mercoledì 13 gennaio 2016

Hic et nunc

Persa la bozza non salvata, mali di oggi per frettolose e caotiche autentiche
procederemo a chiarirci nuovamente intorno ai concetti espressi e volatilizzati....

iniziava così: svago dopo le feste? Incredibile da credere, difficile da sostenere, eppure le Festività natalizie implicano un alto livello di tensioni, stress ed anxiety che, detti in inglese suonano snob ma in italiano molto meno, debilitanti, frustranti, angoscianti.
Ecco nel mio dire disperso e farneticante ho sottolineato il bisogno di evasione da questo lungo periodo tra cure parentali e famiglia, tra abbuffate di cibo ottundente, sbalzi umorali, cordialità ed  ipocrite finzioni, sommersi ed annientati da un torbido inutile sfarzo, da sfavillanti luci in tempo di crisi e dall'urgente bisogno di incontrarsi, dare e ricevere spesso senza scambiarsi nulla di significativo
Un rituale che si ripete irrimediabilmente uguale da cui purificarsi con qualche cosa di salvifico.


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lo stupore e l'incanto




Ecco, un viaggio, ideale o realistico, metaforico o concretamente fornito di modesti bagagli
La mia catarsi di poca durata, semplice e banale non si è potuta chiamare Burkina come avrei desiderato,  ha avuto un nome vicino ma ridondante  Barcellona, preparativi gradevoli, suggestive immagine tra vento e mare, terra e bellezza, polizia e turismo.


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Barceloneta e Barrios



Hic et nunc, quindi si procede dimenticando

Un tuffo in quel ventoso porto di Barcellona è servito, vita frenetica ma calma, mediterranea ipocrisia di uno stile improntato sul fare senza tempo, tra aspetti tradizionali autentici e viali inondati da paccottiglia inguardabile e ripetitiva ad ogni passo in  un mediterraneo sapere di vita frenetica ma tranquilla, nella Ciutat Vella e Barri Gotic, nei Barrios,  nel cuore della Barceloneta alla scoperta di angoli spesso nascosti,dal sapore antico in angoli ventosi e freschi, poveri ma pulsanti, semplici e degradati, apparentemente ovattati da realistica realtà che si presenta spesso a capo coperto e vesti scure, attraverso grida di bimbi con occhi pece e capelli corvini, scorci che pullulano di vita reale, insomma, ben lontani dal turismo di massa.

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