martedì 1 giugno 2021

La prima volta



I piccoli grandi crucci quotidiani spesso sconvolgono le menti dei nostri giovani, affranti in una scuola ancora tanto sterile tra una interrogazione e un amore in giornate rese fragili dall'isolamento. Sarebbe bello  se solo la Grande Storia potesse ristabilire anche per Loro delle priorità rimarcando successi dimenticati resi fruibili con passione ed entasiasmo 

La prima volta, Negramaro

Parlami di quando
Mi hai visto per la prima volta
Ti ricordi a stento
O rivivi tutto come
Come fosse allora?

Avevo l'aria stanca
Appeso ad una luna storta
O forse ero attento
A non perdermi negli occhi
Nei tuoi occhi ancora
E ti ricordi il mondo
Quanti giri su sé stesso
Era lento il tempo
O correva come un matto?

E adesso non c'è niente al mondo
Che possa somigliare in fondo
A quello che eravamo
A quello che ora siamo
A come noi saremo un giorno

Ti ricordo quando
Mi hai ucciso per la prima volta
Hai mirato al centro
E hai colpito un po' per sbaglio
E per sbaglio hai vinto
E tremava il mondo
Quanti giri su sé stesso
Sta scadendo il tempo
O mi rimani ancora accanto?

E adesso non c'è niente al mondo
Che possa somigliare in fondo
A quello che eravamo
A quello che ora siamo

A come noi saremo un giorno

 La giornata come ogni mattina inizia con grande sgomento per poi piano piano rivitalizzarsi nella memoria e negli impegni

Domani 2 giugno 2021, Festa della Repubblica

La prima volta non va dimenticata e fu il 2 giugno 1946 in Italia la fatidica giornata in cui milioni di donne, per la prima volta, si recarono  alle urne per esprimere il loro voto.
Nel Referendum chiamate a scegliere tra Monarchia e Repubblica, contribuirono a quei 12.718.641 voti che permisero l'esilio di casa Savoia e l’ascesa del percorso che avrebbe portato  nel 1948 alle elezioni per il primo governo di maggioranza.

Il voto delle donne è un momento fondamentale nella  ricostruzione dell'Italia, una conquista ottenuta anche con una forte  partecipazione alla lotta di liberazione. Con gli scioperi del 1943, tante battaglie e  lotte nelle varie zone d’Italia come staffette e silenti operatrici preziose, le DONNE conquistano finalmente i diritti civili, sociali e politici negati fino ad allora

Pillole di base

-Nel 1877 Anna Maria Mozzoni, fondatrice a Milano della “Lega promotrice degli interessi femminili“, presentò la prima storica petizione politica in favore del voto alle donne appartenenti ad un ceto superiore. Ma col tempo, più precisamente nel 1912, dopo accesi dibattiti, si ritenne che, a causa dell’elevato tasso di analfabetismo (imputato per lo più al mondo femminile), potesse essere approvato solo il suffragio maschile.

- Nel 1919 il Parlamento approvò la proposta di legge per il riconoscimento della capacità giuridica della donna, rimandandone però l’attuazione alla legislatura successiva, quando tutto era già in mano al governo fascista, che mise subito da parte la questione.

- La svolta avvenne il 1° febbraio del 1945, quando finalmente e grazie al governo Bonomi, su proposta di Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti, venne concesso il diritto di voto alle donne italiane. Il traguardo fu quindi raggiunto proprio il 2 giugno del 1946. Quel giorno, furono oltre dodici milioni di donne ad esprimere il proprio parere politico.

Maria Bellonci, scrittrice e saggista, ideatrice del premio Strega, ricordava così l’intensa giornata:

"Anche per me, come per tutti gli scrittori, e come per tutti quelli che sono avvezzi a mettere continuamente se stessi al paragone delle cose, gli avvenimenti più importanti di quest'anno 1946 sono fatti interiori; ma è un fatto interiore - e come - quello del 2 giugno quando di sera, in una cabina di legno povero e con in mano un lapis e due schede, mi trovai all'improvviso di fronte a me, cittadino. Confesso che mi mancò il cuore e mi venne l'impulso di fuggire. Non che non avessi un'idea sicura, anzi; ma mi parvero da rivedere tutte le ragioni che mi avevano portato a quest'idea, alla quale mi pareva quasi di non aver diritto perché non abbastanza ragionata, coscienziosa, pura. Mi parve di essere solo in quel momento immessa in una corrente limpida di verità; e il gesto che stavo per fare, e che avrebbe avuto una conseguenza diretta mi sgomentava. Fu un momento di smarrimento: lo risolsi accettandolo, riconoscendolo; e la mia idea ritornò mia, come rassicurandomi”


Tina Anselmi, determinata  protagonista della Resistenza e della Prima Repubblica dichiarò:

"E le italiane, fin dalle prime elezioni, parteciparono in numero maggiore degli uomini, spazzando vi a le tante paure di chi temeva che fosse rischioso dare a noi il diritto di voto perché non eravamo sufficientemente emancipate. Non eravamo pronte. Il tempo delle donne è stato sempre un enigma per gli uomini. E tuttora vedo con dispiacere che per noi gli esami non sono ancora finiti. Come se essere maschio fosse un lasciapassare per la consapevolezza democratica!"

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