giovedì 17 marzo 2016

Oltre la sostenibilità, Fuocoammare

Risultati immagini per fuocoammare
dal mare pesce e arrivi, vita e morte

 Un bel film, un interessante documentario, un capolavoro,  ma non quello che ti aspetti,  lirismo e ricercato distacco  di mano sapiente per un racconto fuori dal tempo, diviso tra pochi rituali dei residenti, marziani che accolgono e migranti sfiniti e ammutoliti che solo in un canto/grido evocativo raccontano la oro storia.
Un effetto speciale inatteso quello che ti prende dopo la visione del  film di Gianfranco Rosi Fuocoammare, insignito dell'Orso d’oro a Berlino, certamente un grande  tributo ad  un tema drammatico e attuale ( da 20 anni) come quello dei profughi.
Le immagini scorrono lente su pochi personaggi nativi dell'isola, fermi in una immobilità di tempo e spazio, non contaminata apparentemente da eventi, volti e mani in una  quotidiana routine fatta di religiosi gesti familiari, sapienti sfide e luoghi selvaggi, da linde sacrali cucine ed emittenti locali che riempiono  vuoti e solitudini.
In successione immagini tecniche di accoglienza scientifica: maschere, guanti, tute, commenti quasi distaccati, grande lavoro e ombre umane in fatiscenti imbarcazioni avvistate, che allertano... sono in arrivo.
Il  comportamento esemplare dei cittadini di Lampedusa non si vede, è rappresentato  dal medico Pietro Bartolo,  indiscutibilmente  un vero eroe dei nostri tempi per il lavoro che si è trovato a svolgere in situazioni totalmente inadeguate. 
L'accoglienza da parte degli isolani non si vede ma si percepisce in quel dualismo di vita rappresentato con tanta struggente narrazione, non si vede infatti ospitalità ed accoglienza come ci saremmo aspettati, la si deduce tra i bei fotogrammi.
Da non perdere.

Tutti i giorni morti o salvati sui nostri quotidiani in un’onda anomala umana  che rimbalza sui fili spinati, che sfida il fango, la fame, i lacrimogeni pur di non essere respinta, che nel disprezzo della morte così vicina prova a scegliere con determinazione la vita ad ogni costo.
Domandiamoci 
Se questi sono uomini e se queste sono donne e questi bambini, al gelo, in fondo al mare in cui spensierati facciamo il bagno, segregati dietro fili spinati, annientati dalla troppa indifferenza o dalla violenza subita e trovata.
 Come potranno cessare le migrazioni, questi esodi biblici, come sono stati chiamati più volte, se non cesseranno conflitti, degrado, sfruttamento, povertà? Questioni complesse a cui l’Europa non ha saputo dare risposte chiare nonostante il forte impegno economico. Le immagini dei Migranti colpiscono le persone maggiormente sensibili, partorire nel fango, dormire al gelo, affogare per guadare un fiume; chi ce la fa si porta dentro un rancore, penso, e il rimorso di essersela cavata ma aver visto tanti cadaveri fratelli, e noi? Noi che potremo raccontare senza dire che non sapevamo?
ero là quando arrivavano
ero là quando i loro occhi atterriti e stanchi ci scrutavano
ero là e vedevo i loro corpi emaciati e consunti
ero là quando si compiangevano le piccole vittime, 
ero là quando le mani erano tese 
mentre l'indifferenza denunciava la sopraffazione dell'affollamento

l’art. 2 della nostra Costituzione afferma  che “la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo” richiede a ciascun cittadino l’adempimento dei “doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.
Cosa ancora aspettiamo?
Urge la costruzione di una cultura dell'accoglienza per chi fugge da guerre e fame

Interessante il libro presentato nella sala consiliare di  Borgo  San Lorenzo giovedì 10 Marzo 
Il pianeta stretto” di Massimo Livi Bacci ed. Il Mulino, in cui, tra molto altro, si affronta il tema delle disuguaglianze sia dal punto di vista demografico che economico e si parla di costruire una identità per ciascun individuo, un miraggio? Forse …


pesca miracolosa...



1 commento: