martedì 28 giugno 2016

Sessismo al giugno 2016

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quanta strada....


Stereotipi e sessismo anche nella politica sarebbero da evitare ma non pare sia possibile né necessario.

 Analizzare il linguaggio utilizzato per caratterizzare il profilo e la personalità  delle 2 nuove elette sindache nel dibattito pubblico fa inorridire, la condizione/donna penalizza assai, “ragazze, Ragazze del movimento, sensuali, acqua e sapone, donne giovani in carriera, giovani normali in cui riconoscersi.  Bocconiana mai.
Virginia Raggi e Chiara Appendino sono diventate improvvisamente Donne/Danno da sminuire agli occhi della gente, in gamba ma pur sempre femmine! Insomma, che dire!
A Roma e Torino vincere  i candidati del Partito democratico Roberto Giachetti e Piero Fassino appare solo una protesta ormai spendibile si  ma poco credibile…
Quante varianti nel descriverle, negate ai signori maschi sicuramente, nemmeno pensabile usare riferimenti di un certo tipo per lor SIGNORI
Certamente a 70 anni dal riconoscimento del voto alle donne l’idea di vedere sindache chiamate a guidare per i prossimi cinque anni due grandi città italiane, addirittura la Capitale, stupisce e crea un clima ansiogeno.
La grande scrittrice Michela Murgia scrive in un bell'articolo, sintetico e chiaro, su la Repubblica dal titolo " 
Né ragazze né mamme, usiamo le parole giuste"

"Chiamiamole sindache dunque... deve cambiare il modo di raccontare le donne al vertice. Basta chiamarle con il nome proprio. Basta col  chiamarle confidenzialmente con il nome proprio come fossero cresciute con noi. Anche definirle ‘ragazze' sui giornali è un modo subdolo per minimizzare l'autorevolezza del ruolo che si sono conquistate". Alla stessa stregua può essere considerato il titolare un articolo su Chiara Appendino chiamandola, ad esempio, "la neomamma che ha battuto Fassino". 
"Se vi sembra normale, provate a immaginare Sala descritto come ‘il figlio unico pluridivorziato che a Milano ha fermato la Lega'". 
Ragazze, il titolo, la carica? Dove sono finiti? Definizione non corretta, volutamente svilente.

·          Il Tempo, sulla vittoria di Virginia Raggi  "Roma in bambola", pubblicando una sua foto su un     corpo di Barbie.     


·          Libero,  "Prova del fuoco per le ragazze", "Ma saranno capaci?" "Lui passa il tempo a fare il tifo per lei, senza se e senza ma. Lei si racconta. Anche nella vita privata, e non cita mai lui. Narra del figlio, e sembra sia nato sotto un cavolo, perché il padre non viene citato mai. Sta nell'ombra, assediato dai paparazzi che cercano lei. Scherza, sopporta". 

·          Affari Italiani,  "Virginia Raggi primo sindaco donna 5 stelle di Roma sta cordialmente sulle scatole a molti perché parla chiaro, non si lascia intimidire, è solida ma anche molto poco sexy esattamente come Chiara Appendino, occhi intensi e look iper sobrio, altro che smalto semi permanente di Maria Elena Boschi, boccoli sempre inanellati manicure perfetta, presenzialista a tutto tondo fra politica e mondanità. 

·          FattoQuotidiano, "le ragazze hanno uno stile che i ragazzi, de-virilizzati, se lo sognano". "sta diventando un' abitudine vincere facile alle elezioni lanciando giovani donne in grado di sbaragliare gli avversari", "la battaglia politica futura" "solo un regolamento di conti tra ragazze".

·          Messaggero, "generazione Candy Candy", quella delle "trentenni cresciute – come i loro coetanei maschi – con i cartoni animati giapponesi": "Le nate alla fine degli anni ‘70 sono un interessante mix di sicurezza introiettata grazie all’esempio materno (Chelsea Clinton per dire ha una madre come Hillary) e rapida presa d’atto del fatto che, nei rapporti sentimentali, tocca a loro, alle ragazze Candy Candy, rappresentare il lato forte della coppia, a fronte di partner tormentati o almeno dolcemente complicati".
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ruoli e linguaggio
Forse paga oggi dopo il tragico e grottesco periodo berlusconiano la modernità di una immagine fresca, poco da velina, certamente una donna alla guida di una città è un forte segnale positivo che può fare la differenza.
Fuori dal commento sulle  scelte politiche deprime ancora oggi la retorica sull’essere di sesso femminile, si pretende infatti che siamo tutte belle e oche, docili e scoperte, facili preda ma decise, intelligenti ma non troppo, disponibili ma con grinta, naturalmente per non scoraggiare i maschi, forti e decisi, virili e onnipotenti, sicuri e determinati! Sic


Quanta strada da fare ancora care RAGAZZE GIOVANI E MENO


 GIOVANI, RUGOSE E LISCE; MAGRE E CICCIOTTELLE, 

BELLE E SCIALBE, FORTI E DEBOLI, forza e coraggio, passo 
dopo passo il mondo si tingerà di rosa con le sfumature dell’arcobaleno

AVANTI TUTTA, VENTO IN POPPA ( qualcuno potrebbe insinuare subito in poppe) non fateci caso...

"non ragioniam di lor ma guarda e passa"

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