Se le Nostre Vite non valgono Noi ci fermiamo
Se le nostre Vite non valgono Noi ci fermiamo
Lo sciopero globale delle
donne, a cui hanno aderito fino ad oggi oltre 50 paesi rilancia l'Otto Marzo,
riappropriandosi del senso di lotta di questa data. Non solamente una giornata di
festa, pizza e fiori ma una denuncia
sulla mancanza di diritti e di una parità di genere ancora lontana
dall'essere raggiunta. Imponente la manifestazione a Firenze come in altre 70 città
d’Italia e in ben 50 altri stati. Mobilitazione promossa in città dalla Rete
nonunadimeno Firenze, piazza Santissima Annunziata ore 10, Lotto Marzo,
poco giallo, con qualche traccia di timida ed effimera mimosa, il nero ed i
fuxia si sono imposti all'attenzione con forza, in dettagli sfiziosi connotando
la vasta area prima, il corteo successivamente.
Piazza MOLTO VARIOPINTA, dalla mattinata laboratori per
bambini, interviste, qualche provocazione, musica, performance teatrali e
forti accenti di rivendicazione si sono alternati in un carosello variopinto
e festoso, moltissimi giovani, tanti gli stranieri. Dal microfono un interrotto
fiume di letture: gli 8 punti della manifestazione, brani di prosa, poesie, articoli
su discriminazioni di genere, sentenze su violenza, sentenza di Strasburgo sul
tragico caso fiorentino, molti messaggi
giunti da altri paesi in lotta l’8 marzo.
Se le nostre vite non valgono, noi
scioperiamo. #NonUnaDiMeno #LottoMarzo
Per l’intera giornata illuminata da un accattivante sole primaverile
piazza Santissima Annunziata si è
animata con dibattiti, laboratori iniziative e presìdi fino alle 18,15, momento culminante in cui si è avviato il
corteo, NONUNADIMENO, in testa lo striscione e il furgone con diffusione di musica,
belle canzoni di Mercedes Sosa, rivendicazioni, a seguire cartelli, bandiere e originali
slogan su carta indossati con ironia e accattivante sorriso. Centinaia di persone si sono mobilitate,
qualche migliaio, uomini e donne, tantissimi giovani hanno percorso le vie del
centro storico con soste e performance
esplicative di fronte a luoghi ritenuti maggiormente significativi, spesso
applauditi dalle persone che incontravano, hanno sfilato mentre molte finestre
si aprivano per condividere l’iniziativa.
Il Mugello, Borgo San Lorenzo, presenti con una bella delegazione e 5
striscioni su aspetti cruciali:
questione Forteto, una spina nel fianco del territorio; immigrazione, spose
bambine e mutilazioni genitali; le condizioni delle donne in Burkina; retribuzione e corruzione il grido delle donne rumene; tu da che parte stai?, da
parte dei giovani di Libera e di quelli che il 25 novembre in occasione della
giornata contro la violenza sulle donne hanno partecipato ai laboratori con Artemisia al Centro D’incontro. Per l'occasione abbiamo scelto di dar voce alla poesia donando, in presenza dell’autrice, 350 piccole pergamene con “Le mie donne”
di Beatrice Niccolai, omaggio simbolico delle Donne del Mugello, come scritto sul retro. I testi sono stati letti al microfono da Daniela Morozzi
in mattinata e da Giacomo Dominici, figlio della poetessa, nel pomeriggio.
Un diritto conquistato non va celebrato, va vissuto,
verità indiscussa ma quanti anni ancora le donne devono aspettare per vedere
riconosciuti i loro diritti ancora negati?
Tra le prime violazioni dei diritti
umani delle donne c'è la violenza, definita dalle Nazioni Unite in modo molto chiaro:“ogni
atto di violenza fondata sul genere che abbia come risultato, o che possa probabilmente
avere come risultato, un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica
per le donne, incluse minacce, coercizione o privazione arbitraria della
libertà che avvenga nella vita pubblica o privata”.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità siamo di fronte a “un problema di salute di proporzioni globali enormi”, che colpisce un terzo delle donne e delle ragazze nel mondo.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità siamo di fronte a “un problema di salute di proporzioni globali enormi”, che colpisce un terzo delle donne e delle ragazze nel mondo.
C’è molto ancora da fare,
rimbocchiamoci tutte e tutti le maniche, ognuno nel suo piccolo come può, per l’anno in corso e quello che verrà!
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