mercoledì 31 dicembre 2014

L'Anno che verrà

Siamo in procinto di lasciare il vecchio anno con i soliti festeggiamenti forzati e scoppiettanti per molti, non per tutti, domani è un altro giorno si sa, la speranza è l'ultima a morire, senza non si può vivere  

Brindiamo 
Brindiamo

 a chi vive rifugiato
 a chi nel dolore soffre
 a chi muore ammalato
 a chi non trova lavoro
 a chi ancora combatte 
 a chi naufrago è solo
Brindiamo

 a chi non arriva a fine mese
 a chi chiude le imprese
 a chi spende e spande
 a chi non si sente grande
 a tutti quelli che sono sfortunati
 a chi sostiene gli ammalati
 ai camorristi no, non voglio brindare
 i delinquenti tutti voglio dimenticare,
 chi ha annientato il nostro paese 
 chi ha intascato a più riprese
 chi ha distrutto la dignità 
non merita un brindisi 
 non serve pietà

Benvenuta brava gente
 a tutti un brindisi amaramente 
 sempre convinti che  fare bene 
forse non basta ma sempre conviene
 solleva l'animo
 infonde coraggio
 si resta poveri ma senza oltraggio
 serve dolcezza
 urge bontà
 volersi bene non per metà
Brindiamo

 stringiamo insieme  in un abbraccio tutti i piccini 
per fare coraggio
fioriscano  dolci  nei loro camini
certezze e calore
carezze e onestà
brillante futuro
e grande umiltà

 un brindisi quindi per ripartire
 volare più in alto per non morire

coccole!

mercoledì 17 dicembre 2014

L'Odio e la Pace

Pakistan non Rosso Natale ma Rosso Sangue

 un nuovo orrore negli occhi e nell'anima che non predispone ai lieti giorni e agli eleganti impegni di questo periodo, ma già nell'effimero momento, nell'attuale fagocitante mordi e fuggi le notizie ci assalgono opprimendoci fino al tormento per  scomparire con leggerezza lasciando spazio al nuovo incalzante.
Aprire un quotidiano devasta la mente: in ugual misura assassini atroci, truffe truculente, affari malavitosi, omicidi efferati, dolci ghiotti, allettanti offerte e serate danzanti, visite, feste e atmosfere ovattate. Un sussulto di emozioni esplosive e contrastanti che devastano, turbano ogni buon pensante
Ma ci sono dei limiti al male assoluto? Ci sono dei limiti alla crudeltà? ci sono dei limiti di età per morire di motte violenta? La risposta è No
Ecco dunque che parliamo dell'ennesimo insostenibile abominevole crimine
148 vittime nell'attacco alla scuola di Peshawar in Pakistan, non basta un minuto di silenzio, non è sufficiente una solenne commemorazione per rendere omaggio a quei volti scarni e sorridenti a quegli occhi neri, grandi, che ti osservano attoniti inquietandoti, niente è sufficiente.
Non trovo parole per continuare...

Penso
Quanto nulla nel nostro tutto
Quanti occhi neri e morbidi come soffici gattini rannicchiati
quante paure vigilate vigliaccamente tradite
quante bocche aperte spirate in un sorriso amaro
quanti denti digrignano dolore
quanti sogni traditi, infranti nel vuoto del nulla malvagio
quanta amara ottundente violenza in quelle feroci sobbalzanti schioppettate
quanto nulla nel nostro tutto
quanta compassione amorevole e materna
quanta sacralità in quelle vesti macchiate di sangue
quanto desiderio tradito
quanta affezione stravolta negoziata dal male supremo
non parole, non grida, non più violente aggressioni
solo sussurri e lacrimevoli parole, solo velate carezze e forti tenerezze
solo, 
ciò che resta è solo il desiderio di annientare il pensiero per sprofondare lentamente nel nulla
vuoto odio, accucciata striminzita, ingrigita e dolente 
soffro, 
con me l'umanità tutta incredula e dolente
 sospira.
I bambini che sorridono
L'uomo si fa bestia, la bestia nega l' uomo
Un'altra vita deve essere possibile


giovedì 11 dicembre 2014

NESSUNO escluso, diritto alla pace


Per un mondo sostenibile DIRITTO ALLA PACE, questo il titolo del XVIII MEETING sui diritti umani del 10 dicembre 2014


 INCREDIBILE MA VERO: 10000 ragazzi insieme per parlare di diritti, di pace, di disuguaglianze, di accesso al cibo e ai bisogni primari, di sostenibilità in ogni settore.
Urge, dichiara  Enrico Rossi nella prefazione al volume donato a tutte le scuole che hanno partecipato al Meeting, rimettere al centro I DIRITTI UMANI incrementando la lotta alla disuguaglianza, alla povertà come strumento di emancipazione democratica e di risoluzione delle attuali situazioni conflittuali . " Il tema della sostenibilità deve essere esaminato anche da un punto di vista ambientale ed alimentare...sono infatti aspetti estremamente interconnessi e collegati alle condizioni di vita di ciascuno di noi. L'articolo 25 della Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo recita infatti..."
Articolo 25

1. Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; e ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.
2. La maternità e l’infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini, nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale

E’ un Articolo che riassume  tutti gli altri nell'indice della dignità integrale della persona, nel rispetto di chi ha più bisogno, senza retorica ma solo essenziale etica; l' Articolo 25 è la norma internazionale che si prende cura delle necessità vitali delle persone. Come tale, essa non soltanto è credibile, ma spendibile nel senso che ci invita a renderla operativa nella sua completezza, nell'ottica del superamento attento e complesso della soglia di povertà. L’Articolo parla infatti di un tenore di vita che produca e alimenti il benessere integrale della persona e della sua famiglia, cioè dell’essere umano fatto non solo di corporalità ma  di spirito e di materia.

Firmata a Parigi il 10 Dicembre del 1948 la Dichiarazione voluta dalla Assemblea generale delle Nazioni Unite proclamava per la prima volta nella storia i diritti che riguardavano tutte le persone abitanti di questo mondo, tutte, senza nessuna distinzione.
Ogni essere umano in quanto tale poteva godere di diritti, insomma, il diritto di avere diritto acquisito semplicemente con la nascita seppur in ogni remoto angolo della terra.
Per la prima volta si scriveva che esistono diritti inalienabili di cui ogni essere umano deve godere per la semplice ragione di esistere.
Eppure questa generosa e lungimirante Carta è ancora molto disattesa e in genere poco letta, il mondo della scuola ha l'obbligo di diffonderla sensibilizzando docenti e discenti,  renderla conosciuta a tutti e motivare alla  realizzazione dei suoi fini.
Uno dei tanti gruppi di alunni in ... AZIONE
Il Meeting attua questo scopo con grande merito, personalmente presente alle 18 edizioni  ho registrato un impegno sempre maggiore da parte degli organizzatori per motivare i partecipanti con una  giusta mediazione tra impegno cognitivo e coinvolgimento emotivo, per evitare gli sprechi dei primi anni per catturare l'attenzione, in alcuni momenti denunciata da  un silenzio assordante, dei ragazzi presenti in numeri così imponenti.
Nota dolente, le scuole fiorentine appaiono indifferenti ai percorsi proposti sia alla giornata di  formazione dei docenti, precedente all'incontro, sia alla partecipazione stessa; sorge una domanda spontanea che in città siano tutti già tanto evoluti? La risposta purtroppo è un' altra, vale più, in molte scuole urbane dove x  respirare cultura basterebbe oltrepassare il portone, un capitolo di uno dei tanti manuali tanto costosi quanto pesanti   ( in ogni senso) di una scomoda e faticosa partecipazione vissuta.
Dalla provincia e dalle altre province giungono ogni anno a frotte alunni grandi e medi nonostante il disagio del trasporto e relativi orari non proprio da campanella.
Quanti dubbi storici intorno all'annoso problema meglio vivere le cose o ascoltarle, fare o subire, comprendere in prima persona attraverso il valore dell'esperienza o  ascoltare passivamente l'esperienza di altri? La scuola nella maggior parte dei casi ha già risposto, ma esistono le eccezioni ed ecco che docenti faticosamente illuminati, alunni disciplinati e curiosi invadono in una tradizione che si rinnova ogni anno il Nelson Mandela Forum muniti di striscioni, di magliette appositamente dipinte, proponendo performance,video, flashmob e slogan ideati per l' appuntamento prezioso lontani anni luce da contestazione e ribellione proprio perché non subiscono in una condizione carceraria ( scusandomi x l'indegno accostamento) ma VIVONO e respirano ARIA NUOVA

UN mondo diverso è possibile, basta crederci e invitare i giovani alla speranza
UNA scuola diversa è possibile, basta crederci e invitare i giovani alla speranza

Una bella esperienza: 10000 ragazzi/e interessati/e ed autonomi/e in un ampio spazio

venerdì 5 dicembre 2014

Intorno al Natale tra consumismo e religiosità

Una delle tante belle immagini ricorrenti
Buone Feste, anzi, BUON NATALE!
Si parla del  25 dicembre, a scuola simbolo di vacanze e di consumo, di doni richiesti e forse ricevuti di libertà conquistata  per ben 15 giorni, non pochi
Ma partiamo dall'inizio
Il Natale viene celebrato il 25 dicembre da molte delle chiese cristiane, comprese la chiesa cattolica, quella protestante e alcune chiese ortodosse.

 Le chiese ortodosse russa, serba e di Gerusalemme invece celebrano il 7 gennaio perché non accettano la riforma gregoriana del calendario, promulgata da papa Gregorio XIII nel 1582, e continuano a seguire il vecchio calendario giuliano, il cui 25 dicembre corrisponde al nostro 7 gennaio. 
La chiesa armena valorizza l'Epifania,  celebrando contemporaneamente il Natale il 6 gennaio con l'arrivo dei MAGI. 
La chiesa armena di Gerusalemme pero' utilizza il calendario giuliano, e la festività cade il 19 gennaio. 
I paesi che celebrano il Natale il 25 dicembre riconoscono il giorno precedente come giorno di Vigilia. 
In Olanda, in Germania, in Scandinavia ed in Polonia il giorno di Natale ed i giorni successivi sono chiamati Primo e Secondo giorno di Natale. In Gran Bretagna, Canada e Australia, il 26 dicembre viene chiamato Boxing day, mentre in Italia, Irlanda e Romania viene chiamato giorno di Santo Stefano.  Cosa rappresenta la festa del Natale? La celebrazione della nascita di Gesù che nacque secondo  i Vangeli da Maria a Betlemme, dove lei e  Giuseppe si erano recati per partecipare al censimento della popolazione organizzato dai romani.
Il 25 dicembre, nell'antica Roma, si festeggiava la festa del dio Mitra, Dio del Sole, che godeva di molta importanza anche nei territori colonizzati. La festa del sole era la più importante e sentita da tutte le popolazioni che risiedevano nei confini dell'impero romano le quali celebravano idealmente la nascita del sole in concomitanza con il solstizio d'inverno.
 Molte popolazioni usavano celebrare la nascita del sole con riti collettivi e feste familiari, quasi sempre nei giorni prossimi al solstizio  d'inverno. 
La festività era talmente diffusa ed "unificante" che l'imperatore Aureliano nell'anno 273  estese a  tutto l'impero decretandone la denominazione ufficiale di "Natalis Solis Invicti" e fissandone la data nell'ottavo giorno prima di capodanno 
Chi vuole approfondire trova interessanti notizie nella Rete come personalmente ho fatto, ma...per tornare ad oggi la festa appare pagana o religiosa? A VOI la risposta 
La festa commerciale, infarcita di un consumismo bieco che appare ineludibile per non essere fuori dal banchetto sicuramente prende il sopravvento, ci cattura prima attraverso subdoli messaggi e via via ci porta per mano, amorevole, fino alla disperazione del NON NE POSSO più, fino a che qualche illuminato non prende coscienza del drammatico irreversibile percorso ed allora?
Si insinua un dubbio atroce, si poteva essere diversi? Agire in modo difforme dalla massa? Attivare senso critico fino a mostrare spiccata contraria personalità?
ESSERE DIVERSI O ESSERE SIMILI SEPPUR NELLA diversità
ESSERE OPPURE APPARIRE? 
Prendendo atto che il crescente divario tra ricchi e poveri aggrava disuguaglianze secolari di genere casta e religione, che in società economicamente disuguali meno donne accedono all'istruzione ed ambiscono a ruoli di " potere", meno bambine/i ottengono risposte ai loro bisogni di ogni genere serve per i dati consultare il 5° Atlante dell'infanzia (a rischio) in Italia , non resta che riflettere su dati e tabelle, infatti:
SEMBRIAMO RICCHI ma le percentuali ci comunicano tristemente che siamo poveri   
SEMBRIAMO CIVILI ma le statistiche e le cronache ribadiscono gradi di inciviltà allarmanti
SEMBRIAMO FELICI e ancora i dati di suicidi, dipendenze ed altro ritraggono un paese, un mondo tristemente infelice
Chi vuol continuare...                                                                                                                                                                                                                                                                                                      Cibo e festività
Unica costante, non purtroppo per tutti, che ci unisce durante queste festività è l'aspetto conviviale legato al consumo di  cibi ed usanze locali e di famiglia; non esistono piatti tipici nazionali ma ogni regione propone pietanze ghiotte ed ogni famiglia le adatta nella tradizione intima e affettiva del rito della propria tavola.
Il binomio Cibo/Natale appare dunque sempre vincente, nei diversi culti si sottolinea l'importanza del consumo o del divieto di consumo di alcuni alimenti ribadendo così una certa sacralità del cibo infatti il rapporto con l'alimentazione appare come qualche cosa di  fortemente spirituale, si nutre il corpo per compiacere l'anima o non si nutre per mortificarla, per approfondire il concetto filosofico di anima, ragione, spirito rimandiamo saggiamente ad un altro momento.
Ma in questa società profondamente disuguale potremmo provare a dare un senso alle festività incalzanti attraverso la ricerca di felicità nelle piccole dimenticate cose, nei piaceri delicati e casalinghi di gusti buoni e ricorsivi riti tradizionali, nei gesti di prossimità, nel valore della sobrietà non intesa come mortificazione ma come sano stile di vita rispettoso di sé e degli altri.
Bella la scritta che campeggia sull'ingresso della sede della Misericordia
SIATE EGOISTI A NATALE GENEROSI TUTTO L?ANNO

Una ricetta 

 BENESSERE

Prendere pazienza in quantità uguale al sorriso, 
impastare sapientemente con il fluire non con l'incalzare del tempo,
ripescare quelle sopite parole di affabile dolcezza,
rintuzzare sprofondando quel flebile rancore misto a rabbia che socchiude il tuo sguardo,
spendersi per qualcuno, non importa chi e come,
incrociare l'altrui volto costruendo coriandoli acquarellati,
dimenticare che l'esistenza è dolore trovando nell'altro quel conforto
spesso non  cercato o trichiesto 
che ci rende umani in un'altalena di equilibri 
di dimensioni e sensazioni variabili
volte e sconvolte nella frenetica  ricerca della tanto sbandierata 
felicità

venerdì 28 novembre 2014

Proposte sul tema

Mi sento di segnalare un appuntamento importante in città a cui tutti/e  dovremmo partecipare per testimoniare l'impegno così significativo nei confronti di donne e minori che subiscono o hanno incontrato sulla loro strada le diverse, spesso sconcertanti vie della violenza
DA SEGNALARE E DIFFONDERE
Convegno
  http://www.artemisiacentroantiviolenza.it/

 I vent'anni di lavoro di Artemisia 




Data:  15 dicembre 2014 

Sede:  Auditorium di  Sant' Apollonia 

           Via San Gallo 25/a  Firenze

 Orario: dalle 15.00 alle 19.00

20 lunghi anni. 

Venti anni a servizio di donne, bambine, bambini e
adulti vittime di violenza nell'infanzia. 

Venti anni di partecipazione alla vita della città a fianco e insieme alle istituzioni locali e regionali. 

Venti anni di impegno anche a livello nazionale per 
sostenere politiche e strategie di contrasto alla violenza.


 Quante azioni ancora da intraprendere, nella logica della Convenzione di Istanbul dell'11 Maggio 2011 
Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica

www.coe.int/conventionviolence

Servono indirizzi e politiche di genere per l’attivazione della Convenzione finalmente attiva dopo un iter di 3 anni dalla ratifica, non basta un documento che è solo carta e che necessita di essere reso operativo ( a Firenze non Giudici Specializzati in violenza di genere, il magistrato Fabio Rota del Tribunale di MI denuncia, scarsa specializzazione in materia, cita Napoli e Milano)
La parola Femminicidio non omicidio di donne e bambine suona strana ma DI GENERE SI MUORE e purtroppo visti i dati...sempre di più

La VITA
Mano piccola mano forte
rannicchiata nel tuo palmo dischiuso
padre
indifesa senza conoscere
fiduciosa nell'altrui sguardo
timorosa delle altrui carezze
cresciuta libera di esistere
di cercare di raccogliere
non sassi e terra
non pugni o dolcezze
assenza di certezze
mi sono persa
LA VITA

giovedì 27 novembre 2014

Testi da vivere parole per morire

quante bocche metaforicamente cucite

TESTI DA VIVERE PAROLE PER MORIRE
 Il silenzio, in silenzio quanta violenza quanto violato pudore, quanta resistenza rimossa, quanta voglia di tacere ma bisogno di gridare, omertà perbenista, figlia di tempi non solo remoti, quante storie che fanno la storia, quanto dolore serra le labbra appena dischiuse, quanta rabbia generata troppo spesso dalla dolcezza dall'amore, dal desiderio di essere vista, di esistere per donare, dal desiderio di VIVERE e non MORIRE dentro, fuori x SEMPRE

IO non ho bisogno di denaro

Ho bisogno di sentimenti,
  di parole, di parole scelte sapientemente,
  di fiori detti pensieri, di rose dette presenze,
  di sogni che abitino gli alberi,
  di canzoni che facciano danzare le statue,
  di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti…

Ho bisogno di poesia,
   questa magia che brucia la pesantezza delle parole
   che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

Alda Merini, da Terra d’amore. Milano, Acquaviva, 2003


OLTRE I MODELLI

«... quella volta che era oltre i confini dell'amore»
ho vissuto i miei vent' anni tra la fine dei ’50 e i primi anni ’60: i modelli sociali erano maschilisti e prendevano riferimenti da film di genere e dalla cronaca con i ‘duri’ di turno... si andava dal maltrattamento psico-fisico a reati estremi come gli uxoricidi e quelli – neppure puniti dalla legge – detti “delitti d’onore”
anche se la mia famiglia era un modello positivo, per me che ero cresciuto velocemente – sospinto dalla guerra e dagli studi precoci – risultò difficile non tenere conto del mondo esterno,  degli adulti nel quale entravo in corsa...
una percentuale degli uomini adulti viveva la propria donna come una “proprietà”, quella stessa donna che la tradizione, spesso bigotta, relegava nel ruolo di moglie-madre, amante e serva sottomessa
Questi “maschi veri” malmenavano la moglie, sobri o ‘bevuti’ che fossero, per riaffermare la superiorità di chi aveva un ruolo/trappola: quello del “capofamiglia” (figura poi abolita da una legislazione illuminata),
quello stesso capo(famiglia) che rivendicava il diritto a riscuotere, sopra o sotto le lenzuola – spesso senza gran rispetto  – il ‘corpo’ della sua donna come strumento di suo piacere
Così crescevo e mi formavo, tra l’altro, nell'antagonismo con i coetanei ed era un modo illusorio e rischioso di auto-affermazione, dove alla mia mitezza di carattere si affiancava un ruolo professionale accanto a mio padre, un ruolo che prevedeva fermezza nell'organizzazione del lavoro altrui per portare a buon fine la realizzazione di progetti per ambientazioni
Sento di aver sbagliato ogni volta in cui la mia timidezza si trasformava – per reazione – in arroganza verso le ragazze che corteggiavo o amavo, come se quello fosse l'unico modo giusto per mostrarmi “Uomo” come volevo essere, così ricadevo nel modello corrente del “Maschio”, ruolo nel quale non mi sono mai sentito a mio agio

© Em Paulik Jr., Uomo



gridi stranieri, pelli colorate, parole non dette, non comprese, vite difficili, presenze numerose, trasferite,, sfruttate, molestate, derise ... calpestate, violate senza colpa se non quella di cercare una vita dignitosa, risposta a bisogni  fuori da fame, guerre, negazione di diritti      

QUANTE DONNE STRANIERE VORREBBERO GRIDARE IL grido di Hannora 

Vorrei chiamarmi Hannora,
color cioccolato la mia pelle,
sorriso gaio, birichino
e due occhi brillanti come stelle.
Infuria irruente la tempesta
nella vita di mia madre e nella sua mente
e vige nel mio cuore la tormenta
giacché la mia esistenza
in germoglio a lei in seno, non è una festa.
Con impeto e brutale furore
sono stata qui impiantata,
né l'accento di una carezza o di un sorriso,
né un flebile o caldo gesto d'amore
mi hanno accompagnata.
Sedici anni, Marlene dolce madre mia,
sfuggire non poté a quella avversa sorte,
nessuna carità fu per lei impiegata
quando il potere del terrore
penar la faceva e gridare forte.
Sul filo del rasoio scorre a rischio la mia vita
e mi si gelano la mente e il cuore
nell'udir tremante la sua voce.
Ogni dì e in ciascun istante martire sarà,
per dare a me la vita un ricordo si rinnoverà
che per lei sarà una cruenta croce.
L'incalzar forte dell'angoscia,
l'indolenza dell'orrore
e l'inclemenza dell'oltraggio
struggenti più che morte,
la privano del senso della vita.
...E se non ha più valore
per mia madre l'esistenza,
anche per me che l'amo e gemo
sarà allora finita

Di Ausilia Giordano

“Salindè”, un brano per dire basta alle mutilazioni genitali femminili

In: Uscite & Editoria Scritto da Francesca Lippi e Valentina Gautier, il brano “Salindé” ha trovato nella straordinaria Aida Cooper la giusta interprete. Giusta per dare voce alle vittime delle mutilazioni genitali femminili e per invocare la salvezza per le bambine che, in tutto il mondo, ancora rischiano di subire quest’aberrante pratica.

LA VIOLENZA DELLE MUTILAZIONI
Propongo l'ascolto di “Salindé”, un brano nato dalla sinergia di tre donne: Francesca Lippi, per il testo, Valentina Gautier, per la musica, e Aida Cooper, per l’interpretazione. Tre artiste che hanno creduto in questo progetto finalizzato per dare voce a tutte le donne che hanno subito o rischiano di subire l’infibulazione.
Il singolo – che porta il nome della mutilazione genitale rituale – è stato presentato ufficialmente l’8 marzo 2014 dalla Associazione di promozione sociale “Il granello di sale” e dal magazine on line “Il mio giornale” 


http://www.meiweb.it/?s=salind%C3%A9 



 PER VIVERE

Disponibili  deponibili
mani curate contro carezze violate
mani di carezze
mani di affronto oltraggioso

certezze e  illusioni
travolte passioni
coesione d'intenti
furiosi tormenti 
dolenti e danzanti
perenni certezze 
 incerte debolezze

mani di carezze
di affronto oltraggioso
oscure visioni con ferme pulsanti emozioni
DEE affette da divina presenza 
simulano assenza 
PER VIVERE

 SCRIVETE E FATE SCRIVERE,  L'ESERCIZIO DELLA  SCRITTURA RISULTA INDISPENSABILE, RINFORZA, COSTRUISCE CERTEZZE, METTE IN LUCE GLI ASPETTI MIGLIORI, NON SERVE ESSERE SCRITTORI né POETI
è un esercizio dell'anima che si fa con se stessi, che la scuola deve coltivare per la VITA
La speranza di Generare CAMBIAmenti è determinazione non illusione
Dobbiamo ricordare che in Italia fino al 1981 era contemplato il DELITTO d'onore ed Il matrimonio riparatore...riflettiamo dunque

martedì 25 novembre 2014

GeneriAMO CAMBIAmenti 25 novembre 2014

25 novembre SI AMO tutte donne

http://www.zeroviolenza.it/chi-siamo/25-novembre-giornata-mondiale-contro-la-violenza-sulle-donne

http://www.feriteamorte.it/i-monologhi-sul-femminicidio-di-serena-dandini-arrivano-a-tbilisi/

parole dargento

PAROLE...parole...parole

ora AZIONI...azioni...azioni

Serena Dandini “ FERITE A MORTE” Più di un terzo della popolazione femminile nel mondo è vittima di violenza fisica o sessuale; per molti di loro la violenza è perpetrata dal partner, come affermato dal rapporto delle Nazioni Unite pubblicato dalla Organizzazione delle Nazioni Unite Mondiale della Sanità (OMS) lo scorso giugno, questo spettacolo sta facendo il giro del mondo

Il 25 novembre è stato scelto nel 1999 come Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne dall’Assemblea Generale della Nazioni Unite che ha ufficializzato una data che fu scelta da un gruppo di donne attiviste, riunitesi nell'Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà nel 1981. 

Questa data fu scelta in ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle 
tre sorelle Mirabal, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l'impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell'arretratezza e nel caos per oltre 30 anni.

UNA LETTURA…un’altra
25 novembre GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
Il lato oscuro degli uomini. La violenza maschile contro le donne 
a cura di Alessandra Bozzoli, Maria Merelli, Maria Grazia Ruggerini
Esce la seconda edizione ampliata con la mappatura aggiornata dei centri che si occupano degli uomini violenti.
Comprendere che la violenza sulle donne è prima di tutto un problema degli uomini, tutti, significa spostare l’attenzione dalle vittime agli autori.
In occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne arriva in libreria la seconda edizione del libro curato dall’Associazione LeNove. 
Il volume analizza profili, comportamenti, ragioni e vissuti degli 
uomini autori di violenze sulle donne e di femminicidio. Chi sono? Perché sono violenti? Come intervenire? Bisogna agire sui modelli culturali fondati su quegli equilibri patriarcali di potere contro i quali hanno lavorato fin dagli anni Ottanta i Centri antiviolenza e le Case per donne maltrattate.
Nell’ultimo anno la tematica ha riscontrato un interesse sempre maggiore, portando a una maggiore 
sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Le discussioni nate attorno al libro hanno senz’altro contribuito alla crescita di consapevolezza del fenomeno anche da parte degli uomini. In questa seconda edizione si fa il punto della situazione e si propone una mappatura aggiornata al 2014 dei centri che in Italia si occupano degli uomini violenti. La fotografia che l’aggiornamento della mappatura ci consegna, a circa due anni di distanza dalla prima, mostra un certo fermento: sono nati nuovi Centri rivolti agli uomini che hanno agito/agiscono violenza e altri sono in fase di progettazione. Un dato significativo, elemento di interesse e discussione anche nella dialettica che si è aperta con i centri antiviolenza. Una caratteristica per così dire trasversale nella casistica della violenza sulle donne è la povertà, poiché questa è presente in alcune delle sue forme, o ne è addirittura la causa. Ebbene, secondo dati ONU, il 70% di quel miliardo di persone che (secondo i canoni della stessa ONU) vive sotto la soglia di povertà, appartiene al sesso femminile. Quindi in questi casi ci troviamo di fronte ad una doppia violazione dei diritti umani, la violazione costituita dall’estrema povertà e quella della violenza subita.

E non va trascurato  che lo stato di indigenza delle donne in alcuni paesi è, se non dovuto alla legge, quanto meno favorito da leggi discriminatorie. In alcuni paesi africani ancora le donne non possono ereditare e in altri paesi non possono in pratica essere imprenditrici, non essendo loro consentito di essere intestatarie di conti correnti o finanziamenti bancari, se non insieme al marito. La donna, infatti, in molte parti del mondo non ha la piena titolarità di tutti i diritti come un uomo, ma resta sempre subordinata ad un uomo, il padre prima ed il marito poi.
“Sono ancora viva” Voci di donne che hanno detto basta alla violenza casa editrice Le Lettere
Ma quali sono le più diffuse forme di violenza sulle donne?
Violenza domestica-Pedofilia-Tratta
oltre a …Mutilazioni genitali -Stupro di guerra

VIOLENZA DOMESTICA

Secondo una ricerca condotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 70% delle donne vittime di omicidi sono state uccise dai loro partners maschili.
Questo dato fornisce la dimensione e la gravità del problema, tenuto conto che la violenza domestica ha diffusione mondiale senza eccezione alcuna. Infatti anche i paesi più evoluti in termini di organizzazione sociale e di garanzia dei diritti individuali non sono esenti da una notevole diffusione della violenza domestica.

Va chiarito che la violenza domestica non è soltanto violenza fisica, che comprende anche la violenza sessuale, ma può essere anche, anzi il più delle volte è, violenza psicologica, minacce, intimidazioni, persecuzioni, coercizioni, divieti, segregazione, umiliazioni e talvolta anche violenza economica, come negazione di disponibilità finanziarie, dell’acquisto di vestiario o altro, del cibo, di cure mediche e perfino appropriazione del reddito. Insomma la violenza domestica può assumere le forme più disparate ed umilianti.

Nella violenza domestica va incluso, in molti paesi, il controllo esercitato dagli uomini della famiglia sulle donne del nucleo familiare, quindi dal padre e dai fratelli sulle figlie e le sorelle. Il controllo, inteso nel senso della restrizione e della imposizione delle scelte degli uomini sulle donne, va dai semplici spostamenti, per lo studio, per il lavoro o per il tempo libero, alle frequentazioni e le amicizie, alla scelta del fidanzato e quindi del marito. In altri termini in molti paesi vige ancora la cultura che alla donna vada negata ogni scelta, dalla più banale alle più importanti, come, in primo luogo, la scelta del marito nel presupposto che essa sia di “proprietà” di un uomo, prima il padre, coadiuvato dai figli maschi, e poi il marito.

Nell’ambito di questa logica, si arriva alle peggiori violenze fisiche, come la punizione di colei che ha “trasgredito” mediante percosse, talvolta tanto violente da lasciare segni permanenti o menomazioni, o, perfino, la “acidificazione”, ossia l’utilizzo dell’acido per sfregiare il volto della moglie, o della figlia o della sorella.

Qual è la situazione della violenza domestica in Italia?
Secondo un dato diffuso ai primi di ottobre da Telefono Rosa, nei primi 9 mesi del 2012 sono state uccise 98 donne. Sempre per Telefono Rosa, nella maggior parte dei casi si tratta di violenza domestica: gli autori dei delitti, infatti, sono per lo più mariti, fidanzati ed ex partner.

Questo dato è abbastanza in linea con le statistiche sugli omicidi negli ultimi anni. In Italia mediamente si verificano ogni anno circa 160 omicidi di donne (contro 600 di uomini), dei quali circa 100 sono attribuibili a violenza domestica, quasi i due terzi, dato abbastanza vicino al 70% a livello mondiale indicato dall’ONU.

Il fenomeno è stato oggetto di indagine statistica in Italia da parte dell’ISTAT nel 2006 ed ha fornito i seguenti dati:
6.743.000 le donne da 16 a 70 anni che sono state vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita.
L'analisi fornisce alcuni raffronti tra violenza avvenuta all’interno della famiglia ed evento violento attribuito a "sconosciuti":

14,3% delle donne ha subito almeno una violenza fisica o sessuale all’interno della relazione di coppia (da un partner o da un ex partner) mentre il 24,7% da un altro uomo;
le violenze non denunciate sono stimate attorno al 96% circa se subite da un non partner, al 93% se subite da partner;
la maggioranza delle vittime ha subito più episodi di violenza, nel 67,1% da parte del partner, nel 52,9% da non partner, nel 21% violenza sia in famiglia che fuori;
674.000 donne hanno subito violenze ripetute da partner e avevano figli al momento della violenza.
C’è da sottolineare, comunque, che le indagini statistiche sulla violenza domestica sono estremamente difficili e quindi anche abbastanza aleatorie. C’è infatti d la tendenza a non denunciare (come già sottolineato in precedenza su fonte ISTAT) a volte per paura a volte per vergogna (come se fosse una propria colpa), a volte per entrambi i motivi.

 

Cosa si può fare per lottare la violenza domestica?
Certamente si può migliorare la cultura della non violenza soprattutto nelle scuole,
ma non è una soluzione di breve periodo.
Nell’immediato bisogna incoraggiare la denuncia e, quindi l’assistenza, sia psicologica, da parte di operatori specializzati, sia pratica, mettendo a disposizione strumenti validi per consentire di allontanarsi da un ambiente violento. In particolare è necessario che i governi prendano misure atte a garantire alle vittime protezione economica e un rifugio sicuro con una adeguata organizzazione che, a fronte di un appello, sia in grado di intervenire rapidamente ed efficacemente.

MOLESTIE SESSUALI NEI CONFRONTI DI MINORI (PEDOFILIA)
Le molestie sessuali nei confronti di bambine e adolescenti si verificano in tutto il mondo e sono dati agghiaccianti per dimensioni.
Secondo uno studio condotto dall’ONU, nel 2002 sono stati sottoposti a rapporti sessuali forzati o ad altre forme di violenza che includono il contatto fisico molesto 150 milioni di bambine o ragazze e 73 milioni di bambini o ragazzi sotto i 18 anni.

Un'insieme di studi condotti in 21 paesi (la maggior parte dei quali sviluppati) rileva che una percentuale variante tra il 7 e il 36% delle donne e il 3 e il 29% degli uomini afferma d'esser stata vittima di abusi sessuali durante l'infanzia, e la maggior parte degli studi ha riscontrato che il tasso di abusi tra le bambine è da una volta e mezzo a tre volte superiore a quello dei bambini. La maggior parte degli abusi è avvenuta in ambito familiare.

Uno studio in molti paesi condotto dall'OMS, comprendente tanto paesi sviluppati che in via di sviluppo, indica che tra l'1 e il 21% delle donne ha denunciato di essere stata abusata sessualmente prima del 15° anno di età, nella maggior parte dei casi da membri maschi della famiglia.
Secondo uno studio condotto negli USA, l’83% delle alunne delle classi dall’8° all’11° livello (tra i 12 e i 15 anni) che frequentano le scuole pubbliche, subiscono qualche forma di molestia sessuale.

LA TRATTA
In sintesi per tratta si intende il reclutamento ed il trasferimento di una persona a fini di sfruttamento (il più delle volte prostituzione).
La tratta è ovviamente, in sé, una violazione dei diritti umani, ma che ne implica, inevitabilmente altri, poiché chi la subisce è soggetto anche a maltrattamenti, se non torture, segregazione, malnutrizione, mancanza di cure mediche, fino a giungere, talvolta alla perdita della vita. In altri termini è la forma moderna della schiavitù, anche perché caratteristica propria della tratta è il passaggio per varie mani, diventando la vittima un oggetto di compravendita da uno sfruttatore all’altro.

Varie convenzioni internazionali precedono repressione, fra l’altro, della tratta, come la Convenzione ONU per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne, la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e la Convenzione europea sull’azione contro la tratta di esseri umani.
A livello mondiale, le vittime della tratta di esseri umani sono stimate a due milioni e mezzo all’anno. L’ottanta per cento di loro sono donne e ragazze. Secondo l’organizzazione internazionale Save the Children, sono circa 1,2 milioni i minori di 18 anni vittime di tratta nel mondo.
L’Italia è purtroppo un paese interessato dalla tratta
 Tante iniziative:
Ten occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, gli assessorati  all'Educazione e alla Formazione, Cultura, Politiche sociali e Pari opportunità del Comune di Monsummano Terme e Il Teatro dei Garzoni – Teatro Toscana Pescia, in collaborazione con U Svegliu Calvese (Corsica – Francia) TeatrEuropa de Corse, l’Associazione 365 giornialfemminile - Libere Tutte, presentano lo spettacolo teatrale itinerante Nelle mani di Barbablù. Storie di ordinaria violenza, ideato e diretto dal regista Orlando Forioso.
Al teatro Corsini di Barberino del Mugello ore 21  lo spettacolo Perché? 
  DIGNITÀ giornalistica?Il giornalismo, brutti articoli e strumentalizzazione Volgare,osceno, vergognoso. Nella storia del giornalismo italiano vi sono episodi frutto di un dettato informativo miserabile che nulla hanno a che vedere con la deontologia professionale. Servizi che sguazzano nei retroscena del peggior gossip senza nessun rispetto per i lettori. L'ultima vittima di questa tendenza di cui sembra di non arrivare mai a toccare il fondo, è il ministro Marianna Madia, intenta a mangiare un cono gelato. Ma il titolo delle foto pubblicate dal settimanale è chiaramente allusivo e volutamente sessista. Non meno grave, poi, è il fatto che la destra, trattandosi di una rivista diretta da un amico personale dell'ex premier, per sviare l'attenzione dal pesante rigurgito maschilista, abbia cercato di buttarla in politica, quando invece l'unica cosa onesta da fare era di riparare all'offesa fatta alla dignità delle donne. No davvero, una brutta pagina. Circa il 60 per cento di chi soffre la fame cronica, nel mondo, è donna. Ciò è dovuto al fatto che spesso le donne non hanno pari accesso alle risorse, all'istruzione e alla creazione di reddito, oltre ad avere un ruolo minore nei processi decisionali.

·         NOTA BENE  Circa il 60 per cento di chi soffre la fame cronica, nel mondo, è donna. Ciò è dovuto al fatto che spesso le donne non hanno pari accesso alle risorse, all'istruzione e alla creazione di reddito, oltre ad avere un ruolo minore nei processi decisionali.

E quando le donne soffrono fame e malnutrizione, altrettanto le soffrono i loro bambini. Oltre 19 milioni di bambini nascono, ogni anno, sottopeso; conseguenza spesso di un'inadeguata nutrizione delle loro madri prima e durante la gravidanza

SIAMO stanche ORA  della vIOlenza  letta, sentita, assistita o vissuta personalmente
IO  dico BASTA alla violenza contro le donne
              inSIeme SI può
179 le donne uccise in Italia nel 2013


In Toscana   28 in 4 anni 
          119 bambine abusate solo nel 2013
Generare cambiaMENTI si può !