con la cultura forse non si mangia ma il nutrimento che ne ricaviamo va oltre la sazietà del cibo
Non ci disperiamo da umili confinati visto che abbiamo a disposizione un mondo di cultura artistica che non solo risolleva le stanche e affrante membra ma ci permette di innalzarci e di restare immobili, estasiati e annichiliti di fronte a tanta magnificenza.
La mostra di Raffaello alle Scuderie del Quirinale di Roma aperta lo scorso 5 marzo e subito purtroppo chiusa a causa dell’emergenza sanitaria, è visibile online sul sito e sui canali social del museo grazie ad un video-racconto che attraverso una intrigante e suggestiva passeggiata ci accompagna nelle 10 sale che ospitano oltre 200 capolavori provenienti da tutto il mondo.
https://www.youtube.com/watch?v=F3JDrfGfGUk&feature=youtu.be
Il giovane Raffaello non smette di stupire con le sue figure dettagliate morbide e nitide, con la generosa quantità di opere prodotte, con il suo genio vitale, abbiamo purtroppo perduto l'artista precocemente ma la sua OPERA UNIVERSALE rimane immortale.
Raffaello, bello e grande, un bambino
rimasto solo ad appena undici anni, l’arte fu così la sua famiglia nell’Italia
del Rinascimento.
Talentuoso non viene risparmiato dalla morte a soli 37 anni.
La carica emotiva che emanano i suoi capolavori è talmente forte da
stordire, il tema della madre, persa troppo presto ricorre in molte figure
Raffaello in una sintesi di 10 punti:
1 Raffaello Sanzio (Urbino, 1483- Roma, 1520) è considerato, insieme ai
grandi Leonardo e Michelangelo, uno dei più grandi artisti del Rinascimento
Era figlio d’arte, suo padre Giovanni Santi (da cui deriverà il cognome “Sanzio”) era un
noto artista padrone di una fiorente bottega ad Urbino, importante centro
artistico dell’epoca.
Raffaello, perse la madre a 8 anni e il padre a 11.
2 L’apprendistato di Raffaello avvenne a Perugia, nella bottega di Pietro Vannucci, detto “Il Perugino”, uno dei più noti artisti del XVI
secolo. Il giovane artista dimostrò un talento precoce tanto che, ancora
diciottenne, gli vennero commissionate opere dai più importanti signori umbri.
È negli anni perugini che strinse amicizia con il Pinturicchio, all’epoca già
un artista affermato.
3 A ventuno anni Raffaello decise di trasferirsi a Firenze, affascinato da quanto si diceva sulle
opere di due artisti molto noti della città toscana: Leonardo e
Michelangelo
4 Risale a questo periodo la serie delle Madonne col Bambino come la Madonna del Belvedere (1506), la Madonna Esterhzy (1508) e la Madonna del Cardellino (1506)
5 Fu con la chiamata a
Roma di papa Giulio II che Raffaello, appena venticinquenne trovò la sua fama affrescando le
Stanze papali.
Per farlo decise di ispirarsi alle
quattro facoltà delle università medievali: teologia, filosofia, poesia e
giurisprudenza per dare vita ad uno dei dipinti più celebri del Rinascimento: la Scuola di Atene (1509-1511).
6 Sembra che nell’opera Raffaello abbia dato ad alcuni sapienti del
mondo classico le fattezze dei più grandi artisti del suo tempo: Eraclito (aggiunto in un secondo momento)
pare somigliare moltissimo a Michelangelo, Platone a Leonardo da Vinci e Euclide a Bramante.
7 Oltre ad essere un grande artista, Raffaello si dimostrò anche un attento
imprenditore. La sua bottega a Roma lavorava come una vera e propria “squadra” formata
non solo giovani apprendisti ma anche da artisti affermati, così da poter
portare avanti diversi progetti contemporaneamente. Nonostante questa perfetta
organizzazione, le opere di Raffaello erano così richieste che spesso i
committenti dovevano attendere a lungo per venire soddisfatti.
8 Raffaello fu anche un importante architetto: dal 1514 lavorò al
progetto della Basilica di
San Pietro in Vaticano (cantiere al quale si dedicò anche Michelangelo dal
1546).
9 Sono moltissimi
i capolavori di Raffaello che meriterebbero un approfondimento come Madonne, soggetti sacri, ritratti di uomini illustri.
Sicuramente merita un ricordo il dipinto Lo sposalizio con la Vergine del 1504 che oggi si trova nella Pinacoteca di Brera a Milano.
10 Raffaello morì la notte del venerdì santo del 1520
I contemporanei affermarono che al
momento della morte una crepa scosse i palazzi vaticani e il cielo si riempì di
nuvole scure, come se il mondo avesse perduto una divinità.
Secondo lo storico Vasari, più
prosaicamente, Raffaello morì per una febbre causata da “eccessi amorosi”.
Il
suo corpo oggi è conservato nel Pantheon.
“Qui giace quel Raffaello, da cui, vivo, Madre Natura temette di essere
vinta e quando morì, [temette] di morire [con lui]."
(Pietro Membo, epitaffio per
Raffello)
La madonna del cardellino Galleria degli Uffizi |
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