giovedì 26 maggio 2016

kondizione, ancora teatro

 Il teatro non delude mai, arricchisce dal vivo con la sua forte presa e la sua magia!
Isola madre in mezzo all'oceano, isola figlia appollaiata nel piccolo arcipelago, l'isola dell'adolescenza bagnata da ogni sentimento, senza approdi facili, l'isola della morte e del dolore sperduta e lontano fine aspra su cui non voler riflettere, l'isola dove il naufrago trova accoglienza o rifiuto, l'isola incantata dei nostri sogni, l'isola metafora della vita nel bene e nel male.
Nell’immaginario collettivo c’è sempre un’isola riflessa ed agognata, un’isola misteriosa e superba, lussureggiante anche se deserta. Sembra che da sempre  ogni uomo cerchi nell'isola una via di fuga ma anche un ambito ritorno, comunque un'esperienza di iniziazione che attraverso l'incanto doloroso della perduta fanciullezza permetta di raggiungere l'autonomia della maturità in cui troppo spesso tutto è demandato  alla logica della ragione abbandonando le spinte propulsive del cuore

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Sarà per me un onore essere presente questa sera  al Teatro Giotto,  dove per il secondo anno potremo assistere  allo spettacolo di fine anno del gruppo teatrale Kondizione del Progetto Kontatto con una presentazione musicale come apertura. 

Questa sera, giovedi 26 maggio ore 21, con ingresso gratuito, la compagnia condotta da Matteo Timori, presenterà L’ISOLA, un progetto teatrale che affronta in modo originale due pièce brevi di P.C. de Marivaux, commediografo francese del ‘700.
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l’Isola rappresenta un Nuovo Mondo, un’occasione di riflessione sulla società e sulla natura umana, sulla possibilità di un suo cambiamento, in linea con lo spirito illuminista settecentesco di ricerca e di esplorazione della realtà umana. Il Nuovo Mondo è un Mondo Vero, non necessariamente più reale, “ma fatto di uomini veri che dicono tutto ciò che pensano”, come sostiene Trivellino, che dell’isola è governatore-filosofo
La disputa è uno dei primi lavori dell’autore, che affronta il tema di chi si sia macchiato della prima infedeltà tra l’uomo e la donna; per stabilire “scientificamente” a chi spetti il primato del tradimento viene escogitato una sorta di esperimento di laboratorio, al termine del quale non si può che prendere atto dell’inestricabile groviglio di contraddizioni che regna nel cuore umano.
L’isola degli schiavi è scritto invece negli ultimi anni di vita, si tratta anche in questo caso di una sorta di esperimento di carattere sociale, che implica uno scambio di ruoli tra servi e padroni, per cui gli uni si mettono, anche fisicamente, nei panni degli altri. Lo scambio di identità permette ai personaggi, al termine di un percorso lungo e difficile, di rinascere e diventare uomini “ragionevoli”...
il gruppo Kondizione  mette in scena una commedia, dopo il dramma di Horvath Fede, Speranza e Carità presentato nello scorso sanno. in bocca al lupo  al  Gruppo Teatrale Kondizione, che da 5 anni  si cimenta con testi complessi ma riscuote anche  tanti applausi meritati dati i molti estimatori sul territorio.
Anche quest’anno il Gruppo ha assistito a tutti gli spettacoli della stagione Teatrale del Teatro Giotto, grazie alla collaborazione con la Fondazione Toscana Spettacolo, con la quale sono stati organizzati  interessanti incontri con le compagnie, per permettere ai giovani di avvicinarsi sempre di più al mondo del teatro.
Interpreti: Giulia barbugli, Irene Barnes, Brenda Bianchi, Brian bianchi, Lara Bianchi, Giovanni Degl’innocenti, Sofia Del Vita, Ivan Ferraro, Lorenzo Mengoni, Giulio Niccoli, Leonardo Parisio, Sofia Pieri, Eleonora Poggini, Lorenzo Rosi, Ivan Sisti, Lorenzo Toninelli, Rebecca Zigliotto. Regia Matteo Timori.
Risultati immagini per l'isola degli schiavi
Un testo di grande attualità 


Cenni sul testo: In seguito ad un naufragio quattro sopravvissuti (Iphicrate,Euphrosine,Cléantis ed Arlequin) approdano nell'isola degli Schiavi, così chiamata perché popolata molti anni prima da schiavi fuggiti dai loro padroni, perché non ne sopportavano più le angherie. Il saggio governatore dell'isola,Trivellino, incontra i naufragi ed espone loro la legge che dell'isola, che  impone uno scambio di ruoli tra servi e padroni, perché l'isola è un luogo di redenzione: i nobili padroni devono pentirsi della propria superbia ed arroganza, mentre i servi devono liberarsi del rancore che nutrono verso i padroni. Quando sarà avvenuta questa redenzione ognuno riprenderà il proprio ruolo e tutti ritorneranno nel loro vecchio mondo. Servi e padroni si scambiano non solo i ruoli, ma anche gli abiti e i nomi. Il processo di redenzione inizia con i racconti che gli ex-servi fanno a Trivellino della vita dei loro ex-padroni, vita fatta di piaceri, di ozi e di cattiverie rivolte ai loro servi.
Alla fine dei due racconti i due nobili riconoscono la vacuità della loro esistenza
E la nostra esistenza quanta vacuità? Tra Uomini definiti banalmente migranti, sopraffazione e sfruttamento, servi e padroni di consumi sfrenati, quanta triste kondizione in un mondo in cui la disuguaglianza regna sovrana ed i diritti rappresentano una chimera per le donne, per gli anziani, per i diversamente abili...quanta modernità!
Da non perdere 
Applausi, applausi!
Veramente applausi meritati ieri sera, teatro affollatissimo e grandi congratulazioni, Matteo Timori superbo nella impeccabile regia, il ritmo serrato nella complessa narrazione, colpi di scena inattesi, dinamicità e risate su temi ancora oggi drammatici di subalternità e disuguaglianze.
Gli attori da veri professionisti hanno interpretato ruoli dipingendo divinamente i caratteri ed i personaggi,muovendosi e recitando con incredibile competenza. Bellissimi i costumi.
 Un vero successo!
Bravi ragazzi, ancora una volta ci avete incantato

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