sabato 7 giugno 2014

Malata di scuola, forse convalescente

La scuola è finita,
 per fortuna resta lo strascico un po' noioso degli esami che ci permette di vedere i nostri amatissimi in veste sobria e poco spigliata argomentare tristemente,  in modo spesso meccanico, su percorsi ritenuti veri fardelli che non appassionano né hanno appassionato per poi dire agli amici, comunque vada, quanto è stato facile superare quel colloquio anche se invece lo stesso è apparso ad altri occhi più avvezzi a comprendere ciò che resterà duraturo, un vero disastro.
Le classi vuote con tutte quelle carte appese, fogli e cartelloni a cui solo pochi hanno dato valore, privi in genere del senso del bello e  del processo invisibile che ha condotto alla loro realizzazione, con quelle cattedre centralizzate e quei banchi allineati che simulano un ordine fisico e mentale inesistente, prive di brio, di realtà, una finzione/prigione distante spesso dal mondo reale.
Vedere queste classi oggi prive di senso mi rattrista infinitamente ma talvolta mi ha rattristato anche vederle gremite di ragazzi rattrappiti in un sapere statico che non gli appartiene e che molte volte non digeriscono.
Questo mondo è il mio mondo, ho provato a cambiare qualche briciola del sistema ed ho trovato spesso molta riconoscenza nei miei alunni. come me molti altri docenti appassionati e appassionanti, ma quanto grigio...in genere e  non solo nei capelli spesso rossastri, troppo colorati per essere credibili " casco integrale" come li chiamano i ragazzi.Vecchi travestiti da giovani, tossette secche e menti appannate, poca voglia di fare, molta di scappare.
Una scuola vuota 3 mesi è uno spazio sterile, una scuola deve sopravvivere all'estate con offerte diversificate e permeanti, accattivanti per tutti quelli che ben poco avranno da fare di formativo.
Un sogno far vivere i nostri edifici scolastici con entusiasmo per  periodi più lunghi e con arredi, ambienti accoglienti e motivanti, un sogno una scuola itinerante nei nostri luoghi più suggestivi,  un sogno vedere allontanare i nostri ragazzi con dispiacere al termine dell'anno e non tra fischi e urla liberatorie da stadio, un sogno che forse si potrebbe realizzare, nemmeno con molti sforzi ma sicuramente con molta fantasia e coraggio.
Un insieme di voci come un'ortensia la cui bellezza è rappresentata dalla compostezza e completezza dei  fiori che compongono la sua infiorescenza


Mi mancate cari ragazzi già questa sera!
Domani risistemerò il mio diario di bordo che agli esami mi permetterà di sentirmi al pari con voi e che mi rammenta tutto ciò che abbiamo provato a costruire insieme.
Grazie.

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