mercoledì 20 maggio 2020

La scuola, ultima cenerentola

Aule vuote alla scuola di Mezzani. Protesta per la sospensione ...
aule vuote troppo a lungo
La Scuola proprio bistrattata, l'ultimo dei pensieri, mi dispiace molto, in attività con pochi colleghi mi sono battuta nella pratica e diffusione di Modelli più autonomi in aula di cui oggi si parla come di nuove grandi scoperte.
Credo che bisognerebbe farsi sentire in qualche modo. 
Molto interessantre l'appello inoltrato qui riportato a firma di una decina di intellettuali.

 Intorno al 25 e 26 maggio un aggiornamento, il dibattito unico e inconcepibile con la proposta indecente: riaprire per l'ultimo giorno di scuola
Il Comitato tecnico scientifico dice no all'ultimo giorno in classe. Speranza promette: a settembre tutte le aule aperte
In che mani siamo, l'appello viene proprio da Firenze con il sindaco Nardella, " Studenti a scuola almeno per l'ultimo giorno: per i ragazzi è importante salutare compagni e insegnanti"

Per gli studenti sarebbe importante crescere in un ambiente sano e costruttivo non in un parco giochi maleorganizzato.

I privati, a loro spese, devono inventarsi nuovi modi di proseguire attività non vitali mentere la Scuola muore in un doloroso isolamento (con sistemi di forte disuguaglianza educativa o meglio istruttiva) poco consolatorio per tutti: alunne e alunni, docenti e familiari.

La scuola è socialità. Non si rimpiazza con monitor e tablet
L’appello di 16 intellettuali contro la prospettiva di un “modello in remoto”
Il filosofo Massimo Cacciari è tra i firmatari della lettera sul nuovo modello di scuola del
18 maggio 2020

Per quanto ancora frammentari e non univoci, i messaggi che ci raggiungono in questo esordio della fase 2 a proposito della scuola sono ben più che allarmanti.
La prospettiva che emerge è quella di una definitiva e irreversibile liquidazione della scuola nella sua configurazione tradizionale, sostituita da un’ulteriore generalizzazione e da una ancor più pervasiva estensione delle modalità telematiche di insegnamento. Non si tratterà soltanto di utilizzare le tecnologie da remoto per trasmettere i contenuti delle varie discipline, ma piuttosto di dar vita ad un nuovo modo di concepire la scuola, ben diverso da quello tradizionale.
Ebbene, si può certamente riconoscere – come da più parti nel corso degli ultimi anni si è sostenuto in maniera argomentata – che la scuola italiana avrebbe bisogno di interventi mirati, collocati su piani diversi, tali da investire gli stessi modelli della formazione e lo statuto epistemologico delle varie discipline. Ma altro è porre all’ordine del giorno un complessivo e articolato processo di riforma, frutto di una preventiva e meditata elaborazione teorica, tutt’altra cosa è appiattire il complesso processo dell’educazione sulla dimensione riduttiva dell’istruzione
Basterebbe mettere il naso oltre le Alpi per avvedersi che quasi tutti i Paesi europei, in prima fila i nostri competitors sul piano economico, hanno già riaperto (o stanno riaprendo) le scuole, pur permanendo condizioni sanitarie analoghe a quella italiana.


 Tutto da vedere in questo periodo così critico di emergenza, ma mentre la Francia con il ministrio dell'Istruzione Blanquer decide di richiudere le scuole da Noi sembra che un assordante silenzio abbia posto fine ad ogni possibile, necessario, indispensabile dibattito.




Classi pollaio, diciamo 'sì' alle telecamere! | ScuolaInforma
Il problema delle classi pollaio era stato sollevato da tempo, ben prima dell'avvento del Covid 19

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