Un bellissimo libro |
Marta Sanz, Piccole donne rosse, SellerioTraduzione dallo spagnolo di Maria Nicola
Titolo originale: Pequeñas mujeres rojas
La
letteratura come elemento di resistenza, come coscienza politica. Un grido
contro la violenza inflitta a tutte le Piccole donne rosse che hanno pagato per
la loro forza, la loro bellezza e la loro audacia.
«Marta Sanz è una delle voci più coraggiose della letteratura spagnola
contemporanea». Manuel Rodríguez Rivero, BABELIA
La guerra purtroppo troppo spesso incide pesantemente non solo sulla testa e sulla vita ma direttamente sul corpo delle donne.
Da leggere in questi quasi due mesi di guerra in cui stiamo assistendo ad un martorio delle donne in ogni senso.
Mi torna in mente Mariute del 1918, film muto, commedia, drammatico, produzione bertini film per Caesar-Film, regia di Eduardo Bencivenga, con la Diva Francesca Bertini
Un film di evidente propaganda narrato tra realtà e finzione, racconta la giornata tipo di
Francesca Bertini in contrasto con la storia drammatica di Mariute, una
contadina friulana sola con tre bambini poiché il marito è partito per la
guerra e si trova oltre il Piave. Un giorno, tre soldati austriaci, che stanno
bivaccando, la violentano mentre sta tornando a casa. La donna viene vendicata
dal suocero, che a colpi di fucile uccide ad uno ad uno gli stupratori. La
donna subisce una dura violenza ma l’oltraggio prontamente annientato dal gesto
di riscatto familiare. La vicenda, raccontata sul set da un attore reduce dal
fronte, sconvolge l'attrice tanto da
farla calare con struggente e patriottica fede nei panni della madre
violata.
Mariute può essere considerato interessante non tanto per
l’interpretazione del personaggio quanto
sul piano storico, come documento di una produzione che affronta il tema
grammatico ancora oggi degli stupri di guerra.
Dal 1917, dopo Caporetto, si narravano storie di violenze ai civili e di aggressioni alle donne italiane nelle aree occupate. Infatti finita la guerra si apriranno i lavori di una prima Commissione organizzata dall’Ufficio Tecnico di Propaganda Nazionale che pubblicherà i risultati in un testo dal titolo “Il martirio delle terre invase”. Dopo la conclusione dell’ inchiesta preliminare viene nominata una Reale Commissione d’Inchiesta per raccogliere le molte testimonianze sulle aggressioni sessuali subite dalle donne italiane soprattutto finalizzata però a sostenere la richiesta di danni dello Stato italiano alla Conferenza di Pace. Le violenze e gli stupri letti come dati statistici senza la volontà di approfondire la questione visto che era complesso per l’epoca ottenere informazioni ed i fatti erano troppo spesso negati o custoditi segretamente dalle comunità dove si preferiva parlare di distruzione, saccheggi, rapine. I segreti custoditi dal pudore e la vergogna delle stesse vittime, che non volevano compromettere le loro famiglie. Nel dopoguerra, accanto alla questione della ricostruzione nei territori che erano stati occupati, si presentò anche il problema dei bambini nati dalla violenza, i “figli della guerra”.
Oggi si parla di aborto e lo si nega alle donne vittima di stupro di guerra
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