dal mare pesce e arrivi, vita e morte |
Un bel film, un interessante documentario, un capolavoro, ma non quello che ti aspetti, lirismo e ricercato distacco di mano sapiente per un racconto fuori dal tempo, diviso tra pochi rituali dei residenti, marziani che accolgono e migranti sfiniti e ammutoliti che solo in un canto/grido evocativo raccontano la oro storia.
Un effetto speciale
inatteso quello che ti prende dopo la visione del film di
Gianfranco Rosi Fuocoammare,
insignito dell'Orso d’oro a Berlino, certamente un grande tributo ad un tema drammatico e attuale ( da 20 anni) come
quello dei profughi.
Le immagini scorrono lente su pochi personaggi nativi dell'isola,
fermi in una immobilità di tempo e spazio, non contaminata apparentemente da
eventi, volti e mani in una quotidiana routine fatta di religiosi
gesti familiari, sapienti sfide e luoghi selvaggi, da linde sacrali cucine ed emittenti locali che riempiono vuoti e solitudini.
In successione immagini tecniche di accoglienza scientifica: maschere, guanti, tute, commenti quasi
distaccati, grande lavoro e ombre umane in fatiscenti imbarcazioni avvistate, che allertano... sono in arrivo.
Il comportamento esemplare dei cittadini di
Lampedusa non si vede, è rappresentato
dal medico Pietro Bartolo, indiscutibilmente un vero eroe dei nostri tempi per il lavoro
che si è trovato a svolgere in situazioni totalmente inadeguate.
L'accoglienza da parte degli isolani non si vede ma si percepisce in quel dualismo di vita rappresentato con tanta struggente narrazione, non si vede infatti ospitalità ed accoglienza come ci saremmo aspettati, la si deduce tra i bei fotogrammi.
L'accoglienza da parte degli isolani non si vede ma si percepisce in quel dualismo di vita rappresentato con tanta struggente narrazione, non si vede infatti ospitalità ed accoglienza come ci saremmo aspettati, la si deduce tra i bei fotogrammi.
Da non perdere.
Tutti i giorni morti o
salvati sui nostri quotidiani in un’onda anomala umana che rimbalza sui fili spinati, che sfida il
fango, la fame, i lacrimogeni pur di non essere respinta, che nel disprezzo
della morte così vicina prova a scegliere con determinazione la vita ad ogni
costo.
Domandiamoci
Se questi sono uomini e se queste sono donne e questi bambini, al gelo, in fondo al mare in cui spensierati facciamo il bagno, segregati dietro fili spinati, annientati dalla troppa indifferenza o dalla violenza subita e trovata.
Se questi sono uomini e se queste sono donne e questi bambini, al gelo, in fondo al mare in cui spensierati facciamo il bagno, segregati dietro fili spinati, annientati dalla troppa indifferenza o dalla violenza subita e trovata.
Come potranno cessare le migrazioni, questi
esodi biblici, come sono stati chiamati più volte, se non cesseranno conflitti,
degrado, sfruttamento, povertà? Questioni complesse a cui l’Europa non ha
saputo dare risposte chiare nonostante il forte impegno economico. Le immagini
dei Migranti colpiscono le persone maggiormente sensibili, partorire nel fango,
dormire al gelo, affogare per guadare un fiume; chi ce la fa si porta dentro un
rancore, penso, e il rimorso di essersela cavata ma aver visto tanti cadaveri
fratelli, e noi? Noi che potremo raccontare senza dire che non sapevamo?
ero là quando arrivavano
ero là quando i loro occhi atterriti e stanchi ci scrutavano
ero là e vedevo i loro corpi emaciati e consunti
ero là quando si compiangevano le piccole vittime,
ero là quando le mani erano tese
mentre l'indifferenza denunciava la sopraffazione dell'affollamento
ero là quando arrivavano
ero là quando i loro occhi atterriti e stanchi ci scrutavano
ero là e vedevo i loro corpi emaciati e consunti
ero là quando si compiangevano le piccole vittime,
ero là quando le mani erano tese
mentre l'indifferenza denunciava la sopraffazione dell'affollamento
l’art. 2 della nostra Costituzione afferma che “la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo” richiede a ciascun cittadino l’adempimento dei “doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.
Cosa ancora
aspettiamo?
Urge la costruzione di una cultura dell'accoglienza per chi fugge da guerre e fame
Urge la costruzione di una cultura dell'accoglienza per chi fugge da guerre e fame
Interessante il libro
presentato nella sala consiliare di
Borgo San Lorenzo giovedì 10
Marzo
“ Il pianeta stretto” di Massimo Livi Bacci ed. Il Mulino, in cui, tra molto altro, si affronta il tema delle disuguaglianze sia dal punto di vista demografico che economico e si parla di costruire una identità per ciascun individuo, un miraggio? Forse …
“ Il pianeta stretto” di Massimo Livi Bacci ed. Il Mulino, in cui, tra molto altro, si affronta il tema delle disuguaglianze sia dal punto di vista demografico che economico e si parla di costruire una identità per ciascun individuo, un miraggio? Forse …
pesca miracolosa... |
Interessante riflessione! ciao Emanuela
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