Nel compleanno di Hannah Arendt, filosofa, scrittrice, storica, Hannover 14 ottobre 1906 - New York 4 dicembre 1975 è un dovere parlare di privazione dei diritti civili e di persecuzioni subite.
Noi tra diversi coraggiosi TESTIMONI incontrati abbiamo conosciuto personalmente SILVANO LIPPI, recentemente scomparso.
14-10-2014
Carissimi
familiari di Silvano,
ho
saputo solo ieri della scomparsa di Silvano e ne sono rimasta tanto addolorata,
l’ultimo incontro a gennaio, gli ultimi contatti in primavera per una lezione
che avrebbe dovuto tenere a scuola con i ragazzi che già aveva conosciuto in
passato.
Il suo
impegno un insegnamento, la sua vita un monito, il suo linguaggio semplice e
sincero pareva voler sussurrare non gridare
gli orrori vissuti. L’onore di averlo conosciuto, incontrato più volte
anche insieme ai miei alunni durante le riprese per il dvd allegato all’ ultimo
libro“ 39
mesi 60 anni dopo”. E che dire di quell’ ingenuo
rammarico ripetuto più volte per il microfono da me sorretto nell’ occasione
della registrazione, un regalo irripetibile. Una persona semplice, speciale con un passato orribile di cui ci ha reso testimoni.
Quante occasioni mancate, per pudore per non
voler interferire con i suoi molteplici impegni e poi… il dispiacere di non
aver potuto lanciare un ultimo saluto “
CIAO SILVANO, resterai nei nostri occhi, nelle nostre orecchie, nelle nostre
menti e nei nostri cuori, in nome tuo ci
faremo portavoce di iniziative sul valore della memoria che da grande Maestro
ci hai insegnato. GRAZIE! UN milione di GRAZIE! ”
Un caro
saluto affettuoso ai familiari che spesso rammentava con grande affetto
ritraendone un quadro esemplare successivo al buco nero, drammatico del ricordo
ed a tutte le persone che hanno condiviso con Lui i tempi brutti, quelli
migliori e l’ultimo periodo prezioso di vita.
Spero che riusciremo con i ragazzi,
nella scuola, a costruire una giornata
di commemorazione
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dal ricordo ...una speranza... |
Recensione di Laura Tussi 4 giugno 2012
Silvano Lippi "39 Mesi - 60 Anni dopo", Edizioni Multimage,
Firenze 2012
Silvano Lippi,
dopo l'Armistizio dell'8 Settembre 1943, si rifiuta, in qualità di militare, di
aderire alla Repubblica Sociale Italiana di Salò (RSI). Per 39 mesi subirà la
prigionia e la deportazione nei campi di concentramento e di sterminio
nazifascisti. Dopo sessant'anni decide di raccontare, di testimoniare.
In questo libro un uomo, un uomo solo, narra una
tragica vicenda. Una scelta, una decisione che segnano la vita. Uno
spartiacque tra la barbarie, il terrore, l'oscurantismo e il desiderio di pace
per un futuro diverso. Quest'uomo compie una svolta decisiva nella propria
esistenza. Dopo l'8 settembre 1943, come militare, decide di non allearsi con
la Repubblica Sociale di Salò. Il suo destino è raccapricciante, allucinante,
inverosimile: per 39 mesi sarà costretto alla prigionia e al lavoro coatto,
dapprima nei campi di concentramento dell'Egeo (Rodi, Samos, Leros, ed altri),
poi in Germania, nei campi di lavoro, tra i quali quelli situati nelle
gallerie, poi a Norimberga e infine nel campo di sterminio di Mauthausen.
Quest'uomo, sessant'anni dopo, decide di consegnare
alla storia il proprio racconto, in una testimonianza lucida, pacata, commossa,
priva di rimorso, di rancore, di vendetta. Una testimonianza che vuole
raccontare in termini incisivi la realtà terrificante delle deportazioni
nazifasciste di militari italiani dopo l’Armistizio. Il protagonista della
vicenda è Silvano Lippi.
Quando nel 1945, finita la guerra, tornò a Firenze,
iniziò per lui un periodo di grande sofferenza e tormento interiore. Per non
dimenticare, cominciò a stendere degli appunti sul proprio passato. Scrivere,
lasciare testimonianza gli pareva essenziale e
importante. Così cominciò anche a raccontare. Nessuno sapeva.
L'incredulità, il silenzio erano spesso la risposta ai suoi racconti che non
sembravano verosimili. A Silvano sono stati necessari ben sessant'anni di
riflessione, tormento e sofferenza per arrivare alla decisione di scrivere e
raccontare i tragici avvenimenti di cui è stato protagonista.
Questo libro, una cronaca intensa e sofferta nasce dal
bisogno di Silvano di esternare tutto quello che ha trattenuto in anni di
silenzio nei propri ricordi, nelle sofferenze, nelle lacerazioni di quei giorni
terribili con la necessità impellente di parlare, raccontare, testimoniare.
Questo scritto non ha pretese letterarie, ma vuole solo far conoscere
un'esperienza vissuta in un tempo fra i più bui della storia dell'umanità. Un
periodo in cui avere e manifestare idee diverse da quelle dominanti del
fascismo e del nazismo costava addirittura la vita, con la deportazione nei
lager della morte. Il rifiuto di quest'uomo alla Repubblica di Salò, dopo
l'armistizio dell'8 settembre 1943, è stato pagato a caro prezzo con la
deportazione che toccò a molti soldati italiani sul fronte dell'Egeo. La storia
di Silvano inizia nel 1937, quando, a soli 15 anni, fu obbligato a frequentare
le adunate presso il Circolo Rionale Fascista, come avanguardista, cominciando
il forzato indottrinamento politico. I giovani venivano impegnati in
esercitazioni ginniche per essere inquadrati nei “valori” del fascismo. Silvano
ha sempre sentito, nel proprio intimo, un rifiuto a tutto quell'apparato che il
regime esaltava, ma fu obbligato ad arruolarsi. La sua vicenda vede comunque la
scelta epocale del dissenso, dell'opposizione viscerale al Male, al terrore
nazifascista, alla barbarie che imperavano in tutta Europa, con lo schiavismo
dei deportati e l'annientamento di tutti gli oppositori al regime.