La scuola dunque, il ruolo fondamentale dell'istruzione, la lotta contro l'ignoranza è questo che ci salverà da un destino di degrado. Questo riconoscimento è un INNO che si leva a gran voce, con la scuola si può, con la scuola si può andare avanti tutti per una cultura di civiltà che deve essere riconosciuta ed affermata.
In quanti ormai hanno capito questo semplice e fondamentale concetto e noi... mentre stiamo discutendo di Buona Scuola futura senza coraggiosi investimenti pubblici certi, in attesa di confronti e suggerimenti dal basso ( un falso democratico) osserviamo i nostri studenti, insoddisfatti già in piazza per rivendicare diritti...
Due Nobel per la pace a persone impegnate in una lotta che coinvolge
milioni di bambini in tutto il mondo, come riconoscimento a tutti i difensori
dei diritti umani disposti a dedicarsi totalmente alla promozione dell’educazione e
dei diritti degli ultimi nell'infanzia, essenziale per il futuro del mondo
Malala, con la apparentemente banale e semplice richiesta di soddisfare il
diritto umano fondamentale all’ istruzione rappresenta il coraggio incarnato da
una ragazzina che si è vista umiliata e diseredata ma determinata a non
lasciarsi sconfiggere.
Kailash Satyarthi ha dedicato la sua vita ad aiutare i
milioni di bambini che in India sono ridotti in schiavitù e costretti al
lavoro in condizioni ignobili. Il suo premio è un riconoscimento alla
instancabile campagna condotta da decenni dagli attivisti della società civile
contro la tratta dei bambini e il lavoro minorile in India.
E’ questo il senso profondo del riconoscimento a
Malala Yousakzay e a Kailash Sathyarthi, entrambi impegnati a salvare giovani
dall’ignoranza e dallo sfruttamento.
La pace nasce nelle scuole, perché la cultura della pace non è
istintiva come la violenza, ma va insegnata e appresa. La cultura della pace deve
essere inserita in ogni curricolo e
rinforzata negli anni, basata su aspetti quali tolleranza, autocontrollo e
solidarietà
Malala ha ricevuto la notizia a scuola, frequentando
infatti le superiori a Birmingham, in
Gran Bretagna, dove è rimasta in seguito alla delicata operazione dopo
l’aggressione subita.
Malala
Yousafzay dall’età di dieci anni si batte per il diritto all’istruzione
delle donne nei paesi musulmani. Nel 2009 ha affidato alla BBC un diario
in forma anonima nel quale descriveva la vita sotto il dominio dei talebani nel
suo paese e l’esclusione delle ragazze dalla vita scolastica. Questa scelta le
costò tre anni dopo una punizione. I talebani provarono a spararle mentre
tornava da scuola a Mingora, nella valle di Swat. La ragazzina rimase
gravemente ferita a testa e collo ma dopo essere sopravvissuta, è diventata uno
stendardo per la lotta ai diritti delle bambine, tanto che il 12 luglio del 2013, in occasione del suo
sedicesimo compleanno è stata invitata a parlare all’assemblea della gioventù
delle Nazioni Unite a New York per lanciare la sua campagna per il
diritto all’istruzione Le
sue parole, che hanno lasciato i ragazzi presenti e tutti i politici a bocca
aperta, risuonano ancora oggi : “I libri e le penne sono uno strumento potente
ma l’educazione è la migliore arma a chi vuole fare del male”.
“Malala è figlia delle Nazioni Unite –
interviene soddisfatto Ban Ki Moon – Con il suo coraggio e la sua
determinazione ha mostrato ciò che i terroristi temono di più : una ragazza con
un libro in mano. Attraverso il semplice atto di andare a scuola è diventata
un’insegnante globale e l’Onu continuerà a stare al suo fianco nella lotta
contro l’estremismo, per il diritto delle ragazze di tutto il mondo di essere
libere dalla violenza e di poter andare a scuola”.
Kailash Satyarthi, operatore
sociale indù di 60 anni, dagli anni novanta si occupa dei diritti dei
minori in India. Ha partecipato a campagne internazionali e da svariati anni
lavora per la Bachpan Bachao Andolan, gruppo indiano impegnato non solo nella
difesa dei diritti dei minori ma soprattutto nella lotta contro il traffico di
esseri umani. Ha dato vita ad alcuni importanti progetti lavorando nella South
Asian Coalition on Child Servitude, nata in India nel 1989, che negli ultimi
anni ha difeso minori in situazioni di sfruttamento. Il suo impegno ha permesso
di liberare almeno 80.000 bambini dalla schiavitù, favorendone la
reintegrazione sociale. Negli oltre 25 anni di attività a difesa dei diritti
dei minori, Satyarthi ha partecipato a numerose campagne internazionali come la
Marcia globale contro il lavoro minorile, attirando su di sé l’attenzione di
tutto il mondo. Come presidente della Marcia, intervenne nel maggio 2004 a un
convegno organizzato da Cgil, Cisl, Uil e Mani Tese sostenendo che
“Basterebbero tre giorni di spesa militare mondiale -pari a 11 miliardi di
dollari- per far sparire la piaga del lavoro minorile attraverso l’
istruzione data ai 246 milioni di bambini lavoratori”.
Gli estremisti e non solo temono penne e libri, il potere dell’educazione li spaventa. Hanno paura delle donne. La forza della voce delle donne li spaventa. Questo è il motivo per cui hanno trucidato 14 studenti innocenti a Quetta, pochi mesi dopo l’attentato a Malala. Ed è per questo che i talebani uccidono insegnanti, soprattutto donne, e distruggono le poche scuole attive in Pakistan.
Quella islamica è una religione di pace, umanità e fratellanza. Ed è ciò che ispira tanti musulmani moderati come Malala, che lottano affinché l’educazione sia per ogni bambino un diritto e per ogni governo un dovere e una responsabilità, e un operatore sociale indù di 60 anni, che in decenni di lotta non violenta ha salvato almeno 80.000 bambini-schiavi.
Questo riconoscimento oggi è un segnale importante, che accomuna due realtà costantemente in conflitto che potrebbero trovare in questa occasione una interessante opportunità.
UN segnale che obbliga ad ingenti investimenti x costruire il futuro
QUESTO IL MESSAGGIO DA FAR CIRCOLARE TRA I NOSTRI RAGAZZI non solo aprire gli occhi su ciò che di drammatico accade ma mettere in risalto modelli positivi e propositivi
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