mercoledì 23 marzo 2016

Il gioco del Se

le disuguaglianze in boccia
IL GIOCO DEL SE
Un 22 marzo nero, imbrattato di rosso sangue, terrore e lacrime, sgomento e rabbia
SE LA GUERRA NON ESISTESSE
se le ignobili rivendicazioni fossero solo incubi notturni
se Daesh non esultasse per le  sue macabre paralizzanti imprese, se se se

se la guerra all'Is si chiamasse lotta, sfida
se i  morti urlassero con forti grida

se il mondo denunciasse le ingiustizie
se il mondo condannasse le inimicizie

se le disuguaglianze fossero minori
se si vivesse con pochi timori

se i giorni bui avessero luce
se nelle menti trovassimo pace

se le lacrime si versassero prima
se la pace restituisse  un buon clima

se il coraggio e la rassegnazione
lasciassero spazio ad altra questione

se la stretta vigilanza
producesse una coraggiosa alleanza

se l'allarme per le minacce generale
diventasse una pianificazione totale

se la lotta all'antiterrorismo
diventasse un bel giorno in Europa e nel mondo contagioso fanatismo

se invece di parlare di sciacalli e colombe
si smettesse di produrre bombe

se la caccia all'uomo nero e armato dei nostri sogni
fosse da sempre risposta ai bisogni

se la nostra democrazia fosse forte
non solo nella malasorte

se la convivenza fosse civile
non soltanto un disagio per molti in condizioni di abbandono vile

se ai bambini che ci guardano potessimo dire
che il mondo è bello e la guerra ovunque deve finire

se se se se
se non si fabbricassero né si vendessero armi
Risultati immagini per isis attentati in Belgio
se i prati pesantemente calpestati potessero raccontare


 Il gioco del Se sarebbe divertente 
se implicasse molta gente 
se i politici veramente usassero il cuore e la mente
 in ogni realistico frangente
non solo il cervello per il loro interesse e il resto niente.
Se le grida dei feriti e dei mutilati di ieri, le lacrime per i morti, l'affanno di chi ha perso tutto si incrociassero con altre migliaia di  morti e feriti con altre mutilazioni e sofferenze, con altre bombe ed altri lamenti di uomini, donne e bambini in un "lamento globale" per risorgere in un mondo più giusto per tutti... se potessimo far passare un messaggio di speranza...se
se fossimo consapevoli che il terrorismo va combattuto ovunque, non solo da noi, nella nostra cara Europa che vede perdere il primato di tranquillità nella affannata vita quotidiana, se...

se i bisogni di ogni popolo fossero rispettati e le forti disuguaglianze parzialmente risolte, non   umiliate, saremmo migliori, più poveri forse ma più sereni con minor interessi e  molti freni, ma molto più FIERI

Promuoviamo il gioco del SE con adulti e ragazzi, 
non perché siamo oggi tutti pazzi 
ma perché nel gioco si danno risposte
 e si ascoltano reali, giovani e fresche proposte

 L'Europa non decolla su certi fronti, troppi interessi ed un nazionalismo spinto di fronte alle tragedie quotidiane dei migranti e delle stragi come quella del 22.
 Sentire parlare di guerra invece che di lotta al terrorismo ci fa paura. La nostra democrazia è fragile rispetto a visioni dogmatiche di chi considera la vita umana/terrena meno di 0 inneggiando fanaticamente al martirio
Le tante parole lanciate contro l'organizzazione inefficiente Belga la dicono lunga sulla dichiarata solidarietà e sulla sfida della cooperazione.
Si contano i morti e la loro appartenenza, in questo periodo di catastrofi mondiali i morti sono tutti uguali, le sfide ci dovrebbero trovare a fianco, se fossimo veramente europei,  di chiunque chieda aiuto, soffra o subisca  ingiustamente, delle vittime e dei carnefici, per capire fino in fondo le ragioni di tanto odio e desiderio di morte.
Fare RETE, tessere nel quotidiano ha una forte valenza, vedere in questi giorni l'azione generosa e professionale delle centinaia di soccorritori volontari faceva comprendere molto del Sistema.
Disarmiamoci e partiamo, parliamo ideando percorsi e progettiamo, il piccolo è grande, la dimensione locale non scoraggi, aiuta, si parte da lì.
Risultati immagini per la disuguaglianza
un altalena sbilanciata


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