mercoledì 12 aprile 2017

Pasqua a Firenze: orda sovrumana

Vacanze pasquali, mete ambite: città d'arte oltre al mare, cercare, vedere, fotografarsi tra la folla per ribadire: io c'ero
Una marea di persone in movimento alla ricerca dell'attimo fulgente, di una folgorante bellezza da immortalare, di un selfie  da inviare per comunicare lo stato d'animo lieto, la posa con gli amici, il vento che ti spettina, il sorriso originale, la leggerezza dell'esistenza, il potere della suggestione.
Esserci ed essere visti, le  parole d'ordine, eccomi, mi ammiri, sono qui, il dictat che ci schiavizza e che rimbalza immobilizzando il nostro presente ed il nostro futuro nella ricerca di apparire più che di esistere, nella scelta di essere invidiati più che di vedere e comprendere.  Firenzecard e il via libera ai maggiori musei, per gli Uffizi serpentoni pazienti, Opera del Duomo con 6000 visitatori, Accademia in overdose, Bargello e Cappelle medicee stracolmi, mercificazione della cultura o un impeto di interesse culturale in un Italia in cui si fa fatica a decodificare il Quotidiano? Le trame dei misteri del turismo di massa interrogano sociologi mentre gongola soddisfatto Franceschini e Paola Concia, assessora al turismo di Firenze,  dichiara che la città è sotto assedio, urge scoraggiare il turismo mordi e fuggi per investire in quello stanziale; la transumanza continua.
Firenze bottegaia, non di sofisticate amate antiche scuole artigiane ma di panini giganti,  di montagne di gelati chimici, di sovrumane golosità fittizie, dei caffè fumanti ingeriti con cupidigia insieme alle cartoline, visto, via, fotografato, ce l'ho, mentre l'unicità di profumi e sapori sfuma e svanisce in un bicchier d'acqua gassato, in una coca zero, in una orrida pizza a taglio che placano fame e sete non solo fisica. Apparentemente ristorano, cosa ti porti dentro difficile scoprirlo, ma in mano il sicuro possesso di souvenir demenziali di paccottiglia, cineserie e gondole, io c'ero, l'artigianato artistico troppo esclusivo e caro, un grande sconosciuto per troppi.
Firenze in questi giorni una marea in movimento, una invasione barbarica di predoni svestiti, voraci, festosi, fagocitanti, immagini di fiumane che inseguono ripetutamente, ossessivamente  percorsi unici ed esclusivi come scie  rumorose, sciamando nelle direzioni canoniche: Duomo, Signoria, santa Croce, santa Maria Novella, la folla si infittisce verso ponte Vecchio per diradarsi poi in direzione palazzo Pitti. Una città saccheggiata del suo stile alto borghese, sconosciuta ai più nella sua veste nobiliare e nella sua storia,  denudata dalle sue bellezze esclusive; come mosche su fatte di mucca i turisti cercano ossessivamente il ricordo unico, la memoria di un attimo, il fragore di un istante da portare con sé come souvenir.
Io e la cupola, io e il Battistero, io e il porcellino, io e l'Arno, io c'ero e tu?

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la magia e l'unicità di Firenze, la sua disgrazia le orde barbariche
Un consiglio, sciamate in luoghi meno affollati e ritroverete la bellezza, l'incanto del giardino Bardini,  del Bobolino a porta Romana, San Frediano e le viuzze oltr'Arno intrigate e accattivanti, le rampe a piedi per salire al piazzale, il percorso lungo le mura trecentesche con gli ulivi e la campagna, la basilica di San Miniato a Monte ed il cimitero monumentale, il giardino delle Rose con Folon, il giardino degli Iris, Forte Belvedere, il gelato alla Carraia e via così...

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Nostalgia del GRAND  TOUR? x chi è curioso
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anni 60
 boom economico e turismo di massa, un tema da approfondire in momento di crisi

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