lunedì 13 giugno 2022

UN MITO

 


Incontrare di nuovo Guccini dopo la decisione di chiudere con i suoi concerti ti rende felice.

Un uomo ricco, un uomo ironico, un mito. 

La sua voce pastosa, calda, profonda, l'uso di poche note e di testi di grande rilevanza storica e sociale hanno contribuito a farlo emergere ed amare profondamente come uno dei cantautori più ricercati. affabulatore di eccellenza, incanta nel racconto con aneddoti apparentemente insignificanti, basici ma spaccati di vita in cui riconoscersi.

La città dei lettori, sabato ore 21, Firenze, nel Belvedere di villa Bardini, gremito un fremito e un balzo, tutti in piedi ad accoglierlo, con il suo incedere sornione, accompagnato poiché afflitto da una macuolopatia bilaterale di cui accenna poi, scende nell'area stupendamente panoramica della terrazza e il mito si fa leggenda.

Ci racconta storie diverse di persone nelle sue valli in fasi diverse della vita e la platea ammutolita coglie anche i sospiri pur scoppiando in tenere risate perché la magia è questa: saper suscitare ilarità con un linguaggio colto su tematiche tristi e usuali. 

Un libro da gustare frutto di una penna colta e sapiente ma la presenza ci mancherà, riempie i vuoti delle nostre anime. Dietro scorre la sua musica, una bella serata memorabile in attesa del 14 giugno, il suo ottantaduesimo compleanno. 

Auguri Maestro La porteremo sempre con noi con la sua voce ed i suoi testi unici e indimenticabili

Purtroppo così attuale il suo testo vista la strage costante sulle strade di troppi giovani


Canzone per un'amica

Lunga e diritta correva la strada
L'auto veloce correva
La dolce estate era già cominciata
Vicino lui sorrideva, vicino lui sorrideva
Forte la mano teneva il volante
Forte il motore cantava
Non lo sapevi che c'era la morte
Quel giorno che ti aspettava
Quel giorno che ti aspettava
Non lo sapevi che c'era la morte
Quando si è giovani, è strano
Poter pensare che la nostra sorte
Venga e ci prenda per mano
Venga e ci prenda per mano
Non lo sapevi, ma cosa hai sentito
Quando la strada è impazzita
Quando la macchina è uscita di lato
E sopra a un'altra è finita
E sopra a un'altra è finita
Non lo sapevi, ma cos'hai pensato
Quando lo schianto ti ha uccisa
Quando anche il cielo di sopra è crollato
Quando la vita è fuggita
Quando la vita è fuggita
Dopo il silenzio soltanto è regnato
Tra le lamiere contorte
Sull'autostrada cercavi la vita
Ma ti ha incontrato la morte
Ma ti ha incontrato la morte
Vorrei sapere a che cosa è servito
Vivere, amare, soffrire
Spendere tutti i tuoi giorni passati
Se così presto hai dovuto partire
Se presto hai dovuto partire
Voglio però ricordarti com'eri
Pensare che ancora vivi
Voglio pensare che ancora mi ascolti
E che come allora sorridi
E che come allora sorridi

Nessun commento:

Posta un commento