Dove andare ? La strada si trova! |
Anche i nomi delle nostre strade e delle nostre piazze contribuiscono a creare la cultura di un popolo definendone le figure storiche degne di ricordo e memorabilità.
Se tali figure illustri sono quasi sempre maschili, quali sono le conseguenze
nella percezione delle persone e soprattutto dei giovani? Stereotipi di genere da abbattere per una visione più ampia di chi ha contribuito a scrivere in ogni modo la nostra storia.
La parità passa anche attraverso le strade/gli
spazi intitolati alle donne
il logo di toponomastica femminile
La parità passa anche attraverso le strade/gli
spazi intitolati alle donne
Nella società odierna
appare sempre più importante coltivare e
tradurre in buone pratiche oltremodo significative la memoria del femminile per
costruire nuove concrete identità di cittadinanza di genere. Infatti la parità
anche nella toponomastica dovrebbe essere un aspetto ordinario mentre non è così, troppe Donne che hanno fatto
Grandi Cose per questo Paese sono diventate totalmente Invisibili , nelle
nostre città non ne vediamo traccia, il mondo che ci rimandano vie e piazze è
maschile, fatta eccezione di qualche rara santa qua e là.
prima o poi... |
I risultati infatti sono
disarmanti: a Roma su 14270 strade 336 sono dedicate a donne,
il 2,3%.
A Napoli 1165
strade sono dedicate a uomini, mentre
sono 55 invece strade, piazze e altro intitolati alle donne. Anche a
Perugia sono 580 le strade dedicate a uomini contro le 31 dedicate alle donne
L’elenco potrebbe tristemente continuare. A Trieste su 1475
strade, quelle intitolate alle donne sono 4, a Bari le strade intitolate a
uomini sono 873 e alle donne 57, sante comprese, a Cagliari su 1598 strade e piazze, 755 sono
intitolate a uomini e 59 alle donne. A Sassari su 300 strade le donne ne hanno
meritate 2. A Torino su 1241 strade 27 sono per le donne
Un fenomeno quindi trasversale: le cifre sono più o meno le stesse ovunque: al massimo si passa dal nulla al 5-6 in casi esemplari l’8%
Un fenomeno quindi trasversale: le cifre sono più o meno le stesse ovunque: al massimo si passa dal nulla al 5-6 in casi esemplari l’8%
A Firenze
su 2284 strade e piazze 72 sono intestate alle donne.
A Borgo San
Lorenzo su 239 strade/vie/piazze
104 sono intitolate a uomini, 2 intitolate a donne: Via Madonna dei 3
fiumi e Via Maria Dianora Buini (?) le
altre in genere a città, aspetti geografici o vittorie militari.
Nel 2012 nasceva su Facebook, su
iniziativa di Maria
Pia Ercolini, un gruppo
dal titolo 'Toponomastica femminile', con l'idea di impostare ricerche,
pubblicare dati e fare pressioni su ogni singolo territorio affinché strade,
piazze, giardini e luoghi urbani in senso lato, siano dedicati alle donne per
compensare l'evidente sessismo che caratterizza l'attuale toponomastica.
Si è passati subito ad un censimento accurato e minuzioso di tutti i comuni
d’Italia e di alcune realtà d’oltralpe, a cui si sono presto accompagnate tante
iniziative come la campagna per la memoria femminile denominata “8
marzo 3 donne 3 strade”, con l’invito ai sindaci di intitolare tre
strade ad altrettante donne, una di rilevanza locale, una di rilevanza
nazionale, una straniera, “per restituire l’unione fra le tre anime del
Paese”; i progetti “Largo alle Costituenti” e “Partigiane
in città” che hanno riportato alla luce illuminanti biografie di donne
coraggiose e tenaci. La recente scomparsa di autorevoli personaggi, veri fiori
all’occhiello della cultura, della scienza e della politica italiana, non
poteva lasciarci indifferenti. Sono così partite le campagne: “Una
strada per Miriam”, “La lunga strada di Rita”, “Una
Margherita sulle nostre strade” e “Una scena per Franca”,
mentre numerose e varie continuavano ad essere le nuove adesioni al gruppo a
dimostrazione di un interesse crescente sostenuto e registrato anche da stampa,
radio e televisione, nazionali ed internazionali ed il I Convegno nazionale con
le premiazioni il 16 aprile 2016 a Roma con il volume che ne raccoglie gli
atti, Sulle vie della parità,
sono stati il frutto delle attività, alle quali sono seguite tante iniziative
anche locali. Si va così componendo una vasta e ricca galleria di esempi
femminili di grandissimo spessore quasi del tutto invisibili nel nostro
territorio, modelli imprescindibili per le nuove generazioni, coinvolte in
prima persona attraverso i tanti progetti
didattici promossi e
coordinati dal gruppo.
In media il
divario tra il numero delle vie e delle piazze dedicate agli uomini e quelle
dedicate alle donne si aggira intorno nei casi migliori all’8%. Questo vuol
dire che ogni 100 intitolazioni maschili se ne sono 8 femminili. L’asimmetria
della celebrazione e della memoria è evidente.
Per quanto riguarda le scuole il discorso
andrebbe separato. Non è, infatti, l’amministrazione pubblica a scegliere i
nomi degli istituti scolastici ma il
collegio dei docenti. Anche in questo caso i nomi prevalentemente usati
sono quelli degli uomini, nonostante il
corpo docente sia in larga parte femminile. La risposta al problema è che
la memoria maschile sembra avere un peso specifico maggiore, attribuiamo a
quanto fatto dagli uomini nella storia, nella cultura, nel mondo scientifico un
riconoscimento maggiore. I nomi che i/le docenti scelgono per il luogo del loro
lavoro, della formazione e della crescita di migliaia e migliaia di studenti
sono ancora prevalentemente orientati alla celebrazione della memoria maschile
( libri di testo/guerre).
Un divario incolmabile dal Risorgimento alla
seconda guerra mondiale- Dopo le battaglie risorgimentali si scelse di
radicare gli ideali della nuova Italia unita attraverso numerosissime
intitolazioni che esaltassero i protagonisti, uomini, di quelle vicende.
dopo
la seconda guerra mondiale sulle strade e sulle piazze nazionali sono state
apposte targhe dedicate a coloro che avevano combattuto il regime e che avevano
fondato la Repubblica.
In entrambi i casi la storia appare scritta
tenendo conto prevalentemente di un solo genere, quello maschile e ciò
che ne deriva è un immaginario collettivo di figure illustri esclusivamente
maschili che impedisce l’emergere della rilevanza di donne famose e
dell’importanza del ruolo femminile nei vari campi.
L’odonomastica cittadina non è neutra, anzi appare fortemente caratterizzata da sessismo. Riflette le scelte politiche e culturali, passate ma ancora presenti e persistenti.
L’odonomastica cittadina non è neutra, anzi appare fortemente caratterizzata da sessismo. Riflette le scelte politiche e culturali, passate ma ancora presenti e persistenti.
Da sempre ai
margini, se non del tutto escluse dalla storia, dal potere, dalla cultura,
dalla scienza, dall’economia, le donne sono state allontanate anche dagli spazi
della città, dai momenti della commemorazione e del ricordo.
Urge una svolta,
oggi momento in cui molte donne occupano posizioni di prestigio, dopo un Presidente di colore alla Casa Bianca sembrerebbe
arrivato anche il turno di una donna.
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