sabato 23 gennaio 2021

Oggi più di Ieri



Oggi più di ieri la nostra inclinazione alla socialità e alla bellezza va coltivata e curata come un prezioso orticello che ci potrà regalare frutti sani e di grande nutrimento.
 Niente avviene per caso, ricordiamolo.
Usciamo con la dovuta prudenza, la tana protegge ma non aiuta, insidiosi stati d'animo si impossessano della mente senza scampo creando momenti di ansia e di panico, allora usciamo, respiriamo ammirando quello che ci siamo persi in passato, oppure che vogliamo riprendere, ripassare come studenti alla vigilia di un esame. Recuperiamo e potenziamo la nostra capacità di osservare e di cogliere dettagli e particolari superbi di quella realtà che circondandandoci sembra scontata.
 Esercitiamo con fermezza questa gratuita abilità:

 RICONOSCERE

 Se proviamo ad impegnarci nell'arte del ricordo seppur vicino ci accorgeremo che ci resta piuttosto difficile descrivere  nel dettaglio le vie che pecorriamo ogni giorno, la conoscenza è sommaria e globale, se scendiamo nei dettagli  ci perdiamo. Passato l'angolo della miastrada o nella stessa cosa incontro? 
Uno dietro l'altro provo ad indicare negozi, portoni, esercizi che con fatica riuscirò a mettere al loro posto. Eppure ogni giorno percorriamo la stessa strada.
 Restiamo increduli per la scarsa capacità di memorizzare il susseguirsi di piccole tante cose a noi così familiari ma poi sconosciute, da riconoscere con stupore.
Provare per credere, la precisione ed i particolari ci sfuggono, catturiamoli per sorprenderci. 
Costruiamo con la magia di un rito giornaliero il nostro percorso tra reale e virtuale, girelliamo curiosi come pellegrini senza meta, sostiamo per ammirare gli elementi particolari non sempre trascurabili, catturiamo tra la consuetudine e la novità piccole storie appassionanti, disegniamo con gli occhi e fotografiamo con le mani libere in un viaggio turistico magari di pochi chilometri ma emozionante nella commozione straordinaria della ordinaria scoperta.





La precarietà del momento non sostiene un'ottica positiva, purtroppo oggi la vita va avanti così.
Serrande abbassate, disoccupazione giovanile e nuova instabilità alle porte, salari bassi e dilagante demoralizzazione, lavoro comunque sempre più provvisorio e incerto e la povertà che aumenta cosi come una ristretta ma ingente ricchezza troppo spesso frutto di speculazioni e malaffare.
 I progetti di molti giovani divenuti proibitivi, noi vecchi pensionati ancora disponibili con le nostre solide entrate, poche ma certe, a sostenere come possiamo sogni e desideri che troppo spesso saranno costretti a restare nel cassetto, prospettive in sfumature di grigio londra verso il cupo nero.

Dobbiamo pero essere fiduciosi: l'inclinazione umana alla bellezza ed alla socialità saprà essere salvifica per molti se non per tutti.
 Basterebbe saper riconoscere chi e cosa in mezzo all'inferno non è inferno e farlo durare e dargli spazio.

«L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà:
se ce n’è uno è quello che è già qui,
l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiano stando insieme.

Due modi ci sono per non soffrirne.

Il primo riesce facile a molti:
accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.

Il secondo è rischioso ed esige attenzione e approfondimento continui:
cercare e saper riconoscere che e che cosa,
in mezzo all’inferno,
non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio».


Italo CalvinoLe città invisibili, Einaudi, 1972

Una lettura non sempre lineare ma sicuramente sorprendente



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