Una grande unica risorsa ci offre la vita, questa vita, cogliere la BELLEZZA, la beltà dei suoni e delle forme, dei colori, dell'armonia pura, della melanconia
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quanta dispersione di bellezza, quanti selfie senza capacità di appagamento gratuito con la scontata conquista della visibilità di ciò che ci circonda, tralasciando il vile, il nefasto, l'abbandono, il tanto degrado che spesso ci opprime per alzare gli occhi verso un germoglio, un ramo secco di forma abbagliante, un tramonto rosso sublime o un'alba di risveglio incontaminata, cercare dentro di noi la capacità e la forza della scopetta, quanta ricchezza riusciremo ad ottenere, e naufragar sarà dolce in questo mare...
Voglio restare solo, Con la malinconia, Volare nel suo cieloE adesso andate via
Non chiesi mai chi eri, Perché scegliesti me, Me che fino ad ieriCredevo fossi un re, Perdere l'amoreQuando si fa seraQuando tra i capelliUn po' d'argento li coloraRischi di impazzire, Può scoppiarti il cuore, Perdere una donna, E avere voglia di morireLasciami gridareRinnegare il cieloPrendere a sassate Tutti i sogni ancora in volo, Li farò cadere ad uno ad uno, Spezzerò le ali del destinoE ti avrò vicinoComunque ti capisco, E ammetto che sbagliavo, Facevo le tue scelte, Chissà che pretendevoE adesso che rimaneDi tutto il tempo insiemeUn uomo troppo soloChe ancora ti vuol bene
Ma ripeti non me l'aspettavoPerdere l'amoreQuando si fa seraQuando sopra al visoC'è una ruga che non c'eraProvi a ragionare, Fai l'indifferente, Fino a che ti accorgi, Che non sei servito a nienteE vorresti urlareSoffocare il cieloSbattere la testa contro il muro, Respirare forte il suo cuscino, Dire è tutta colpa del destino, Se non ti ho vicinoPerdere l'amoreMaledetta seraE raccogli i cocci Di una vita immaginaria, Pensi che domani È un giorno nuovo
Massimo RanieriPrendere a sassateTutti i sogni ancora in voloLi farò cadere ad uno ad unoSpezzerò le ali del destinoE ti avrò vicino
E il naufragar m'è dolce in questo mareSempre caro mi fu quest'ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo; ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il pensier mio:
Giacomo Leopardi
grazie
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