Festa
della Donna l’8 marzo, di ogni anno per
ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne ma anche le violenze subite ancora oggi in molte parti del mondo.
Questa celebrazione si
è tenuta per la prima volta in Italia nel 1922.
A Borgo San Lorenzo, questo anno, abbiamo raddoppiato, 7 e 8 marzo, due Giornate
alla Scoperta di Competenze diverse in ogni settore, dall'artigianato alla
pittura, dalla scrittura alla musica, all'insegna della concertazione.
Due giornate con cuore pulsante, a costo 0 per l'Amministrazione.
Due giornate per delineare, in
una linea storica che parte dalle 2 guerre il profilo di una donna misurata,
impegnata nelle conquiste, profonda testimone di pace.
Solamente
all'inizio del '900 infatti la condizione della donna comincia a cambiare e si
può parlare, di donne in movimento con la nascita di organizzazioni e associazioni
che si univano per combattere assieme contro le molteplici discriminazioni.
Nella quotidianità odierna scandita di ritmi
frenetici ci siamo prese del tempo per stare insieme in luoghi così preziosi ed
ospitali e guardarci, certe che il cammino fatto sia grande ma che ancora, a
piccoli passi, possiamo raggiungere obiettivi importanti locali e non solo,
sicure che più occhi, più bocche, più mani, più parole permettano di spostare l’asticella
di arrivo.
Non basta un giorno per occuparsi
di problemi al femminile e della violenza contro le donne, l’obiettivo di queste 2
giornate infatti è anche aprire nuove luci e far parlare le donne con voci
plurime di successo e non solo, per narrare di sé e delle mille altre sfumature di rosa, per potenziare
visibilità sostanziale e significativa, lungi da stereotipi difficili da
abbattere.
Interessante sarebbe riuscire insieme a
colmare piccoli e grandi vuoti per poter, in breve tempo completare un puzzle sempre più corredato di risposte
alle esigenze ed alle emergenze delle donne, con qualche proposta in più
rispetto al presente.
Le lampadine della
locandina, reperibile nel Web, progettata da Elisa Del Lungo, sono luci di oggi e speranza in un futuro più egualitario
Un Bel Libro, non da leggere ma semplicemente da rileggere molte volte per compagnia, ricordi e memoria, conoscenza, piacere, per PERDERSI nelle parole di un'epoca vicina che sembra tanto lontana.
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Una grande "Preside"oggi si dovrebbe dire Dirigente, innovativa, un'abile narratrice |
Fiorenza
Giovannini, Il tempo imbiancato, Memoranda
Impresa non facile
parlare del libro, così ricco e complesso …
Il romanzo è stato presentato a villa Pecori Giraldi il giorno 7 Marzo, nell'ambito delle iniziative del 7 e 8 programmate per la Giornata internazionale della donna
Vi si narra la storia di Caterina ed Eugenia, due donne anziane molto diverse tra loro per cultura e formazione,ospiti in una casa di riposo, alle prese con i problemi della vecchiaia, quotidianità
e pensieri di un’Italia , quella del secolo scorso dove da bambine hanno
vissuto nel mito della retorica fascista che ha connotato con aberranti
aspetti, leggi razziali, esaltazione della razza, persecuzione ebrei, un periodo
definito il secolo breve ma che appare come un secolo lungo dati i cambiamenti
nel modo di vivere, nella scienza, nella tecnologia … che sono stati così forti
come non mai precedentemente
Dalla civiltà contadina alla sesta potenza industriale ed
economica l’Italia vede modificare usi e costumi, la condizione di vita di tutti in particolare delle sue
cittadine di Monte Falcione
All'ospizio le luci si spengono ma dalla scatola di latta dove sono
conservate le foto delle colonie elioterapiche del lontano 1933 nascono
suggestioni, nomi, sensazioni che passano
dalle mani alla testa di Caterina e di Eugenia “ La vecchiaia è anche riuscire
a vedere ciò che si è già visto dove non c’è più”
E via via ricordi e racconti di amori, felicità,vita e…
democrazia “ le due donne si parlano a vicenda e il loro vissuto appare completamente assorbito dal passato,
…un futuro già combinato”
Poi il ’44 con Antonio che parte da clandestino con la
valigia di cartone per la lotta di liberazione e lascia Caterina sua compagna e
del partito comunista in attesa di un figlio… Antonio muore “ non mi riuscì di
piangere…eppure dentro mi sentivo morire… Caterina ha pianto per Antonio, per
la mamma, per la nonna, per il babbo, per Marta Montanari quando praticando un
aborto clandestino è rimasta tra la vita e la morte, ma non ha mai pianto per
sé
I capitoli si snodano tre racconto di oggetti e stati d’animo con i titoli: la
felicità, la casa, il mare, l’ultima volta, la domenica…, il gelato, fino ad
arrivare a : l’Intervista, ( la ragazza
che intervista per l’amministrazione per realizzare un articolo sulle
case di riposo, con telecamera digitale domanda tornereste indietro? Caterina
risponde si, Eugenia No. Se guardate una vostra foto da giovani cosa provate?
Tenerezza e commozione rispondono e ridono pensando, l’eternità sarà un vuoto
riempito da Giovani”
Il mondo, il primo
finale, il secondo finale, il primo inizio, il secondo inizio
Una memoria intrisa di parole, narrazioni di aspetti,
persone e stati d’animo, periodi storici che si susseguono fino agli anni ’50,
60’,‘70, ‘80, con le vicende ripensate e rivissute ed anche attraverso i
racconti nella sala sociale di Villa Ortensia, l’Ospizio, dove “ il giorno
sbuca sempre dal corridoio”
Il Romanzo non appare facile da sintetizzare, il
linguaggio erudito, infarcito di figure
retoriche di parola e di pensiero. scelto, prezioso, intrecciato da termini
perduti e connotazioni reali di vita che si perdono tra arcaico e reale, è come
un volo tra sogno e ricordo, tra storia e nostalgia, tra forza di combattere
con determinazione e conquiste…
Gli anni sono
rotondi? La domanda di Caterina, nipotina di Eugenia riporta alle grandi
questioni…
“Il passato ed il futuro amoreggiavano come due
adolescenti infatuati e sfuggiti al controllo dei genitori.
Un’ambiguità che era precipizio e cielo” …e ancora
“ Il cuore dei
vecchi ha i tacchi, lascia orme profonde nel tempo imbiancato”
Da leggere con
calma, tempo, poche pagine alla volta perché in ogni parola e frase sono
racchiusi significati profondi.