Sabato 8 Aprile 2017 si è tenuta presso il Centro d'Incontro alle ore 9.30 la presentazione del libro "Il Sensale e altre storie” con Sergio Giuliattini, Presidente Auser Verde Argento di Borgo e coordinatore dell'Atelier di Scrittura Auser Verde Argento e SPI di Borgo San Lorenzo.
Presente
il Segretario dello SPI CGIL, Zantonetti.
Bel pubblico, numeroso e variegato, elegante e raffinato, oltre alle autrici ed agli autori molti volti conosciuti anche in rappresentanza di svariate Associazioni. Lo Scrittoio con Una Grande Presenza, una in particolare vibrante e prepotente nonostante l’invisibilità corporea.
Bel pubblico, numeroso e variegato, elegante e raffinato, oltre alle autrici ed agli autori molti volti conosciuti anche in rappresentanza di svariate Associazioni. Lo Scrittoio con Una Grande Presenza, una in particolare vibrante e prepotente nonostante l’invisibilità corporea.
Ringrazio Sergio Giuliattini per l’invito,
sono stata onorata di rappresentare il Comune e di portare i saluti
dell’assessora Cristina Becchi.
Un vero piacere essere stata con Voi alla presentazione del libro “Il Sensale e altre storie” in cui si giocano veramente le basilari pari opportunità, uomini e donne non
più giovanissimi insieme, spinti dal desiderio di incontrarsi e
confrontarsi su oralità e scrittura, memoria
e ricordi, con passione, perseveranza, impegno e dedizione.
spegni il telecomando, accendi la mente |
Un tessuto sociale coeso quello di riferimento, un
dopoguerra povero ma capace di unire persone su realistiche prime necessità, voci di paese in uno
spaccato mugellano che riecheggiano di sapiente e spicciola saggezza.
Allenare lo Spirito per rivitalizzare la Mente con la
parola prima che con la scrittura, “ Mèns sana in corpore sano” l’antico detto,
ma troppo spesso si tende a non coltivare la mente, a lasciarla sopire nel
ricordo non rivisitato nella ricerca di una valorizzazione del corpo per prepotenti dettami moderni di imposta nuova, eterna apparente giovinezza.
Il metodo di conduzione è
ciò che mi ha stupito positivamente
del corso, la riscoperta e la
valorizzazione dell’oralità e della scrittura collettiva che rimanda subito al
grande maestro Don Milani ed alla sua pratica pedagogica.
Da molti ancora oggi non viene ritenuta una tecnica utile
per imparare a scrivere, ma un vero e proprio puro esercizio
mentale. L’unicità ed il
pregio sta nel giungere tutti insieme ad
un testo compiuto partendo da idee anche parziali e confuse che ogni
partecipante propone rilanciandole nel confronto costruttivo
Un esercizio di pazienza strada facendo, di cammino
comune, di grande esperienza cooperativa
La prima realizzazione di una produzione collettiva è un testo scritto nel
1963, si tratta di una lettera spedita ai ragazzi di una
scuola elementare del Vho, frazione di Piadena, Mario Lodi l’insegnante.
Il documento è preceduto da una presentazione del
Priore per spiegare in quale modo fosse
stata scritta a più mani la lettera, da quali esigenze scaturiva e a quali
conclusioni aveva portato.
Una prima
testimonianza sulla tecnica
della scrittura collettiva, forse meno
conosciuta del celebre testo “Lettera
a una professoressa”
/https://www.donlorenzomilani.it/lettera-ad-una-professoressa/
/https://www.donlorenzomilani.it/lettera-ad-una-professoressa/
Nell'estate del ’63, il maestro Lodi fu accompagnato a Barbiana da
Giorgio Pecorini per un confronto con don Lorenzo ed i suoi ragazzi su opinioni ed
esperienze conclusosi con la proposta di iniziare una
corrispondenza fra le due scuole, la quinta elementare del maestro Lodi ed i ragazzi di don Milani.
“Il
sensale e altre storie”
Oltre al metodo intrigante e innovativo ancora
oggi, ci ritroviamo un testo che scorre veloce, che si legge con interesse,
le pagine volano come le farfalle di Patrizia, e il Sensale, un mediatore in affari e contratti di vario tipo che fungeva da intermediario tra venditore e
acquirente nella stipulazione di accordi transazioni e contratti, diventa una
figura molto familiare accompagnata da un variopinto mondo spesso al femminile
tratteggiato con cura nel dettaglio, con lingua acuta e qualche concessione
dialettale. Ecco che emergono spaccati
di vita quotidiana, modi di fare, acconciature, abitudini e relazioni di un recente
passato che suona lontano, anzi lontanissimo.
E da Gioia, l’ostessa a Annina e Gina in
cerca di marito da Isabella con il suo amato
Gastone alla perpetua, scorrono le vicende che avvincono e lasciano il segno.
Uno spaccato di vita reale dietro l’astuzia e la cupidigia del sensale.
Uno spaccato di vita reale dietro l’astuzia e la cupidigia del sensale.
I
racconti che completano il volume
sono freschi e struggenti, ricordi di figure familiari, amici, paure e
gioie, aspetti che tessono le nostre vite spesso messi da parte ma qui fili
concreti in cui rispecchiarsi, trame di vite vissute e restituite a noi in
leggeri momenti del quotidiano.
divieto di invecchiamento mentale e fisico |
Grazie veramente, una piacevole mattinata con un testo appassionante da consigliare e donare.
Il sensale era già conosciuto
dai persiani e dagli arabi dove rispettivamente era denominato “sapsar” e
“simsar”, mentre nell'antica Grecia la figura del sensale era conosciuta con il
termine proxenètes, dal quale trae origine la parola “proxenèta”, utilizzata
sia in epoca romana che nel periodo medievale.
L'etimologia del termine
(dall'arabo "simsar") è da collocarsi presumibilmente tra il 600 e
l'800 d.C., periodo in cui l'Italia meridionale veniva conquistata dagli arabi.
Inizialmente la sua funzione
consisteva nel mettere in contatto persone del luogo per soddisfare esigenze
anche diverse da quelle di carattere commerciale, mentre successivamente,
nell'antica Roma, il “proxenèta” assunse la figura di “intermediario di
matrimoni” e di “conciliatore di dissidi familiari”. Solo successivamente,
grazie allo sviluppo dell'impero romano, la sua figura assunse la più
importante funzione di “mediatore in affari commerciali”.
Il 1º gennaio 1866 nacque il
Codice di Commercio del Regno d'Italia, nella cui legislazione i sensali
divennero “mediatori” e vennero distinti in due categorie: quelli pubblici, i
quali erano muniti di mandato, e i “mediatori in altre specie di mediazione”,
ovvero i sensali di merci, di assicurazione, per noleggio navi e quelli per
trasporto per terra e acqua.
La legge del 20 marzo 1913,
n.272 sancì che la professione di mediatore fosse libera e senza necessità di
iscrizione ai Ruoli della Camera di Commercio, eccezion fatta per gli agenti di
cambio e coloro che svolgevano incarichi pubblici.
Nel 1958 venne invece
reintrodotto l'obbligo dell'iscrizione al Ruolo della Camera di Commercio: agli
iscritti per la prima volta venne attribuita la qualifica di “agenti di affari
in mediazione”.
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