lunedì 13 ottobre 2014

Il mondo intorno alla scuola

La scuola è il mezzo principale per combattere IGNORANZA, MISERIA e SOPRAFFAZIONE, queste le parole di approvazione del filosofo ed economista Amartya Sen ( già  Nobel nel 1998) rispetto all'assegnazione del premio NOBEL per la pace a Malala Youssafzay ed a Kilash Satyarthi, un premio, venerdì 9 ottobre 2014,  che va diritto al cuore per la determinazione della giovane studentessa nell'affermare il diritto allo studio per le donne e per l'assoluta caparbietà dell'attivista indiano nel voler sottrarre minori alla schiavitù ed allo sfruttamento. Non pensiamo India e Pakistan, stati nemici e lontani, oggi non esiste lontananza, esistono occhi che ci guardano parlare di crisi e di recessione increduli rispetto ai diritti raggiunti dall'occidente ed ai bisogni ben lungi da quelli primari soddisfatti.
La scuola dunque, il ruolo fondamentale dell'istruzione, la lotta contro l'ignoranza è questo che ci salverà da un destino di degrado. Questo riconoscimento è un INNO che si leva a gran voce, con la scuola si può, con la scuola si può andare avanti tutti per una cultura di civiltà che deve essere riconosciuta ed affermata.
In quanti ormai hanno capito questo semplice e fondamentale concetto e noi... mentre stiamo discutendo di Buona Scuola futura senza coraggiosi investimenti pubblici certi, in attesa di confronti e suggerimenti dal basso ( un falso democratico) osserviamo i nostri studenti, insoddisfatti già in piazza per rivendicare diritti...


Due Nobel per la pace a persone impegnate in una lotta che coinvolge milioni di bambini in tutto il mondo, come riconoscimento a tutti i difensori dei diritti umani disposti a dedicarsi  totalmente alla promozione dell’educazione e dei diritti degli ultimi nell'infanzia, essenziale per il futuro del mondo

Malala, con la apparentemente  banale e semplice richiesta di soddisfare il diritto umano fondamentale all’ istruzione rappresenta il coraggio incarnato da una ragazzina che si è vista umiliata e diseredata ma determinata a non lasciarsi sconfiggere.
Kailash Satyarthi ha dedicato la sua vita ad aiutare i milioni di bambini che in India sono ridotti in schiavitù e costretti al lavoro in condizioni ignobili. Il suo premio è un riconoscimento alla instancabile campagna condotta da decenni dagli attivisti della società civile contro la tratta dei bambini e il lavoro minorile in India.
E’ questo il senso profondo del riconoscimento a Malala Yousakzay e a Kailash Sathyarthi, entrambi impegnati a salvare giovani dall’ignoranza e dallo sfruttamento. 
La pace nasce nelle scuole, perché la cultura della pace non è istintiva come la violenza, ma va insegnata e appresa. La cultura della pace deve essere inserita in ogni curricolo  e rinforzata negli anni, basata su aspetti quali tolleranza, autocontrollo e solidarietà

Malala ha ricevuto la notizia a scuola, frequentando  infatti le superiori a Birmingham, in Gran Bretagna, dove è rimasta  in seguito alla delicata operazione dopo l’aggressione subita.

Malala Yousafzay dall’età di dieci anni  si batte per il diritto all’istruzione delle donne nei paesi musulmani. Nel 2009  ha affidato alla BBC un diario in forma anonima nel quale descriveva la vita sotto il dominio dei talebani nel suo paese e l’esclusione delle ragazze dalla vita scolastica. Questa scelta le costò tre anni dopo una punizione. I talebani provarono a spararle mentre tornava da scuola a Mingora, nella valle di Swat. La ragazzina rimase gravemente ferita a testa e collo ma dopo essere sopravvissuta, è diventata uno stendardo per la lotta ai diritti delle bambine, tanto che il 12  luglio del 2013, in occasione del suo sedicesimo compleanno è stata invitata a parlare all’assemblea della gioventù delle Nazioni Unite a New York per lanciare la sua campagna per il diritto all’istruzione Le sue parole, che hanno lasciato i ragazzi presenti e tutti i politici a bocca aperta, risuonano ancora oggi : “I libri e le penne sono uno strumento potente ma  l’educazione è la migliore arma a chi vuole fare del male”.
 “Malala è figlia delle Nazioni Unite – interviene soddisfatto Ban Ki Moon –  Con il suo coraggio e la sua determinazione ha mostrato ciò che i terroristi temono di più : una ragazza con un libro in mano. Attraverso il semplice atto di andare a scuola è diventata un’insegnante globale e l’Onu continuerà a stare al suo fianco nella lotta contro l’estremismo, per il diritto delle ragazze di tutto il mondo di essere libere dalla violenza e di poter andare a scuola”.

Kailash Satyarthi,   operatore sociale indù di 60 anni, dagli anni novanta si occupa dei diritti dei minori in India. Ha partecipato a campagne internazionali e da svariati anni lavora per la Bachpan Bachao Andolan, gruppo indiano impegnato non solo nella difesa dei diritti dei minori ma soprattutto nella lotta contro il traffico di esseri umani. Ha dato vita ad alcuni importanti progetti lavorando nella South Asian Coalition on Child Servitude, nata in India nel 1989, che negli ultimi anni ha difeso minori in situazioni di sfruttamento. Il suo impegno ha permesso di liberare almeno 80.000 bambini dalla schiavitù, favorendone la reintegrazione sociale. Negli oltre 25 anni di attività a difesa dei diritti dei minori, Satyarthi ha partecipato a numerose campagne internazionali come la Marcia globale contro il lavoro minorile, attirando su di sé l’attenzione di tutto il mondo. Come presidente della Marcia, intervenne nel maggio 2004 a un convegno organizzato da Cgil, Cisl, Uil e Mani Tese sostenendo  che “Basterebbero tre giorni di spesa militare mondiale -pari a 11 miliardi di dollari-  per far sparire la piaga del lavoro minorile attraverso l’ istruzione data ai 246 milioni di bambini lavoratori”.


Gli estremisti e non solo temono penne e libri,  il potere dell’educazione li spaventa. Hanno paura delle donne. La forza della voce delle donne li spaventa. Questo è il motivo per cui hanno trucidato 14 studenti innocenti a Quetta, pochi mesi dopo l’attentato a Malala. Ed è per questo che i talebani uccidono insegnanti, soprattutto donne, e distruggono le poche scuole attive in Pakistan.
Quella islamica è una religione di pace, umanità e fratellanza. Ed è ciò che ispira tanti musulmani moderati come Malala, che lottano affinché l’educazione sia per ogni bambino un diritto e per ogni governo un dovere e una responsabilità, e un operatore sociale indù di 60 anni, che in decenni di lotta non violenta ha salvato almeno 80.000 bambini-schiavi.
Questo riconoscimento oggi è un segnale importante, che accomuna due realtà costantemente in conflitto che potrebbero trovare  in questa occasione una interessante opportunità.
Quando le spinte come in questo caso vengono dal basso non dalla politica, da chi si è impegnato in prima persona ci permettono di nutrire tante speranze, infatti tutti noi abbiamo l’opportunità di reagire per  cambiare le cose che non vanno.
UN segnale che obbliga ad ingenti investimenti x costruire il futuro

 QUESTO IL MESSAGGIO DA FAR CIRCOLARE TRA  I NOSTRI RAGAZZI non solo aprire gli occhi su ciò che di drammatico accade  ma mettere in risalto modelli positivi e propositivi

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