sabato 25 febbraio 2017

Lotto Marzo


Verso l'8 Marzo, con forza e determinazione, una marea di lavoro svolto ai tavoli di Bologna, un fiume di persone in piazza a Roma il 26 novembre ed ora LOTTO non solo a MARZO, sciopero e manifestazione a Firenze,  in altre città e 40 paesi.
Un movimento, tante persone

8 punti per l’8 marzo

 È questa la piattaforma politica formulata dalle 2000 persone riunite in assemblea nazionale a Bologna il 4 e 5 febbraio, che hanno proseguito il lavoro sul piano femminista antiviolenza e stanno organizzando lo sciopero delle donne dell’8 marzo che coinvolge diversi paesi nel mondo. I punti esprimono il rifiuto della violenza di genere in tutte le sue forme: oppressione, sfruttamento, sessismo, razzismo, omo e transfobia.
L’8 marzo quindi incrociamo le braccia interrompendo ogni attività produttiva e riproduttiva: la violenza maschile contro le donne non si combatte con l’inasprimento delle pene ‒ come l’ergastolo per gli autori dei femminicidi in discussione alla Camera ‒ ma con una trasformazione radicale della società. Scendiamo in strada ancora una volta in tutte le città con cortei, assemblee nello spazio pubblico, manifestazioni creative.
Scioperiamo per affermare la nostra forza. Ribadiamo ancora una volta la richiesta a tutti i sindacati di convocare per quella giornata uno sciopero generale di 24 Ore, Non un’ora meno, e chiediamo alle realtà confederali ed in particolare alla Cgil di rispondere pubblicamente sulla convocazione dello sciopero generale.
Scioperiamo perché


La risposta alla violenza è l’autonomia delle donne
Scioperiamo contro la trasformazione dei centri antiviolenza in servizi assistenziali. I centri sono e devono rimanere spazi laici ed autonomi di donne, luoghi femministi che attivano processi di trasformazione culturale per modificare le dinamiche strutturali da cui nascono la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere. Rifiutiamo il cosiddetto Codice Rosa nella sua applicazione istituzionale e ogni intervento di tipo repressivo ed emergenziale. Pretendiamo che nell’elaborazione di ogni iniziativa di contrasto alla violenza vengano coinvolti attivamente i centri antiviolenza.
Senza effettività dei diritti non c’è giustizia né libertà per le donne
Scioperiamo perché vogliamo la piena applicazione della Convenzione di Istanbul contro ogni forma di violenza maschile sulle donne, da quella economica alle molestie sessuali sui luoghi di lavoro a quella perpetrata sul web e sui social media. Pretendiamo misure di protezione immediate per le donne che denunciano, l’eliminazione della valutazione psico-diagnostica sulle donne, l’esclusione dell’affidamento condiviso nei casi di violenza familiare.
Sui nostri corpi, sulla nostra salute e sul nostro piacere decidiamo noi
Scioperiamo perché vogliamo l’aborto libero, sicuro e gratuito, l’abolizione dell’obiezione di coscienza negli ospedali, nelle farmacie e nei consultori, l’eliminazione delle sanzioni per le donne che ricorrono all’aborto clandestino, il pieno accesso alla Ru486, l’eliminazione della violenza ostretrica e del controllo medico sulla maternità. Scioperiamo per sovvertire le norme di genere che ci opprimono, per avere più autoformazione su contraccezione e prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, per ri-politicizzare i consultori, per aprirli alle esigenze e ai desideri delle donne, delle lesbiche, dei gay, delle persone trans e intersex, indipendentemente dalla condizione economica e fisica, dall’età e dal passaporto.
Se le nostre vite non valgono, scioperiamo!
Scioperiamo per rivendicare un reddito di autodeterminazione, per uscire da relazioni violente, per resistere al ricatto della precarietà, perché non accettiamo che ogni momento della nostra vita sia messo al lavoro; un salario minimo europeo, perché non accettiamo di essere penalizzate per il fatto di essere donne, né che un’altra donna, spesso migrante, sia messa al lavoro nelle case e nella cura in cambio di un salario da fame; un welfare per tutte e tutti organizzato a partire dai bisogni delle donne, che ci liberi dall’obbligo di lavorare sempre di più e più intensamente per riprodurre le nostre vite.
Vogliamo essere libere di muoverci e di restare. Contro ogni frontiera: permesso, asilo, diritti, cittadinanza e ius soli
Scioperiamo contro la violenza delle frontiere, dei Centri di detenzione, delle deportazioni che ostacolano la libertà delle migranti, contro il razzismo istituzionale che sostiene la divisione sessuale del lavoro. Sosteniamo le lotte delle migranti e di tutte le soggettività lgbtqi contro la gestione e il sistema securitario dell’accoglienza! Vogliamo un permesso di soggiorno incondizionato, svincolato da lavoro, studio e famiglia, l’asilo per tutte le migranti che hanno subito violenza, la cittadinanza per chiunque nasce o cresce in questo paese e per tutte le migranti e i migranti che ci vivono e lavorano da anni.
Vogliamo distruggere la cultura della violenza attraverso la formazione
Scioperiamo affinché l’educazione alle differenze sia praticata dall’asilo nido all’università, per rendere la scuola pubblica un nodo cruciale per prevenire e contrastare la violenza maschile contro le donne e tutte le forme di violenza di genere. Non ci interessa una generica promozione delle pari opportunità, ma coltivare un sapere critico verso le relazioni di potere fra i generi e verso i modelli stereotipati di femminilità e maschilità. Scioperiamo contro il sistema educativo della “Buona Scuola” (legge 107) che distrugge la possibilità che la scuola sia un laboratorio di cittadinanza capace di educare persone libere, felici e autodeterminate.
Vogliamo fare spazio ai femminismi
Scioperiamo perché la violenza ed il sessismo sono elementi strutturali della società che non risparmiano neanche i nostri spazi e collettività. Scioperiamo per costruire spazi politici e fisici transfemministi e antisessisti nei territori, in cui praticare resistenza e autogestione, spazi liberi dalle gerarchie di potere, dalla divisione sessuata del lavoro, dalle molestie. Costruiamo una cultura del consenso, in cui la gestione degli episodi di sessismo non sia responsabilità solo di alcune ma di tutt*, sperimentiamo modalità transfemministe di socialità, cura e relazione. Scioperiamo perché il femminismo non sia più un tema specifico, ma diventi una lettura complessiva dell’esistente.
Rifiutiamo i linguaggi sessisti e misogini
Scioperiamo contro l’immaginario mediatico misogino, sessista, razzista, che discrimina lesbiche, gay e trans. Rovesciamo la rappresentazione delle donne che subiscono violenza come vittime compiacenti e passive e la rappresentazione dei nostri corpi come oggetti. Agiamo con ogni media e in ogni media per comunicare le nostre parole, i nostri volti, i nostri corpi ribelli, non stereotipati e ricchi di inauditi desideri.
Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo. 
#NonUnaDiMeno 
#LottoMarzo

LOTTO marzo la scuola scende in piazzOTTO marzo la scuola scende in piazza  
ECCO PERCHÉ 

L'8 marzo è una giornata di lotta, non un'occasione per locali, ristoranti e fiorai di guadagnare qualche euro in più. Prende vita dagli scioperi delle operaie dei primi del Novecento in tutto il mondo, a partire da quello delle camiciaie di New York nel 1909, per proseguire con la rivolta delle operaie di Pietrogrado, l'8 marzo del 1917.

L'8 marzo 2017 torna ad essere una giornata di sciopero globale delle donne che incroceranno le braccia in ben 40 paesi in tutto il mondo. L'appuntamento è stato anticipato dalle straordinarie giornate di mobilitazione degli ultimi mesi contro certa violenza maschile sulle donne, che hanno visto milioni di attiviste, dalla Polonia all'Italia, dall'Argentina agli Usa, scendere in piazza, con molti uomini,  contro la violenza maschile in tutte le sue forme.

È necessario che il mondo della scuola aderisca a questa giornata di sciopero non solo perché l'80% delle insegnanti che operano nel primo e secondo ciclo dell'istruzione sono donne, ma soprattutto per il ruolo centrale che la formazione gioca nella trasmissione dei saperi non sessisti, necessari a prevenire e contrastare la violenza di genere.
Lo sciopero deve essere un'occasione per ripensare la scuola ed è per questo che chiediamo
a tutte le insegnanti di portare questi temi all'interno delle aule,
riconvertendo, nella settimana dall'1 all'8 Marzo, l'ordinaria sequenza 
della didattica. 
La violenza maschile sulle donne non vive soltanto all'interno della mura
domestiche, nella vita privata; al contrario, si alimenta della precarietà che
caratterizza il lavoro contemporaneo -in modo particolare quello delle donne,
le quali, sottoposte al ricatto della differenza salariale, alle dimissioni in bianco, al peso del lavoro riproduttivo, faticano doppiamente a sottrarsi da legami e/o relazioni violente.

È per questa ragione che lo sciopero dell'8 marzo è anche una giornata di
mobilitazione contro la Buona Scuola e contro l'approvazione dei
relativi Decreti Delegati che stanno segnando un netto peggioramento della qualità del lavoro e della vita delle lavoratrici della scuola, precarizzando di fatto l'intero corpo docente, esautorando gli organi collegiali di ogni effettivo potere decisionale, erodendo gli spazi di
confronto e di libertà di docenti e studenti, intaccando drasticamente la qualità e il ruolo sociale della scuola pubblica italiana.

SE LE NOSTRE VITE NON VALGONO, ALLORA SCIOPERIAMO!




Quanto lavoro da fare nelle scuole!

A Borgo San Lorenzo ne parliamo con gli amici della Banca del tempo, Il giardino delle ore, mercoledì primo Marzo al Centro d'Incontro ore 20,30, per una cena in cui ognuno porta qualche cosa oltre sé ma anche solamente sé.
Saremo accolti e coccolati dalle POESIE di Beatrice Niccolai, manovale di parole, interpretate da Anna Scalabrini

http://www.beatriceniccolai.it/blog/

Potremo realizzare insieme uno striscione per la Manifestazione, vi aspettiamo in moltissime e moltissimi, con idee o senza!
L'immagine può contenere: sMS

mercoledì 22 febbraio 2017

M'illumino di meno



breve video alunni Chino Chini  "L'energia è tutto"


Una bella giornata all'insegna della contaminazione sul valore dell'energia.
Tutti a pedalare per far luce non soltanto nelle stanze del centro d'incontro ma anche sui tanti problemi che ci opprimono, quale miglior occasione per confrontarci. parteciperanno le studentesse e gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado,  ognuno con un proprio contributo

 Tante iniziative:
- un bicigeneratore, ovvero una bicicletta con alternatore per pedalare 
  e  far luce, pochi minuti per uno non fa male a nessuno
- pannello solare dei  ragazzi del Chino Chini con professoressa Anna Lupi.
- baratto libri oggettistica 
- giochi di ruolo sul tema nel pomeriggio con Konfabula 
- esplorazione materiali a ReMida
- scambio ore e competenze a costo 0 con la Banca del tempo
Il tema luce centrale rispetto a tutte le attività della giornata: far luce su... 
 giocare sulle metafore...alla luce dei fatti, alla luce del sole, dare alla luce, 
essere la luce degli occhi, 
le luci della essere alla ribalta, mettere in buona/cattiva luce, riportare alla luce...
E poi giochi di luce con fiaccole nel giardino e candele 
- " Le parole dell'energia" saranno affrontate dai migranti, ragazze e ragazzi 
della scuola PW
Alle 17/18 un intervento  da parte dei ragazzi del Giotto Ulivi su energie rinnovabili 
accompagnati dalla prof.ssa Cristina Carlà
Ci sarà poi un aperitivo alle 19 con  musica e una serata di biodanza dalle 20,30
Perché mancare, mi chiedo? Impossibile non esserci


Il 24 febbraio è la festa del Risparmio Energetico e degli Stili di
 Vita Sostenibili.
Spegniamo le luci e accendiamo l’energia della condivisione.
Si può condividere 
l’auto per andare al lavoro.
 la bicicletta e partire tutti insieme.
Si può iniziare ad usare il bike sharing o il car sharing.
 Il cibo: cucinare e mangiare insieme, a casa o in piazza.
 Oggetti, il trapano, la polentiera, l’aspirapolvere, il tosaerba
e la lavatrice.
 La casa: con l’ospitalità, lo scambio, il divano o un posto per
il sacco a pelo.

Si può condividere un saper fare, BANCA DEL TEMPO, 
Il giardino delle ore:
 t’appendo quel quadro,
t’insegno l'inglese, ti riparo la gomma della bicicletta.
Un sapere: lasciare un libro o un giornale.
 Lo sport: correre insieme, pedalare, nuotare e sudare.
 Una osservazione, un telescopio e guardare le stelle
che con le luci spente
son più belle. 
Si possono condividere i vestiti e i giocattoli usati dei
nostri figli organizzando
un baratto a scuola
Si possono condividere le incombenze, facciamo che
oggi  porto fuori il tuo cane
Si possono condividere i genitori e i bambini facendo i
compiti o giocando insieme
Si può condividere qualsiasi cosa
Si può condividere un po’ di tempo. In silenzio. 
Si può anche parlare e ascoltarsi
In ogni condivisione c’è un risparmio di energia.
Ogni condivisione genera energia.
Condividere fa bene.



M’illumino di meno,  24 febbraio 2017
 Le parole dell'energia

Energia da fonti rinnovabili
Energia proveniente da fonti rinnovabili non fossili, vale a dire energia VERDE: eolica, solare, aerotermica, geotermica, idrotermica e oceanica, idraulica, biomassa, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas.
Le fonti energetiche rinnovabili, ovvero: il sole, il vento, le risorse idriche, le risorse geotermiche, le maree, il moto ondoso e le biomasse, costituiscono risorse energetiche praticamente inesauribili.

Nel 2003 in Italia la produzione lorda di energia elettrica da impianti alimentati da fonti rinnovabili ha raggiunto il valore di 47.971 GWh. Il maggiore contributo è venuto dalla produzione idroelettrica, pari a 36.674 GWh relativamente alle fonti rinnovabili, seguito dalla produzione geotermica 5.340 GWh, biomasse e rifiuti 4.493 GWh ed eolica 1.458 GWh. Complessivamente la quota percentuale di energia elettrica prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili ha toccato, nel 2003, il 16,3%. L'obiettivo indicato per l'Italia al 2010, dalla direttiva Europea sulla promozione delle fonti rinnovabili, è pari al 25 %. OBIETTIVO LONTANO

Il SOLE e Le RADIAZIONI SOLARI

Tutti hanno sentito nominare almeno una volta la locuzione “fonti di energia rinnovabili”: si tratta di risorse energetiche liberamente disponibili in natura, non soggette ad esaurirsi a causa dell’uso o sfruttamento. Ma per l’effettivo utilizzo di tali risorse l’umanità ha dovuto percorrere molta strada. I primi esempi di impiego di una fonte rinnovabile d’energia si possono far risalire al lavoro meccanico dei mulini, le cui pale sono attivate dalla forza di flussi di aria (vento) o di acqua. Una evoluzione dell’uso dei mulini è rappresentata dalle tecniche di produzione di energia eolica e idroelettrica. La fonte rinnovabile di gran lunga più potente sulla Terra è l’energia che 
ci arriva dal Sole, di cui tutti gli esseri viventi possono avere percezione  attraverso la luce e il calore.

insieme a PEDALARE…
La dinamo è l’esempio più lampante di quanto le scoperte e gli studi svolti nel campo dell’elettromagnetismo possano risultare utili nell’agevolare la nostra vita quotidiana.
La dinamo (e il suo gemello alternatore) è un dispositivo fisico in grado di trasformare energia meccanica in energia elettrica. 
Energia cinetica. È l’energia prodotta dal nostro corpo grazie ai muscoli. L’energia cinetica, grazie a una ruota (o un volano) e ai relativi meccanismi di trasmissione collegati a un generatore, si trasforma in energia elettrica. Più si pedala, più energia si produce.
Pedalando velocemente, un ciclista professionista è in grado di produrre una potenza di oltre 2.000 watt, ma solo per pochi secondi. Una persona comune, pedalando normalmente anche per tutto il giorno, arriva a produrre 75 watt l’ora o un “hup” (abbreviazione di human power, unità di misura proposta nel 1984) (fonte: www.slow-tech.org).

Consumi. Una macchina del caffè, un ventilatore o un videoproiettore hanno un consumo massimo di circa 600/800 watt. Un computer, di 500 watt.

L’energia nei piedi. “Scuola a pedali” è il nome del progetto che è appena partito all’Istituto Tecnico Industriale Statale Vallauri di Roma: all’interno di una “Sala dell’energia”, 18 postazioni producono energia elettrica grazie a delle dinamo attivate dalle pedalate degli studenti. La quantità di energia generata da ciascuno viene caricata su una tessera personale e i crediti accumulati vengono poi convertiti in premi . Si pensa che gli  studenti, rendendosi conto della fatica che si deve fare per produrre ogni singolo watt, capiranno quanto è preziosa l’energia e non la sprecheranno  inutilmente

Calorie. In un’ora di pedalata, si possono bruciare dalle 400 alle 500 calorie.


Risultati immagini per bicicletta
anche noi come loro
                    


 PEDALA… PEDALA…


Il testo di Pedala – Di F. Di Gesù – C. Galbignani – F. Di Gesù – C. Galbignani – L. Beccafichi 
Scriviam la nostra storia usando biciclette,
inseguendo la memoria su strade molto strette,
su per le salite senza avere una borraccia, giù
per le discese con il vento sulla faccia.

Perché la bicicletta non importa dove porti, è tutto un
equilibrio di periodi e di rapporti, è tutta una
questione di catene e di corone, di grasso che
lubrifica la vita alle persone. Come nella vita
c’è una ruota che gira, una ruota che spinge e
con quest’aria che tira se una ruota si fora la
caduta è sicura: una toppa ripara, una ferita si
cura. Non avere paura che sennò ti deconcentri,
devi far coincidere i pesi e i baricentri.
L’impegno di coppia per un singolo momento:
due le forze in gioco, un solo movimento.
Pedala – insegui la tua storia ovunque vada
Pedala – macina chilometri di strada
Pedala – l’hai voluta tu la bicicletta
Pedala – più in fretta
Pedala – più in fretta…
Se è libero il pignone lo sceglie la corona, che
attraverso una catena condiziona il moto del
sistema: monarchia meccanica che ha giurato
fede eterna alle leggi della fisica. Statica,
termodinamica, quasi democratica se quando si
ferma si va a ruota libera, o tirannica, con la fissa
dello scatto, senza i freni che difendon dall’impatto.
È mansione del pignone fare la rivoluzione,
portare il movimento in ogni direzione, in costante
acrobazia irradia l’energia dal centro fino alla
periferia. È solo una questione di rapporto tra
ingranaggi e tutto gira liscio fino a che non ti
scoraggi, che l’unico motore qui sei tu con il
fiatone a spingere in salita per la vita il carrozzone.
Pedala – insegui la tua storia ovunque vada
Pedala – macina chilometri di strada
Pedala – l’hai voluta tu la bicicletta
Pedala – più in fretta
Pedala – più in fretta…
Sai bene che la storia è ciclica, come la pazienza
è biblica e la peggior salita è una discesa ripida,
repentina, tutta tornanti, serpentina, peso
in avanti, giù dalla china. Come una valanga
controllata precipiti in picchiata, il paesaggio vola
dentro a una zoomata. Guardi dove vai, vai dove
vuoi, occhi aperti e sai come stai, fai come puoi.
Il traguardo arriva quando meno te lo aspetti:
è un parcheggio di bici appoggiate ai cavalletti,
bici abbandonate là, senza controparte, pronte
a ripartire se qualcuno parte. Pronte per andare
lontano, cambiando i rapporti, andandoci piano.
Pensa che una volta una bici fece piangere un
uomo: diventarono amici. Lei gli chiese perdono.
Pedala – insegui la tua storia ovunque vada
Pedala – macina chilometri di strada
Pedala – l’hai voluta tu la bicicletta
Pedala – più in fretta
Pedala – più in fretta…
CARE RAGAZZE E CARI RAGAZZI SIETE più forti di ogni ASPETTATIVA! 
GRAZIE, competenti e numerosi, creativi e preparati, ci fate SOGNARE un futuro migliore

venerdì 17 febbraio 2017

La paura della diversità

Teatro di Rifredi 18 e 19 Febbraio  da non perdere!

                    Fa’afafine





MI CHIAMO ALEX E SONO UN DINOSAURO
testo e regia Giuliano Scarpinato
con Michele Degirolamo
e in video Giuliano Scarpinato e Gioia Salvatori
visual media Daniele Salaris per Videostille progetto scenico Caterina Guia
luci Giovanna Bellini - illustrazioni Francesco Gallo per Videostille

MS Rifredi 1883 e Arci di Firenze al fianco del Teatro di Rifredi, dove il 18 e il 19 febbraio andrà in scena "Fa'afafine”. Per promuovere la partecipazione dei più giovani sarà offerto un omaggio agli under 18 che assistono alla messa in scena.

Lo spettacolo che tanto scandalo ha suscitato negli animi di alcuni bigotti  “Mi chiamo Alex e sono un dinosauro" di Giuliano Scarpinato andrà  in scena nel fine settimana, avrei voluto vedere se la censura con forza medievale ne avesse proibito la presentazione demonizzandolo, roba da Inquisizione.
L’opera  con il patrocinio  di Amnesty International è stata segnalata non per l’orrore che presenta e rappresenta ma per i molti premi vinti: il Premio Scenario Infanzia 2014, il Premio Infogiovani 2015, l'Eolo Award 2016 come "miglior spettacolo di teatro ragazzi e giovani".

Lo spettacolo in particolar modo rivolto ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie di secondo grado, è tratto da "Il mio bellissimo arcobaleno" di Lori Douron.  
Narra semplicemente la storia di Alex, bambino gender fluid che un giorno si sente maschio e uno femmina, realtà esistenti non certo da negare in un monopolio esclusivo del binario unico maschio e femmina. 
Di questi giorni in cronaca testimonianze di genitori e Associazioni per raccontare e parlare dell’aspetto ed informare, uno sportello presente al Meyer a cui poter rivolgersi. Non tabù dunque ma realtà da affrontare senza angoscianti proibizioni né tantomeno oscurantismo retrogrado
Troppe le  polemiche, molte insensate giunte in particolare dalla Curia fiorentina che in una lettera pubblica ha ammonito le scuole e le famiglie cattoliche sui rischi che la visione dello spettacolo potrebbe comportare per i ragazzi.
Non si affonda sul problema della pedofilia, dilagante nella chiesa ma si demonizza la diversità, inconcepibile.
il presidente di Arci Firenze Jacopo Forconi dichiara
“L’unico rischio in cui si può incorrere andando a teatro a vedere lo spettacolo di Scarpinato è quello di tornare a casa e riflettere su quanto sia crudele e sbagliato il discriminare una persona, adulta o bambina che sia, perché diversa.
 Siamo davvero felici che a Firenze questo bello spettacolo sia portato in scena al Teatro di Rifredi, perché siamo convinti del grande valore educativo di spettacoli come questo, che educano al rispetto delle differenze, all’empatia umana e alla necessità di crescere i nostri figli non sulla base di dogmi e schemi, ma preoccupandoci della loro serenità, aiutandoli ad esprimere se stessi e i propri bisogni, e a non lasciarsi guidare dai pregiudizi.”


Dove è andata a finire quella cultura inclusiva del dialogo tanto sbandierata nella valorizzazione della accoglienza e delle diversità anche dalla Chiesa?  
Quante battaglie  per  arginare il fenomeno del bullismo che oggi appare in aumento e che sulla diversità agisce in modo subdolo e devastante.  Che dire? Che Fare? Come prevenire?
Riflettiamo, l’occasione è ghiotta per sconfiggere il moralismo, il perbenismo ed il  negazionismo, tutti a teatro, tutti!

Tante opinioni a confronto http://www.uccronline.it/2015/11/13/la-femminista-michela-marzano-conferma-la-teoria-del-gender-esiste/
https://www.wired.it/attualita/politica/2015/03/13/teoria-del-gender/

Ognuno può leggere ed informarsi, non negare punto e basta

martedì 14 febbraio 2017

Il piacere dell'onestà

Risultati immagini per ladri in casa

 Non so se oggi possiamo parlare di valori senza scomodare la retorica, molti i poveri, un numero discreto di ricchi, tanti nababbi, gente normale e infine chi vive sulle spalle degli altri: i ladri.
 Che messaggio positivo in questa società spesso disonesta ma soprattutto ipocrita  quello di Luigi Pirandello che nel 1917, quando l'America decise di entrare in guerra durante il primo conflitto mondiale,  scrisse  Il piacere dell'onestà. Un breve testo di strani intrighi che affronta il problema dell'ESSERE e dell'APPARIRE e di chi è senza maschera nella realtà.
Risultati immagini per il piacere dell'onestà

Angelo Baldovino, nobile ma dedito al gioco è costretto ad imbrogliare ed a mentire... a voi la dilettevole rapida lettura.
Ladri in politica senza scrupoli, ladri di idee poveri di pensiero, ladri ladri, punto e basta, cioè quella categoria di persone che per vivere o sopravvivere, per bisogno o per vizio sottrae beni a chi con il lavoro e tanta onestà ha creato per sé e per la sua famiglia una vita confortevole, di normalità.
Ho voglia di scrivervi oggi
Cari ladri,
cari criminali, fagocitate quello che con amore, pazienza e tempo abbiamo scelto e messo insieme, depredate le nostre case, auto, borse, con il disprezzo della dignità altrui, voi che del distruggere siete signori ma che da poveretti quali siete non vi sentirete mai ricchi con ciò che ci sottraete perché le nostre lacrime e il nostro dolore  erodono il vostro desiderio e vi fanno sottrarre lo sguardo sprezzante quando ci incontrate.
Cari ladri, io oggi grazie a voi sono più stanca e un po' più povera ma recupererò serenità per la mia onestà intellettuale e morale.
Cari disonesti, non solo disprezzo per voi che con l'inganno, con furbizia e agilità ma avide e sporche mani avete lordato la mia roba e la mia casa, anche  rabbia che si tramuta lentamente in pena, compassione per la viltà, la scaltrezza malvagia e il disgusto che suscitate senza poter dichiarare la vostra illecita attività clandestina e la vostra umiliazione, forse pena qualora  scoperti.
L'orgoglio dell'onestà è tenace, si nutre di poche, piccole cose ma gratifica e soddisfa più di un bottino sottratto con inganno e cupidigia.
Scrivere di voi per me non è solo uno sfogo, mi permette di riflettere facendo luce ( non la vostra torcia che illumina le tenebre del vostro turpe desiderio), ma chiarezza in un momento di rabbia per rinfrancarmi pensando che tra il male ed il bene sceglierei  sempre quest'ultimo.
Quanta pena cari ladri, vi auguro con il cuore che il male fatto vi torni indietro, che ciò di cui illecitamente vi siete impossessati non vi crei godimento, che tutto il male del mondo si unisca per intaccare la vostra arroganza, che le mani vi cadano, le gambe non corrano più, che gli occhi non vedano e le labbra restino mute.
Vi auguro inoltre che possiate un giorno guadagnare pochi soldi, con la fatica dell'onesto lavoro, cogliendo la differenza tra ciò che è  valore e ciò che non lo è.
Per bisogno ruberei forse anche io, un bisogno estremo, il cibo o i farmaci per i miei figli, ruberei, ne sono certa. Spero vi spinga un prepotente bisogno di sopravvivenza, allora forse potrei capire, ma la devastazione è comunque gratuita anche in questo caso .
Vi penserò spesso creature malvagie dell'oscurità, non soltanto venerdì sera, vi maledirò sempre, per  ben 4 volte mi avete lordato, vi auguro che proviate quello che con i miei familiari e amici ho provato io, di cuore, con fermezza e sincerità.
A San Valentino si usava tempo fa inviare biglietti pieni di insulti ed immagini negative a spasimanti indesiderati o avversari in genere, i "Vinegar valentines", un uso oggi purtroppo perduto, recuperiamolo per certe occasioni che fanno gli uomini ladri.
Care creature malvagie, questo è il mio

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Buon San Valentino 
Già, distratta non pensavo poveretti che I VOSTRI AMICI E FAMILIARI sono come voi, di questo mi dolgo con rattristante amarezza. spero almeno che i figli siano o saranno diversi dai padri


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l'unione fa la forza, allertiamoci con rumori o strane manovre
Cari ladri, avrete la mia "ROBA" ma mai la mia anima...

domenica 5 febbraio 2017

Giornata ZERO TOLLERANZA

Zero tolleranza-tolleranza Zero
6 febbraio 2017 Giornata Mondiale contro le Mutilazioni Genitali Femminili

Risultati immagini per mutilazioni genitali femminili


                         
 istituita dalle Nazioni Unite per una  riflessione sulla tolleranza zero nei  confronti di questa pratica. 

Serve l’impegno di tutti per contrastare la pratica delle mutilazioni femminili attraverso attività di informazione e sensibilizzazione sulle gravi conseguenze che le mutilazioni dei genitali femminili hanno sulla salute fisica e psichica delle donne e delle bambine.
Serve sensibilizzazione per  favorire l’abbandono di tale pratica, che rappresenta violazione dei diritti umani e discriminazioni di genere, violenza di genere
Serve  informare sulla legge n. 7 del 9 gennaio 2006, in vigore in Italia  che proibisce la pratica e conoscere le  conseguenze penali che derivano dalla sua applicazione.
Le mutilazioni genitali femminili sono tutte quelle pratiche radicate in alcune culture come  circoncisione, escissione, infibulazione, che portano alla rimozione parziale o totale dei genitali esterni femminili, una atrocità da eliminare
Le mutilazioni possono avere gravi conseguenze sulle salute delle donne fino a provocare emorragie, choc e infezioni. Non sono i numeri che parlano ma le grida delle bambine

Risultati immagini per mutilazioni genitali femminili

 Cingulum Castitatis: abbiamo sostenuto la Campagna di NOSOTRAS NON MOLLIAMO