giovedì 1 marzo 2018

1 Marzo festa del Martisor

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il simbolo del Martisor
"Per i romeni e in molti paesi dell'est europeo, il primo giorno di marzo è il sinonimo della festa del martisor (diminutivo di “martie”- marzo). Il mărţişor (che in italiano si pronuncia marzishor), simbolo della primavera, si confeziona con dei fili bianchi e rossi, di cotone o seta, intrecciati in un cordoncino che si lega a forma di otto. A questo cordoncino si appende un ciondolo portafortuna, notevole perché può assumere le più diverse forme simboliche 
Le credenze popolari dicono che chi indossa il “martisor” sarà fortunato e in salute per tutto l'anno. Oggi l'usanza consiste nel donare questo ciondolino con il suo fiocco bianco e rosso a tutte le donne, dalle nipoti alle nonne, come augurio di buona fortuna, amore e di buon inizio di primavera. Nel nord della Romania, in Moldavia e in Bucovina, ma anche in Grecia,  la tradizione vuole che anche gli uomini ricevano questo simbolo della primavera. Chi lo ha ricevuto lo deve portare attaccato al petto vicino al cuore. Il bello di questa festa è la gioia che si sente in tutte le vie delle città, che per l'occasione, già dai primi giorni di febbraio si riempiono di bancarelle, dove è messa in vendita una svariata scelta di martisoare di diverse forme e colori. 
Nei tempi antichi, il “martisor” era fatto semplicemente di due fili di lana, uno bianco e uno rosso o nero, come simbolo delle due stagioni principali, inverno ed estate. Le donne usavano fare questo lavoretto, che legavano al polso e al collo dei loro figli. Inoltre, veniva legato sulle corna delle mucche o sulla porta della stalla, per proteggere la casa. 

Nei tempi antichi, il primo marzo era l'inizio di un anno nuovo, un momento in cui la gente aveva bisogno di proteggersi dagli spiriti maligni. Più tardi, si appese ai fili una moneta d'oro o un medaglione, con una funzione protettiva. In diversi scavi archeologici della Romania sono stati ritrovati dei martisor datati più di 6000 anni fa. Sotto forma di piccoli sassolini di torrente, verniciati di bianco e rosso, si portavano intorno al collo appesi a un filo. 

Il colore rosso, quello del fuoco, del sangue e del sole, era attribuito alla vita, quindi alla donna. Invece il colore bianco, che richiama la trasparenza dell'acqua e il bianco delle nuvole, era specifico alla saggezza dell'uomo. Questi colori, che adesso ritroviamo nel cordoncino del martisor, esprimono il legame inseparabile dei due principi, come il continuo movimento della materia, il ciclo della natura, con tutte le sue forze vitali. 


L'anno passato con i ragazzi di terza G del Giotto Ulivi nel percorso di Alternanza scuola lavoro abbiamo realizzato con alcune signore rumene, in particolare Elisabeta e Eleonora,  molti Martisor
Uno scambio con la Banca del Tempo, noi conversavamo in italiano per affinare la dizione ed arricchire il lessico, loro ci spiegavano ricette tipiche che degustavamo e ci hanno spiegato il senso della festa e fatti realizzare deliziosi Martisor
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Oggi il mio martisor è dedicato a Franca Donnini, la carissima collega che ci ha lasciati da poche ore in un vuoto profondo.
 Porterò  3 Martisor, realizzati dagli studenti, ai figli perché possano intravedere nel futuro una speranza 

Se dovessi morire Emily Dickinson
Se io dovessi morire 
E tu dovessi vivere 
E il tempo gorgogliasse 
E il mattino brillasse 
E il mezzodì ardesse 
Com’è sempre accaduto 
Se gli Uccelli costruissero di buonora
E le Api si dessero altrettanto da fare 
Ci si potrebbe accomiatare a discrezione
Dalle imprese di quaggiù!


È dolce sapere che i titoli terranno
Quando noi con le Margherite giaceremo 
Che il Commercio continuerà 
E gli Affari voleranno avanti
Rende la partenza tranquilla
E mantiene l’anima serena 

...
 Arrivederci Franca

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