Una
lettura di grande devastante
attualità: Diario di un senza fissa dimora,di Marc Augè, edito da Raffaello Cortina
Editore.
C'è chi per scelta esistenziale o per gravi problemi economici si trova a dormire all’aperto in spazi impervi adattati a rifugi. Poi ci sono coloro che hanno un po’ di soldi ma non a sufficienza per vivere nella dignità che fino a quel particolare momento sono riusciti a mantenere.
Questo
il caso del protagonista del nostro breve ma intenso e spiazzante Diario che un bel giorno decide
di abbandonare ciò che non può più permettersi e si trova incuriosito ad optare
per scelte insolite affrontate con ironia e senso pratico indiscutibile.
Leggere
questo testo ci invita a guardare con occhi diversi le persone che incontriamo
ormai in molti angoli della città e che ci sembrano semplicemente barboni, la
loro capacità di adattamento ci sorprende ma lo sguardo poi si posa su altro e la fretta ci porta altrove.
Marc Augé, un etnologo famoso con evidente talento letterario, ci permette di cogliere i diversi aspetti di questi novelli vagabondi narrandoci sotto forma di diario gli effetti conseguenti alla perdita delle nostre certezze quotidiane. Identità messa in discussione in una realtà sociale sempre più diffusa in questo consumismo sfrenato che evidenzia nel mondo ricchezze in crescita per molti e grandi povertà per la maggioranza delle persone risucchiate da una incalzante miseria.
" Marc Augé, etnologo africanista di fama internazionale, ha applicato il metodo etnologico
allo studio delle società complesse.A definire con chiarezza questa costante
polarizzazione della ricchezza sono usciti saggi e articoli sui giornali che,
con dovizia di particolari, ci informano sulla situazione che accelera
drammaticamente nel suo perfido percorso.”
Quanti oggi vivendo sempre al limite delle proprie risorse perdono il lavoro trovandosi così catapultati senza prospettive in zone grigie di inesistenza ed invisibilità. I numeri parlano da soli senza bisogno di ulteriori indagini. Il nuovo genere letterario è definito etnofiction. Narrare il presente attraverso certi suoi simboli senza necessità di identificazione. È un modo per far luce su una singola umanità senza la globalità dei numeri che non permette di comprendere a pieno il singolo individuo. Una storia non reale che racconta la realtà.
Il
protagonista, è un funzionario dell’Erario in pensione, una buona pensione di
2000 euro ma il divorzio dalla prima moglie, e dalla seconda lo fanno rimbalzare in
assurde situazioni economiche, decide così, essendo proprietario di una vecchia
Mercedes, di scegliere la vita del senza fissa dimora per dormire nella sua
auto nei viali di Parigi.
Demoni
e paure incalzano tra colpi di scena e momenti di leggerezza e di vergogna, il
presente da libero pare una opportunità ma la precarietà un macigno senza vie d’uscita.
Da leggere d'un fiato