le guerre.
La celebrazione della S. Messa in memoria dei caduti nella Chiesa del
Santissimo Crocifisso è stato un momento intenso e solenne, evocativo.
Ma la serata si è conclusa con un mirabile, memorabile e toccante concerto al teatro
Giotto che resterà nelle nostre menti e nei nostri cuori.
Si tratta di una pagina drammatica, quella eseguita, lasciata incompiuta dal compositore salisburghese e terminata dall'allievo Franz Xaver Süssmayer su appunti lasciati dal maestro.
Una messa funebre dai
forti toni toccanti per tenere viva e alta la memoria dei cittadini scomparsi durante il secondo conflitto
mondiale.
Nella serata l’esecuzione impareggiabile ha rappresentato con
incanto sublime la drammaticità della
morte e lo sgomento luttuoso nella tragedia.
Volgiamo anche oggi uno sguardo
attento ad ogni guerra con questa sentita pagina musicale che ha fatto vibrare
corde latenti di sentimenti rari spesso coperti dal bisogno di apparire più che
di essere. Riflettiamo sulle guerre e
i bombardamenti attuali che lacerano e distruggono, che uccidono e devastano, un pensiero alla Siria con i suoi bambini, lo sconcerto negli occhi spauriti e increduli di chi con dolore sopravvive allo sfacelo domandandosi Perché.
Grazie, Grazie
Abbiamo
con l’ascolto muto e il religioso silenzio appreso una grande lezione dalla
musica che nutre cuore e mente, la pace è urgente, la morte imposta per mano di
genti ostili un folle gesto, una inutile degenerazione del clima di convivenza civile, un clima che auspichiamo per l’anno in arrivo.
La morte semina morte negli animi dei miseri superstiti, non un invito alla pietà ma a valorizzare la vita per il valore di ogni singolo essere umano e di ciò che lo circonda dalla natura all'arte, dagli animali alle cose care.
La morte semina morte negli animi dei miseri superstiti, non un invito alla pietà ma a valorizzare la vita per il valore di ogni singolo essere umano e di ciò che lo circonda dalla natura all'arte, dagli animali alle cose care.
A tutti buon 2017, quando
la testa si nutre di cosi alti contenuti, quando la musica riempie l’anima,
quando il dono elargito è così alto, generoso e intenso ci sentiamo molto più buoni
Un grande onore essere stata con Voi
Un grande onore essere stata con Voi
mai più |
Come
nasce una musica magica:
Il Conte
Franz von Walsegg zu Stuppach decise di celebrare l'anniversario della morte
della moglie avvenuta il 14 febbraio 1791 commissionando a Mozart un Requiem che
avrebbe voluto far passare per opera sua. Il compositore allettato dalla
proposta economica accettò. Il 1791 per Mozart fu un anno molto impegnato ,il Requiem fu
completato fino al secondo brano, in gran parte abbozzato, e poi lasciato molti
mesi fra le carte che furono ereditate, dopo la morte di Mozart il 5 dicembre
del 1791, dalla moglie Constanze. Fra quelle carte furono rinvenute prove che
il compositore conoscesse il committente.
Tornando
al Requiem, il motivo di tanta trascuratezza nel terminarlo è da
additare dunque ai pressanti impegni, ma non è da tralasciare il fastidio che
Mozart, uomo giustamente orgoglioso e con grande senso della dignità personale,
provasse per il gesto di Walsegg e per il Requiem stesso.
Eppure quest'opera, anche grazie all'ottimo lavoro di propaganda di Constanze,
è diventata uno dei maggiori veicoli della fama di Mozart subito dopo la sua morte.
Negli ultimi anni del Settecento ebbe innumerevoli esecuzioni in varie città,
prima tedesche poi europee, e fu scelto spesso per commemorare la morte di
personalità più o meno importanti. In questa composizione sacra il romanticismo
ritrovò subito il suo clima e il Requiem, che alimentava
l'aneddotica, anch'essa tutta romantica, della morte tragica e della sua
colonna sonora, è divenuta fino ai nostri tempi una della creazioni più famose
ed eseguite di Mozart. L'opera fu completata da Franz Xaver Süssmayr, allievo
del compositore e amico di famiglia su commissione di Constanze, che consegnò
all'incaricato del conte, circa due mesi dopo la morte del marito, la
partitura, spacciandola per autentica. In ogni modo Constanze, che aveva
fiutato l'affare in termini di immagine e di denaro, ne tenne copia anche per
sé e tentò all'inizio di far credere che il Requiem fosse autentico davvero.
Mozart invece aveva completato solo i primi due pezzi (Introitus, Kyrie e
parte del Dies irae) e aveva lasciato appunti, più o meno nutriti
fino all'Hostias, con i quali sviluppare le parti seguenti.
II Requiem è
una composizione su testo latino, chiamata con locuzione poco cordiale
"messa da morto"; è una messa composta da un insieme di brani
finalizzati a celebrare la memoria di un defunto. Nel tardo Settecento la
struttura della Missa pro defunctis era stabilita da una lunga
tradizione, ma la scelta dei testi era in alcune occasioni lasciata alla
discrezione del compositore che poteva adattarsi all'usanza locale.
Il Requiem di
Mozart è così ordinato: Introitus (cioè introduzione)
costituito dall'invocazione all'eterno riposo contenuta nel Requiem
aeternam e seguito dall'invocazione al Cristo salvalore nel Kyrie
eleison. Segue la sezione della Sequentia composta da
alcuni brani. Il primo è il Dies irae, in cui si descrive il
cataclisma del giudizio universale e la fine del mondo. Poi, nel Tuba
Mirum è cantato come, al suono della tromba, i morti si
risveglieranno. Segue l'apparizione di Cristo giudicante nel Rex
Tremendae e la rievocazione salvifica del calvario nel brano
successivo, il Recordare. L'attuazione del giudizio divino avviene
nel Confutatis, nel quale si dipinge il momento in cui i dannati
saranno puniti e i beati saranno salvati. Il Lacrimosa è
un'addolorata riflessione sul dramma del giudizio finale e un'ulteriore
sottolineatura del ruolo centrale di Cristo come figura salvifica, elemento che
caratterizza anche la successiva sezione dell'Offertorium costituita
dal Domine Jesu Christe, appassionata richiesta di salvezza, e dal
seguente Hostias, in cui si invita il peccatore alla preghiera.
Segue il Sanctus, evocazione della grandezza di Dio che termina con
il canto dell'Osanna, e il Bendictus, ulteriore omaggio alla
figura di Cristo, chiuso ancora dall'Osanna. Nell'Agnus Dei il
figlio di Dio compare come agnello sacrificale che dona pace e salvezza. Segue
poi la sezione finale della Communio, aperta e chiusa dal Lux
aeterna in cui si invoca per i beati la luce eterna della salvazione e
si canta la gioia dell'assunzione tra i santi.
La guerra non restaura diritti, ridefinisce poteri
(Hannah Arendt)
(Hannah Arendt)