mercoledì 1 aprile 2020

La vita scorre

Mentre la vita scorre nonosante e le certezze tremano a braccetto con le speranze, mi pervade l'anima un senso di assoluta vanificazione di quanto vissuto.
 La staticità intrisa di precarietà costante nell'impossibilità di esprimersi fino in fondo sostenuta dalla completezza delle relazioni e dalla diversificazione dei ruoli mi rimanda alla FINITEZZA dell'ESISTENZA.
Soddisfatti alla grande i bisogni primari (e ci reputiamo fortunati per questo) affacciati affamati di respiro al mondo della Cultura e dell'Arte (e ci reputiamo fortunati anche per questo), computiamo pensieri ansiogeni sui tempi non infiniti che ci rimangono, esigue boccate di primavere sottratte... e il languido bisogno di Vivere ci assale mentre i cieli ora tersi e limpidi ora frastagliati di nuvole grigie ci confortano suggerendoci che non è la fine del mondo è semmai la fine della tua  Presenza terrena sempre più effimera.
Possiamo produrre più ricchezza ma non più tempo.
A chi può importare se le tue primavere scemano? I tuoi affetti sono pronti a farsene una ragione, i tuoi lasciti sparsi e disordinati troveranno mani disposte a disperdere ciò che in tanti anni hai gelosamente accumulato, gli impegni cadranno nel più assoluto oblio mentre tu SOLA rifletti sulla primavera che ti è stata sottratta.
La voglia di vivere recuperata per imposizione claustrofobica ti assale e ti impone una RESISTENZA ad  OLTRANZA

In fondo Vivere è un po' Morire  ogni giorno...
LA MIA ANIMA HA FRETTA
Ho contato i miei anni e ho scoperto che ho meno tempo per vivere da qui in poi rispetto a quello che ho vissuto fino ad ora.
Mi sento come quel bambino che ha vinto un pacchetto di dolci: i primi li ha mangiati con piacere, ma quando ha compreso che ne erano rimasti pochi ha cominciato a gustarli intensamente.
Non ho più tempo per riunioni interminabili dove vengono discussi statuti, regole, procedure e regolamenti interni, sapendo che nulla sarà raggiunto.
Non ho più tempo per sostenere le persone assurde che, nonostante la loro età cronologica, non sono cresciute.
Il mio tempo è troppo breve: voglio l’essenza, la mia anima ha fretta. Non ho più molti dolci nel pacchetto.
Voglio vivere accanto a persone umane, molto umane, che sappiano ridere dei propri errori e che non siano gonfiate dai propri trionfi e che si assumano le proprie responsabilità. Così si difende la dignità umana e si va verso della verità e onestà
È l’essenziale che fa valer la pena di vivere.
Voglio circondarmi di persone che sanno come toccare i cuori, di persone a cui i duri colpi della vita hanno insegnato a crescere con tocchi soavi dell’anima.
Sì, sono di fretta, ho fretta di vivere con l’intensità che solo la maturità sa dare.
Non intendo sprecare nessuno dei dolci rimasti. Sono sicuro che saranno squisiti, molto più di quelli mangiati finora.
Il mio obiettivo è quello di raggiungere la fine soddisfatto e in pace con i miei cari e la mia coscienza.
Abbiamo due vite e la seconda inizia quando ti rendi conto che ne hai solo una.
Mario de Andrade (San Paolo 1893-1945)


                          Poeta, romanziere, saggista e musicologo.
                          Uno dei fondatori del modernismo brasiliano.



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