mercoledì 31 marzo 2021

A passo gentile

 



 In tempi in cui mantenere le distanze pare un valore aggiunto questi versi così universali ci avvicinano nell'immaginario restituendoci una icona altamente significativa.

Un cortese e significativo invito a restare alla pari, un augurio di amicizia vera e sincera, un passo gentile per costruire e rinforzare legami

L'amicizia nasce tra simili oppure rende simili

Buona Pasqua 

di Albert Camus

Non camminare davanti a me
potrei non seguirti;

non camminare dietro di me,
potrei non sapere dove andare.

Cammina a fianco a me
e sii per me un amico!

Di questi tempi meglio a due metri di distanza e mascherati, mi raccomando

sabato 27 marzo 2021

Che colori


ITALIA A COLORI 

Il balletto dei colori settimanalmente ci accompagna, ci intriga d'ansia spengendo troppo spesso anelate conquiste.

   Il Giallo, un dì colore pasquale, ci sfugge e rincorre quel Rosso natalizio così inviso di questi tempi; i colori cambiano significato e connotazione senza donarci l'illusione di una bella tavolozza che rallegri e rinfranchi. Oggi vorremmo essere bianchi o al massimo grigi, i toni forti spaventano e ci incollano su schermi ripetitivi per cogliere le ultime tragiche notizie che rimbalzano  da città semideserte o muretti affollati da giovani scettici e annoiati. Non è questo il mondo che ci aspettavamo, non è questo il futuro per i nostri figli, né per i nostri vecchi rimasti, spesso isolati.

Ingenuità e curiosità  di bambini  increduli che non avevamo previsto  in un mondo consumistico di facile felicità acquistabile ald ogni angolo: 

Babbo, il tampone fa male? No caro rinfranca e sostiene, si fa con gioia, crea speranza, ci regala una nuova  libertà👳

Mamma non hai paura della puntura? No caro, saremo più forti e potremo uscire liberamente, se in tanti facciamo il tampone poi torneranno le feste👱 

Babbo voglio fare anche io la puntura! No tesoro, sei ancora troppo piccolo. Ma io la voglio, è un desiderio grande del mondo di prima👷👸

Quando ero giovanissima dovevo coprirmi gli occhi ogniqualvolta nei film capitava di vedere utilizzare una siringa, la sola immagine mi creava uno sgomento infinito 😨

Assistere quotidianamente ad immagini ripetitive di iniezioni nel braccio oggi ci riempie di gioia, arrivano i vaccini, corse frenetiche spesso delusioni, mi tocca? Anche a me, finalmente... e poi? Sei riuscita a prenotarti? Io ho usato uno stratagemma per entrare nelle categorie protette.  Siamo in Italia, tutti furbetti dell'ultima ora pur di essere bucati...

Per quanto ancora resteremo sospesi nel sogno di una siringa? Per quanto ancora riusciremo a sostenere questo crollo sociale, morale, fisiologico ed economico?

Non sappiamo quando torneranno a fiorire le viole per tutti, nel frattempo guardinghi, ci lasciamo andare mentre scorrono le immagini di un film dell'orrore che non avremmo voluto guardare

I colori, come i lineamenti, seguono i cambiamenti delle emozioni.
(Pablo Picasso)

colori dei mestieri

Io so i colori dei mestieri:
sono bianchi i panettieri,
s'alzano prima degli uccelli
e han farina nei capelli;
sono neri gli spazzacamini,
di sette colori son gli imbianchini;
gli operai dell'officina
hanno una bella tuta azzurrina,
hanno le mani sporche di grasso:
i fannulloni vanno a spasso,
non si sporcano un dito
ma il loro mestiere non è pulito.

( Gianni Rodari)

potremmo continuare noi...

i dottori e gli infermieri sono azzurri ma sembrano neri

le regioni colorate sono allegre ma disperate

le persone per le vie sfuggono le amate  compagnie

ogni giorno tanti nonni se ne vanno senza ritorno né più grande affanno

la nostra Italia attende i vaccini non tutti uguali per grandi e piccini

domenica 21 marzo 2021

21 Marzo

 

                                                                  La Poetessa dei navigli

Nella giornata mondiale della Poesia è un dovere festeggiare i 90 anni di Alda Merini proprio con i suoi versi autobiografici ed ETERNI


Sono nata il ventuno a primavera

ma non sapevo che nascere folle, aprire le zolle

potesse scatenar tempesta.

Così Proserpina lieve

vede piovere sulle erbe,

sui grossi frumenti gentili

e piange sempre la sera.

Forse è la sua preghiera


Nata il 1 marzo 1931 a Milano
Morta il 1 novembre 2009 a Milano


sabato 20 marzo 2021

Oggi 20 Marzo 2021


Fiesole  20 Marzo

Oggi l'equinozio, il giorno che inaugura la tanto attesa stagione primaverile.

 Nel nostro emisfero boreale segna la fine dell’inverno (anche se le attuali temperature molto rigide alimentano sospetti) e l’inizio della primavera, mentre nell’emisfero australe termina l’estate e comincia l’autunno.

 Avvenimento oggi delle 9:37 locali. Quindi garantita la stessa durata del giorno e della notte

 Equinozio significa letteralmente che la notte avrà la stessa durata del giorno: è effettivamente quello che accade in tutto il pianeta, con circa dodici ore di luce e dodici ore di buio.

Nel nostro emisfero si verifica  una particolare situazione astronomica che prevede il Sole che illumina perpendicolarmente l’equatore, una circostanza che ricorre due volte all’anno.

Le giornate  andranno poi allungandosi, fino al solstizio d’estate, il giorno più lungo, successivamente torneranno ad accorciarsi, passando per l’equinozio d’autunno, per poi toccare il giorno più corto nel solstizio d’inverno. Mentre nell’emisfero australe accadrà l’opposto.

Vivere

Tocco il sole con un dito

sento lo sguardo incamminarsi verso l'estate 

ascolto  i profumi che mi sollevano dai profondi ricordi e dalle tediose ore quotidiane

percepisco il rumore deei miei passi felpati

esulto alla vista di ogni battito nel rinnovo di foglie e virgulti

sogno che un futuro migliore ristori le menti e riscaldi gli animi

spero che ognuno di noi 

trovi la forza di risollevarsi 

per  continuare a  vivere

Io VIVO

https://www.youtube.com/watch?v=UI7lFaF_owk

venerdì 19 marzo 2021

 




19 marzo 2021

A tutti i  papà/ babbi, padri  ma anche a tutte quelle bambine intrise di sogni e speranze, di impegno e lungimiranti visioni soffocate, tristemente spezzate  dalle feroci parole e dalle violente mani di un uomo che tale non dovremmo definire 

Tante DONNE ruotano intorno alla vita complessa e sofferta del Sommo Poeta, la madre, le zie, la balia slovena Peppa, la moglie Carolina detta Lina e l'amata figlia Linuccia. Tutte figure importanti di riferimento in una vita intensa e travagliata ricca di grandi soddisfazioni ma connotata da afflizione e patimento, terminata a Gorizia  il 25 agosato 1957 dopo una lunga serie di ricoveri in una clinica romana 

Ritratto della mia bambina

La mia bambina con la palla in mano,
con gli occhi grandi colore del cielo
e dell’estiva vesticciola: "Babbo
-mi disse voglio uscire oggi con te"
Ed io pensavo: Di tante parvenze
che s’ammirano al mondo, io ben so a quali
posso la mia bambina assomigliare.
Certo alla schiuma, alla marina schiuma
che sull’onde biancheggia, a quella scia
ch’esce azzurra dai tetti e il vento sperde;
anche alle nubi, insensibili nubi
che si fanno e disfanno in chiaro cielo;
e ad altre cose leggere e vaganti.

Umberto Saba

 Umberto Poli nacque a Trieste il 9 marzo 1883 e solo nel 1910 assunse lo pseudonimo di SABA con cui sarà conosciuto in tutto il mondo

Care bimbe di oggi e DONNE di domani, studiate, costruitevi l'indipendenza, contate sulle vostre forze, solo così possono realizzarsi i sogni e non con l'arrivo del principe azzurro

sabato 13 marzo 2021

In attesa


La Primavera di Sandro Botticelli, dipinto a tempera su tavola databile intorno al 1478, è stata realizzata per la villa medicea di Castello commissionata dal proprietario  Lorenzo di Pierfrancesco cugino di Lorenzo deI medici. L'opera d'arte è conservata, ammirabile nella sua grandezza e magnificenza nella Galleria degli Uffizi a Firenze

Molti i personaggi allegorici del dipinto che si trovano allineati sul primo piano di un paesaggio scuro e controluce. A destra Zefiro raggiunge e abbraccia la Ninfa Clori che appare nuovamente a sinistra nelle forme di Flora vestita di fiori. Al centro  sono raffigurati Venere e Cupido che scaglia il dardo d’amore. Le tre Grazie inoltre danzano sulla sinistra vestite con veli trasparenti. Mercurio infine alza il braccio destro e con il caduceo tocca una nuvola. 

Il prato è cosparso di fiori ed erbe mentre tra le fronde degli alberi sono dipinti frutti color arancio.

Il dipinto di Sandro Botticelli venne intitolato La Primavera da Vasari, autore delle prime biografie degli artisti italiani del Rinascimento. Gli studiosi considerano l’opera un’allegoria. Il dipinto rappresenta il regno di Venere secondo l’iconografia neoplatonica del filosofo Marsilio Ficino.

Per scoprire i 500 esemplari di piante diverse primaverili e presenti in Toscana ma raffigurati anche per il loro significato allegorico non ci resta che leggere questo interessante articolo

https://www.finestresullarte.info/opere-e-artisti/specie-vegetali-della-primavera-di-sandro-botticelli 

 Restiamo, isolati e reclusi, sospettosi dell'altro, diffidenti, in attesa, del nostro turno di  tamponi a cui sottoporsi, dei  vaccini che non arrivano, delle riaperture che non ci sono, della nuova speranza che scema ogni giorno, in attesa della primavera che, unica certezza arriverà il 21 Marzo


21 marzo di Gianni Rodari

La prima rondine
venne iersera
a dirmi: “È prossima
la Primavera!
Ridon le primule
nel prato, gialle,
e ho visto, credimi,
già tre farfalle”.

Accarezzandola
così le ho detto:
“Sì è tempo, rondine,
vola sul tetto!

Ma perché agli uomini
ritorni in viso
come nei teneri
prati il sorriso
un’altra rondine
deve tornare
dal lungo esilio,
di là dal mare.

La Pace, o rondine,
che voli a sera!
Essa è per gli uomini
la primavera”.

domenica 7 marzo 2021

Giornata internazionale della DONNA



Spose bambine, mutilazioni genitali, violenze, sottomissione, negazione di diritti fondamentali, quanta strada ancora verso la tanto ambita parità 

Le donne migranti subiscono discriminazioni, violenze, abusi. Quelle che incontriamo sul ponte della nostra nave hanno storie terribili, ma hanno anche negli occhi il coraggio e la forza di chi è riuscito a resistere e sa che riuscirà a costruire un futuro diverso. Ogni giorno è #8Marzo      Open Arms

 Dal 1977 Festa della Donna, ma non per tutte

8 Marzo 2021

Nel ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche della Donna ma anche le innumerevoli discriminazioni e le frequenti violenze ancora purtroppo quasi quotidiane in troppi Paesi ma anche nella nostra nazione che si dichiara civile ( pensiamo ad altri ritenuti meno sviluppati) vogliamo rivolgerci agli uomini, tutti.

Basta con atteggiamenti di superiorità, di ipocrita cavalleria, di bieco maschilismo velato...
Fateci scudo, passate parola con i vostri amici, sostenete la necessità di abbattere stereotipi ancora troppo comuni e diffusi, avanti, coraggio non ci vuole molto!

le Donne sono = agli Uomini, stessi valori = diritti = libertà di movimento e di pensiero
Uguale diritto al lavoro


P. S arrivato da Vasco, un caro amico  
...
il nostro è anche il Paese delle infinite eccezioni, delle innumerevoli minoranze, delle individualità fantastiche.
Vorrei poter infondere coraggio, forza e speranza a tutte le donne!

Ogni giorno è DONNA senza se e sensa ma

Ci sono donne e poi ci sono donne donne
Quelle non devi provare a capirle sarebbe una battaglia persa in partenza
...

A tutte le donne

Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore.

La DONNA è qualcosa di misterioso che sta tra il canto e la metafora

Alda Merini 


lunedì 1 marzo 2021

E quindi uscimmo a riveder le stelle



 

 Fiesole 2 Marzo 2021

Ieri sera il cielo era coperto di STELLE, brillanti e luminose come raramente si possono osservare

Vivere in Città può essere piacevole, magari non in questo cupo momento, però la necessità  di illuminazione nelle aree fortemente abitate ci impedisce di vedere le stelle

Se riusciamo a raggiungere luoghi più oscuri, entro le 22 mi raccomando, o se viviamo in un  paesino o in campagna godiamoci lo spettagolo gratuito, straordinario e sorprendente del cielo stellato

... Quando rivolgiamo lo sguardo verso ogni punto che brilla in cielo, sembra che stia lampeggiando. Tutti sappiamo che le stelle, come  il sole, non lampeggiano e talvolta sembrano cambiare colore, è l'atmosfera, la responsabile.

La luce che emanano le stelle e che percorre un lungo cammino fino alla Terra  non subisce nessuna deviazione. Viaggia in linea retta. La sua traiettoria cambia quando deve attraversare l'atmosfera.

L'atmosfera, nonostante sia trasparente, non è uno strato con una densità uniforme. La parte che si trova più vicina alla superficie è più densa degli strati più alti. Inoltre, di giorno si creano correnti d'aria calda che essendo più dense di quelle fredde, ascendono.

Tutto ciò fa si che l'atmosfera si trasformi in un gas turbolento

Quando la luce delle stelle sta per arrivare a noi, deve attraversare l'atmosfera. Ogni volta che s'incontra con uno strato d'aria di diversa intensitàsubisce una leggera deviazione.

Subisce una rifrazione cambiando da una densità all'altra e così continuamente. Dato che l'aria è in costante movimento, anche le stelle sembrano muoversi continuamente, dandoci la sensazione che stiano lampeggiando. Queste piccole deviazioni possono anche far si che le stelle cambino di colore, come succede al sole quando si posiziona sull'orizzonte.

Dante Alighieri- Divina Commedia- INFERNO

Canto XXXIV , ultimo de la prima cantica di Dante Alleghieri di Fiorenza, nel qual canto tratta di Belzebù principe de’ dimoni e de’ traditori di loro signori, e narra come uscie de l’inferno.

 

"Vexilla regis prodeunt inferni
verso di noi; però dinanzi mira",
disse ’l maestro mio, "se tu ’l discerni".
3


Come quando una grossa nebbia spira,
o quando l’emisperio nostro annotta,
par di lungi un molin che ’l vento gira,
6


veder mi parve un tal dificio allotta;
poi per lo vento mi ristrinsi retro
al duca mio, ché non lì era altra grotta.
9


Già era, e con paura il metto in metro,
là dove l’ombre tutte eran coperte,
e trasparien come festuca in vetro.
12


Altre sono a giacere; altre stanno erte,
quella col capo e quella con le piante;
altra, com’arco, il volto a’ piè rinverte.
15


Quando noi fummo fatti tanto avante,
ch’al mio maestro piacque di mostrarmi
la creatura ch’ebbe il bel sembiante,
18


d’innanzi mi si tolse e fé restarmi,
"Ecco Dite", dicendo, "ed ecco il loco
ove convien che di fortezza t’armi".
21


Com’io divenni allor gelato e fioco,
nol dimandar, lettor, ch’i’ non lo scrivo,
però ch’ogne parlar sarebbe poco.
24


Io non mori’ e non rimasi vivo;
pensa oggimai per te, s’ hai fior d’ingegno,
qual io divenni, d’uno e d’altro privo.
27


Lo ’mperador del doloroso regno
da mezzo ’l petto uscia fuor de la ghiaccia;
e più con un gigante io mi convegno,
30


che i giganti non fan con le sue braccia:
vedi oggimai quant’esser dee quel tutto
ch’a così fatta parte si confaccia.
33


S’el fu sì bel com’elli è ora brutto,
e contra ’l suo fattore alzò le ciglia,
ben dee da lui procedere ogne lutto.
36


Oh quanto parve a me gran maraviglia
quand’io vidi tre facce a la sua testa!
L’una dinanzi, e quella era vermiglia;
39


l’altr’eran due, che s’aggiugnieno a questa
sovresso ’l mezzo di ciascuna spalla,
e sé giugnieno al loco de la cresta:
42


e la destra parea tra bianca e gialla;
la sinistra a vedere era tal, quali
vegnon di là onde ’l Nilo s’avvalla.
45


Sotto ciascuna uscivan due grand’ali,
quanto si convenia a tanto uccello:
vele di mar non vid’io mai cotali.
48


Non avean penne, ma di vispistrello
era lor modo; e quelle svolazzava,
sì che tre venti si movean da ello:
51


quindi Cocito tutto s’aggelava.
Con sei occhi piangëa, e per tre menti
gocciava ’l pianto e sanguinosa bava.
54


Da ogne bocca dirompea co’ denti
un peccatore, a guisa di maciulla,
sì che tre ne facea così dolenti.
57


A quel dinanzi il mordere era nulla
verso ’l graffiar, che talvolta la schiena
rimanea de la pelle tutta brulla.
60


"Quell’anima là sù c’ ha maggior pena",
disse ’l maestro, "è Giuda Scarïotto,
che ’l capo ha dentro e fuor le gambe mena.
63


De li altri due c’ hanno il capo di sotto,
quel che pende dal nero ceffo è Bruto:
vedi come si storce, e non fa motto!;
66


e l’altro è Cassio, che par sì membruto.
Ma la notte risurge, e oramai
è da partir, ché tutto avem veduto".
69


Com’a lui piacque, il collo li avvinghiai;
ed el prese di tempo e loco poste,
e quando l’ali fuoro aperte assai,
72


appigliò sé a le vellute coste;
di vello in vello giù discese poscia
tra ’l folto pelo e le gelate croste.
75


Quando noi fummo là dove la coscia
si volge, a punto in sul grosso de l’anche,
lo duca, con fatica e con angoscia,
78


volse la testa ov’elli avea le zanche,
e aggrappossi al pel com’om che sale,
sì che ’n inferno i’ credea tornar anche.
81


"Attienti ben, ché per cotali scale",
disse ’l maestro, ansando com’uom lasso,
"conviensi dipartir da tanto male".
84


Poi uscì fuor per lo fóro d’un sasso
e puose me in su l’orlo a sedere;
appresso porse a me l’accorto passo.
87


Io levai li occhi e credetti vedere
Lucifero com’io l’avea lasciato,
e vidili le gambe in sù tenere;
90


e s’io divenni allora travagliato,
la gente grossa il pensi, che non vede
qual è quel punto ch’io avea passato.
93


"Lèvati sù", disse ’l maestro, "in piede:
la via è lunga e ’l cammino è malvagio,
e già il sole a mezza terza riede".
96


Non era camminata di palagio
là ’v’eravam, ma natural burella
ch’avea mal suolo e di lume disagio.
99


"Prima ch’io de l’abisso mi divella,
maestro mio", diss’io quando fui dritto,
"a trarmi d’erro un poco mi favella:
102


ov’è la ghiaccia? e questi com’è fitto
sì sottosopra? e come, in sì poc’ora,
da sera a mane ha fatto il sol tragitto?".
105


Ed elli a me: "Tu imagini ancora
d’esser di là dal centro, ov’io mi presi
al pel del vermo reo che ’l mondo fóra.
108


Di là fosti cotanto quant’io scesi;
quand’io mi volsi, tu passasti ’l punto
al qual si traggon d’ogne parte i pesi.
111


E se’ or sotto l’emisperio giunto
ch’è contraposto a quel che la gran secca
coverchia, e sotto ’l cui colmo consunto
114


fu l’uom che nacque e visse sanza pecca;
tu haï i piedi in su picciola spera
che l’altra faccia fa de la Giudecca.
117


Qui è da man, quando di là è sera;
e questi, che ne fé scala col pelo,
fitto è ancora sì come prim’era.
120


Da questa parte cadde giù dal cielo;
e la terra, che pria di qua si sporse,
per paura di lui fé del mar velo,
123


e venne a l’emisperio nostro; e forse
per fuggir lui lasciò qui loco vòto
quella ch’appar di qua, e sù ricorse".
126


Luogo è là giù da Belzebù remoto
tanto quanto la tomba si distende,
che non per vista, ma per suono è noto
129


d’un ruscelletto che quivi discende
per la buca d’un sasso, ch’elli ha roso,
col corso ch’elli avvolge, e poco pende.
132


Lo duca e io per quel cammino ascoso
intrammo a ritornar nel chiaro mondo;
e sanza cura aver d’alcun riposo,
135


salimmo sù, el primo e io secondo,
tanto ch’i’ vidi de le cose belle
che porta ’l ciel, per un pertugio tondo.
138


E quindi uscimmo a riveder le stelle.