Rivedo la mia noia di allora nelle aule, negli sguardi, nell'incapacità dei colleghi di essere puntuali, propositivi, motivanti, accattivanti sopra ogni aspettativa, mi appare costantemente ogni giorno.
Una volta in aula, ricordo, cercavo sguardi complici rincorrevo sorrisi maliziosi nella golosità di un'intesa che spesso non trovavo o incontravo in chi era ben lontano, diverso da me.
L'ingresso del professore, non certo prof., era solenne ed annoiato, subdolo ed inquietante, spesso ripetitivo ed identico in quei lunghi mesi di tedio, sempre uguali, senza scintille, dovere privo di piacere, rigore senza ironia, grigio fumo contro l'allegria che ti soffoca dentro, precipitata in un baratro da cui potrà riemergere solo alla fine delle lezioni.
La lezione dunque, cosa si intende con questa parola? Ammaestramento o indottrinamento, compiacimento o narcisismo, forse né l'uno, né l'altro, cosa allora?
Vorrei domandare ai ragazzi come vorreste si svolgesse una lezione
vorrei domandare ai docenti come vorresti si svolgesse una lezione
vorrei domandare ai genitori cosa pensate che sia una lezione
Vorrei essere invisibilmente nascosta per scrutare e maggiormente comprendere, rasentando i muri della scuola, ascoltando le grida spesso secche e furiose che riecheggiano oltre i muri una domanda sorge spontanea,dove siamo? Non sembrano momenti formativi ma un ... ri-formatorio non nel senso di ambiente da riformare o che riforma si intende.
Come vorrei che la scuola fosse un faro illuminante per tutti, un indicatore di direzione, un costante raggio orientatore, discreto ed attendibile
Nessun commento:
Posta un commento