I piccoli grandi crucci quotidiani spesso sconvolgono le menti dei nostri giovani, affranti in una scuola ancora tanto sterile tra una interrogazione e un amore in giornate rese fragili dall'isolamento. Sarebbe bello se solo la Grande Storia potesse ristabilire anche per Loro delle priorità rimarcando successi dimenticati resi fruibili con passione ed entasiasmo
La prima volta, Negramaro
Parlami di quando
Mi hai visto per la prima volta
Ti ricordi a stento
O rivivi tutto come
Come fosse allora?
Avevo l'aria stanca
Appeso ad una luna storta
O forse ero attento
A non perdermi negli occhi
Nei tuoi occhi ancora
E ti ricordi il mondo
Quanti giri su sé stesso
Era lento il tempo
O correva come un matto?
E adesso non c'è niente al mondo
Che possa somigliare in fondo
A quello che eravamo
A quello che ora siamo
A come noi saremo un giorno
Ti ricordo quando
Mi hai ucciso per la prima volta
Hai mirato al centro
E hai colpito un po' per sbaglio
E per sbaglio hai vinto
E tremava il mondo
Quanti giri su sé stesso
Sta scadendo il tempo
O mi rimani ancora accanto?
E adesso non c'è niente al mondo
Che possa somigliare in fondo
A quello che eravamo
A quello che ora siamo
A come noi saremo un giorno
La giornata come ogni mattina inizia con grande sgomento per poi piano piano rivitalizzarsi nella memoria e negli impegni
Domani 2 giugno 2021, Festa della Repubblica
La prima volta non va dimenticata e fu il 2 giugno 1946 in Italia la fatidica
giornata in cui milioni di donne, per la prima volta, si recarono alle urne per esprimere il loro voto.
Nel Referendum chiamate a scegliere tra Monarchia
e Repubblica, contribuirono a quei 12.718.641 voti che permisero l'esilio di
casa Savoia e l’ascesa del percorso che avrebbe portato nel 1948 alle elezioni per il primo governo di
maggioranza.
Il voto delle donne è
un momento fondamentale nella ricostruzione dell'Italia, una conquista
ottenuta anche con una forte partecipazione alla lotta di liberazione. Con gli
scioperi del 1943, tante battaglie e lotte
nelle varie zone d’Italia come staffette e silenti operatrici preziose, le
DONNE conquistano finalmente i diritti civili, sociali e politici negati fino
ad allora
Pillole
di base
-Nel
1877 Anna Maria Mozzoni, fondatrice a Milano della “Lega promotrice degli
interessi femminili“, presentò la prima storica petizione politica in favore
del voto alle donne appartenenti ad un ceto superiore. Ma col tempo, più
precisamente nel 1912, dopo accesi dibattiti, si ritenne che, a causa
dell’elevato tasso di analfabetismo (imputato per lo più al mondo femminile),
potesse essere approvato solo il suffragio maschile.
- Nel 1919 il Parlamento approvò la
proposta di legge per il riconoscimento della capacità giuridica della donna,
rimandandone però l’attuazione alla legislatura successiva, quando tutto era
già in mano al governo fascista, che mise subito da parte la questione.
- La svolta avvenne il 1° febbraio
del 1945, quando finalmente e grazie al governo Bonomi, su proposta di Alcide
De Gasperi e Palmiro Togliatti, venne concesso il diritto di voto alle donne
italiane. Il traguardo fu quindi raggiunto proprio il 2 giugno del 1946. Quel
giorno, furono oltre dodici milioni di donne ad esprimere il proprio parere
politico.
Maria Bellonci, scrittrice e saggista, ideatrice del premio Strega, ricordava
così l’intensa giornata:
"Anche per me, come per tutti gli scrittori, e
come per tutti quelli che sono avvezzi a mettere continuamente se stessi al
paragone delle cose, gli avvenimenti più importanti di quest'anno 1946 sono
fatti interiori; ma è un fatto interiore - e come - quello del 2 giugno quando
di sera, in una cabina di legno povero e con in mano un lapis e due schede, mi
trovai all'improvviso di fronte a me, cittadino. Confesso che mi mancò il cuore
e mi venne l'impulso di fuggire. Non che non avessi un'idea sicura, anzi; ma mi
parvero da rivedere tutte le ragioni che mi avevano portato a quest'idea, alla
quale mi pareva quasi di non aver diritto perché non abbastanza ragionata,
coscienziosa, pura. Mi parve di essere solo in quel momento immessa in una
corrente limpida di verità; e il gesto che stavo per fare, e che avrebbe avuto
una conseguenza diretta mi sgomentava. Fu un momento di smarrimento: lo risolsi
accettandolo, riconoscendolo; e la mia idea ritornò mia, come rassicurandomi”
Tina Anselmi, determinata protagonista della Resistenza e della Prima
Repubblica dichiarò:
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