lunedì 20 marzo 2017

Una lezione su stereotipi e uguaglianza

21 Marzo ore 8 -10 Elsa Morante, docente in aula Claudia Vitale
  “Uguaglianza di genere tra emancipazione e stereotipi”
     a cura di Emanuela  Periccioli e Veronica Vargiu

                                                                                                                           Disegno di Silvano Campeggi
Obiettivi
Demolire alcuni stereotipi comuni per contrastare forme discriminanti
Approfondire la consapevolezza sul significato dei diritti delle donne;
Stimolare l’ascolto, la discussione e la partecipazione democratica nei processi
decisionali rispetto al tema dei diritti delle donne
Premessa
ESEMPI  e cambiaMenti vicini e lontani: Così si insegna l’uguaglianza di genere a scuola
Gli insegnanti hanno poche risorse digitali per parlare di parità tra ragazze e ragazzi in classe. Da questa constatazione  sono nati tanti progetti e percorsi proposti alle classi, alcuni veramente innovativi.
-Progetto europeo sul  linguaggio scientifico Scientifico (Scarperia) L’iniziativa non a caso si conclude nel mese di marzo, il “mese delle STEM” in cui il Ministero dell’Istruzione ed il Dipartimento delle Pari opportunità supportano l’iniziativa “Le studentesse contano!”, tesa alla diffusione delle buone pratiche scolastiche per realizzare la diffusione scientifica e la parità di genere.
-In Francia, è nata Matilda. La prima piattaforma digitale collaborativa che mette a disposizione online materiali educativi espressamente dedicati all’uguaglianza di genere. Libri, slide, video sono, infatti, a disposizione gratuita di maestri e professori che hanno intenzione di portare tra i banchi questo delicato soggetto. Una curiosità. Il nome deriva da Matilda Joslyn Gage, la femminista americana che, alla fine del XIX secolo, ha messo in evidenza, la negazione sistematica del contributo delle donne alla ricerca i cui risultati venivano spesso attribuiti ai loro colleghi maschi.

Scaletta con riferimenti
-Stereotipi e pregiudizi-  2 video e dibattito
·        “Stereotipi Modi di Dire”
·        “Se l’è cercata”
·        * Riflessione sul sessismo nella lingua italiana
·        ** Fa’afafine
A Rifredi lo spettacolo per promuovere la partecipazione dei più giovani, sarà offerto un omaggio agli under 18 che assistono allo spettacolo
Lo spettacolo che tanto scandalo ha suscitato negli animi di alcuni bigotti, “Mi chiamo Alex e sono un dinosauro", di Giuliano Scarpinato andrà  in scena il 18 e il 19 febbraio
Emancipazione ed uguaglianza
·         ***Tappe significative: breve storia dei diritti e dell’emancipazione femminile a  71 anni dal voto
·         8 marzo 2017
Dalle violenze invisibili al Femminicidio
·         “25 novembre 2016 PPT- Tu da che parte stai?
·         ****Cosa si intende per violenza ?
·         SPOT Gli uomini maltrattanti

*Il sessismo nella lingua di Cecilia Robustelli
Con l’espressione sessismo linguistico si fa riferimento alla nozione linguistic sexism elaborata negli anni ’60-’70 negli Stati Uniti nell’ambito degli studi sulla manifestazione della differenza sessuale nel linguaggio. Era emersa infatti una profonda discriminazione nel modo di rappresentare la donna rispetto all’uomo attraverso l’uso della lingua, e di ciò si discuteva anche in Italia soprattutto in ambito semiotico e filosofico. Nel 1987 l’uscita di un rivoluzionario volumetto, Il sessismo nella lingua italiana di Alma Sabatini, pubblicato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, allarga il dibattito all’ambito sociolinguistico e arriva a interessare attraverso la stampa anche il grande pubblico. Lo scopo del lavoro era politico e si riallacciava a quello di (ri)stabilire la “parità fra i sessi” – obiettivo all’epoca di primaria importanza – attraverso il riconoscimento delle differenze di genere (inteso come gender, concetto elaborato anch’esso in ambito statunitense, cioè l’insieme delle caratteristiche socioculturali che si legano all’appartenenza a uno dei due sessi). Al linguaggio viene riconosciuto un ruolo fondamentale nella costruzione sociale della realtà e, quindi, anche dell’identità di genere maschile e femminile: è perciò necessario che sia usato in modo non “sessista” e non privilegi più, come fa da secoli, il genere maschile né tantomeno continui a tramandare tutta una serie di pregiudizi negativi nei confronti delle donne, ma diventi rispettoso di entrambi i generi. ( trasmissione di modelli) Altro cruccio la Toponomastica

**Fa’afafine
A Rifredi lo spettacolo per promuovere la partecipazione dei più giovani, sarà offerto un omaggio agli under 18 che assistono allo spettacolo
Lo spettacolo che tanto scandalo ha suscitato negli animi di alcuni bigotti, “Mi chiamo Alex e sono un dinosauro", di Giuliano Scarpinato andrà  in scenail 18 e il 19 febbraio, avrei voluto vedere se la censura con forza medievale ne avesse proibito la presentazione demonizzandolo, roba da Inquisizione.
L’opera  con il patrocinio  di Amnesty International è stata segnalata non per l’orrore che presenta e rappresenta ma per i molti premi vinti: il Premio Scenario Infanzia 2014, il Premio Infogiovani 2015, l'Eolo Award 2016 come "miglior spettacolo di teatro ragazzi e giovani".
Discriminare una persona in quanto diversa
Lo spettacolo che è rivolto ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie di secondo grado, è tratto da "Il mio bellissimo arcobaleno" di Lori Douron.  Narra semplicemente la storia di Alex, bambino gender fluid che un giorno si sente maschio e uno femmina, realtà esistenti non certo da negare in un monopolio esclusivo del binario unico maschio e femmina. 
Di questi giorni in cronaca testimonianze di genitori e Associazioni per raccontare e parlare dell’aspetto ed informare, uno sportello presente al Meyer a cui poter rivolgersi. Non tabù dunque ma realtà da affrontare senza angoscianti proibizioni né tantomeno oscurantismo retrogrado
Troppe le  polemiche, molte insensate giunte in particolare dalla Curia fiorentina che in una lettera pubblica ha ammonito le scuole e le famiglie cattoliche sui rischi che la visione dello spettacolo potrebbe comportare per i ragazzi.
Non si affonda sul problema della pedofilia, dilagante nella chiesa ma si demonizza la diversità, inconcepibile.
Dove è andata a finire quella cultura inclusiva del dialogo tanto sbandierata nella valorizzazione della accoglienza e delle diversità, quante battaglie  per  arginare il fenomeno del bullismo, che oggi appare in aumento e che sulla diversità agisce in modo subdolo e devastante. Riflettiamo, l’occasione è ghiotta per sconfiggere il moralismo, il perbenismo ed il  negazionismo

***Storia in sintesi dell’emancipazione femminile in Italia – In Italia la lotta per l’uguaglianza tra i sessi comincia in ritardo rispetto al resto d’Europa. La presenza femminile nella società italiana stenta ad affermarsi.
1874, istruzione
 viene permessa formalmente l’iscrizione delle donne ai licei e alle università
1902, lavoro la prima legge a tutela delle lavoratrici, con cui si stabilisce il divieto dei lavori sotterranei per le donne, si fissa l’orario di lavoro giornaliero in dodici ore al massimo e si proibisce il lavoro notturno alle ragazze di età inferiore ai 15 anni.
1 Guerra mondiale (1914-1918) le donne cominciano a diventare protagoniste della propria vita, vengono chiamate a ricoprire i posti lasciati vuoti dagli uomini partiti per il fronte, le donne sperimentano l’indipendenza economica e l’autonomia personale.
Alla fine del conflitto vengono rimandate tra le mura domestiche per lasciare spazio ai reduci, ma l’esperienza acquisita consentirà loro di condurre la battaglia per l’emancipazione con più forza.
1919
 l’approvazione della legge che abolisce l’«autorizzazione maritale» necessaria fino ad allora per qualsiasi atto, come aprire un conto in banca. La stessa legge ammette le donne all’esercizio di tutte le professioni e di gran parte degli impieghi pubblici.
Italia fascista le donne tornano ad essere considerate unicamente nel ruolo di mogli e di madri. Lo Stato cerca di ostacolarle in tutte le attività che possano allontanarle dal progetto di sposarsi presto e di mettere al mondo tanti figli.
Viene loro vietato di insegnare lettere classiche, storia e filosofia nelle classi superiori; le bambine per frequentare le scuole medie devono pagare tasse molto più alte rispetto ai coetanei maschi; nel
 1927 i salari femminili vengono dimezzati per decreto.
2 guerra mondiale- (1940-1945),  il lavoro femminile viene di nuovo preso in considerazione. Le donne incominciano ad essere assunte come tranviere, postine, impiegate; poi assunte alla Fiat e in tutte la fabbriche belliche e civili. Ma l’Italia uscita dal secondo conflitto mondiale torna a essere bigotta. Man mano che gli uomini rientrano, le operaie e le impiegate vengono licenziate.
1946 le donne italiane votano per la prima volta, suffragio universale. E l’approvazione della costituzione italiana (22 dicembre 1947) segna, almeno sulla carta, un ulteriore passo verso la pari dignità tra maschi e femmine.
articolo 29 della Costituzione sancisce la «piena uguaglianza morale e giuridica dei coniugi» (sebbene per rendere concreta tale affermazione bisognerà aspettare la riforma del diritto di famiglia del 1975).
articolo 37
 stabilisce per la donna lavoratrice gli stessi diritti e la stessa retribuzione che, a parità di mansioni, spettano all’uomo. Anche questa norma è rimasta a lungo inattuata e le differenze nei trattamenti salariali hanno continuato a esistere sul presupposto che il lavoro femminile non può assicurare il medesimo rendimento di quello maschile.
La realizzazione pratica del principio di parità fra i due sessi è stata ottenuta dopo anni di dure lotte da parte delle donne.
1963 viene approvata la legge che ammette  le donne ai concorsi per entrare in magistratura e 1965 compaiono i primi giudici donna. Nel 1963 si vota la legge che vieta il licenziamento a causa di matrimonio.
Negli anni settanta del 1900 la storia dell’emancipazione femminile in Italia vive il periodo più felice.
 1970 viene approvata la legge che introduce il Divorzio nel nostro ordinamento. Sarà sottoposta a referendum abrogativo nel 1974, ma la maggioranza degli italiani si dichiarerà contraria alla sua soppressione.
1975 viene varata la riforma del diritto di famiglia con cui si cancellano tutte quelle disposizioni che attribuiscono una posizione dominante al marito sia nella gestione familiare sia nell’educazione dei figli, stabilendo che i coniugi debbano partecipare in posizione paritaria alla conduzione della vita familiare.
Cambiano anche le norme sui figli naturali, quelli cioè nati fuori dal matrimonio: la donna non sposata che ha un figlio può riconoscerlo e non è più costretta a farlo registrare come «figlio di padre ignoto».
1978 viene approvata la legge sull’aborto, che consente alla donna l’interruzione volontaria della gravidanza, mettendo fine alla pratica degli aborti clandestini. La legge è stata sottoposta a referendum popolare nel 1981, la maggioranza degli italiani ha scelto di non cancellarla.
1981  abolizione del cosiddetto delitto d’onore, in base al quale chi uccideva la moglie adultera beneficiava di una fortissima riduzione della pena.

1948 Articolo 1 della Dichiarazione Universale dei diritti umani
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Articolo 2
Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere o, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.
Articolo 7
Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad una eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione.
Articolo 25
Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà. La maternità e l'infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini, nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale.

****Cosa si intende per Violenza
Tra le prime violazioni dei diritti umani delle donne c'è la violenza, definita dalle Nazioni Unite in modo molto chiaro:“ogni atto di violenza fondata sul genere che abbia come risultato, o che possa probabilmente avere come risultato, un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse minacce, coercizione o privazione arbitraria della libertà che avvenga nella vita pubblica o privata”. 
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità siamo di fronte a “un problema di salute di proporzioni globali enormi”, che colpisce un terzo delle donne e delle ragazze nel mondo.

-1 Proposta di Attività COLLAGE IMMAGINE E STEREOTIPI: introdurre gli studenti al concetto di diritti delle donne, l’insegnante chiede agli alunni di fare una ricerca di immagini sulle donne. Gli studenti dovranno trovare diverse immagini sulle donne utilizzando materiali facilmente reperibili a casa (come riviste, giornali, pubblicità di qualsiasi tipo per esempio del supermercato, bar, negozi ecc). Si chiede agli alunni di mostrare al proprio gruppo le immagini delle donne che hanno trovato. Ogni gruppo avrà un foglio grande, le forbici e la colla e potrà tagliare ed incollare le immagini creando un poster/collage. Prima di incollare le immagini, gli studenti condividono le loro impressioni rispetto alle immagini che hanno trovato e le raggruppano per tema; si mettono d’accordo su come vogliono esporre le immagini e quindi le incollano cercando di raggrupparle per tema, avendo cura di lasciare intorno dello spazio per poter scrivere successivamente. Osservando il proprio collage il gruppo è chiamato ora a scrivere in alto, come titolo del collage, LA DONNA E’ … e, a modo di cornice, alcune parole (sia sostantivi che si riferiscono al suo ruolo – es. mamma, badante, autista, postino, moglie, ecc.  sia aggettivi che si riferiscono alle sue qualità- ad es. bella, forte, sincera, intelligente, sicura di sé, ecc.). Ogni gruppo presenta poi il proprio poster/collage agli altri gruppi. Essendo una riflessione tesa a smascherare l’idea stereotipata della donna per fare emergere la possibilità di una immagine di una donna naturale, umana, con la propria unicità, peculiarità, con le proprie risorse e debolezze, si chiederà in plenaria agli studenti: la Donna è anche
-2 Proposta di Attività IL CORPO DELLE DONNE:
L'insegnante introduce l'attività chiedendo agli studenti che cosa è meglio secondo loro: rimanere se stessi, e correre il rischio di non essere visti, oppure fare di tutto per essere visti, omologando se stessi alle regole dell'apparenza, vestite alla moda, senza un difetto esteriore, sempre sorridenti e disponibili a qualunque commento? Gli studenti guardano uno stralcio (o due) preso da IL CORPO DELLE DONNE, per poi dibattere in plenaria su ciò che è stato detto e visto. L’insegnante guida la discussione sviluppando ulteriormente una riflessione e ponendo delle domande sul perché le donne accettino questo trattamento senza ribellarsi.
 (da 2’17’’ a 7’10’’) dignità- (da 11’40’’ a 16’17’’) espressione della faccia (da 18’49’’ a 23’15’’) dignità

-3 Proposta di Attività COME NASCE UNO STEREOTIPO
L’insegnante può affrontare la parte teorica su come nasce, all’interno del processo comunicativo, lo stereotipo, inteso come una semplificazione esasperata delle informazioni esterne, dovuta alla necessità di sentirsi al sicuro, e di prevedere ciò che accadrà nella relazione con l’altro.  Tanti video disponibili in Rete es.“ Come una ragazza”;  “Le cose Cambiano”
Risultati immagini per ragazze e ragazzi a scuola in attività insieme

Conclusioni con una domanda: “In che Paese vorresti Abitare e Perché?”

Infine visto che oggi è la giornata  mondiale della poesia ecco un testo di Beatrice Niccolai

Le nostre donne (da) “Sans papier- Reato d’esistenza di una buona a nulla”


Le nostre donne siamo noi
e tutto quello che ci contiene
ha odore di biancheria lavata a mano
nello scrittoio dei segreti.

Le nostre donne sono girasoli in fiore
nella battaglia dei giorni
e odore di bucato fresco pulito
sempre steso fuori,
dopo il calar del sole.

Le nostre donne siamo sodalizio taciuto
sottoscritto con la vita
la tenacia, la dolcezza, gli errori.
Delle nostre donne, io sono l'errante.

Le nostre donne
parliamo lingue diverse
alla stessa tavola

ma nell'inguine mai interrotto di Dio
lavate dalle stesse acque del Giordano-dentro
bagnate ognuna d'un colore diverso,

insieme, 

le nostre donne formiamo una bandiera

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